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« Magari domattina, così se c'è da scappare.... adesso le gambe mi fanno ancora male »
- Kailah Morstan -
 
Il Valvassore
Guelfo da Flavigny
 
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 60   commenti totali: 79
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25 Agosto 517
Venerdì 29 Febbraio 2008

Lettera ad Andrè Navon

Sir Andrè Navon,

E' con cuore pieno di speranza che mi rivolgo a Voi in questo momento cruciale. Mi rincresce di dover affidare una richiesta così delicata a queste poche righe, ma è per motivi estremamente gravi ed urgenti che mi trovo nell'impossibilità di parlarVi di persona. Confido altresì che le parole di lady Solice, Custode del Tempio di Pyros, e di Sir Nicolas, Custode del Tempio di Kayah, vi aiutino a comprendere le ragioni per cui abbiamo deciso di invocare il Vostro aiuto ancora una volta.

Gli uomini e le donne al seguito di lady Solice e Sir Nicolas sono scampati al diabolico supplizio che il loro Signore, Lord Wilhelm Keitel, giustiziato secondo la Volontà degli Dei e per mia mano poche ore fa, per troppo tempo ha inflitto loro. A lungo, troppo a lungo, Wilhelm Keitel Ë stato libero di dedicarsi all'adorazione della Tenebra e al perseguimento di ricerche magiche proibite, offrendo i suoi sudditi in sacrificio ad un diabolico Araldo di Dei il cui nome non può essere pronunciato. Non pago, ha cercato di diffondere la stessa pratica blasfema nella Città di Laon, a tal scopo cospirando con quei malfattori suoi sodali che, sia resa lode agli Dei, sono ora sottoposti all'inflessibile giudizio dell'Inquisizione.

Ciò che ora Vi chiedo, ben consapevole della gravità di un simile onere, è di dare ricetto a questi sfortunati, di lasciare che questa gente onesta e operosa serva Voi, un Cavaliere degno di tal rango, e che sotto di Voi ritrovi quella pace e quella speranza di cui con sacrilega efferatezza fu privata. Qualora accettaste, non mancheremmo di contribuire n modo sostanziale alle spese di cui Vi fareste carico: un congruo anticipo sulle decime dei vostri "nuovi" sudditi ed una sovvenzione adeguata per la costruzione dei loro alloggi sono il minimo che postremmo fare per ripagarVi di tanta generosità.

Non Vi nascondo, ad ogni modo, che al di là dell'onere materiale vi siano altre questioni cui dovete essere a conoscenza prima di prendere la Vostra decisione: questi uomini e queste donne sono legati di diritto alla tenuta del deposto Wilhelm Keitel da un vincolo di servitù, e per quanto sia alquanto improbabile che qualcuno venga a chiederVi conto di ciò, comprendo che possa essere per Voi motivo di inquietudine. In secondo luogo, esiste la possibilità (in fede mia assai remota) che tra costoro ci sia qualcuno che porti con se' gli echi delle tribolazioni a cui fu sottoposto, e che possa dunque manifestare episodi di sonnambulismo o peggio ancora cadere in preda a raptus. Se anche così fosse, questa gente è tristemente abituata a gestire simili situazioni e dunque sa come impedire che queste crisi costituiscano un pericolo per la vittima o per chi le sta accanto e tal proposito Vi invito a consultare il loro anziano, Franz. Finchè il passare del tempo non confermerà l'inconsistenza di questo sospetto, ritengo sconsigliabile far alloggiare i nuovi venuti a stretto contatto con gli abitanti delle Vostre terre.

Molto avete fatto per assisterci: l'incursione alle Parole d'Oro, che pure Vi è costata una dura quanto ingiusta reprimenda del Vostro Barone: se gli Dei vorranno sarà fatta giustizia di colei che ha così vilmente tradito la Sua fiducia abbandonandosi ad ambizioni traditrici e, ho motivo di temere, parricide; avete poi offerto protezione ad un testimone della trama che si ordiva a danno del Barone e del popolo Suo, preservandolo dalla disperazione dei colpevoli, disposti a tutto pur di allontanare da se' la pesante scure della Giustizia.

Molto avete fatto, senza nulla ricevere in cambio. Se l'impresa che i miei compagni ed io ci accingiamo a compiere dovesse avere un esito felice, sappiate che saremmo finalmente in condizione di sdebitarci. Ma sono affari ancora troppo incerti e soprattuto troppo grandi perchè questa mia mano li verghi sulla carta. Sarò ben lieto di discorrerne con Voi da uomo a uomo, per ora Vi basti sapere che sarebbe per me un piacere far sì che i Vostri meriti trovino il riconoscimento che a cui giustamente ambite, e che in quest'ora magnifica e terribile in cui i traditori vengono smascherati la Vostra fedeltà sia doppiamente messa in luce.

In fede,

Guelfo da Flavigny.
scritto da Guelfo da Flavigny , 22:01 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
24 Agosto 517
Sabato 23 Febbraio 2008

Incomprensibile

Un momento prima si dimostra lucido e competente al punto di indurre Wilhelm Keitel alla cooperazione, risultato che non avremmo mai potuto raggiungere senza di lui. Subito dopo però ci sbatte in faccia tutto il suo egoismo, tutta la sua arroganza. E allora esplodo, e le mie parole si fanno via via più dure e sprezzanti, piene di rabbia e di amarezza. Quello che stiamo facendo sembra avere alcun valore per lui. La nostra battaglia non sembra più essere la sua. Ora che abbiamo espugnato le Parole d'Oro grazie al coraggio e alla generosità dei sudditi di Lord Wilhelm, ora che su di noi incombe la responsabilità di impedire all'odiato Lord Albert di coronare le sue ambizioni fratricide, a cosa pensa lui?

Ad Andrè Navon.

L'imbarazzo dei miei compagni non fa che accrescere la mia irritazione, il mio sconcerto. Eric si affretta a precisare che non condivide affatto la decisione del fratello, ma per quieto vivere si guarda bene dal porre il suo veto. Nicolas ascolta in silenzio, teme che un suo pronunciamento esacerberebbe ancor di più l'animo di Loic. Persino Solice non si oppone a quest'assurdità, presumo per le stesse ragioni. E poi c'è Desiree.
Desiree che si sente in colpa perchè molti feriti hanno bisogno delle sue cure. Desiree che con rammarico deve rinunciare all'opportunità di studiare il Miele Nero e gli apparati alchemici di Wilhelm. Desiree che, ancora convalescente per la brutta ferita infertagli neppure un giorno fa, teme i pericoli del viaggio in cui Loic si è messo in testa di trascinarla. Anche Desiree tace, dissimula il suo rimorso, la sua frustrazione, la sua paura.

Eric, Nicolas, Solice, Desiree. Eccoli qui, quattro ostaggi di un bambinone capriccioso.

Ma io no. Quello che dobbiamo fare è troppo importante, quello che gli Dei si aspettano da noi è troppo grande. Ci vado pesante, nella speranza che a prenderlo di petto finalmente Loic si renda conto di aver superato ogni limite. Speranza vana. Dopo avermi rivolto le solite, patetiche minacce si chiude in un silenzio ostinato. La spunterà anche stavolta, gli ostaggi sono rimasti remissivi, ma credo che questa lite abbia infine aperto gli occhi a chi per troppo tempo li aveva tenuti chiusi. E non permetterò che sia troppo tardi, parteciperò anch'io al salvataggio di Lord Anthony, sarò pronto a compensare le intemperanze di quel grosso imbecille, dovessi rimetterci il collo.










scritto da Guelfo da Flavigny , 16:42 | permalink | markup wiki | commenti (6)
 
24 Agosto 517
Domenica 17 Febbraio 2008

Il giorno più lungo

E' finita. Il tentativo di fuga di Bob DelMontesque è stato sventato dal rapido intervento dei Navar e di Solice, e la sua morte sugella la conclusione di questa nostra impresa. Posso dirmi molto fortunato: dalla facilità con cui ha avuto ragione di Vladimir, Yoshua e Yesso deduco che gli sarebbe bastato un colpo di mazzafrusto per spedirmi all'altro mondo. Ma anche questo ultimo pericolo è alle spalle, ormai, e non mi resta che sdraiarmi presso il fuoco dell'accampamento a contemplare la tenebra che incombe su queste terre sventurate.

Una moltitudine di pensieri affolla la mia mente stremata dalle fatiche di questa grandiosa e interminabile giornata. Lord Graham Dillon è in parte vendicato, e devo rendere grazie a Loic ed agli altri compagni per avermi accordato il privilegio di giustiziare personalmente l' ispiratore del suo assassinio. Confido che Albert Keitel riconosca il sudario in cui l'empio zio è stato avvolto. E' il mio guanto di sfida. E' la sua sentenza di morte. Voglio che impari ad odiarmi come io lo odio. Che abbia ben chiara l'infamia di cui dovrà rendere conto.

Sir Killian si è dato una morte onorevole, rinunciando alla tentazione di farsi scudo con degli innocenti e ritardare la sua punizione. Questa scelta, devo ammetterlo, mi ha sconcertato. Se la dottrina dell'Ordine Nero non attecchisce solo presso spiriti oltremodo malvagi e delittuosi, se riesce sviare anche uomini che conoscono l'onore... tutto il sangue che abbiamo versato ha un sapore ben più amaro, non è solo il premio alle nostre fatiche di giusti, ma è anche un prezzo. L'ennesimo che gli Dei ci chiamano a pagare perchè sia fatta la loro Volontà.

Lo studio di Wilhelm celava molti segreti. I suoi carteggi, che provano oltre ogni dubbio la sua macchinazione fratricida e da cui apprendiamo notizie nuove ed inquietanti. Il diario in cui con grande zelo annotava i progressi e i fallimenti dell'oscena ricerca condotta a danno dei suoi sudditi e nel più totale disprezzo dei dettami della Chiesa. I tomi di scienza arcana, che mi sforzerò di esaminare con la massima cura.

E il Logaeth.

E' solo un frammento, neppure la metà di una pagina, eppure quando l'ho estratto dal vano nascosto in cui Wilhelm si era premurato di riporlo tremavo di spavento ed eccitazione. Il segreto dei segreti, la pietra angolare dell'Ordine Nero, la sapienza che menti Oscure e incommensurabili sussurrarono all'orecchio di Rudolph Glauer. Nelle mie mani. Scruto l'impenetrabile oscurità del cielo notturno e ho quasi l'impressione che il mondo si sia capovolto e che, schiacciato sulla sua volta da leggi nuove e bizzarre, mi trovi piuttosto a rimirare un Abisso.
E allora fantastico sulle meraviglie indicibili e orrende, sulle rivelazioni disumane di cui questo testo è la chiave, mentre il sonno giunge a intorpidirmi le membra.
scritto da Guelfo da Flavigny , 14:07 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
23 Agosto 517
Lunedì 11 Febbraio 2008

Ieri e oggi

L'arrogante proclama di Wilhelm Keitel, le sue parole sprezzanti, la sicurezza con cui si è illuso di poterci schiacciare. Proprio come suo nipote quella tremenda mattina di dieci anni fa. Allora, da bambino spaurito qual'ero, non potei fare altro che starmene rintanato dietro ad una finestra socchiusa, con il pugno serrato attorno ad una pietra e il cuore pieno di rabbia e paura. Fecero scempio del mio avo, che Kayah lo abbia in gloria, e solo allora trovai la forza di scagliare quella pietra. Malgrado non potessi vedere il mio bersaglio fu un lancio inaspettatamente preciso e il cavallo di Albert nitrì di dolore.

Sono passati dieci anni. Eccomi qui, sdraiato sul tetto di una casupola, stremato e dolorante, ad aspettare che quel vecchio bastardo borioso venga più vicino. La gente del villaggio lo copre di insulti, danno fondo ai polmoni per farsi coraggio ora che il loro Signore è arrivato a chiedere conto della loro disobbedienza. Rispetto al tetro silenzio che c'era a Caen, questa sì che è musica. Sono pieni di entusiasmo, persino fantasiosi... ma comunque troppo ingenui per pungerlo a dovere. Ci vorrebbe bisogno di qualcosa di più "personale", qualcosa che lo faccia arrabbiare sul serio.

E' buffo come la cattiva reputazione di una figlia possa condurre un uomo alla rovina. Mi bastano poche parole, colorite quanto serve, per avere la sua piena attenzione. Mi lancia una sfida a cui rispondo poco cavallerescamente. Lasciando da parte ogni cautela decide di venire a prendermi. Da qui non riesco a vederlo, ma posso sentire gli zoccoli dei cavalli sullo sterrato. Dovrò farmelo bastare.
Rinnova la sua sfida, e grazie alla sua voce ora so dove invocare la mia trappola magica. "Fer Kor, coglione!" gli grido, rilasciando il poco potere che mi resta.

Lanciare alla cieca dev'essere la mia specialità: passano pochi istanti ed ecco la rete viscosa piombare addosso a Lord Keitel e al suo cavallo, immobilizzandoli. Stavolta non è una semplice pietra scagliata da un bambino spaventato. Quella, Wilhelm, è la tua bara.
scritto da Guelfo da Flavigny , 23:59 | permalink | markup wiki | commenti (1)