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- Lazzaroni di Zarak -
 
Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 84   commenti totali: 91
273007 visite dal 13/01/2012 (ultima visita il 19/03/2024, 05:39)
23 novembre 517
Giovedì 25 Luglio 2019

La casa della Tramontana



William.

Non ho ancora finito di piangere le persone che hai ammazzato. Mi bruciano gli occhi, l'incredulità e la sorpresa di questo risveglio ingiusto mi spezzano il respiro. Speravo di tornare a "casa", ma non c'è più la mia casa, qui alla Rocca di Tramontana. Solo freddo, silenzio, sguardi sospettosi.
Durante l'interminabile viaggio per gli Altipiani delle Tempeste pensavo spesso a chi avrei ritrovato ad Uryen, mi dava coraggio sapere che erano qui, al sicuro. E invece tu mi hai lasciato il deserto.

No, non ho ancora finito di piangere le persone che mi hai strappato. Gli amici, i compagni.
Heinrich, il mio primo amico nell'esercito, il primo volto sorridente, quando tutti ancora mi intimidivano da morire. Charlie, che aveva una cotta per te. Angelica... persino Angelica. E Teegan, la più giovane delle sirene. Vasq, Roy, i migliori. Insieme ai compagni del Terzo Plotone sono riusciti ad abbatterti, ma hanno pagato con la vita il loro coraggio.

William.

Non ho ancora finito di piangere le persone che hai ammazzato... e già inizio a piangere per te.

Kor-Wak

Sento le tue rune mentre sfiori il mio braccio e avverto una sottilissima sensazione di elettricità. Durante un lungo turno di guardia fuori dalla fattoria di Trent. Il lungo turno di guardia a cui penserò sempre, quando penserò a te. Le tue domande stupide, le risate, il segreto che mi hai raccontato.

Kor-Wak

Ed ecco che sono io a posare le dita sulla tua pelle e a pronunciare le rune. I peletti del tuo braccio cambiano verso. Che cosa buffa.
"Lo vedi che non c'è niente di pericoloso?"

Sei un cretino William. Quante volte te l'ho detto?
Non abbastanza, purtroppo.

Non abbastanza.

"Io ti dico, non penso che i miei poteri possano fare casini grossi. Non penso che i miei poteri potranno cambiare il destino mio, tuo, di Annie... o il grande disegno..."

Quanto ti sbagliavi, William. Ho provato a dirtelo, che esistono entità che sono ghiotte dei nostri poteri, che adorano i maghi... dotati, come noi, ma non espertissimi. Entità che non vedono l'ora di fare del male. Ma tu non mi credevi, volevi vederlo coi tuoi occhi. Volevi fare "le tue esperienze".

"Intendo fare le mie esperienze! E intendo pure vantarmene con le ragazze che incontro!"

Cretino, cretino, cretino. Non ce la facevi proprio a prendere le cose sul serio. Tutto uno scherzo, tutto l'occasione per una battuta, una spiritosaggine, una stupidata.

Eravamo amici? Questo mi chiedo. Non lo so. Non lo so se eravamo amici, ma probabilmente io ero la cosa più simile ad un'amica che tu abbia mai avuto qui nell'esercito. Mi hai mostrato i tuoi diari, abbiamo confrontato i sogni ricorrenti e le visioni di quei due esseri del Kahl Valan. Sei tu che mi hai aperto gli occhi sui ricordi modificati dal Demone che possiede Mirai, quando io ancora pensavo fossero risalenti all'infanzia.
Discorsi seri mischiati alle stupidaggini, alle tue fanfaronate sulle donne, ai giochi da ragazzino. Ti divertivi a mettermi in imbarazzo.

"Bisognerebbe capire se tu, Kailah, sei un caso isolato... oppure se è davvero la norma, qui ad Uryen..."
"Vallo a chiedere a tutte quelle che incontri... rimedierai un sacco di occhi neri!"

Ridevo, ma poco dopo è stato Rock a picchiarti davvero, a sangue, quella stessa notte. Si può essere più stupidi di te? Fingersi un Risvegliato fuori dalla fattoria, barcollando nel buio... come niente ti saresti potuto beccare una freccia, fortuna che ti ho riconosciuto.

Un cretino fatto e finito. Che pure mi ha spinta a contraddirmi, nel buio di quelle ore. E' stata la prima e ultima volta. Sono certa che non potrei più farlo senza sentire la tua voce, ormai.

Insomma, eravamo amici o no?

Mentre Rock, quella stessa notte, ti faceva volare da una parte all'altra della stanza, nel fracasso della sedia e del tavolo che si spaccavano, ho chiuso gli occhi. Mi faceva male vedere il Sergente che ti pestava: la sua forza smisurata, una furia che non gli avevo mai visto prima. Sentivo quasi dolore io stessa.

Eravamo amici, William, proprio così.

"Scommetto che ti sto anche un pò simpatico, in barba ai tuoi due migliori amici che non mi possono vedere."
"Certo che mi stai simpatico. Per questo mi interessa che tu non venga posseduto da un demone, tramutato in un mostro, e tu venga abbattuto in modo cruento".

Mioddio.

...

Mioddio, che cosa ho detto.

Il tempo è strano. Sembra lontana un'eternità, quella notte da Trent. Il viaggio a Skogen e per le terre dei morti è come se fosse durato tre anni, e non soltanto poche settimane. Eppure se ci penso, se chiudo gli occhi, siamo ancora lì alla fattoria. Gannor è vivo, Charlie è viva. Tu sei vivo. E fai di tutto per farti detestare, come al solito.
Rock non è ancora prigioniero in mano nemica. Non è ancora andato ad Angvard. Non è ancora successo niente. Ancora c'è modo di impedire che accada il disastro.

Dove ho sbagliato? Me lo sentivo, accidenti, me lo sentivo che sarebbe finita male.
Quando siamo stati a parlare con Mastro Luger... è stato lì che ho sbagliato? E' stato lì che avrei potuto deviare il corso degli eventi?
Luger ha parlato di come le entità demoniache siano in grado di trasformare i nostri ricordi, i nostri sogni. Di pilotare le nostre emozioni.
E di come la cosa migliore da fare sia resistere, non lasciarsi suggestionare. Ma Luger sapeva benissimo che a te non sarebbe bastato. Lo sapevo anche io.

Poi tu sei fuggito in corridoio a piangere. Ti ho visto molte volte ridere. Ma piangere... piangere quella volta soltanto.
In un angoletto buio del corridoio, fuori dalla porta di Luger. Mormoravi: "Io... non voglio... che muoia...".
Mi hai chiesto scusa, poi.

A modo tuo, ci tenevi davvero ad Annie, ne sono sicura. Niente di sdolcinato, niente di quel che immaginava la povera Charlie, quando fantasticava sul tuo amore infelice. Ma sentivi il fascino di Annie, la sua forza, eri attratto da quel che lei, con un autocontrollo eccezionale, riusciva - e riesce ancora - a tenere a bada.
Il Potere Magico che abbiamo dentro ci attira verso Annie. Accanto a lei è un reale piacere lasciarlo fluire: è come se la sua vicinanza lo catalizzasse.

Adesso Annie è agli arresti. Spero che sia per poco e che venga rilasciata in fretta. Ma l'atmosfera, dopo quel che tu hai fatto, è tetra e pesante: credo che qui ad Uryen la sua presenza sarebbe vissuta da molti con un'ostilità difficile da gestire. Per questo Barun ha preferito nasconderla, per evitare insubordinazioni e problemi. Credo che a breve la assegneranno ad incarichi fuori città.

Quasi tutti, qui, hanno visto un solo Innalzato: te, William. Lo capisco che siano diffidenti.

Ed ecco che arriviamo al pugnale di Kalya. Un pugnale brutto, strano, tutto nero. Non mi piace per niente. Spero di non doverlo usare mai.
"Uccidici un Innalzato".

A parte... come se fosse facile. Le ho promesso che farò del mio meglio per riportare sana e salva Giada, quando tornerò oltre il Traunne. Lei è al Castello di Seta, a due passi dalla casa stregata di Mirai: forse uno dei posti peggiori del Granducato. Ma Giada è un'amica, e sono stanca di perdere gli amici. Farò di tutto per salvarla, ma non solo perchè l'ho promesso a Kalya "la Divina".
E farò di tutto per recuperare il Sergente Rock: non soltanto perchè me l'ha ordinato Barun, è ovvio.

Aveva ragione Rock.
Se ti avesse potuto sbattere a calci fuori dalla Rocca di Tramontana, come avrebbe tanto voluto fare, a quest'ora sareste tutti vivi. Tu, William, non saresti riuscito ad entrare nel laboratorio di Luger, e non avresti potuto fare l'immensa stupidaggine che ha ammazzato così tante persone, te compreso.

"Certo che mi stai simpatico. Per questo mi interessa che tu non venga posseduto da un demone, tramutato in un mostro, e tu venga abbattuto in modo cruento".

Posseduto da un demone, tramutato in un mostro. Abbattuto in modo cruento.

Mi chiedo quanto c'era ancora di te, della tua coscienza, nella creatura mostruosa che ha ucciso Heinrich, Charlie e tutti gli altri. Capivi quello che stavi facendo, oppure eri già morto dentro?
"Uno sbaglio a volte ti porta a farne un altro, più grande ancora, per nasconderlo", mi confidasti.

Sarei riuscita a fermarti, se fossi stata ad Uryen in quei giorni? O avresti ucciso anche me?
Non lo saprò mai. Come non potrò mai giudicare la misura reale della tua responsabilità. E' una colpa avere il dono del potere magico... e un cervello stupido come il tuo? Troppo potere nelle mani di un idiota, un disastro totale.

... Non so che pensare. E' impossibile perdonarti per ciò che hai fatto. Ma non riesco nemmeno a odiarti. La compassione supera ogni altro sentimento. Provo solo tanta pena per le vittime... per tutte le vittime di questa terribile vicenda. Compreso te. Vittima del tuo potere, dei tuoi impulsi, della tua curiosa superficialità. E vittima di un'entità demoniaca talmente insidiosa da essere riuscita a trasformarti in un suo strumento di morte.
Chissà, magari io stessa non sarei riuscita a resistere, in altre circostanze.

Adesso però devo cercare di non farmi consumare dall'angoscia o dai dubbi. Devo restare concentrata, tornare oltre il fiume, svolgere il mio incarico con diligenza: recuperare il Sergente Rock, prigioniero dei Ghaanesi; tornare a Skogen e riprendere Giada.

Incredibile: sono appena arrivata a Uryen e già non ne posso più: già non vedo l'ora di andarmene di nuovo.
scritto da Kailah , 09:36 | permalink | markup wiki | commenti (1)