I sogni
Rebecca è rimasta orfana molto presto, ed è stata accolta nel Collegio come atto di pietà per l'innocente figlia di Morgan Slavicson, temuto stregone fuorilegge che causò molti grattacapi ai Paladini di Noyes nei primi anni del 500.
La bambina ha seguito gli studi nel collegio, non manifestando però particolare attitudine all'apprendimento. Animo semplice e solare, ben presto ha trovato una migliore sistemazione come domestica che non come scolara. Non chiede niente, è sempre di buon umore e tutti le vogliono bene.
Ma Rebecca nasconde un segreto.
Diario di Colinne Slavicson
7 aprile dell'anno degli dei 495
Eppure quando questo strano messaggio ti arriverà, io sarò felice di saperti lontano.
Oggi ho percorso quattro volte il sentiero nel bosco.
Per quattro volte ti ho mandato il segnale.
Non mi hai risposto, forse troppo impegnato a scavare nelle brutture e nelle profondità del tuo animo.
Tornerò domani, e ti lascerò miele, arrosto ed un po' di birra.
12 aprile 495
Perchè non muori tu invece?
Perchè non lo prendi da te stesso il sangue che ti serve? Il mio capretto è troppo candido per le tue mani e non voglio dartelo.
Ieri sono stata sul monte e ti ho chiamato.
Perchè non sei uscito allo scoperto?
Maledetto, cento e una volta maledetto.
E quell'una è la più preziosa.
6 maggio 495
La pioggia di questi giorni mi fa pensare all'inverno.
Penso al tuo rifugio, al freddo e alla prigionia.
Sei solo un uomo. Presto o tardi morirai.
E cosa rimarrà di tante sperimentazioni?
Avrai freddo.
Stanotte ti porterò del brodo e un po' di latte.
9 maggio 495
Non succederà più.
15 settembre 495
Ero come tutte le altre, una volta. Voglio tornare al passato. Voglio cancellarlo.
Ma se soltanto riuscissi a ridere un'altra volta, soltanto potessi spegnere questo fuoco nelle acque fresche del fiume
e dimenticare, dimenticarti, tornerei la persona che ero un tempo.
E non mi riconoscerei più.
Sarebbe come a dire: morire?
Non posso. Le giornate si accorciano e le notti diventeranno fredde. Freddissime, lì nel rifugio.
20 ottobre 495
Hai risposto subito al mio segnale. Ti preparo dello stufato.
Vino caldo e miele, questo ci vuole. Spero che tu possa accendere un fuoco.
Mio padre tra poco si addormenterà e potrò venire da te.
2 febbraio 496
Ti uccideranno, e non potrò farci niente. Hanno ragione loro. Ma non sono stata io a tradirti.
I Soldati della Fede battono le colline. Quanto pensi che riuscirai a nasconderti?
Assassino, ladro, assassino che non sei altro. Lo meriti. Meriti questo e altro.
Meriti il rogo, la fame, la morte, il dolore. Perchè non fuggi?
Che cosa ti lega a questa terra? Non dire che sono io. Perchè io ti odio.
4 febbraio 496
Sei contento adesso?
8 febbraio 496
Stamattina ci sono stati i funerali di Sir Seymour
Ho pianto tutto il tempo: sarebbero dovuti essere i tuoi funerali, non i suoi.
Le spade sguainate, le campane, i mantelli al vento. La neve sullo sfondo delle colline, dei boschi in cui ti nascondi.
10 febbraio 496
Domattina prima dell'alba attraverserò la galleria e ti verrò ad avvertire.
Devi andar via, in fretta.
Poche ore fa un palafreniere mi ha detto che stanno organizzando una spedizione proprio dalle parti del tuo rifugio. Ho preparato delle provviste. Formaggio, carne secca, fichi secchi e salame.
Devi andar via.
15 febbraio 496
Dove sarai adesso?
Ringrazio gli Dei che non ti rivedrò più.
20 agosto 496
In sogno c'eri tu, con quell'odore strano che avevi, l'odore delle sostanze che ti servivano per le "sperimentazioni". Mi vedevi, sorridevi, mi dicevi "siediti qui vicino a me" e poi legavi ai miei polsi le funi.
Le stesse funi di allora.
Ma invece di sentire dolore, i miei polsi sanguinanti emanavano luce ed io ero felice.
Al risveglio stamattina, scalza, sono corsa alla galleria e mentre mi rotolavo tra le foglie del tuo nascondiglio piangevo.
Cosa mi hai fatto?
Ridammi me stessa. Maledetto.
2 dicembre 496
Mio padre dice che questa è l'unica possibilità che ho.
Un brav'uomo disposto a sposarmi, nonostante tutto il mio passato. O lui, o nessun altro.
E poco importa se puzza di cavolo, se ha le mani grosse e sporche di terra, se ha i denti neri e il doppio dei miei anni.
Ho detto di sì.
Mi sembra una buona idea.
3 dicembre 496
Ho messo pane, prosciutto, miele e arrosto in un cestino e sono tornata al sentiero.
Ti ho fatto il segnale, una, due, tre, cento volte.... ma niente, sei lontano ormai.
Hai liberato Chalard dalla maledizione della tua presenza.
Tutto intorno è coperto di neve, e tu sei lontanissimo.
Chissà chi ti sarà vittima, adesso. Chi ricoprirà il mio ruolo.
Prego che sia qualcuno più forte di me.
11 febbraio 497
E' un anno.
Un anno intero lontani, e ancora non riesco a sentirmi ricostruita dentro.
A maggio mi sposerò, forse questo servirà a liberarmi una volta per tutte.
Dimenticherò il sentiero nascosto, la galleria, i tuoi nascondigli.
I polsi smetteranno di sanguinare e il mio cuore tornerà limpido.
15 marzo 497
Morgan.
Mi accorgo che soltanto adesso riesco a scrivere il tuo nome.
Maledetto, lontano, crudele.
2 aprile 497
Ripercorro per l'ultima volta il nostro sentiero.
Tra un mese lascerò queste terre, partirò per sempre.
Ho bisogno di dirti addio.
Mio padre è a ubriacarsi per festeggiare, non posso aspettare, vado.
3 aprile 497
Qualcuno ha bivaccato qui, nel tuo rifugio. Tracce di un fuoco, di un cavallo. Una pozza di sangue.
Illusioni crudeli che mi riempite gli occhi di lacrime.
Resterò qui questa notte.
Nascosta, per un'ultima notte.
5 aprile 497
Malattia!
La mia malattia è tornata. E sei tu a riempirla con la tua intera persona, spietatamente.
E' mia la colpa? Sono io la responsabile di questo fuoco? So soltanto che non si estinguerà mai.
Prometti distruzione e morte, sussurri di perdizioni indicibili, eppure la ripugnanza che sento nei tuoi confronti non basta a separarmi da te.
Resterò qui. Non ho il coraggio di rivedere mio padre. Non lo merito.
23 maggio 497
Il giorno del mio matrimonio. Ed io sono qui, prigioniera nel tuo nascondiglio, oltre la galleria.
Non ci sono corde ai miei polsi, le corde stringono il mio cuore adesso. E non sanguina di meno.
Tu lo sai, e vedendomi alla finestra hai sorriso.
"Oggi sarà comunque il tuo matrimonio", mi hai detto. "Soltanto, non lo celebreremo davanti agli Dei".
Poi mi hai chiamata per nome, "Colinne". Non l'avevi mai fatto.
Pensi che questa improvvisa tenerezza basti a farti perdonare il modo in cui mi hai consumata?
Maledetto una volta di più per i sentimenti che sai suscitarmi.
8 luglio 497
Non voglio nemmeno prendere in considerazione l'ipotesi.
9 agosto 497
Ci sarà pur un modo per interrompere questa mostruosità? Per fare sì che il tuo seme rimanga sterile e trovi soltanto aridità e deserto? No, dici. Non è questo il destino. Poi mi guardi come se fossi una delle tue tante "sperimentazioni". Ed è così che mi sento. Non voglio, non voglio, non voglio.
Non voglio che tu prosegua a vivere nel sangue di qualcun altro. Non voglio.
12 settembre 497
"Bevi questo", "attenta", "ti aiuto a scendere"... cosa credi. Che se veramente volessi non potrei conficcarmi un coltello nel ventre e porre fine a questo sacrilegio?
18 settembre 497
L'ho fatto.
Non mi avevi mai picchiata così. Così come quando mi hai ritrovata nella pozza di sangue, a terra, che ridevo. Finalmente ora so che cosa ti fa veramente male. Finalmente sono riuscita a farti soffrire.
18 gennaio 498
Sono tornate le corde ai polsi.
Dopo quel che ho fatto ieri, sei tornato a legarmi. Sento che borbotti, di là nel tuo laboratorio. Il lamento della tua vittima mi fa tenerezza, vorrei essere io al suo posto. E' colpa mia se si trova lì, se ho vanificato in un attimo di rabbia il tuo lavoro degli ultimi mesi.
Guardo le corde, ora come allora. Tua prigioniera, tua schiava, tua sposa.
6 marzo 498
Vorrei poter tornare indietro...
7 marzo 498
Adesso che bruci di febbre, tremo al pensiero che tu possa morire.
Ieri notte so che hai avuto uno scontro, ho visto i segni della spada sul tuo corpo. Non ho avuto il coraggio di chiederti come sia finita, quante persone tu abbia ucciso per riportare la pelle a casa, per tornare da me.
Erano Paladini? Erano guardie civiche?
Io non ti deluderò.
28 giugno 498
Ho cotto un maialino con il miele, sottoterra. Adesso il profumo si spande per tutto il rifugio. Ci sono dei rari momenti, come questo, in cui mi sembra che la nostra sia qualcosa di simile ad una famiglia. E presto saremo in tre. Non farò sciocchezze, questa volta. Te lo giuro.