Il passato
La vita da mercenario
A partire dal 506, congedato con disonore dalla Guardia Civica di
Anthien per un grave episodio di insubordinazione legato alla fuga dell'ex sergente
Brad Bellstein, Jorge Saint-Bon si è messo al servizio di diversi signorotti del Ducato di Amer come soldato di ventura. Accumulata una certa esperienza in quelle beghe tra nobili minori, nel 513 prende parte alla Campagna del
Kieblach. Ha modo di distinguersi in numerose scaramucce tra esploratori e nell'assalto ad un fortilizio nanico, ma nella primavera del 514 la sua pattuglia cade vittima di un'imboscata: ridotto in fin di vita e parzialmente sfigurato, viene fatto prigioniero e portato ad
Al Muglab. Con il cessare delle ostilità Jorge può lasciare la cittadella dei Nani e far ritorno alla nativa
Anthien, deciso ad abbandonare la carriera rischiosa e assai poco remunerativa del mercenario.
Gli ultimi anni ad Anthien
Impossibilitato a riprendere servizio presso la Guardia Civica, povero in canna ed emarginato dai vecchi compagni, Jorge Saint-Bon ha sbarcato a lungo il lunario scortando carovane in partenza dalla Città Baronale. Nel 515 un piccolo mercante in odore di malavita, tal
Jacques Vernel , resta impressionato dalle sue capacità di combattente e lo prende presso di se'. Da allora l'ex soldato di ventura si dedica alla protezione degli interessi del suo nuovo datore di lavoro con discreto profitto, improvvisandosi esattore, guardia o sicario a seconda delle necessità. Quando non è impegnato in queste attività Jorge può mettersi a disposizione di chi abbia il denaro per pagare i suoi servigi; in ogni caso è sempre
Jacques Vernel a valutare le richieste e negoziare le transazioni, percependo una sostanziosa percentuale sui guadagni del suo uomo.
Il carattere
Jorge si sente defraudato dalla vita. Ha rinunciato alla carriera ed alla reputazione per coprire la fuga del sergente Bellstein di cui, non senza ingenuità, ammirava i metodi spicci e spregiudicati nella caccia ai delinquenti di
Anthien. Dalle numerose campagne combattute non ha cavato che troppe cicatrici, pochi soldi e neppure un barlume di gloria. Per quanto
Jacques Vernel si sia dimostrato un padrone a modo suo giusto e persino benevolo, resta pur sempre un uomo gretto e di fama disonesta, così come delittuose e ben poco nobili sono le imprese in cui Jorge è chiamato a cimentarsi per suo conto. Tali miserie morali e materiali lo hanno reso un uomo cinico e persino efferato, poco incline alla cortesia e per nulla alla misericordia. Talvolta, nelle lunghe notti trascorse in compagnia dell'alcol, vagheggia confusamente quell'ultima occasione, che gli Dei certo gli devono, di riscattare con un colpo fortunato le delusioni di un'intera vita.
In azione
Jorge è un alabardiere di grande abilità e un buon balestriere. Preferisce un'armatura più comoda e discreta rispetto alle ingombranti cotte di maglia, e quando la natura dell' incarico rende sconsigliabile l'impiego di un equipaggiamento da guerra si trova particolarmente a suo agio con il bastone ferrato di cui apprezza in particolar modo la versatilità. Il tempo lo ha reso un guerriero astuto e smaliziato, attento ad ogni opportunità di cogliere il nemico alla sprovvista e colpirlo a tradimento prima che possa diventare una minaccia.