Titolo:
Notarios Thematikòs
Burocrate elfo al servizio dello
Stratego di
Aipyros nella città di
Poldorion. Si occupa di varie faccende, tutte riguardanti l'ingresso dei mercenari, dei mercanti e dei viaggiatori provenienti dal Granducato di
Greyhaven lungo la
Via Poldoriana. E' da moltissimi anni a capo dell'ufficio deputato alla riscossione del dazio, al controllo delle credenziali e all'eventuale arresto dei sospettati.
Si tratta di un personaggio molto potente e rispettato a
Poldorion. Fino al
512 era sostanzialmente indipendente dall'autorità del
Demarco locale, e rispondeva direttamente allo
Stratego. E' un funzionario di grandissima esperienza, abbastanza anziano, anche se non dimostra la sua età, e provvisto di agganci e conoscenze anche fuori dai confini della sua città e del suo
Tema.
Negli ultimi anni ha visto accrescere ancora di più le sue competenze, ottenendo vari incarichi anche esulanti dai suoi compiti specifici. Tuttavia ha dovuto "pagare" questo sostanziale avanzamento di carriera con una maggiore dipendenza dal nuovo Demarco,
Diòdoros Artopolidis. Attualmente, per una sorta di compromesso, il governo di
Poldorion è infatti ufficialmente nelle mani del
Demarco, che è tornato a gestire anche le operazioni legate al dazio, ma gran parte delle decisioni più importanti sono affidate quanto meno al consiglio di Minas per la sua grande esperienza in ogni settore e per il suo prestigio. In tal modo peraltro lo
Stratego controlla entrambi: l'Artopolidis attraverso Minas e Minas attraverso l'Artopolidis.
Il ruolo durante la guerra civile del 508 e l'incontro con la Compagnia di Vintemberg
Durante la
guerra civile del 508 un cospicuo numero di soldati, direttamente agli ordini dell'
Imperatore, giunge alla città di
Poldorion, avanzando la pretesa di gestire e controllare il passaggio degli stranieri. Il fatto viene sentito da Minas come una prevaricazione gravissima dei poteri del suo ufficio e delle prerogative dello
Stratego, da lui rappresentato; tuttavia la legge dell'
Impero su questo è nettissima: ogni potere locale deve cedere, e immediatamente, di fronte al manifestarsi dell'autorità imperiale.
Ciò nonostante Minas, grazie al suo notevole prestigio di burocrate, riesce a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto, continuando di fatto ad esercitare le sue funzioni, pur sotto il controllo e l'accompagnamento delle truppe imperiali e del loro ufficiale.
Pare assodato che l'obiettivo degli imperiali fosse proprio la
compagnia di Vintemberg, che conduceva a
Delos un manoscritto della
Vita dell'Imperatore Ghiannis Dunchas, ritenuto, per motivi ancora ignoti, molto prezioso da entrambi i contendenti della
guerra civile.
La compagnia, giunta a
Poldorion il 27 agosto del
508, viene sottoposta ad una rapida ispezione ed è proprio l'occhio acuto di Minas ad individuare il ricercato manoscritto. Sarebbe stata forse la rapida fine della missione della
compagnia di Vintemberg, se Minas non fosse stata un'antica conoscenza di
Kos-Tun (si venne a sapere in seguito) e se, rispetto alla fedeltà dovuta al proprio
Imperatore, non fosse stato più forte in lui il desiderio di vendicarsi dell'ufficio sottratto e di ottenere un lauto, lautissimo, compenso al proprio tradimento.
Per la straordinaria cifra di 85 scudi imperiali infatti la
compagnia di Vintemberg ottiene salva la vita e si guadagna la possibilità di portare a termine la missione assegnata, passando da
Poldorion senza essere denunciata agli imperiali.
L'incontro con la Compagnia di Caen
Nell'estate del
518 viene interessato, anche attraverso un suo sottoposto,
Iannis Elefteriotis, ai problemi della
Compagnia di Caen, allora in missione nei territori del
Tema di Aipyros. Constatando le credenziali di
Solice, mostra un certo interessamento verso i problemi della Compagnia e una notevole disponibilità ad essere d'aiuto. Procura in particolare ad ognuno dei membri "laici" del gruppo un documento, ceralaccato dalle autorità di
Poldorion, che comprova la loro partecipazione alla missione che la paladina sta compiendo in nome della
Chiesa, riuscendo però a farsi pagare per questo 5 scudi imperiali d'argento a testa.