Etimologia
Il termine, di chiara derivazione
Shanti, è sopravvissuto per tutta l'
età dei Khan per poi diffondersi, inalterato nel significato e nella pronuncia, nei territori
Greyhaven,
Delos e
Lankbow. E' probabile che si tratti della contrazione dei due lemmi
Phaeg (demone, spirito maligno) e
Fhagal (folle, visionario). Il significato letterale della parola è quello di
posseduto, ma tra le sue accezioni più comuni vi è anche quella di "messaggero".
Differenze con Sekhmet e Runihura
Il significato della parola
Pfhaegal non è in alcun modo assimilabile a quelle comunemente utilizzate per descrivere i seguaci della Tenebra: il
Pfhaegal è spesso una vittima inconsapevole dell'entità con cui entra in contatto. Al contrario è proprio l'incapacità di concepire il senso e il significato delle visioni e suggestioni di cui viene fatto oggetto a compromettere la sua sanità mentale.
Particolarità e caratteristiche
Anche se le modalità con cui le entità ultraterrene scelgono i loro
Phaegal sono ignote, gli studiosi dell'occulto sono riusciti ad isolare alcune caratteristiche che tendono a rendere alcuni individui più suscettibili di altri. Queste sono:
- Il possesso di Yoki, pur se in modeste quantità, specie in mancanza di una istruzione e/o padronanza adeguata.
- Una intelligenza fuori dal comune, specie in mancanza di una adeguata metodologia e/o capacità di analisi a supporto della stessa.
- Una sensibilità accentuata nei confronti della realtà e/o uno spirito di osservazione fuori dal comune: i Pfhaegal sono spesso degli artisti - quasi sempre pittori, poeti o scultori - attratti in modo più o meno consapevole dai misteri e dalle suggestioni dell'ignoto.
Le impronte dei Pfhaegal: i Thrad
Caratteristica peculiare di quasi tutti i
Pfhaegal è quella di avvertire la necessità di produrre una testimonianza tangibile delle proprie esperienze e visioni. Questo avviene solitamente per mezzo di disegni, scritti o altre creazioni artistiche collegate alle caratteristiche della persona. Sono proprio queste opere, nelle quali l'occhio esperto ha spesso modo di ravvisare l'influenza del sovrannaturale, a mettere alla luce l'identità dei rispettivi autori. Il nome che viene comunemente dato a questo tipo di testimonianze è
Thrad, termine che in lingua
Shanti significa
segno o
impronta e la cui pronuncia è molto simile al termine Elfico
Threat (
pericolo,
minaccia). Non di rado, per metonimia, si tende a utilizzare
Pfhaegal anche per riferirsi ai rispettivi
Thrad.
Non è infrequente che i
Thrad manifestino nel corso del tempo, specie a seguito della morte del loro autore, poteri o particolarità fuori dal comune o persino sovrannaturali. Per questo motivo rivestono un particolare interesse non soltanto per la
Chiesa della Luce ma anche per gli emissari della tenebra, nonché per molti ricercatori di arti magiche: oggetti da distruggere o bandire per la prima, reliquie da recuperare o controllare per i secondi, manufatti da studiare o collezionare per gli ultimi.
Distruggere un Thrad
Analogamente a quanto avviene per molte reliquie o lasciti di entità sovrannaturali, la distruzione di un
Thrad può essere un'operazione molto più difficile o complessa del previsto. Esistono casi documentati di sacerdoti che, ansiosi di eliminare l'oggetto con gli strumenti a loro disposizione, sono caduti vittima dell'influsso malefico sprigionato dallo stesso diventando a loro volta dei
Pfhaegal. Tali circostanze hanno spinto gli studiosi a ritenere che vi siano
Thrad nati appositamente per spingere l'incauto inquisitore alla loro distruzione, condizione necessaria per sprigionare il loro vero potere. Per questo motivo la pratica invalsa nel corso dei secoli è quella di recuperare l'oggetto e custodirlo con cautela in un luogo sicuro evitando accuratamente di danneggiarlo, bruciarlo o romperlo. Eventuali tentativi di distruggere un Thrad vengono solitamente effettuati all'interno di luoghi appositamente preposti e/o al termine di un rituale adeguato.