Nata nel 499, Rosalie Lambert è l'unica figlia del defunto sir
Arthur Lambert, che ricoprì l'incarico di primo cavaliere di Lord
Elias Kenson e capitano dell'esercito marchesale di
Beid fino al 506, anno della sua morte nel corso della
battaglia di Kadhan. Dopo la morte del padre, Rosalie venne presa in adozione dal marchese di
Beid che la portò a vivere a palazzo insieme ai suoi quattro figli
Ryan,
Patrick,
Solice e
Carl. Rosalie finì con l'abituarsi ben presto alla sua nuova vita, integrandosi con le abitudini di palazzo e stringendo amicizia con i suoi nuovi fratelli acquisiti, specialmente con la quasi-coetanea
Solice con la quale condivise la maggior parte del tempo, imparando insieme a lei la musica, il canto, la lettura e la scrittura e partecipando alle funzioni religiose.
Alla fine del 511, pochi mesi dopo la partenza di Solice per il
monastero di Focault, Rosalie spinse per intraprendere lei stessa la strada di paladina: la sua scelta sorprese il marchese, che decise comunque di inviarla a Focault insieme alla figlia. Una volta a
Focault, Rosalie strinse amicizia con
Valerie, l'iniziata con cui lei e
Solice si trovarono a condividere la stanza. Il rapporto di amicizia tra Rosalie e
Valerie durò quasi due anni, per poi concludersi bruscamente a seguito degli eventi che portarono all'allontanamento di Valerie da
Focault nell'agosto dell'anno 513: una parte di questi eventi emerge nel corso delle
conversazioni tra
Julie Modane e
Valerie, avvenuto nel corso della
campagna di Caen nel maggio 517. Pochi mesi dopo decide di abbandonare lei stessa
Focault, separandosi da
Solice e tornando a Beid, dove viene affidata alle cure di padre
Loran, abate del piccolo
monastero di Valan.
Il rapimento
La prigionia
Nell'aprile 517 Rosalie è oggetto di una misteriosa aggressione nei pressi del
monastero di Valan: l'ultima cosa che ricorda è di aver visto uno sconosciuto nel chiostro esterno del monastero, mentre si trovava in compagnia di padre
Loran. Al suo risveglio si accorge di trovarsi in una grotta, con le vesti strappate. I cinque giorni successivi li passa in solitudine e al buio, in un silenzio rotto soltanto dal corno lontano del
castello di Valamer; al termine del quinto giorno un individuo misterioso entra nella sua cella, coperto da un'armatura di colore grigio scuro: le chiede con insistenza informazioni su sogni che lei non aveva fatto o non si ricordava, arrivando a picchiarla e ferirla nel tentativo di farla parlare. Le torture durano tre o quattro giorni, nel corso dei quali subisce una serie di altre violenze fisiche che ne fiaccano progressivamente la resistenza e la preparano per un secondo colloquio, questa volta con una donna bionda dagli occhi verdi che le fa domande diverse: sfinita, Rosalie risponde a questo secondo interrogatorio confessando una serie di informazioni relative al
castello di Valamer, al sistema di turni di guardia di
Valamer e della città di
Beid, al nome ed all'ubicazione dei principali ufficiali e delle guardie di palazzo.
Passano altri due o tre giorni, nel corso dei quali Rosalie ascolta una conversazione tra l'uomo in armatura e la donna bionda:
Scambio significa che anche noi prendiamo qualcosa, dice la donna.
Voi non siete nulla, siete qui perchè altri hanno garantito per voi. Ora fa silenzio o la tua bocca si riempirà di vermi quando l'avrò distrutta con il mio stivale, risponde l'uomo.Pochi altri giorni dopo un altro ragazzo dall'aspetto malconcio viene messo in cella con lei: dice di chiamarsi Jack, e con lui Rosalie decide di sfogarsi, raccontandogli le sue disgrazie e confidandogli parte delle informazioni precedentemente rivelate alla donna bionda: il ragazzo dimostra particolare interesse quando Rosalie gli racconta delle domande dei suoi aguzzini sui sogni, e si assicura che non ne abbia fatti e che non abbia raccontato nulla in merito.
La deportazione e la violenza
L'ultimo giorno della sua prigionia Rosalie ascolta a distanza il pestaggio di Jack, che viene riportato in cella tutto malridotto. Si preoccupa per le sue condizioni e tenta di prestargli soccorso, ma il ragazzo glielo impedisce e anzi le chiede informazioni su
Solice, sulla sua famiglia e sulla guardia del Palazzo di
Beid, sostenendo che non c'è tempo da perdere: la ragazza finisce per rispondere. Pochi istanti dopo la cella viene aperta nuovamente: la donna bionda è scomparsa, c'è soltanto l'uomo in armatura che la preleva e la consegna senza troppi complimenti a un gruppo di soldati, che hanno l'evidente incarico di trasportarla in un luogo sconosciuto.
A quel punto la sua tragica deportazione ha inizio: infilata in un sacco dal loro capo, un individuo di corporatura massiccia di nome
Buster, viene trasportata lungo un percorso che da
Beid giunge fino a
Rigel. Rosalie piange, si dispera e implora pietà, ma la sua sofferenza finisce col peggiorare ulteriormente. Buster e il suo secondo incominciano a picchiarla e finiscono con abusare di lei: a nulla serve il tentativo di proteggersi dietro al titolo di paladina o allo status nobiliare, che anzi forniscono ai suoi rapitori ulteriori elementi per prendersi gioco di lei e sfogare nel peggiore dei modi i propri sentimenti di rivalsa. A porre fine alla sua deportazione, dopo un tentativo da parte dei membri della
campagna di Caen che si risolve però con la fuga di
Buster, è sir
Marcus, capitano dei paladini di
Rigel.
Citazioni
- Io non volevo rispondere, ma non ce la facevo più a stare lì, non volevo che quello tornasse...
- Queste armature sono scomode!