La Marca di Havel




Il Simbolo di Eos






Segue dal capitolo primo: il Monastero di Vallombrosa

Zagan, 24-25 ottobre

A Zagan c'� aria di smobilitazione: Sir Dentor, sottoposto di Sir Edgar, avvisa Wolfried e Sieghard che � stata indetta una nuova Guerra Santa, e che quindi gran parte dei cavalieri sono in viaggio per Capo Horn, assieme a Sir Edgar e al Vescovo.
Il Vescovo ha indirizzato una lettera ai cavalieri, in cui chiede loro di non dare a nessuno il "dono" di Madre Finnis e di aspettarlo.
Sembra che a Memedir siano successi fenomeni minacciosi e gravi sventure, che hanno portato alla caduta della Colonia Santa di Kidrash, il pi� importante insediamento dei devoti di Eos nella terra degli infedeli.
Quando, il mattino del 25, tutti quanti si riuniscono da Sir Dentor, questi spiega che Romuald Charn � il nipote del Cardinale, la massima autorit� religiosa di Zagan, e quindi non � possibile che sia coinvolto in qualcosa di maligno. E comunque sar� lo zio a giudicarlo. Wolfried, Sieghard, Anders e il giovane Ben, nel pomeriggio, sono ricevuti dal Cardinale.
La Cattedrale di Zagan � un edificio immenso e spoglio, scuro e maestoso.
Al contrario la dimora del Cardinale, accanto ad esso, � molto pi� calda ed accogliente, decorata da tappeti ed arazzi, con un'ampia scala di marmo che conduce allo studio di Sua Eminenza.
Il cardinale, sui 60 anni, ancora in buona salute, siede ad un tavolo in fondo alla stanza: alle sue spalle un grande ritratto lo raffigura in tutta la sua maest�.
I Cavalieri raccontano del viaggio, del Monastero distrutto, dell'attacco dei misteriosi cavalieri e dei segni nel cielo; gli raccontano dei Visitatori Notturni, dei massacri nelle case, nella follia omicida che ha colpito tanta povera brava gente. Non parlano della scatoletta, che pure Sieghard ha con se.
Il Cardinale ascolta in silenzio, mostrandosi amareggiato, turbato e molto preoccupato.
Quando gli viene raccontato del suo proprio nipote, solennemente dichiara che sar� lui stesso a giudicare della sua innocenza o della sua colpevolezza.
Anders e i cavalieri non escono soddisfatti dall'incontro con il Cardinale. E tornando alla Rocca dei Cavalieri incrociano due dei Cavalieri del Cardinale, che stanno portando dallo zio Romuald Charn.
Anders va parlare con il prigioniero, che viene difeso dai Cavalieri, i quali lo trattano anzi con tutti gli onori.
Intanto Scarlet � tornata a casa, dove i genitori l'accolgono con grande sollievo e affetto, e le dicono che due dei suoi fratelli, Abel e Arthur, sono entrati tra i Cavalieri e sono in viaggio per Memedir. Scarlet chiede di poter ospitare il giovane Ben a casa sua, per i giorni che si tratterr� a Zagan; tuttavia poco dopo si sente poco bene di salute ed � costretta ad annullare l'invito, che viene raccolto allora da Gisela.
Gisela anche torna a casa, i suoi genitori organizzano una grande cena per la sera, alla quale sar� anche presente la sorella con il marito. La nutrice chiama in disparte la sua pupilla e le fa dono di alcuni preziosi incartamenti.

Nel tardo pomeriggio Anders accompagna Ben al luogo del suo appuntamento con Gisela e Scarlet: ma quest'ultima non si presenta, perch� non si sente bene di salute. E cos� Ben va a dormire ospite a casa di Gisela, dove la sua Tata lo striglia da capo a piedi, lo riveste e lo prepara per la cena. Ben ha anche occasione di conoscere la sorella minore di Gisela, la giovane Edith, sua coetanea, che vive ancora con i genitori e, durante la cena, anche la sorella maggiore, con il marito.
La stessa sera i Cavalieri, tornati alla Rocca, raccontano brevemente, e con diverse omissioni, il loro incontro con il Cardinale, e chiedono a Sir Dentor l'incarico di raggiungere il Vescovo a Capo Horn, per portargli la scatoletta. Sir Dentor dice che ci penser� su, e di ritornare l'indomani mattina.
Mentre per i Cavalieri la notte passa tranquilla, come per Anders, che riposa sotto le stelle, sulla spiaggia, cullato dalle onde, Gisela e Ben si danno da fare.
Prima infatti chiedono alla Tata della ragazza un intruglio per addormentare i Cavalieri e fregar loro la scatoletta, ottenendo un mare di raccomandazioni, saggi consigli, ed un potente calmante, quindi, assieme anche a Edith, nottetempo vanno a fare un'esplorazione a Villa Hammet, un edificio abbandonato l� vicino, sul quale circolano molte leggende.
I tre si intrufolano oltre il muro di cinta, osservano la cupa sagoma di un albero ai cui piedi, a quanto racconta Gisela, sarebbero sepolti i corpi di bambini che avevano osato svelare i segreti della Villa, e raggiungono la fontana alla cui base c'� una botola di pietra, troppo pesante per essere sollevata.
Gisela insiste per intrufolarsi in casa, e scavalca una finestra aperta, incurante del rumore di cupo russare che proviene dalla stanza. Ma scopre ben presto ai suoi danni che la Villa � ora occupata da alcuni ubriaconi, che ci bivaccano da chiss� quanto tempo.
Ai tre coraggiosi esploratori non resta che darsi alla fuga, inseguiti dal pi� vispo degli ubriaconi. Gisela ad un tratto si ferma e si concentra, come in preghiera, e incredibilmente un grosso tronco di legno si sposta rasoterra, intralciando le gambe del beone, che stramazza al suolo. I tre escono dal giardino della Villa e tornano a dormire a casa.

L'indomani, 26 ottobre, i cavalieri tornano a parlare con Sir Dentor, che comunica loro la sua decisione: andranno a raggiungere il Vescovo a Capo Horn, tutti insieme, anche con lo scudiero e con le due novizie, le quali sono le uniche testimoni oculari di quanto avvenuto a Vallombrosa, ovviamente se loro e le loro famiglie sono d'accordo.
E cos� i cavalieri vanno da Gisela, per parlare con suo padre. Chiedono ad Anders di non farsi vedere dai familiari della ragazza, per evitare di impressionarli sfavorevolmente. L'eremita si allontana, offeso. Gisela si dispiace molto a vederlo andar via cos�.
I Cavalieri vengono ricevuti dai genitori di Gisela, la taciturna madre e il volitivo e severo padre, il quale ordina alla figlia di seguirlo nella stanza accanto e le elargisce una sonora lavata di capo, manifestazione di sfiducia, disistima, e speranza che l'incontro con il Vescovo "le faccia bene".
La depressa Gisela viene cos� autorizzata dai genitori a partire coi Cavalieri alla volta di Capo Horn.
Poco dopo � il momento di Scarlet.
La ragazza � figlia di un maestro di spada, tipo cordiale e un po' distratto, che � ben felice che Scarlet possa viaggiare coi cavalieri e far vedere quanto � stata addestrata bene. La madre della ragazza strepita un po' perch� non vuole mandarla via, ma alla fine � costretta a cedere. Scarlet per� non sta ancora bene di salute, ha bisogno ancora di un giorno per rimettersi definitivamente. Si decide cos� di rimandare la partenza.
Anders, dopo l'alterco con i cavalieri, se ne � andato da solo I giardini di Palazzo Miller, intorno alla biblioteca. Ed � proprio alla biblioteca che si dirigono Gisela e Ben, alla ricerca di infornazioni sul conto di Leblanc.
Ben desta scandalo nella biblioteca, perch� � rumoroso, parla a voce alta, e ad un tratto indica la figura di Anders fuori dalla finestra, in giardino, disturbando tutti.
Sfogliando molti libri di araldica, Ben spera di riconoscere il simbolo con la lettera "D" che aveva visto tra le cose di Leblanc. E con un po' di pazienza, grazie all'aiuto del vecchio bibliotecario, infine il simbolo viene trovato: si tratta dello stemma dei Duxley, famiglia nobile del Ducato di Heilig, a nord della Marca di Havel. E Leblanc risulta essere il soprannome dato in guerra proprio all'erede della famiglia Duxley.
Ben e Gisela subito corrono fuori, a raccontare ad Anders le loro scoperte; e Anders, sentendo il nome Duxley ricorda qualcosa su Leblanc, vecchie storie dei tempi in cui lui stesso si trovava a Memedir, in guerra. Leblanc � Ibsen Duxley, che fu cavaliere una ventina d'anni prima sotto il comando di Sir Faulkner.
Anders ha ricordi molto confusi e contraddittori sul suo conto, rimane un po' in meditazione. Ma subito Ben e Gisela gli propongono di seguirli alla spiaggia rosa, a nord di Zagan, un posto bellissimo che la ragazza ricorda di aver visto, tanti anni prima.
Paziente, l'eremita li segue, e nota con stupore che la sabbia della piccola caletta � rosa e sottile come quella di Memedir, ben diversa dalla sabbia di queste terre nordiche. C'� un bassorilievo di Santa Floss, protettrice di chi affida il suo cuore alle onde del mare, che Gisela assicura essere stato scolpito da un elfo. E poi la ragazza racconta a tutti di aver visto una fata ed un unicorno, in questa spiaggia, quando ci venne anni prima, ma stranamente non si fa vedere nessuna creatura fiabesca.
Gisela e Ben convincono poi il pensieroso Anders a seguirli a Villa Hammet, per esplorare il sotterraneo che parte dalla botola vicino alla fontana. Vanno a chiamare anche Edith e si introducono nel giardino.
Soltanto la potenza di Anders riesce a spostare la pesante botola di pietra, e tutti entrano, l'agile Ben, la vivace Gisela e anche la pi� impacciata Edith. Anders li accompagna, silenzioso.
Ben nota, una mentre sta scendendo nel passaggio, che una sagoma da dietro la finestra sembra averli notati. Ma il desiderio di esplorare il sotterraneo � tale che il ragazzo non ci bada.
E cos� i quattro si trovano in uno stretto corridoio sotterraneo, allagato per una quindicina di centimetri, pieno di ragnatele polverose. Subito Gisela si comincia a lamentare per le ragnatele e gli insetti, mentre Anders, seppure in silenzio, soffre l'ambiente chiuso e opprimente. Il gruppo inzia ad avventurarsi nel passaggio, che si fa sempre pi� angusto. C'� una sola torcia, tenuta in mano dall'eremita, che va per primo.
Cammina cammina, si ode da dietro un tonfo sordo, come se qualcuno avesse richiuso la botola alle loro spalle.
La tensione sale, finch� davanti ad Anders si chiude il corridoio, con un muro. Momenti di angoscia, finch� non si intravede un condotto ancora pi� angusto, da percorrere a quattro zampe. Ben e Edith vanno ad esplorarlo, riuscendo a raggiungere una cantina pi� in basso, relativamente ampia. E subito, freneticamente, Anders e Gisela li raggiungono, stravolti per l'insettume e la budellosit� del luogo. I quattro si trovano nella cantina, fiocamente illuminata da una minuscola finestrella all'altezza del soffitto.

In preda alla claustrofobia, Anders si scaglia contro la porta della cantina e la tira gi�, raggiungendo un corridoio. Qui demolisce altre due porte prima di trovare le scale che conducono al piano superiore, in un ripostiglio. Gisela lo segue per le scale, ansiosa di uscire dal sotterraneo cos� pieno di ragni.
Ben e Edith rimangono indietro ad esplorare la cantina, trovando, in un magazzino chiuso, alcuni quadri. Uno di questi, che poggia su un cavalletto, coperto da un panno, rappresenta una truculenta scena di guerra, nella quale un uomo dal candido mantello taglia la gola ad un infedele.
Ben riconosce nel dipinto il ritratto di Leblanc, e pu� mostrare alla esterrefatta Edith quante ne sa, raccontandole tutta la storia del singolare personaggio incontrato vicino Vallombrosa.
Nel frattempo Anders, uscito dalla casa, aiuta Gisela a scavalcare la finestra, proprio quando la porta dello sgabuzzino in cui sono saliti si apre, ed entrano due ubriaconi con l'aria aggressiva: uno tiene in mano un randellaccio di legno, l'altro una bottiglia. I due iniziano a sproloquiare, fanno commenti pesanti su Gisela, e tra un "porco Eos" e l'altro scatenano le ire furibonde di Anders, il quale prima ne colpisce uno violentemente attraverso la finestra, col suo bastone, quindi salta di nuovo nella stanza e li comincia a pestare.
I due cercano di difendersi come possono, con il randellaccio e la bottiglia spezzata, ma Anders li manda al tappeto entrambi: "non bestemmiate!!", grida loro, ma quelli, non comprendendo l'ira dell'eremita, pi� vengono malmenati e pi� imprecano. Infine uno dei due perde i sensi e l'altro striscia fuori.
Gisela chiama di sotto Ben e sua sorella per convincerli ad uscire, e i due salgono, mostrando il quadro di Leblanc che hanno trovato. Ben vorrebbe continuare l'esplorazione della villa, ma gli altri sono di parere contrario: e a rinforzare i loro propositi arriva il rumore di altri ubriaconi che sembra stiano avvicinandosi.
Anders fa uscire Gisela e i ragazzi, rimane per ultimo e si affaccia dalla porta gridando: "FIGLI DI CANE SENZA DIO, USCITE DA QUESTA CASA!"
La sua voce tonante ferma gli ubriaconi, e i quattro escono dal parco senza problemi.
A sera Ben chiede a Gisela di condurlo dalla sua tata, sulle cui segrete qualit� la ragazza lo ha informato. E la Tata, sentendosi chiedere se anche Ben, come Gisela, sia stato, da bambino, baciato da una fatina che gli ha fatto dono di qualche talento particolare, poggia le mani sulle tempie del ragazzo e si concentra. Improvvisamente arretra, spaventata, farfuglia qualcosa e congeda i due. Dall'incontro Ben si convince che � Eos in persona ad aver posto la sua immensa mano su di lui.
L'indomani, 27 ottobre, il gruppo si equipaggia e parte per Capo Horn. Tutti hanno un cavallo, armi e attrezzatura utile.
Lungo la strada ci sono parecchi cavalieri che procedono nella stessa direzione, verso l'imbarco per Memedir.
A sera il gruppo staziona dalle pie donne che hanno allestito un grande capannone per dare cibo e accoglienza ai Cavalieri. Le pie donne offrono alle due ragazze ospitalit�, ma queste rifiutano, preferendo rimanere coi loro compagni.
Il 28 ottobre c'� un bel sole, il gruppo si muove lentamente perch� Gisela non riesce a convincere il suo cavallo ad avanzare. Tanto che la sera non viene raggiunto alcun centro abitato, e i nostri eroi trascorrono la notte sulla spiaggia, sotto le stelle.
Il giorno seguente, sempre sotto il sole, la comitiva arriva alla citt� di Coburg a ora di pranzo, zona di pescatori, tranquilla. A sera ci si accampa sulle colline, pi� a sud.
Il tempo � grigio, la mattina del 30 ottobre. La comitiva raggiunge a ora di pranzo un capannone di pie donne, che offrono loro il pranzo. Nel tardo pomeriggio Gisela ha un lieve malore, come un capogiro, avverte sensazioni strane e difficili da comprendere. Non fa parola a nessuno del presentimento.
La sera tardi viene raggiunta la citt� di Ostend, che sorge sulla collina. E' circondata di mura, abbastanza decadente: un tempo sicuramente era molto pi� grande e popolata, adesso ha molte zone un po' abbandonate. Il gruppo alloggia alla locanda "il pettirosso", in una depandance. Durante la notte Scarlet ha un vivido sogno.


Primo novembre, Campagna a sud di Ostend

Sotto una pioggerella fastidiosa, il gruppo abbandona la citt� di Ostend, lungo la strada che porta a sud, a Capo Horn.
A tratti il percorso segue da vicino la costa, alta e frastagliata sul mare. Sulla sinistra si stende campagna, boschi e colline.
Nel pomeriggio ad un tratto Ben indica ai compagni qualcosa di strano gi� verso il mare: si tratta di una carrozza, caduta di sotto dalla strada, e schiantatasi sulle rocce.
Subito tutti si fermano e vanno a controllare, e scoprono con orrore che la carrozza ha lo stemma del Vescovo di Zagan. Non ci sono corpi, n� macchie di sangue. I cavalli sono stati liberati da qualcuno: i legacci che li tenevano alla carrozza sono stati tagliati.
Iniziano le ricerche: Ben trova l� vicino una freccia con un fazzolettino accanto, che forse conteneva qualcosa, tipo una polvere, che � stata per� lavata via dalla pioggia.
Esplorando la costa, Sieghard e Anders notano ad un tratto una piccola pozzanghera poco sopra il livello del mare, che ha un preoccupante colore rossiccio: vanno a controllare, e con orrore trovano appena sopra una piccola grottina naturale, dove sono ammucchiati 15 cadaveri di cavalieri. Sono stati sgozzati, hanno ancora le armi nel fodero. Solo due di essi hanno tracce di combattimento, non hanno le armi e sono stati feriti da spada. Gli altri sembra siano stati uccisi con l'inganno.
Il dolore e lo sconforto si impossessano dei membri della comitiva, che iniziano a cercare tracce in giro, per capire cosa sia successo, e soprattutto dove sia finito il Vescovo.
Nel frattempo arrivano lungo la strada una pattuglia di 12 cavalieri, guidati da un giovane capitano armato di zweihander che risponde al nome di Dario, ed essi, ascoltati i fatti, decidono di aiutare.
Insieme vengono riportati sulla strada tutti i cadaveri, un paio di loro vanno a recuperare pi� avanti in alcune fattorie dei carretti per portare i poveri resti dei Cavalieri alla citt� di Ostend.
La ricerca delle tracce porta a individuare segni di orme nel bosco, vicino alla strada, come per un agguato. C'� un arco rotto, alcuni cavalli che pascolano bradi con le selle dei cavalieri ancora legate (Anders ne recupera ben 7), una freccia vicino alla carrozza con un fazzoletto che contiene quello che sembra talco.
Mentre Sieghard, Anders e tre dei Cavalieri di Dario portano i corpi a Ostend, viaggiando tutta la notte, gli altri si accampano.
Scarlet � molto affascinata dal valoroso Dario e ci parla un po' durante la serata. La notte passa tranquilla.

2 novembre, Ostend

L'aurora dalle dita di rosa colora il cielo, portando la luce di Eos sulla citt� di Ostend, quando il triste convoglio raggiunge le sue mura.
Subito viene convocato Max, capitano delle guardie di Ostend, che ascolta attentamente il resoconto dei Cavalieri. Dice che il Vescovo si era fermato a Ostend alcuni giorni, sia perch� rallentato da un malore, che perch� si aspettava di venire raggiunto da alcuni cavalieri. il Capitano dirama subito ordini di pattugliare le zone intorno alla citt�: se il vescovo � stato rapito da due giorni, sicuramente i suoi sequestratori non saranno lontani: sua Eminenza � infatti anziano e pu� essere trasportato soltanto su di un carro, non a cavallo.
I Cavalieri tornano all'accampamento degli altri, che raggiungono nel primo pomeriggio.
Sieghard subito si accorge che Gisela � sparita. La ragazza infatti poco prima ha avvertito nuovamente la strana sensazione simile a due giorni prima, come se qualcosa l'avesse chiamata verso sud, verso la costa. E si � incamminata senza dir niente a nessuno.
Sieghard la recupera e le fa una bella lavata di capo, lei racconta scuse poco convincenti.
Nel frattempo anche Anders � sparito.
Sieghard e Ben lo trovano, dopo parecchio tempo, steso come morto, nella grottina dove stavano i cadaveri dei Cavalieri. Era sceso l� a pregare, ed � stato raggiunto da una visione, che lo ha portato a perdere i sensi.
Anders, ancora scosso, racconta di aver visto il vescovo, e di aver percepito la lotta interna dei cavalieri che contrapponevano la loro fede ad una forza esterna e maligna che li costringeva al sonno. I cavalieri sono stati addormentati, e quindi sgozzati. Racconta poi di aver visto il volto del vescovo, prigioniero, in un luogo dove si sentiva il rumore del mare, e tanti tanti gabbiani.
Sieghard si chiude in preghiera davanti al mare.
Il gruppo riparte, decidendo di seguire la costa, alla ricerca di un villaggio di pescatori dove potrebbe essere nascosto il Vescovo. Gli altri cavalieri, agli ordini di Dario, ripartono verso Capo Horn seguendo la strada.

Il pomeriggio del due novembre il gruppo costeggia le acque del mare, alla ricerca di un luogo dove potrebbe essere tenuto prigioniero il Vescovo.
All'imbrunire si raggiunge un villaggetto di pescatori, poche case edificate ai bordi di una piccola spiaggia protetta. Qui i Cavalieri parlano con le donne del luogo, i cui mariti sono in mare per la pesca, e chiedono se sia successo qualcosa di strano recentemente: ma nessuno ha visto niente, anzi le poverine si allarmano molto e si spaventano, chiedendo ai Cavalieri di rimanere al villaggio per la notte.
Intanto Anders si � trovato un rifugio per la notte, una grottina al livello dell'acqua, piena di ricci e frutti di mare, mentre Ben, in un momento di ispirazione artistica, si dedica alla pittura del paesaggio.
Sieghard si consulta con Anders, di cui critica l'umidit� del riparo, infine si decide di restare a dormire al villaggio, e l'indomani alcuni chiederanno a un pescatore di accompagnarli lungo la costa con una barca, altri viaggeranno a cavallo per rincontrarsi pi� a sud.
La notte passa tranquilla, salvo qualche difficolt� di Anders con la marea che invade il suo giaciglio. E al mattino, sottouna pioggerellina triste e monotona, arrivano gli uomini con la pesca.
Viene loro spiegata la situazione e uno di loro acconsente a portare verso sud alcune persone sulla sua barca. Si scopre anche che, alcuni giorni or sono, c'� stato un naufragio, una goletta, apparentemente senza uomini a bordo, si � schiantata sugli scogli, poco a nord di Osterreich, un villaggio di pescatori pi� a sud. Si decide di andare l�. E cos� mentre Vincent, Anders, Ben e Gisela salgono sulla barca del pescatore, Sieghard, Scarlet e Wolfried, con tutti i cavalli, proseguono lungo la costa.
A met� giornata sia gli uni che gli altri vedono un minuscolo villaggio costiero, e Sieghard va a controllare: ma sembra tutto a posto. Poco a sud poi i tre cavallerizzi rinvengono un antico tracciato stradale, ormai in disuso, ma che sembra essere stato percorso almeno da un carro, recentemente. Si tratta della vecchia strada che portava alla citt� di Osterreich.
Infatti, anche se oggi Osterreich � un miserrimo villaggio di pescatori, in un tratto poco frequentato della costa nel tratto di strada che porta verso Capo Horn, un tempo era un porto molto noto e frequentato, trovandosi in una baia protetta e in una zona piuttosto centrale dell'antico Regno di Havel.
La citt� era fortificata, massiccia, c'era un faro importante su un minuscolo isolotto vicino al porto, una strada lastricata la congiungeva alle citt� d'intorno. C'era una rocca, con il castello del Siniscalco, una grande chiesa dedicata a Santa Suzanne, e grandi strutture portuali.
La decandenza di Osterreich fu causata da un terremoto, che centinaia di anni orsono fece crollare un intero grosso sperone di costa rocciosa nel mare, modificando le correnti: in breve tempo il porto si insabbi� e divenne inutilizzabile.
La citt� perse cos� la sua importanza, si spopol�, e il porto pi� importante del Regno divenne Capo Horn. Le mura caddero in malora e furono inglobate dalla vegetazione, la rocca fu assaltata dai pirati di Memedir e mai pi� ricostruita, la chiesa profanata e sconsacrata, il faro dimenticato, la strada ricoperta dalle erbacce.
A sera Sieghard e i suoi arrivano non tanto lontano da Osterreich, e si accampano lungo la strada, mentre quelli sulla barca, dopo una giornata di chiacchiere e di leggero mal di mare, passano la notte in una spiaggia nei pressi della citt�.
Il mattino seguente i gruppi si incontrano e si consultano sul dafarsi.
Si decide di tentare un sopralluogo alla rocca, che sembra il luogo pi� adatto a nascondere un prigioniero.
Tutti si armano e si armaturano, avvicinandosi poi alla fortificazione, che sorge alta sulla citt�. Avanzano cautamente, sia pure facendo un po' di rumore, e osservano il muro di cinta mezzo distrutto, un grande albero di fico che cresce l� dove un tempo si ergevano i cancelli della fortezza.
Ci sono tre torri, due di vedetta, e un campanile, tutte con pesanti tracce del passare dei secoli. E mentre gli altri aggirano il cortile per scavalcare il muro nel punto pi� riparato da eventuali attacchi di arcieri, Anders si arrampica verso il cortile e inizia a gridare un messaggio profetico e minaccioso.
L'eremita vede per� che il cortile della rocca � pieno di pecore che brucano l'erbetta, c'� un cane che abbaia, e una persona che sbircia da una spaccatura nel muro del maschio.
Anders si avvicina minaccioso, continuando a gridare, finch� non arriva a pochi centimetri dal tizio, che si scopre essere soltanto un povero pastore, che vive l� con sua moglie e il suo bambino.
Anders si calma e parla con il pastore e con la ben pi� sveglia moglie, che racconta di aver visto, unica stranezza negli ultimi tempi, un naufragio: infatti c'era una goletta, attraccata al faro (e indica attraverso una finestra, che attraverso molti ruderi affaccia sul mare), che si � staccata ed � andata a schiantarsi contro gli scogli, pi� a nord. Anders si arrampica sulla torre e osserva il panorama: effettivamente c'� un faro, su un isolotto l� vicino.
Il gruppo torna gi�, per la citt� abbandonata, popolata ormai solo da pochi pescatori. E c'� una piazza, rettangolare, molto regolare, con una pavimentazione intarsiata di marmi e circondata da un muretto basso che riporta iscrizioni in Soter antico. La piazza in realt� altro non � che il pavimento dell'antica Cattedrale di Santa Suzanne, trasformato in piazza del mercato. E nelle edicole laterali, nella sagrestia, sorgono oggi degli edifici, tra cui una cappelletta.
Mentre i Cavalieri osservano le iscrizioni sul basamento, arriva una bimbetta di cinque sei anni, con le treccine, che saltellando intorno a loro allegramente inizia a declamare: "le tue parole splendono nel mattino, in un soffice velo rosa che si spande sulla terra, per impallidire e svanire nel silenzio"
Subito Anders le si avvicina e le chiede spiegazioni, lei ridendo risponde: "il silenzio ingentilisce la guerra!".
La piccina si bulla ingenuamente di sapere a memoria quel che dicono le iscrizioni, e spiega che glie l'ha insegnate il vecchio Benjamin Wahrheit, un nonnetto che vive sulla spiaggia in una baracchetta.
Presa la bimba sulle spalle, Anders e gli altri raggiungono la casupola del vecchio Wahrheit, e incontrano l'uomo, un vecchio dagli occhi ormai velati, molto semplice e gentile.
Questi ammette di saper leggere il Soter antico, anche se ormai deve fare affidamento solo sulla memoria e non sugli occhi, e accetta di tradurre l'iscrizione del basamento della Chiesa di Santa Suzanne per loro. E cos� fornisce ai Cavalieri una preziosa chiave interpretativa nella comprensione di altre iscrizioni in lingua Soter.

Sul basamento � scritto:
Il-Gebechte-gah dee faich um morgen, mit habe warche meine aus no-guich mit Khros es fonduch i no-reach mit shwerechte. Zitroch nachte-gah mee nochte, mit richte um erringhte, mich il-gebechte aus Jenechtest Dein-gah e-naach um Elache. Ringhe um-logh mee spechte-gah no fonduch i shwerechte-gah habech angechte.

Che significa:
"Le tue parole splendono nel mattino, in un soffice velo rosa che si spande sulla terra, per impallidire e svanire nel silenzio. Soltanto il suono della mia voce, in una preghiera di ringraziamento, ricorda le parole che un tempo mi dicesti cos� teneramente. E grazie a loro la mia speranza non si affievolisce, e il silenzio ingentilisce la guerra".

Il gruppo trascorre l'intero pomeriggio con il vecchio Wahrheit, studiando faticosamente le iscrizioni sulla scatoletta e quelle della vecchia di Rottenburg.

La scritta di sangue della vecchia recita:
"Kelost-de anaracht ! Kelost-gah onome um reachte !
Il-Variechte um-niste naach dee gorechte ! Kelost-de onome um reachte !"

Che significa:
"Kelost vieni ! Kelost il portatore di morte !
I visitatori notturni proclamano il tuo ritorno! Kelost portatore di morte !"

Sulla scatoletta � invece intarsiato:
"Kelost-de reacht, relicht dee koroste harte mit ib khros um fondue, ammicht gorecthe, no-reacht i no gorecht loch.
Nach me-gah galanoch dee wiesche, Reach-dee-gah iach Uhgge, ne Eos-gah, versage um wiederechte, e-onomach mee heiltes.
Me erreich dein-de, Kelost-de, i mit gelle zuviechte no um-mee ferch loch.
No il-oilechte, no il-tearchte. Kelost-gah e-no-reacht, i Yqe Azelach see harte".

Che significa:
"Muori Kelost, incatena il tuo immondo cuore a questa terra in disfacimento, dimentica il ritorno, muori e non tornare pi�. Ancora posso sentirti respirare, ucciderti � stato difficile, ma Eos, rifugio dalla disperazione, ha guidato il mio braccio. Io ti maledico, Kelost, e dal profondo degli inferi non puoi pi� torturarmi. Niente compromessi, niente lacrime. Kelost � morto, e qui � imprigionato il suo cuore".

Mentre i "grandi" sono impegnati a decifrare le scritte in Soter antico, Ben si va a fare un giro con i ragazzini del posto: in particolare il capobanda, il robusto Boolean, lo porta a vedere i posti tozzi di Osterreich.
I due, lasciando fuori altri quattro monelli, si introducono per una galleria ai piedi della rocca, mezza franata da chiss� quanto tempo.
Camminano a lungo, alla fioca luce di una candela, finch� non raggiungono, costeggiando dall'interno il fianco della rupe, una grande spaccatura aperta da secoli, franata probabilmente per un colpo di catapulta. Ci sono delle ossa di alcune persone, ormai scarnificatre e distrutte.
Attraverso la spaccatura nella parete, Ben si affaccia a godere una vista del faro, sulla cui sommit� nota un movimento di persone.
Proseguendo si sale verso la rocca, fino ad una grande stanza dal soffitto franato, con le tracce di un'antichissima battaglia. Qui Ben comincia a frugare, finch� non trova, sepolto tra le macerie, un pugnale molto bello, dalla lama ricurva. Lo prende, per bullarsene con i suoi amici. Proseguire diventa difficile, perch� il corridoio � ostruito dai ruderi, ma Ben � cocciuto e convince Boolean a scavare: e cos� i due ragazzi arrivano a mettere la testa fuori dal sotterraneo, per sbucare nella cantina della rocca, dove ci sono le provviste del pastore che ci vive, la cui voce proviene dalle scale a chiocciola che portano su.
I due goonies se ne tornano dai loro amici e si bullano della loro avventura: si mettono poi d'accordo per rivedersi pi� tardi, a sera, in modo da fare un sopralluogo nel quartiere dei contrabbandieri, a sbirciare le donne nude.
Ben torna quindi alla casa del vecchio cieco, dove gli altri hanno da poco finito di tradurre le scritte in Soter antico. E si discute sul dafarsi.
Si decide di andare l'indomani al faro a vedere se l� si trovi nascosto il Vescovo rapito: la discussione verte su chi debba andare e chi debba restare a terra, e infine si decide che i tre Cavalieri andranno al faro, e gli altri invece ad esplorare il relitto della goletta affondata qualche giorno prima.
Li aiuteranno due pescatori suggeriti dal vecchio Benjamin: Dorian, il pap� di Polly, guider� i Cavalieri al faro, mentre Icaro porter� gli altri al relitto.
Scende la sera e si organizzano i turni di guardia. Ma a una certa ora Ben si allontana, dopo aver confidato all'amica Gisela dove intende andare. Subito i cavalieri si preoccupano, Gisela spiega agli altri quale sia la meta dell'adolescente, e mentre Anders sorride bonariamente, Vincent si indispettisce e decide di seguirlo per sorvegliarlo.
Cos� Ben si incontra con Boolean, e i due attraversano il buio quartiere in rovina dove sembra che si nascondano i contrabbandieri. E l� arrivano, avanzano tra le ombre, ignari di avere il Cavaliere alle spalle, finch� non giungono ad un edificio fiocamente illuminato, con tende rosso porpora alle finestre diroccate: i due si arrampicano fino a sbirciare, e assistono ad uno spettacolo un po' spinto. Ma si annoiano ben presto, e preferiscono andare a cercare i "contrabbandieri". Scrutano un tizio orbo che mangia una zuppa in una casa diroccata e scappano via. Vin li segue di nascosto, ma prima di tornare alla casa del vecchio cieco rimane in giro per conto suo.
Spunta infine l'alba.
Sieghard affida la scatola ad Anders, e i tre Cavalieri salgono sulla barca di Dorian, diretti al faro. Approfittano della bruma per non farsi notare, ma devono avanzare molto lentamente per via del mare un po' mosso.
Lo scoglio su cui svetta il faro � abbastanza vicino alla costa, ma ci vuole tempo per avvicinarsi, senza correre rischi. Infine i Cavalieri riescono ad approdare, mentre Dorian rimane nei paraggi ad aspettarli. Loro si armano e esaminano il luogo: c'� una casupola diroccata e la torre del faro. Nella casupola non c'� nessuno, anche il faro sembra deserto. Un rapido movimento davanti ad una finestrella mette tutti all'erta.
L'accesso alla torre del faro � possibile da due porticine, chiuse, che si trovano ad una certa altezza da terra, raggiungibili per scalette a pioli di pietra.
Prima di mettersi in azione, i tre cavalieri pregano. E ad un tratto un potente tuono scuote l'aria, e Wolfried si sente pieno di ardore divino.
Si decide che Vincent prover� a sfondare una delle porticine, mentre gli altri si preparano ad entrare dall'altra parte. Tuttavia, una volta che si � arrampicato, il giovane sente un rumore dall'altra parte, come se la porta si stesse per aprire, e scende gi� in fretta.
Poco dopo gli altri due sfondano la porticina e entrano. Subito sono accolti da un tizio, che gli tira addosso una polverina, fortunosamente schivata.
L'interno del faro � piuttosto buio, i cavalieri perdono subito di vista il loro oppositore, che si nasconde dietro il pilastro centrale, in una sorta di trincea, ricavata con pezzi di barca, panche e robaccia varia.
Sieghard e Wolfried avanzano verso di loro, e mentre quest'ultimo evita di venir nuovamente colpito dalla strana polvere, Sieghard uccide un altro tizio, con il suo zweihander, da dietro alla fragile barricata.
Intanto anche Vincent riesce ad entrare, dall'altro ingresso, da cui vede una botola nel soffitto di legno che si apre, ed un tizio che tira gi�, verso il basso, una ricca manciata di polvere.
Sieghard perde i sensi, cos� come il tizio superstite dietro la barricata. Anche Wolfried cade a terra, ma qualcosa dentro di lui, forse la sua grande fede, gli impedisce di perdere conoscenza. Rimane steso sul pavimento, intorpidito, ma continua a tenere d'occhio la botola, attento.
Intanto Vincent si nasconde e cerca di capire quanta gente si trovi nella torre. Sente dei passi dal piano superiore, ed una voce di donna che parla con tono nervoso.
Poi qualcuno scende, forse per finire Wolfried e Sieghard, ma viene attaccato da Wolfried di sorpresa. I due combattono a lungo ai piedi della scaletta che conduce di sopra, e Vincent si muove velocemente per andare in aiuto del compagno: ma fa in tempo a vedere che da sopra, dalla botola, c'� un arciere pronto a sparare. Lo colpisce prima che possa far del male a Wolfried, che nel frattempo ha ucciso il suo avversario.
La botola viene chiusa da sopra, e si cominciano a sentire strani rumori provenire dall'alto.
Wolfried e Vincent si preoccupano di risvegliare Sieghard dal suo sonno misterioso, e cos� passano qualche minuto.

Intanto a riva Anders, senza dirlo ai compagni, seppellisce sotto la sabbia la scatoletta, e si prepara con gli altri a salpare verso il relitto della goletta affondata.
Tuttavia ad un tratto Gisela inizia a dire che ha strane sensazioni e che vorrebbe andare alla torre del faro. Non spiega niente di pi� di questo. Ma poco dopo si ode quel tuono fortissimo nel cielo, e anche Anders capisce che bisogna andare al faro.
Cos� Icaro viene dirottato in quella direzione, e la barca comincia ad avanzare verso l'isolotto.
Ad un tratto da l� i suoi occupanti possono vedere del trambusto sulla cima del faro: c'� una donna, che regge un grande e pesante saccone, e che si sporge sul parapetto, come per buttarsi. Infatti si butta!
Ma non precipita, al contrario inizia a volare sull'acqua del mare, lentamente, gravata dal pesante fardello.
Gisela spalanca gli occhi: ha avvertito nuovamente la strana sensazione che temeva. E pochi secondi dopo anche un altro uomo si butta gi� dalla torre, e nemmeno lui affonda, anzi, vola.
"E' il Vescovo!", dice Anders indicando il grosso sacco trasportato dalla tizia. Cerca di spingere il buon Icaro a remare velocemente in quella direzione.
E Gisela comincia a concentrarsi, per riuscire a strappare il sacco alla sconosciuta volante. Si avvicina alla prua della barchetta e pronuncia sottovoce delle rune misteriose: avverte il potere che fuoriesce dal suo corpo e lo dirige al grande sacco, che scivola dalle mani della donna volante, iniziando ad avvicinarsi. E' molto pesante e Gisela fatica molto a controllarlo, tanto che sbatte pi� volte e rimbalza sulla superficie dell'acqua. Infine, quando � a una quindicina di metri dalla barca, Gisela ne perde il controllo.
Anders si tuffa in acqua, per recuperarlo.
Intanto per�, mentre la donna volante � schizzata all'indietro una volta perso il fardello, l'altro sta volando molto basso sull'acqua, verso la riva, verso la spiaggia.
"Fermatelo! Correte a riva: vuole la scatoletta!" grida Anders, dall'acqua, mentre raggiunge il sacco gi� mezzo affondato. E' effettivamente il vescovo. L'eremita cerca di tenerlo a galla e di liberarne la testa per farlo respirare: � difficile capire se sia vivo o morto.
Intanto il povero Icaro sta remando come pu� per seguire il tizio volante, e Gisela, sebbene stanchissima, cerca di usare il suo potere per fermarlo: ma non ci riesce, � come se si agganciasse a lui, non potendo pi� liberarsi. E viene quasi sbalzata fuori dalla barca: fortunatamente Ben e Scarlet sono lesti a riacciuffarla per i piedi.
Tuttavia lei � trascinata in avanti con grande violenza, il dolore che sente � molto intenso, e dietro di se trascina avanti tutta la barca.
Gisela, sporta fuori dalla barca, osserva l'acqua del mare ribollire sotto il passaggio del tizio volante, assume una colorazione verdastra ed un odore di zolfo.
La riva si avvicina pericolosamente, e con essa gli scogli, verso i quali la piccola imbarcazione avanza, Gisela sporta in avanti.
Per fortuna l'impatto non � troppo violento, la barca si impenna e la ragazza cade all'indietro, stremata.
Ma il tizio gi� sta sulla riva, guardandosi intorno con sguardo spiritato, come se cercasse qualcosa.
Subito Scarlet e Ben gli si lanciano contro, mentre Gisela prende l'arco e inizia a mirare.
Il tizio utilizza un maleficio contro Scarlet, che gli � molto vicina, colpendola al viso e al braccio con delle lame di luce.
Quindi Ben lo raggiunge, e lo colpisce con il suo pugnale. Anche Gisela lo ferisce con una freccia. Ma il mago lancia un'altra lama di luce contro il ragazzino, colpendolo alla gamba. Ben tuttavia resiste, rimane in piedi e continua a pugnalare il mago che, infine, cade sotto i suoi colpi.
Ben si butta a terra, e subito viene raggiunto da Gisela, preoccupata per lui e per Scarlet: le loro ferite sono nette, pulite, cauterizzate. Scarlet ha ricevuto una lama di luce in testa, ma presto riprende conoscenza.
Intanto alla torre i cavalieri riescono a sfondare e arrivano al piano di sopra: ma qui c'� confusione, due cadaveri abbandonati, e vento che arriva dalla botola che conduce alla cima della torre.
Ma non c'� nessun altro: Wolfried cerca dei rampini e una corda con cui qualcuno avrebbe potuto calarsi, ma niente: si vede poi un grande uccello in lontananza che plana sulla rupe, distante. E la barca con Anders che si avvicina a qualcosa. C'� poco tempo da pertede: mentre Vincent resta al faro a cercafre indizi interessanti, gli altri si fanno portare da Dorian verso la costa: recuperano lungo la strada Anders con il vescovo moribondo.
E tutti tornano a riva.
Qui c'� il cadavere del mago, il cui sangue sta scolando e raggrumandosi tutto in un punto, esattamente l� dove Anders ha sepolto la scatola. Il sangue ha impregnato tutta la sabbia, e ora � untuoso sulla scatoletta, che viene recuperata e pulita.
I feriti sono curati, e tutti vanno a casa del vecchio Benjamin, dove mettono il Vescovo a letto.
Anders e Gisela vanno a cercare erbe curative e lungo la strada Anders chiede alla ragazza spiegazioni, finch� lei non riconosce di avere dei poteri misteriosi. L'eremita promette di difenderla se cercheranno di accusarla per questo.
E' svenuto, e solo dopo molte ore riprende conoscenza: la lucidit� la riacquista lentamente, all'inizio neanche ricorda pi� chi sia, poi pian piano riprende colore e parla, al mattino.
Durante la notte viene vegliato da Benjamin e dai Cavalieri.
Intanto � interrogato il prigioniero, che dichiara di essere stato reclutato ad Hellendorn insieme ad altra gente, da un gruppo di persone che costituiscono una sorta di "confraternita nera", dotate di poteri misteriosi. Dice di aver fatto alcuni lavori per loro, e che adesso c'� stato un contrattempo, ossia che la goletta con cui dovevano portar via il Vescovo � misteriosamente affondata, e ora hanno mandato un uomo alla villa di Leopold, uno della Confraternita, per prenderne un'altra: arriver� probabilmente tra qualche giorno.
Il prigioniero sta docile e non fa niente per liberarsi e fuggire.
La mattina finalmente si parla un po' con il Vescovo.

Il Vescovo sembra infine padrone di se stesso, ascolta con molta attenzione il resoconto dei cavalieri e si mostra molto preoccupato per il contenuto del cofanetto.
Legge le iscrizioni su di esso e anche lui non sa cosa convenga fare: � opportuno che l'oggetto sia portato in segreto al sicuro in qualche monastero, non avrebbe mai dovuto essere spostato da Vallombrosa. Il Vescovo insiste molto anche sul problema della segretezza, perch� sembra che gi� troppe persone sappiano dell'oggetto, ed � bene che ne perdano le tracce il prima possibile. Quindi lui, che � cos� noto e individuabile, non deve tenere la scatoletta, che andr� invece trasportata dai cavalieri da qualche parte.
Insomma il Vescovo non sa dire niente di nuovo agli stanchi membri del gruppo, i quali decidono quindi di andare ad interrogare il prigioniero: vogliono infatti capire se i rapitori del Vescovo avevano o meno dei basisti nella citt�. Il prigioniero conferma simili sospetti e fornisce la descrizione di due brutti ceffi, che bazzicano la zona dei contrabbandieri.
La giornata passa tranquilla, scende infine la sera e i cavalieri si organizzano per fare i turni di guardia, mentre Anders si trova un posto sulla riva del mare per dormire.
Proprio durante il turno di Sieghard, il giovane cavaliere ode uno strano gorgoglio che proviene dal rudere dove � tenuto il prigioniero.
Si precipita sul posto giusto in tempo per vedere il prigioniero sgozzato e una sagoma che si allontana di fretta; prova a seguirla chiamando l'allarme ai compagni, e Vincent e Scarlet si lanciano all'inseguimento verso le mura della citt�.
Nel frattempo all'interno della casupola sono tutti svegli, Wolfried si posiziona sulla porta per controllare che nessuno entri, gli altri sono ben attenti, temendo un agguato. Il prigioniero � stato sgozzato nel sonno, forse anche il Vescovo � in pericolo!
Wolfried dice a Gisela di spegnere la lanterna, e la ragazza esegue. Ma proprio allora la lanterna ricomincia a sfavillare autonomamente, e subito dopo una figura compare alla finestra e spara delle lame di luce sul lettuccio dove sta coperto il Vescovo.
Con una velocit� sovrumana, il vecchio Benjamin Wahrheit si lancia fulmineo sul Vescovo, facendogli scudo col suo corpo. E viene al suo posto colpito dai dardi luminosi, che lo uccidono sul colpo.
Davanti agli occhi esterrefatti di Gisela, Ben e Wolfried, il corpo senza vita di Wahrheit si rinsecchisce a vista d'occhio, tanto che sembra essere morto ormai da molti anni. Emana una grande santit�.
Nel frattempo un cupo lamento echeggia nell'aria e Sieghard arriva addosso alla donna che, attraverso la finestra, ha lanciato l'incantesimo contro il Vescovo. Ella leva gli occhi al cielo, con lo sguardo sconvolto, ma il Cavaliere non perde tempo in chiacchiere e la colpisce a morte col suo spadone. La donna viene segata in due all'altezza della vita, il suo sangue disegna un triste arco nell'aria.
Proprio in questo momento Anders si desta di soprassalto dal sonno, spalanca gli occhi e vede un grande arcobaleno notturno che avvolge la citt� di Osterreich in un minaccioso abbraccio.
Subito lancia un grido, attirando l'attenzione di Sieghard, e tutti quanti tornano nella casupola, dove nel frattempo � stata riaccesa la luce. Anche Vincent e Scarlet rinunciano all'inseguimento tra le rovine e tornano nella casupola.
Si percepisce una tensione nell'aria, come di una minaccia latente. Ed ecco che comincia ad arrivare, dalla citt�, un basso cantilenare, alternato a grida improvvise, e l'odore di fumo, e il vago chiarore di edifici in fiamme.
Rare sagome si intravedono muoversi come animali tra le rovine, e urla disperate, e risate sghimbesce e blasfeme.
Ed ecco che le ombre prendono ad avvicinarsi, e su una parete non distante qualcuno sta tracciando gli antichi caratteri del Soter, utilizzando il sangue di un bambino.
Ma una piccola figura corre verso la casa, gridando. E' la piccola Polly, che corre zoppicando, in lacrime, chiamando il nome del vecchio Benjamin. Ma Vincent si piazza sulla porta ad accoglierla con un colpo di piatto alla testa. E la bambina stramazza morta al suolo: ha dei coltellacci piantati nella schiena, stava fuggendo da chiss� che di terribile.
La minaccia si avvicina sempre pi�. Sono decine di uomini, donne, vecchi e ragazzi che, brandendo armi di fortuna, stanno avanzando disordinatamente verso la casa, attraverso la porta della citt�, scavalcando le brecce del muro, tutti con uno sguardo folle e sanguinario. La loro caotica orda � lenta ma imponente, spesso al suo interno si scatenano violente risse, che terminano nel sangue.
Diventa necessario abbandonare la casupola di corsa, cos� mentre Ben scavalca la finestra e si nasconde tra i ruderi, Sieghard prende in un sacco il santo corpo di Benjamin Wahrheit e si prepara ad uscire, seguito dagli altri cavalieri, poi da Scarlet e da Gisela, infine da Anders, che porta sulle spalle il Vescovo, privo di sensi.
Gli occupanti della casa sono attaccati a ripetizione da una gran quantit� di gente, grossi pescatori armati di fiocine, massaie con coltellacci, contrabbandieri e vecchietti inermi. Non c'� alternative al farsi largo tra la folla, e mentre Wolfried cerca di non uccidere mai i suoi avversari, gli altri cavalieri e persino Scarlet e Gisela non esitano a colpire sul serio, l'una con la spada, l'altra con le sue frecce. Anders tuona contro lo spargimento di sangue, invano.
Sieghard, una volta arrestata la prima avanzata, riesce a passare il sacco contenente la scatoletta al giovane Ben, pi� veloce a raggiungere un luogo sicuro. Il ragazzo comincia ad arrampicarsi sugli scogli per oltrepassare il capo e abbandonare la baia della citt�.
Gli altri seguono il ragazzo a distanza, prima Anders con il Vescovo, poi le ragazze, infine i cavalieri. Sono costretti ad avanzare lentamente in fila indiana su uno stretto passaggio tra gli scogli, con la rupe a picco sulla destra e le onde del mare a sinistra.
E' difficile e scivoloso, una caduta potrebbe essere rovinosa.
Chiude la fila il coraggioso Wolfried, che viene distanziato dai compagni perch� non pu� avanzare, continuamente ingaggiato in combattimento dai feroci e folli villici.
Ben per primo raggiunge la spiaggia e si ferma a prendere fiato.
Il ragazzo � molto curioso della scatoletta, tanto che apre il sacco di Sieghard per estrarla.
Ma grande � la sorpresa e l'orrore quando percepisce che la scatoletta ha perso la sua forma abituale, ed � come se fosse ricoperta da una carne viva e palpitante, sanguinolenta. Ne percepisce il battito, ed una solidit� interna quasi impercettibile. Ben tiene in mano quello che sembra un vivo cuore di un enorme animale.
Spaventato, il ragazzo rimette l'arnese nel sacco, nascondendosi.
Nello stesso tempo Anders si ferma in preghiera, e ode nella sua mente una minacciosa voce che gli ordina: "COLPISCI LA MONTAGNA CON IL TUO BASTONE, FEDELE!".
L'uomo ubbedisce, e proclamando il nome di Eos scaglia il suo bastone contro la roccia che incombe.
Ed ecco che, dopo qualche attimo di silenzio, dalla montagna si sprigiona un cupo brontolio, che cresce incessantemente.
Tutti provano ad accellerare il passo, mentre si aprono crepe e fenditure, che culminano in una violenta frana, che travolge gli inseguitori e che Wolfried riesce a schivare per un soffio.
Il gruppo, stremato ma salvo, si riunisce sulla spiaggia dove gi� si trova Ben, che racconta solo a Gisela della trasformazione della scatoletta, adesso tornata alla sua forma originaria.
Il gruppo si mette quindi in marcia verso la strada, dove arriva ad accamparsi alle prime luci dell'alba.
In giornata un gruppo di cavalieri diretti a Capo Horn sono intercettati dai nostri eroi, che vengono quindi finalmente scortati dalle Dame della Carit� pi� vicine.
Qui il Vescovo, ammalato di polmonite e stravolto per le peripezie vissute, viene curato, e anche gli altri feriti sono coccolati dalle Pie Donne.


Prosegue nel capitolo terzo: il monastero di Torenburg