L'unificazione dei clan ummariti
Non è chiaro quando esattamente e in quali modi Ummar riuscì a conquistare la primazia assoluta per sé e per il suo clan all'interno della variegata etnìa ummarita. Gli Ummariti erano infatti divisi in vari clan facenti capo a tre tribù principali: Ariobristi, Terebinti e Telcmerbi. Ummar era figlio di
Ongmar, capo del clan Argun della tribù principale degli Ariobristi. Alla morte del padre, probabilmente intorno al 200 p.F., procedette all'eliminazione dei due fratellastri maggiori e dei capi dei clan Angher e Arband, che erano dominanti nella tribù. Quindi, accordandosi con la maggior parte degli altri capi e facendo incriminare i dissidenti, pose tutta la tribù degli Ariobristi sotto il proprio controllo. Decisa la migrazione nella grande assemblea del loro popolo nel 228 p.F., probabilmente a causa di nuovi, difficili equilibri tra le tribù nomadi dell'Est, ricevette il comando del popolo intero anche da parte delle tribù dei Terebinti e dei Telcmerbi.
L'invasione di Turn
La calata degli
Ummariti nei
Temi del Nord colse di sorpresa i governanti turniani che non avevano avuto avvisaglie. Pertanto non fu possibile organizzare una difesa, anche per i difficili rapporti con il governo centrale del debole
Imperatore Merobaudes. Ciò consenti a Ummar di dilagare velocemente oltre gli
Allston. Apparve subito chiaro infatti che l'obiettivo degli Ummariti non era insediarsi nei
Temi del Nord o saccheggiarli particolarmente, ma penetrare rapidamente verso il più ricco (e caldo) sud, fino alla stessa Capitale. Già ad aprile del
229 p.F. gli Ummariti ponevano l'assedio a
Turn.
Dopo un rapido e feroce assedio di pochi mesi, tra l'altro caldissimi, oltre ogni media stagionale, la città impreparata e divisa, con il
Patriarca Viduus già fuggito a
Delos, si arrende alle orde di Ummar, che la devastano.
Merobaudes è decapitato.
La reazione delle forze vive dell'antico Impero e il regno di Turn
La reazione tuttavia non tarda ad arrivare. A Nord
Harald Greyhaven, il
Custode dei Temi del Nord, riunisce i Duchi, proclama il
Granducato e di fatto sbarra la strada agli Ummariti, ove avessero voluto ripiegare verso settentrione. A
Delos la morte dell'attendista
Anilius e l'incoronazione di
Ioudianos aprono la strada alla rivalsa imperiale. Nel maggio del
230 p. F. l'
Imperatore Ioudianos con la sua cavalleria avanza velocemente verso
Turn.
Ummar nei mesi precedenti, capita presto la necessità di organizzarsi ormai nel nuovo territorio, si proclama "Atararvaturn", che nella lingua ummarita significa "re di Turn", dando vita ad una nuova, effimera, entità statale nella parte sudoccidentale dell'antico Impero. La caratteristica singolare della corte di Ummar è l'acquisizione piuttosto becera di alcune forme del rituale imperiale turniano per accreditarsi agli occhi del mondo di
Sarakon. Sicché fu possibile vedere il nuovo re rivestito della porpora e degli scettri dei grandi
Imperatori di Turn, ma con pesanti gemme, bracciali e corone, frutto della tradizione metallurgica nomade. La burocrazia stentò però a riprendere fiato, anche perché i Senatori, i generali e i grandi funzionari della corte turniana aspettavano con ansia l'intervento della parte orientale, di
Delos, e non avevano molta intenzione di compromettersi con i nuovi signori. Più intransigente ancora fu la
Chiesa, che era divenuta una vera potenza sotto l'impero di
Merobaudes e che si fece portavoce della resistenza all'invasore pagano o semipagano: molti monasteri e persino molte città, sotto la guida di Igumeni e Vescovi-Metropoliti, riuscirono ad impedire addirittura l'accesso ai soldati e agli emissari di Ummari, rimanendo di fatto indipendenti. Ummar, temendo la reazione orientale, tentò addirittura di aprirsi la via di un appoggio internazionale, mandando ambasciatori con le sue insegne nell'appena sorto Emirato di
Zedghast, ma pare che quando essi giunsero il suo destino si era già compiuto.
Quando
Ioudianos invase il suo territorio, Ummar, completamente isolato, si vide costretto a giocare il tutto per tutto con la carta più confacente al carattere del suo popolo e che l'aveva fino a quel momento fatto trionfare: la battaglia. Il 16 giugno del
230 p.F. le orde riunite di Ummar si scontrarono con la cavalleria catafratta imperiale nella piana di
Sufentula. La superiore organizzazione delle forze di
Ioudianos portò gli imperiali alla vittoria, ma Ummar riuscì a non cadere nelle mani del nemico. Durante una disperata fuga verso
Turn, mentre le città chiudevano le porte di fronte al loro mai riconosciuto re e avuta la notizia che nella Capitale i suoi ministri, il figlio
Engmar e il fratello
Ofbar, erano stati trucidati dalla popolazione in rivolta, Ummar decise di togliersi la vita.
La fine
I compagni del re riuscirono a preservare il corpo dalla cattura, nascondendolo e seppellendolo nei più profondi anfratti montuosi dell'Impero, mentre
Ioudianos entrava da trionfatore a
Turn e restaurava il
Patriarca Viduus sul suo soglio, togliendogli però ogni prerogativa politica.
E' perché Ummar non cadde in mano nemica che ancora oggi gli eredi del suo popolo, dispersi e rintanati in quelle stesse montagne, venerano la sua memoria e nominano i loro capi con un derivato dal nome di Ummar, come l'ultimo Atararvaturn di cui si sappia:
Ummarhad (vedi la voce
Ummariti).