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Solice Kenson
Cronache della Campagna di Caen
Solice Kenson
"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 91   commenti totali: 32
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14 giugno 518
Lunedì 14 Dicembre 2009

Gli Angeli della Morte

Rivolgo a te le mie preghiere, Santa Chiara, affinché tu possa salvare la vita di Elias: proteggilo come hai saputo fare con me nel momento del bisogno, e donagli la forza per guarire e per poter combattere ancora nel tuo nome, a difesa dei deboli e degli oppressi. Perdonaci per il sangue che abbiamo versato, e dona ai nostri cuori la capacità di distinguere il bene dal male e di perdonare i nemici che rinnegano la tenebra.

...

Ricordo ancora la prima volta in cui sentii parlare degli Angeli Neri. A distanza di molti anni la loro descrizione popola ancora la mia mente come un'immagine dipinta dalle parole di mio padre il Marchese. Ricordo che faceva freddo, quel giorno: l'autunno avrebbe di lì a poco lasciato il posto all'inverno, e nostro fratello Patrick era in procinto di partire per il Monastero di Foucault.

Il Marchese parlava, senza guardarci negli occhi: il suo sguardo era rivolto fuori dalla finestra, in direzione di Chalard. Per prima cosa parlò del loro mantello, così nero da poter assorbire la luce del sole; descrisse dettagliatamente l'imponente armatura, soffermandosi in particolare sull'elmo, che copriva il loro sguardo celando al loro avversario ogni traccia della loro espressione; ma soprattutto ci parlò dell'Angelo della Morte: questo è il nome che diede alla nera effigie impressa sui loro scudi. "La sua forma è la stessa che adorna gli scudi e gli stendardi dei Paladini di Dytros: ma il suo colore è diverso, così come l'espressione del suo volto..."
"L'Angelo della Giustizia", esclamò Patrick. Io e Ryan ci guardammo, poi volgemmo all'unisono lo sguardo verso nostro padre.
Il Marchese non reagì, incurante dell'interruzione. Riprese invece, lentamente, a parlare: "no, figlio mio: il volto dell'Angelo della Giustizia, azzurro come il cielo che circonda il sole di Pyros, è quello che tu stesso porterai al termine del tuo addestramento. Quello che accompagna in battaglia quei cavalieri, invece", concluse poi, volgendo lo sguardo a Nord, "è l'Angelo Nero, l'Angelo della Morte".

Fu soltanto molti anni dopo, a Foucault, che riuscii a comprendere il significato delle parole pronunciate quel giorno da mio padre: nel cammino che seguiamo e che ci porta a confrontarci con il male, la giustizia di Dytros è spesso inevitabilmente portatrice di morte: di fronte a noi c'è un'ombra nera, che parte dai nostri nemici per poi stagliarsi sopra ai loro soldati, alle loro guardie, ai loro uomini. Il mio scopo, il nostro scopo è quello di dissiparla, liberando chi si ritrova prigioniero nella sua oscurità con la luce o, sempre più spesso, con la spada, trovandosi la luce di fronte a un nero manto impenetrabile: portiamo la Giustizia, portiamo la Morte.

... E mi vergogno di me stessa, perché non posso accettarlo.
scritto da Solice , 04:38 | permalink | markup wiki | commenti (1)