Soprannome:
Giosia il Venerabile
Titolo:
Sacerdote di Pyros
Morto/a il:
14 agosto 232
Giosia il Venerabile fu un grande santo del III secolo p.F., nato nell'area meridionale dei Temi del Nord, nei pressi delle
Allston. Molte città vantano di avergli dato i natali, ma mancano documenti certi e irrefutabili.
Di stirpe
Khanast, ma profondamente educato alla cultura turniana fin dal suo precoce ingresso nel clero di
Pyros all'età di 16 anni, si segnalò molto presto per santità, dottrina, virtù spirituali e pastorali di ogni genere.
Divenuto sacerdote ed essendosi dedicato principalmente alla vita monacale e claustrale, volse il suo interesse all'approfondimento delle regole monastiche, alla disciplina interna dei cenobi, al mantenimento e al rafforzamento della vocazione dei monaci. Frutto delle sue riflessioni fu l'opera monumentale "Istituzioni di vita cenobitica", scritta originariamente in lingua turniana e poi nei decenni successivi varie volte tradotta in lingua greyhavenese e deliota: un manuale tanto dotto quanto discorsivo ancora oggi molto utilizzato nei monasteri greyhavenesi e delioti. L'esperienza multiforme e diretta di varie forme di vita cenobitica da parte di Giosia conferisce infatti alle "Istituzioni" la rara dote di contemplare molti casi pratici e di offrire soluzioni lungimiranti e divinamente ispirate.
Contemporaneamente all'elaborazione delle "Istituzioni" la vita di Giosia procedeva nel senso della fondazione di numerose realtà monastiche, alcune delle quali ancora fiorenti, soprattutto in luoghi ove più scarsi erano la fede e il senso di appartenenza alla religione ufficiale. Tutto ciò in un'epoca assai difficile per il continente di
Sarakon, a ridosso della fine dell'
Impero di Turn, dell'invasione degli
Ummariti, del risvegliarsi dell'orgoglio
Khanast, della costituzione del
Granducato di Greyhaven.
Ormai in tarda età Giosia, definito dalla "vox populi" il Venerabile e quasi chiamato in vita alla santità, si dedicò alla composizione di una seconda opera importante: le "Illuminazioni spirituali". Si tratta di un testo assai diverso dalle "Istituzioni", qualcosa di molto vicino ad un trattato di mistica, anch'esso arricchito da esperienze personali obiettivamente eccezionali. Le "Illuminazioni spirituali", oggetto di studio e di riflessione da parte delle migliori menti teologiche anche dell'epoca attuale, restano comunque un testo enigmatico, scritto tra l'altro in una prosa turniana più difficile e meno colloquiale e distesa delle "Istituzioni".
La morte di San Giosia
Le vicende della morte di Giosia il Venerabile completano la sua perfetta figura di santo con il martirio. Fortemente scosso dagli eventi del
228-
229 p.F., Giosia si rese conto che forze oscure e/o eretiche stavano cercando di approfittare del turbamento politico, istituzionale, sociale provocato dalla caduta di
Turn per confondere il popolo e per inculcare dottrine false e proibite: in particolare vi era il rischio che qualcuno tentasse di interpretare il progetto, salvifico per l'integrità dei Temi del Nord, di
Harald Greyhaven come un tentativo ereticale di separarsi dalla dottrina religiosa turniana. Nonostante le critiche infatti che lo stesso
Harald muoveva al clero turniano, coinvolgenti lo stesso
Patriarca Viduus, la fedeltà del
Custode e poi
Granduca, come dei suoi seguaci, alla vera fede della
Luce era indiscutibile.
Avendo Giosia individuato in un'aspra regione montagnosa a ridosso delle
Allston uno dei centri di propagazione di questo pericoloso movimento ereticale, chiese nel
232 p.F. ai rappresentanti del nuovo potere e in particolare a
Thedor Dunean, futuro Barone di
Keib, un contingente militare di supporto per costituire una nuova comunità monastica proprio nella regione interessata dal diffondersi del fenomeno ereticale.
Thedor Dunean condivideva il progetto di Giosia e certo sentiva l'effetto del suo notevole carisma, ma non poteva, date le difficili circostanze della presa di potere dei nuovi signori
Khanast, fornire immediatamente il contingente.
Giosia non aspettò molto e, di fronte al ritardare della risposta del
Dunean, mosse da solo con pochi monaci fedelissimi sulle montagne, dando vita nel giro di un mese al massimo ad una fiorente e attiva comunità cenobitica abitante nelle grotte e in dimore di fortuna.
Presto arrivò naturalmente la reazione degli eretici che, in una notte tenebrosa, secondo la tradizione quella del 14 agosto
232 p.F., sterminarono tutta la comunità monastica, compreso Giosia.
Lo sdegno per l'efferato sacrilegio rinnovò la fede delle comunità cittadine, rurali e pastorali di quella regione, togliendo ogni alimento alla propagazione del messaggio ereticale, tanto che, quando
Thedor Dunean in persona giunse a vendicare l'oltraggio compiuto, le popolazioni locali collaborarono attivamente, fornendo ogni genere di informazione e di indizio.
Thedor Dunean sorprese gli eretici all'alba del 20 settembre del
232 p.F. e ne fece strage, vendicando così la morte di Giosia il Venerabile e dei suoi seguaci.
La redazione dei "Sermoni"
Uno dei principali discepoli e collaboratori di Giosia il Venerabile,
Everardus il Flemmatico, provvide a raccogliere negli anni immediatamente successivi alla sua morte tutti gli appunti e le registrazioni scritte dei sermoni del grande santo. Oggi quest'opera, i "Sermoni", rappresenta una delle più lette e commentate tra quelle della letteratura religiosa del II-III secolo p.F.
La citazione
E' proprio dai "Sermoni" di San Giosia che Padre
Francesco da
Achenar ha tratto la citazione "Non conosci il tuo amico? Non conosci il tuo nemico? Rivestiti del manto della fede. Ti si rivelerà l'amico, ti si rivelerà il nemico", pronunciata di fronte a
Solice Kenson, rivestita nuovamente degli abiti di paladina di
Pyros nell'ottobre del
517 p.F.
Detti popolari su San Giosia
San Giosia è protagonista di molti detti e proverbi popolari. Eccone alcuni:
- Chi fa la spia non è figlio di Giosia
- San Giosia tutte le feste porta via
- Te lo dice San Giosia che sti soldi so' li mia
- Larga la foglia stretta la via, ma ocio alle grotte: ricorda Giosia!
- Quando la fede diventa eresia, nulla è perduto: ci pensa Giosia
- Meglio un cero a San Giosia che una pinta in osteria
La triste storia di San Giosia ha inoltre ispirato alcuni componimenti diffusi nelle zone meridionali di Achenar, e il forte impatto emotivo che contraddistingue i punti salienti della sua biografia è alla base di numerosi canti religiosi. Come accade con tutti i fenomeni popolari non mancano però anche interventi in direzione contraria, come testimonia questo stornello che risuona ancora oggi in alcune osterie di
Beid:
Donna spogliata di argenti e di ori
come Giosia nelle grotte dimori
vesti di stracci e preghi silente
stanco è il tuo corpo ma salda è la mente
Donna che vivi la vita dei santi
che il santo martire hai sempre davanti
e nelle pagine dei suoi Sermoni
hai ricondotto le tue ragioni
Fammi contento, dolce fanciulla,
se veramente la fede ti culla,
libera il corpo da ogni vestito
sia quello il manto a te più gradito
perché ti dico, e ne sono convinto
come Giosia dagli eretici vinto
pronto sarei a risorgerti accanto
e nella grotta a raggiungerti Santo.
La festa
La Chiesa di Greyhaven ha istituito, in memoria di San Giosia, una festa a lui dedicata. Essa cade il 14 agosto, giorno in cui secondo la tradizione sarebbe morto il santo, ed è celebrata in tutto il
Granducato, principalmente nel Ducato di
Amer. Pare voluta la quasi coincidenza con la festa di
Pyros del 13 agosto, essendo stato Giosia uno dei suoi più venerabili devoti.