Le aspirazioni imperiali
L'influenza che il giovane
Duca ha presso la corte da quando detiene il titolo di
Curopalata e la straordinaria gloria ottenuta vendicando l'
Imperatore Romanòs sul campo di battaglia fanno presagire per lui un destino eccezionale: il soglio imperiale infatti è rimasto vacante ed è apparso chiaro, dalla morte di
Michaìl I, che, mancando un legittimo erede dinastico, l'arbitra delle sorti dell'
Impero è l'
Imperatrice Zoì, vedova del grande
Aléxios Komninnos e unica rappresentante del potere imperiale. Chi sposa lei, ottiene la corona.
Tuttavia le aspirazioni di Nikephoros sono presto frustrate: prima il
Pakurianòs, poi lo screditato
Katakalòn gli vengono preferiti nelle grazie dell'ambigua sovrana.
Quando però, all'incoronazione di
Andronìkos II Katakalòn, scoppia nel
452 p.F. la guerra civile in tutto il territorio imperiale, è proprio al Briennios, onusto di gloria militare, che gli occhi di tutto il popolo, dell'aristocrazia e del clero guardano con maggiore speranza.
Conseguentemente contro di lui schiera il meglio delle sue truppe il novello
Imperatore, consapevole del fatto che, abbattuto Nikephoros Briennios, la rivoltà sarà sedata.
Dal nord si muove in contemporanea il
Prostate di Confini,
Ghiannis Dunchas, che ha convinto a seguirlo le schiere dei
Nani, dal mare
Niketas Melixenos, lo
Stratego di
Rhodos e
Drungarios della Flotta. Tutti contro il
Katakalòn ma non in perfetto accordo tra di loro.
Presso le coste del
Tibur, non molto lontano da
Turn, l'antica Capitale, Nikephoros Briennios distrugge l'esercito imperiale in un'epocale battaglia e si affretta per raggiungere
Delos. E' però più rapido il
Dunchas che, stretto un accordo con il
Melixenos, viene proclamato
Imperatore.
L'alleanza presto raggiunta tra tutti i ribelli, il
Senato e il clero costringe Nikephoros Briennios ad accettare l'esito della guerra civile, a riconoscere il potere di
Ghiannis I Dunchas e a ritirarsi nel suo
Ducato.
I lunghi anni nell'isolamento
Ritornato a
Dyrrachion e deluso, Nikephoros non uscì più dai confini del suo Ducato, né si fece più rivedere nella Capitale.
Dedicò tutte le sue energie a rendere il territorio affidatogli il più ricco possibile, a rafforzare le proprie milizie e a cementare nel suo popolo un senso di appartenenza e di distacco dal potere imperiale di
Delos. A tal fine rese più solenne il cerimoniale del suo ufficio e trasformò il Palazzo del Duca di
Dyrrachion in una sorta di piccola corte concorrente con quella deliota.
Ciò attirò l'attenzione, e in parte la simpatia, di quanti nei Temi occidentali erano poco convinti della politica e della personalità del
Dunchas e soprattutto del clero occidentale, dipendente dal
Patriarca di Turn, che vedeva nel
Duca il modello di un reggitore politico più sensibile all'autonomia della Chiesa di quanto non fosse il
Divino Interprete che sedeva sul trono di
Delos.
Ghiannis I ovviamente non poteva accettare di buon grado una simile evoluzione; sapeva però di non avere la possibilità di impegnare un
Impero già provato in una nuova guerra civile contro il più forte dei suoi
Strateghi. Preferì dunque aspettare, rafforzare la sua posizione e legare a sé i governanti degli altri Temi occidentali, soprattutto l'
Esarca di
Ausonìa, per togliere in tal modo humus ad eventuali colpi di testa e tenere sotto controllo il
Patriarca di Turn, il quale comunque non teneva un atteggiamento apertamente filodyrrachiota.
Stranamente il
Duca non pensava alla propria successione, rifiutando ogni proposta di matrimonio.
Fallite le nozze imperiali con
Zoì Dalassena, sembrava che nulla potesse più interessarlo in questo senso, neanche l'idea di una rivalsa.
Affidò infine la successione al figlio di sua sorella
Theodòra Raulena Briennia, che si chiamava anch'egli Nikephoros, adottandolo come proprio figlio nel 483 p.F.
In un piovoso giorno di ottobre del 491 p.F. si spense nel suo Palazzo di
Dyrrachion all'età di 71 anni. Oggi riposa in un maestoso sepolcro nel
Mausoleo dei Brienni.
Nikephoros I Briennios e la compagnia di Vintemberg
I membri della compagnia di
Vintemberg sono entrati in relazione con Nikephoros I durante l'avventura che li ha condotti a
Delos nel
508.
Aska e
Cormac in particolare sostengono di aver incontrato in più di un'occasione lo spirito del defunto Duca e di aver interagito con lui. Dalle informazioni dirette e indirette che ne ricavarono hanno ritenuto di poter dire che il rapporto tra il Duca e l'
Imperatrice Zoì fu anche personale e non solo legato ad un eventuale e mai realizzato matrimonio politico.