L'infanzia e l'adolescenza
Essendo nato nella porpora, tutte le attenzioni dell'
Imperatore e della sua corte furono volte alla formazione di colui che avrebbe dovuto consolidare la dinastia.
Michaìl fu fin dalla più tenera fanciullezza formato alle arti della scherma e dell'equitazione e l'attività fisica venne sempre accompagnata da un serio approfondimento culturale su testi di storia, tattica, geografia, teologia, diritto. Le migliori menti dell'Impero furono coinvolte nell'educazione del Porfirogenito.
Egli del resto dava grande soddisfazione ai suoi maestri, mostrandosi valente in ogni arte e sensibile all'apprendimento. Un solo campo del sapere coltivava in proprio, all'insaputa del padre: la lettura dei componimenti poetici dell'antica civiltà marittima di
Delos e dell'antica
Turn.
Egli stesso fin dall'età di sedici anni si dedicava alla composizione di epigrammi, liriche, raffinati poemetti; ogni verso vergato dal suo calamo testimoniava la sua profonda cultura e la sua sottile vena poetica.
La successione
L'Impero che Michaìl si trovò a governare dopo la morte del padre era stato duramente prostrato dagli anni di malgoverno dell'
Imperatrice Zoì, dalla guerra civile, dalle guerre con
Abbùl. L'entusiasmo della ricostruzione che aveva contrassegnato gli anni di regno dello
Splendore dei Viventi si andava ormai spegnendo e si mostravano evidenti le piaghe non rimarginate.
La formazione militare e al tempo stesso culturale e religiosa impartita al giovane Michaìl fin dalla più tenera età gli sarebbe stata certamente utile per proseguire l'opera paterna, senza che la sua successione fosse vista come una debolezza né fuori
Delos né all'interno. Così anche la corte e i governanti locali non avrebbero mai osato contraddire il suo potere.
Questo sembrava garantire una certa stabilità, la pace e il progresso della ripresa economica.
Il matrimonio
Un elemento di crisi però si affacciò ben presto. L'Imperatore Michaìl pretese di sposare, dopo lunghi anni di celibato, una principessa barbarica dal nome per i Delioti impronunciabile, che fu ribattezzata
Eudocia Varanga.
Ciò avvenne il 12 maggio del 483 p.F. e suscitò amplissimo scandalo nella corte, nel clero e in tutti i Temi dell'
Impero. L'unico motivo di un tale matrimonio era l'amore, cosa impensabile per il sovrano autocratore di
Delos, scoppiato improvvisamente e furiosamente al tempo stesso.
L'autorità del figlio di
Ghiannis I era tuttavia così forte che nei primi tempi la situazione rimase sotto controllo.
La piccola Anna
Tutto cambiò, quando la nobiltà, il clero e il popolo tutto compresero che dopo il difficile parto della
Porfirogenita Anna, nata il 12 ottobre del 484 p.F., non ci sarebbe stata più altra nascita nella coppia imperiale e che lo Stato sarebbe rimasto privo di un erede maschio.
L'ultimo decennio del regno di Michaìl II fu contrassegnato da un vero e proprio stato di tensione e di contrasto tra l'
Imperatore, isolato, e l'aristocrazia, che richiedeva a gran voce il ripudio dell'Imperatrice Eudocia e la procreazione di un Porfirogenito maschio. Al contrario il sovrano si ergeva a protettore della sua piccola figlia,
Anna, e meditava chiaramente, questo era il sospetto generalizzato, di farla assurgere al trono alla sua morte.
Per un Impero ancora sconvolto dagli anni di regno dell'
Imperatrice Zoì era evidente che una successione femminile fosse un'eventualità letteralmente spaventosa.
Solo dai Temi occidentali proveniva un lontano quanto ambiguo sostegno alla politica dell'
Imperatore.
Quando, per la pace dello Stato, lo stesso clero, solitamente intransigente nei confronti dei divorzi, si dichiarò disponibile, nella persona del
Patriarca, a concedere la dispensa per il ripudio, la posizione dell'
Imperatore divenne quasi insostenibile.
Gli ultimi anni e la morte
Michaìl II, isolato dai suoi nobili, dai suoi Metropoliti, dal suo popolo, viveva ormai rinchiuso nelle sue residenze imperiali e disertava persino le più consuete occasioni ufficiali. Solo nella Basilica era sempre visibile sul suo seggio, a ricordare al
Patriarca che per una volta era il Divino Interprete ad interpretare più rigorosamente il dettame di
Pyros.
Nessuno d'altra parte osava ribellarsi contro di lui: i governanti locali e gli alti gradi dell'esercito ricordavano il giovane che era stato tutte le speranze del padre e che con lui aveva combattuto contro
Abbùl, il clero provava soggezione per la sua autorità morale, il popolo, pur criticandolo aspramente, al tempo stesso lo compativa.
Lo stato di frizione tra l'autocratore e gli apparati tuttavia avrebbe portato presto ad un periodo di profonda crisi economica e sociale, che avrebbe invalidato tutta l'opera di ricostruzione avviata da
Ghiannis I.
Nel 500 p.F. una tremenda malattia colpisce l'ancora giovane
Imperatore e, dopo pochi giorni di febbri altissime, lo consuma nel suo purpureo giaciglio il 10 aprile, nello stesso istante in cui il
Patriarca di Delos, all'interno della Basilica, innalzava il canto di preghiera per
Dytros.
I funerali e la successione
Vennero celebrati per Michaìl II i funerali più solenni nella storia dell'
Impero: durarono dieci giorni, tutta la città fu listata a lutto, sfilarono tutti gli
excubitores imperiali e tutto il clero del
Tema di Delos.
L'Imperatrice
Eudocia si ritirò nel Monastero del
Santo Ichario Epopte. La
Porfirogenita Anna restò custodita nel
Palazzo delle Blacherne.
Il
Senato e il
Patriarca, in assenza di un'indicazione esplicita dell'
Imperatore, si affrettarono a proclamare il successore di Michaìl II nella persona dell'anziano
Sebastocràtore Constandìnos Dunchas, fratello di
Ghiannis I e zio del defunto sovrano.