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Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 86   commenti totali: 91
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5 marzo 516
Lunedì 26 Marzo 2012

Il Bosco fuori dal Tempo

Del racconto di Cynthia mi ha colpito la descrizione del laghetto sacro alla popolazione primitiva che viveva nel Bosco dei Mirtilli fino a qualche mese fa.
La metamorfosi di quelle acque, un tempo limpide e adesso torbide e infestate dagli insetti, sembra una metafora del tempo che passa, e calpesta tutto ciò che di antico e incontaminato continuava a nascondersi lontano dagli occhi della civiltà.

Il Corno del Tramonto è uno strano posto. L'antichità, qui, è relativamente recente, i Kahnast sono stati sconfitti solo un paio di secoli orsono. E' tutto così poco popolato, le vie di comunicazione sono quelle che sono, la terra è ostile all'uomo. Esistono ancora dei luoghi nascosti dove il tempo sembra essersi fermato.

E' per questa ragione che sono un po' indecisa.

Da un lato tendo a ritenere che questa "Bestia dei Mirtilli" (qualsiasi cosa sia) non costituisca un problema così urgente per le popolazioni circostanti. Sono convinta infatti che non possa uscire dal suo rifugio, dal bosco che l'ha generata e protetta fino ad ora. E' forte finchè resta nella sua isola di antichità, non può uscire alla luce del sole. Quindi basta non entrare nel Bosco dei Mirtilli, e nessuno corre pericolo.

Tuttavia io vorrei che fosse un'altra la "Storia" ad avanzare nelle terre prigioniere del passato. Non dovrebbe essere un mostro, una creatura delle ombre, a sterminare le popolazioni selvagge e antiche. Dovremmo essere noi, forti della luce della ragione e della benedizione degli Dei, a entrare in quel bosco e portare la civiltà.

Il mio sogno è di vedere un giorno il Corno del Tramonto davvero civilizzato. Mi piace immaginare fattorie, strade, città.

Ora come ora la contaminazione più grave e urgente è costituita dai nemici Nordri, barbari sanguinari portatori di una cultura incivile e selvaggia. Sono loro il nemico numero uno.
Tuttavia questa creatura della tenebra, velenosa come uno sciame di insetti che ti contaminano dall'interno e mettono radici nel caldo della nostra pelle, va sconfitta. Bisogna liberare il Bosco dei Mirtilli dal suo mostro, bonificarlo. Anche a costo di abbattere uno per uno ogni singolo albero, spazzare via il suo nascondiglio e le ombre che gli danno rifugio.


scritto da Kailah , 13:37 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
28 febbraio 516
Giovedì 1 Marzo 2012

battaglia alla Chela...

Da piccola non ascoltavo volentieri le storie di guerra che raccontava lo zio Karol. Le trovavo noiose, ripetitive, farcite di una retorica piuttosto insipida.
I miei fratelli si appassionavano e inscenavano le più gloriose battaglie nei loro giochi, mentre io stavo lì, un po' annoiata, solo perchè fuori pioveva e non c'era niente di più interessante da fare.
Se lo Zio Karol mi vedesse ora, stesa mezza morta su un pagliericcio di fortuna accanto alle macchine da assedio, chissà cosa penserebbe. Se sapesse come ci sono finita, mi chiedo se sarebbe fiero di me o se piuttosto si vergognerebbe dei tanti discorsi esaltati e astratti con cui per anni e anni ha rimpinzato la fantasia di figli e nipoti.
Da un lato, certo, è immensamente stupido rischiare di morire per un vessillo del tutto estraneo. Dall'altro però un po' lo capisco, lo zio Karol. Esiste qualcosa di glorioso, di esaltante, nel comportarsi in maniera così avventata. Fingere che quel vessillo sia il "nostro" vessillo, decidere di volerci credere, di sentirsi, per un attimo, rappresentati da un pezzo di stoffa.
La bandiera non conta niente, fino a quando non rischi di morire per recuperarla. In quel momento, di colpo, diventa importantissima. Ed è per questo che ho consumato le mie ultime energie per darle vita, magicamente. L'ultima scintilla incantata del mio vessillo di guerra.

In verità c'è dell'altro, e non sarei onesta se fingessi di non dargli peso.
La bandiera di Uryen è il vessillo del Margravio. Forse, se sapesse, mio padre si renderebbe conto di quanto sia stata profonda l'ingiustizia che mi ha imposto quando mi ha obbligata a compiacere il suo ospite.
Il nuovo ordine del Corno del Tramonto non passa solo per i letti sfatti dei figli viziosi di qualche Burgravio. Il nuovo ordine del Corno del Tramonto passa per i campi di battaglia, per le brughiere sferzate dal vento e dalla neve, per i combattimenti e le ribellioni da sedare.
Sbaglia mio padre quando ritiene che io possa essere utile al nuovo ordine soltanto come strumento per arruffianarsi i potenti. Io voglio che questa terra trovi la sua strada, sono disposta a rischiare molto affinchè questo accada, ma non sono più disposta a mettere sul piatto della bilancia la mia dignità.

Certo... adesso ho paura, il dolore alla tempia è micidiale e solo gli Dei sanno quanto ci vorrà prima che io mi riprenda. Eppure se ripenso a come mi sentivo dopo aver ubbidito a mio padre, se ricordo l'umiliazione e la ripugnanza e l'assurda situazione a cui mi costrinse, sto persino meglio adesso.
Sono tutta rotta, ma nel cuore mi sento salda. E tra le due cicatrici, quella alla tempia si rimarginerà per prima, più a fondo, e non dovrò vergognarmi davanti a nessuno, quando mi chiederanno come me la sono fatta.




scritto da Kailah , 00:11 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
26 febbraio 516
Lunedì 20 Febbraio 2012

il frutteto abbandonato

Non riesco a dormire, fatico anche a tenere la penna in mano.
Il braccio mi fa male. Fa male davvero, di un dolore diverso da ogni altro dolore mai provato in vita mia.
Padre Engelhaft mi ha ripetuto varie volte, nel corso del ritorno alla fattoria di Trent, che avrei dovuto essere più prudente, e che devo ringraziare gli Dei per non aver riportato ferite più gravi. Ha ragione, lo so, e per essere una persona riflessiva devo dire che ho agito fin troppo d'istinto: non mi ero mai trovata in una situazione di vita o di morte, è stato incredibile. Il tempo scorre più lentamente, hai la percezione di ogni movimento, i sensi sono acuiti e persino la luce appare più abbagliante.
E' stato pericoloso ma è andata relativamente bene, e adesso mi rimane una fasciatura bianca macchiata di sangue e la consapevolezza di aver vissuto un'esperienza.

Il braccio fa male ma non ho ancora voglia di coricarmi. La verità è che ho il timore di cosa potrò sognare, stanotte.
Inutile negarlo, ho avuto paura, una paura violenta che mi ha stretto il cuore come in un crampo. Ma non nel momento dell'azione, non tanto mentre la lama della lancia mi trafiggeva il braccio. Lì era dolore, stupore, incredulità. La paura vera l'ho provata poco dopo, quando quel guerriero mi ha detto: "Arrenditi, getta l'arma... inginocchiati".

Inginocchiati.

Mi sono inginocchiata nella neve, ho sentito il freddo attraverso il cuoio dei miei calzoni, un senso di umido che mi ha sfiorato la pelle. Poi l'ho guardato, dal basso verso l'alto. Grande, imponente, armato di lancia, subito affiancato dai suoi due compagni, quelli che avevo colpito con le mie frecce.
L'ho guardato mentre mi osservava, ho studiato il percorso dei suoi occhi che esaminavano il mio viso, mentre l'ira lasciava il posto ad un sorriso trionfante. Riprendeva fiato e mi teneva sotto scacco. Ed io non riuscivo a pensare ad altro se non alle fronde innevate del frutteto alle mie spalle.
Non riuscivo a pensare ad altro che alle foglie e ai poveri frutti stentati. Al cielo ancora gonfio di neve, al vento gelido, ai tuoni in lontananza, e ad una primavera che ancora tarda ad arrivare.

Se succederà... mentre succederà, io guarderò quelle fronde che lottano contro il gelo e l'incuria. Riuscirò a credere che ci sia ancora speranza per questa terra? E per me?

Anche... anche quella volta il mio pensiero era rapito da dettagli apparentemente insignificanti. Mentre accadeva, io osservavo i minuscoli fori che qualche tarlo laborioso aveva scavato nel legno. Cercavo di riconoscervi un disegno, un ordine, qualcosa di simile ad una simmetria.
Una simmetria che non esiste.

Se c'è speranza per questa terra, giace nascosta sotto la neve. Sotto la stessa neve in cui affondano le mie ginocchia umiliate.
"Adesso alzati, seguici". Ricaccia indietro la fantasia spaventata, spedisci i fantasmi negli angoli bui a cui appartengono.
Prova a dormire, e non sognare niente.

scritto da Kailah , 14:01 | permalink | markup wiki | commenti (1)
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