Il Voivodato di Tepesti


L'ordine del Drago



Estratti dal diario di Vanjar Karnstein

Villaggio di Iernigova, 12 gennaio 658

Il destino gioca strani scherzi.
Sono arrivato per caso in questo paesino sperduto tra colline coperte di neve, lontano dalle strade pi� frequentate, inseguendo una storia che mi ha raccontato un mercante gi� a Bardejov, a proposito del figlio di un boiardo di qui che sarebbe afflitto da una strana malattia. Niente di particolare insomma, un lavoro simile a molti altri che, con alterno successo, ho svolto in questi anni.
Fa un freddo da lupi, ed in mezzo ad una tormenta di neve sono arrivato nella locanda del villaggio, dal rassicurante nome de �il capro nero�. Inaspettatamente all�interno c�erano diversi avventori forestieri e, con mia somma sorpresa, ho riconosciuto seduto a un tavolo in disparte Burian, il Lupo Grigio.
Erano anni che non avevo sue notizie. � sempre lo stesso guerriero di un tempo, e nei suoi occhi gialli brilla ancora l�odio che lo ha divorato ininterrottamente fino ad oggi. Insegue le ombre a cui anch�io do la caccia e, come � tipico del suo sangue Vatravo, ha interpretato il nostro fortuito incontro come il segno che dovremo percorrere un nuovo tratto della nostra strada fianco a fianco.
L�apparizione di Burian � stata fugace � si � subito allontanato per andare a svolgere delle indagini � ma � stata seguita da un altro incontro, anch�esso inatteso. Si tratta di un giovane boscaiolo che conobbi un paio di anni addietro, a cui svan� misteriosamente la sorella. Mi ha riconosciuto ed abbiamo scambiato qualche parola. Il ragazzo continua a cercare la giovane, contro ogni buon senso e a dispetto di ogni speranza. La sua caparbiet� mi ha colpito, tanto che gli ho domandato di accompagnarmi in una commissione che ho svolto di l� a poco.
La commissione che ho svolto� � a causa di essa che mi trovo adesso a questa scrivania, con la luce di una candela che illumina pareti sconosciute, mentre il letto di un uomo morto da poco tempo ha lenzuola pulite che mi aspettano. E no, non ho nessuna voglia di dormire.
Sono a casa di una donna preziosa, Anna Basilj, moglie del carpentiere. Il suo sangue conserva tracce gitane ed � lei, con le sue conoscenze botaniche, a prendersi cura dei malati di questo villaggio. Non nego che saperla addormentata a poca distanza dal mio letto, appena oltre questa parete, riesce ad inquietarmi. La sua prudenza e la pacata saggezza che dimostra mi ha colpito: ha appeso trecce d�aglio nei pressi delle finestre di questa casa. Sua sorella e il di lei marito sono recentemente morti, lui per una caduta in un fosso e lei a causa del dolore, lasciando un bimbo di un anno, di cui la zia si prende amorevolmente cura.
Ebbene, dopo pranzo, dalla locanda in cui mi trovavo, sono venuto qui a parlare con Anna Basilj, portando con me il boscaiolo Ladimir. Il giovane mi ha fatto notare una grossa testa di lupo inchiodata sul portone della chiesetta nella piazza del villaggio. Il sangue rappreso e in parte congelato dona al trofeo un aspetto minaccioso. A giudicare dai discorsi che si sentono in locanda, sembra infatti che i lupi siano particolarmente aggressivi quest�inverno, e per questo la superstizione dei paesani ha portato all�uso di feticci protettivi come questo.
A casa di Anna Basilj ho appreso qualcosa di pi� sul conto del figlio del boiardo Ysevold. Si tratta di un giovane sui trent�anni di nome Vladislav. � malato da tempo, mi racconta lei, si dice matto e lunatico, spesso aggressivo. Spesso un servitore del castelo, tal Victor, si reca da lei per acquistare erbe calmanti: � privo di un occhio e si mormora che sia stato proprio Vladislav ad accecarlo. Si dice anche che lo tengano incatenato, almeno cos� racconta la moglie di Piotr il fabbro, una gran pettegola secondo cui a suo marito sarebbero state commissionate delle catene per Vladislav. Sembra che sia matto come un cavallo e forte come un toro.
Decido di andare quanto prima al castello, nonostante da pi� voci mi venga ripetuto che il boiardo non navighi nell�oro e che quindi non devo illudermi su grandi ricompense. Poco male: anche se riesco a vedere il fondo della mia borsa, inizio a nutrire per questa vicenda un interesse che va al di l� del mio lavoro di medico.
Il castello del boiardo � a circa quattro miglia dal villaggio, e con un tempo cos� pessimo � impensabile andarci. L�attesa mi infastidisce in modo particolare perch� avrei piacere di visitare il giovane entro i prossimi giorni, in occasione della luna piena.
Per meglio fissare nella memoria l�aria che si respira in questo isolato villaggio, e per ingannare il tempo in attesa del sopraggiungere del sonno, credo che sia utile spendere qualche riga sulle persone che ho visto nel corso della giornata.
  • Un uomo che per il suo atteggiamento taciturno e per la quantit� di armi che teneva indosso ha inevitabilmente suscitato la mia curiosit� � un guerriero vatravo ospite della locanda. Non gli ho rivolto la parola ma a giudicare dal suo atteggiamento era un forestiero. Credo che si chiami Gr�n.

  • Nei pressi del caminetto della locanda, ho fatto conoscenza con Evingolj, un personaggio cordiale ed accompagnato dal buon odore del Digitale che stava fumando e che ha avuto anche il buon garbo di offrirmi. Si tratta di un musico girovago di passaggio da queste parte. Ho apprezzato la compagnia ed il fumo di Digitale, sapientemente mischiato ad altre erbe aromatiche. Il �guanto della strega�, come lo chiamano in alcune zone, pu� essere anche molto pericoloso e il veleno che ne viene ricavato ha effetti devastanti sul cuore. Mi piacerebbe averne un campione per studiarlo con calma, magari domani chiedo ad Evingolj di vendermene un poco.

  • Un altro � un ospite costante della locanda � un anziano sui sessant�anni, che sta sempre davanti al bancone, beve vino rosso e borbotta tra s�. Non so chi sia, l�ostessa non sembra prestargli attenzione, anzi lo tratta con familiarit�. Se avr� tempo, non mi dispiacer� scambiarci due parole. Spesso, nei vaneggiamenti degli ubriaconi si nascondono informazioni interessanti.

  • In locanda ho anche avuto modo di conoscere un tale di nome Pjotr, grande e grosso e con un barbone nero imponente. � il fabbro del villaggio, Gr�n l�ha seguito e gli ha chiesto notizie sulle armi che produce. Sembra non sapere niente.

  • Ho incontrato Georgj Basilj, il fortunato marito dell�erborista, molto pi� anziano di lei, di costituzione robusta. Sembra un brav�uomo.

  • Un altro tale, in disparte e guardato con sguardi biechi dagli altri avventori, era in disparte nella locanda. Volto butterato, barba che non nasconde una profonda cicatrice. Si tratta di Anton, un pastore. Gr�n � stato da lui oggi per chiedergli notizie sui briganti della zona e su un certo Mathias, che pare sia un farabutto del luogo, vive ai margini del villaggio ed � armato.

  • Un altro personaggio del posto, che tuttavia non ho conosciuto direttamente, � Ianosh, un cacciatore che vive nei pressi del bosco, ai margini del villaggio. Burian oggi ci ha parlato, ascoltando i suoi vaneggiamenti a proposito dell�insolito comportamento delle bestie. Il cacciatore non � stato simpatico al mio amico, che � rimasto infastidito dal suo lavoro di concia pelli di lupo e dalla testa di un lupo inchiodata sulla sua porta. L�ho intravisto a sera in locanda, con una pelle di lupo indosso ed un coltellaccio alla cintura.

  • Laslo � il garzone della locanda, un ragazzetto disponibile e molto servizievole.

Ebbene, queste le conoscenze di una giornata in questo villaggio di Iernigova.
� stata l�ostessa a dirmi di venire a dormire in questa casa, dove c�era posto. Il mio amico Burian dorme in locanda, Ladimir nella stanza insieme a Laslo e Gr�n nella canonica. Ecco, quasi dimenticavo il prete del villaggio. In verit� � un peccato veniale, in quanto � un personaggio insulso, soltanto un povero ubriacone.
Prima di ritirarci ho ascoltato i racconti di Evingolj ed apprezzato la musica della sua ghironda. In particolare, accanto alle leggende pi� note riguardo la storia di Tepesti, mi ha colpito il narrazione fantastica delle vicende di un boiardo che cacciava lupi. Una volta, uno spirito dei boschi venne da lui e gli fece dono di una meravigliosa pelliccia di lupo, bianca e soffice come nessun�altra al mondo. Il boiardo la port� al castello e ne fece un mantello. Ma quando finalmente lo indoss�, si trasform� in una belva feroce che divor� la sua famiglia e fugg� per le foreste.
Mah, ottimi pensieri prima di addormentarsi, specialmente in una nottataccia come questa! Da fuori mi sembra di udire, portato dal vento, l�eco di ululati in lontananza. � ora che io vada a riposare, � stata una giornata lunga e faticosa. Spero che il sonno sopraggiunga in fretta.


Villaggio di Iernigova, 13 gennaio 658, al pomeriggio

Un attimo di riposo, finalmente! � stata una giornata frenetica e non � ancora finita. Scrivo in locanda, mentre aspetto che Gr�n e Burian mi raggiungano per scambiarci due parole prima della notte. Una notte che sar�, temo, particolarmente lunga.
Ma andiamo con ordine. Stamani Burian ha �precettato� Gr�n, coi suoi soliti modi imperativi, e il guerriero vatravo � diventato, per il momento, dei nostri. Gr�n ci ha detto che � alla ricerca di alcuni banditi e per svolgere le sue indagini si � recato da Mathias il pastore per vedere se sa qualcosa. La ricerca � stata fruttuosa, tanto che il pastore ha ammesso che tre briganti si sono sistemati in un capanno di sua propriet� e lo taglieggiano. Gli farebbe anche piacere che venissero tolti di mezzo, e magari avere un risarcimento per l�informazione. Dice anche che questa notte gli sono sparite delle pecore.
Gr�n viene subito a riferire a Burian quello che ha scoperto e i due mi comunicano che hanno intenzione di andare immediatamente al capanno a fare piazza pulita dei briganti.
In quel momento stavo parlando con Nicolaj, il vecchio ospite della locanda, che ho scoperto essere il padre dell�ostessa, divenuto cieco da un giorno all�altro circa 10 anni or sono. Era un colloquio interessante, ma ho dovuto rimandarlo in fretta per seguire i miei compagni. Ovviamente non ho intenzione di prendere parte al combattimento, ma posso essere utile nel caso ci siano dei feriti. Ho chiesto anche a Ladimir di seguirmi ed ha accettato.
Siamo andati prima di tutto al capanno di Ianosh, che Burian aveva deciso di coinvolgere nella spedizione.
Troviamo il cacciatore molto agitato: durante la notte i lupi si sono avvicinati moltissimo alla sua casa e gli hanno portato via un paio di pecore. Ladimir mi mostra le impronte di lupo: sono in effetti molto prossime alla casa. Riconosco quello che dovrebbe essere il capo branco, ed � un animale formidabile per dimensioni. Non c�� tuttavia tempo di seguire la traccia nella neve, dobbiamo andare al capanno dei briganti e ci mettiamo in marcia. Ma non ci allontaniamo che di pochi metri, che mi sembra di scorgere qualcosa in un cespuglio. � effettivamente una macchia di sangue, insieme a strane impronte di lupo intorno.
Proseguiamo, spinti dalla fretta e dal timore che Mathias metta sull�avviso i briganti del nostro arrivo. Arriviamo infine nelle vicinanze del capanno e Burian avverte: �uscite disarmati e non vi sar� torto un capello, � l�Ordine del Dragone che lo ordina!�. Non esce nessuno. Il capanno � stato abbandonato in fretta. La refurtiva viene recuperata, insieme a delle razioni, e si torna a scavare nei pressi del cespuglio.
Rinveniamo una testa di pecora strappata e sepolta. Risale probabilmente alla notte precedente, ed � oltremodo insolito che un lupo seppellisca del cibo, specialmente una parte non commestibile. Tra l�altro a giudicare dal sangue solo in quel punto, sembra che la testa sia stata trasportata e la pecora uccisa da qualche altra parte. Molto strano veramente. Le tracce dei lupi sono tutte intorno alla casa e al capanno di Ianosh, soprattutto davanti alla parete dove c�� la sua finestra. Il cacciatore � molto spaventato. Seguiamo le tracce del lupo e guardiamo meglio il capanno: per quanto paia impensabile, il lupo deve avere in qualche modo alzato la sbarra che chiudeva la rimessa dove si trovavano le pecore. Entriamo nel capanno. All�interno non c�� stata lotta, ma due delle pecore (le uniche due non legate alla parete) sono uscite e hanno seguito, o sono state inseguite dai lupi per un lungo tratto. Ladimir ed io seguiamo a lungo le impronte nel bosco.
La pista conduce ad una radura, dove troviamo il lago di sangue in cui si � perpetrata la mattanza. Resti indistinguibili di pecore, ma non si trova nessun cranio. Evidentemente i lupi hanno strappato le teste delle pecore per seppellirle in altri luoghi. Una l�abbiamo ritrovata, Eos solo sa dove stanno le altre. Le tracce dalla radura si disperdono, quelle del capo branco raggiungono un ruscello e scompaiono del tutto.
Si fa buio, torniamo da Ianosh e gli comunico che Ladimir e io dormiremo nella sua casa questa notte. Chiss� che il grande lupo non torni a farci visita.
Per la verit� il pensiero un po� mi spaventa: conosco storie su animali che si comportano con un�astuzia innaturale, �lupi che si comportano come uomini�, i cosiddetti �ulfhendiri�. Da un lato mi piacerebbe vederne uno coi miei occhi, dall�altro so che sono estremamente pericolosi e la mia mancanza di esperienza mi preoccupa. Questo poi sembra avere un�indole particolarmente minacciosa: non riesco a non pensare che le teste delle pecore, strappate e nascoste, possano costituire una tetra risposta alle teste di lupo che Ianosh, ed altri del villaggio, hanno inchiodato sulle porte delle loro dimore. D�altra parte i gitani sono convinti che la natura malvagia di queste creature non dipenda dalla feralit�, ma dalla malizia degli uomini.
Pensieri inquietanti, come sempre.
Ah, ecco Burian e Grun, sentiamo che hanno da dirmi� sono stati da Mathias, lo hanno accusato di aver avvertito lui i briganti ma lui si � discolpato, e anzi sembrava preoccupato che questi volessero, nottetempo, tornare da lui e fargliela pagare per averli denunciati. I miei due compagni hanno deciso di dormire nella sua dimora, per proteggerlo e mettere le mani addosso ai briganti.
� ora di andare, sta gi� facendo buio!


Villaggio di Iernigova, 14 gennaio 658, al mattino

Biancospino e Aconito. C'� poco da fare: quando ci si trova davanti a presenze mai incontrate prima, bisogna appoggiarci agli insegnamenti dei nostri maestri. Che cos'� un Dhampir come me, se non un uomo che cerca di rispettare le tradizioni?
Ieri sera sono andato da Anna Basilj, prima di tornare alla capanna di Ianosh. Ella sapeva come difendersi dagli "ulfhendiri", e mi ha fatto dono di una sacchetta di Aconito. Il contenuto � un prezioso e potente veleno, che insieme al sale impedisce, secondo la tradizione, che la pelle di lupo sia indossata. Mi rigiro la sacchettina di stoffa tra le mani, semplice ma efficiente, che rispecchia in pieno l'indole di chi l'ha cucita.
La moglie del carpentiere mi ha anche indirizzato ad un grande cespuglio di Biancospino, il cui fumo offre protezione contro gli "ulfhendiri". Ne parlo con tanta sicurezza perch� sempre pi� mi convinco del fatto che la creatura che infesta il villaggio di Iernigova appartiene a quella razza, o a qualcosa di simile.
Con questa attrezzatura, dopo aver lasciato alcuni rami di Biancospino dalla signora che si � dimostrata cos� gentile, abbiamo affrontato la notte nella casa di Ianosh.
Ladimir mi ha raccontato l'origine della cicatrice che gli deturpa il volto. Fu un lupo solitario, anni or sono, che affliggeva il suo villaggio. Lui e altri, esasperati dopo ripetute uccisioni di bestiame e persino di una ragazzina, decisero di dargli la caccia e lo inseguirono, finch� lui non venne ferito e quasi ucciso. Il lupo in seguito fu eliminato. � stata una notte di bufera come raramente ne ho viste in vita mia. Ad ogni colpo di vento la casetta del cacciatore sembrava voler venire gi�, era tutto un cigolio, assi che scricchiolano, tonfi confusi nella lontananza. La neve impazzita riempiva l'aria nera di fiocchi piccoli e velocissimi, ghiacciati, e quando siamo usciti dalla casetta per andare nel capanno adiacente a recuperare un forcone - altra piccola precauzione - non si riusciva a scorgere nemmeno la luce della torcia.
Una notte da lupi� ed i lupi non sono mancati, anche se si sono fatti un po' desiderare. Nell'insonnia non nego che avrei preferito persino un assalto diretto, piuttosto che un'attesa tanto estenuante. Ad un tratto, quando a tarda notte la tempesta si � un po' placata, abbiamo iniziato a sentire ululati in lontananza. Abbiamo vegliato a turno, bruciando di tanto in tanto qualche rametto di Biancospino per precauzione, finch� Ladimir non ha provato ad aprire una finestra. � entrato solo un po' di nero e qualche fiocco di neve, ma quando abbiamo aperto l'altra finestra del capanno, quella che affaccia sul letto di Ianosh, entrambi abbiamo scorto ad una certa distanza due lucine giallastre, simili a occhi. Ladimir � leggermente impallidito, sentendosi osservato da quello sguardo ferino, ed anche io confesso di aver sentito un brivido.
La figura � scomparsa quasi subito, lasciandoci molto perplessi.
Finalmente � arrivato il mattino, un po' di neve fresca, e siamo usciti dal capanno. Le pecore non erano state toccate e non c'erano molte orme di animale nei paraggi, ma la grante testa di lupo che Ianosh aveva inchiodato alla parete di casa, sopra la porta, era stata staccata. Impossibile dire se sia stato il vento oppure qualcos'altro. Ladimir dice di aver visto qualche orma sulla neve proprio l� davanti, ma erano troppo confuse per avere la certezza.
Tornati in locanda, aspettiamo che arrivino Burian e Gr�n. Il tempo � un po' migliore rispetto a ieri, forse oggi ce la facciamo a passare dal Boiardo�


Maniero del Boiardo Ysevold, 14 gennaio 658

Mentre aspetto che questo decotto di radici di Scrofularia si finisca di preparare, trascorro il tempo annotando gli eventi delle ultime ore. Mi trovo al capezzale di una moribonda, la moglie del boiardo. Il tempo di vivere per lei � trascorso e soltanto gli ultimi granelli di marmo scivolano nella clessidra della sua esistenza, tuttavia spero, con questo decotto, di alleviare il dolore di questa fine e di restituire alla donna un po' di fiato. Avrei piacere di parlarci.
La giornata � stata molto intensa e ci attende un'altra notte di veglia. Stamani, proprio mentre, in locanda, terminavo di scrivere i miei appunti, sono comparsi Burian e Gr�n, imbrattati di sangue da testa a piedi. Specialmente il mio amico era ridotto ad uno straccio imbevuto di rosso e il dragone sulla sua fratina era quasi irriconoscibile.
In poche parole come suo solito, mi ha raccontato quel che � accaduto al capanno di Mathias.
Dopo una notte di bufera, senza che n� lupi n� briganti si presentassero a disturbare il loro riposo, all'alba si sono trovati i tre banditi alle porte, armati di archi, coltellacci ed accette.
"Mathias, siamo stati chiacchierini, eh?" uno ha detto appena visto che qualcuno stava aprendo la porta e pensando che si trattasse del pastore. "Esci fuori e facciamola finita subito, altrimenti entriamo noi e pregherai che facciamo presto".
I due vatravi si sono saggiamente barricati in difesa, in attesa che i tre briganti attaccassero. Cos� � stato, hanno sfondato le porte ad accettate. Il primo, che ha provato a passare dall'ovile, invece di Mathias si � trovato davanti Burian, che senza nemmeno aver finito di armarsi lo ha letteralmente tranciato in due con un colpo di falcata. Poveri gorgoglii ed una fine rapida per il brigante.
Gli altri due hanno provato la porta della casetta, comunicante con l'ovile, ed hanno incontrato Gr�n. Dopo qualche momento di incertezza, archi puntati e attesa, � arrivato Burian gi� lordo di sangue dall'altro lato e ha intimato ai due di arrendersi. L'arcere ha esitato, mentre l'altro gli gridava "sparagli idiota!". Ma Gr�n, approfittando dell'attimo di distrazione, si � buttato addosso all'arciere dandogli un colpo di scudo in faccia - comincio a capire come mai sia chiamato Gr�n Scudo Spezzato, se � questo l'uso che ne fa! - e gli ha spaccato l'arco. Scambio di colpi, Burian ammazza l'altro brigante e l'arciere si arrende. Ma il Dragone non ha piet�, e lo uccide.
I tre briganti si assomigliavano, forse appartenevano alla stessa famiglia, stessi baffi lunghi, stessi occhi chiari e stessi orecchini ai lobi delle orecchie.
Sono venuti in locanda dopo essere gi� passati dallo Zoniar locale, tal Kasimir Iossevich, che anche io ieri sera ho avuto occasione di conoscere.
Senza nemmeno farsi ripulire la fratina da Laslo, e dopo poche chiacchiere con la moglie del fabbro a proposito delle catene per il figlio del Boiardo (che si sono rivelate una fandonia, a quanto pare), ci siamo messi in marcia verso il castello.
Un'unica nota curiosa. Burian, poco prima di partire, ha proposto ad Evingolj, il musico, di venire insieme a noi alla fortezza, e questi ha detto di no. L� per l� il suo rifiuto ci ha lasciati giusto un po' perplessi, ma quel che abbiamo appreso in seguito comincia ad apparire sospetto.
Il decotto! Quasi dimenticavo!
Ecco, ho girato l'impiastro prima che si attaccasse al recipiente, e gi� sento l'odore della Scrofularia che si spande nella stanza. Ho ancora il tempo di proseguire nel mio racconto, prima che sia pronto da somministrare alla malata.
Dunque, ci siamo messi in viaggio verso il castello. Tempo decente, cielo grigio e pesante, sentieri malmessi a tal punto che siamo venuti a piedi senza cavalcature. Spero che il mio mulo sia trattato bene al "capro nero".
Gi� dalla distanza vediamo la rocca del boiardo, una piccola fortezza con una torre ed un cortile centrale, sul cocuzzolo di una collina. Ci avviciniamo, bussiamo, e Burian ottiene senza tanti complimenti di farci entrare, grazie all'influenza dell'ordine che rappresenta. Siamo ricevuti da Ivan, il capo delle guardie, ed attraversiamo una corte cadente, malconcia e popolata da cani. Di lontano, provenienti dalla torre si odono gridi strazianti ed animaleschi.
Ladimir e Gr�n vanno subito alle loro stanze, io e Burian siamo condotti alla presenza del Boiardo. Qui Burian fa un discorso molto diretto sul fatto che non sia vista di buon occhio dal Voivoda la malattia del figlio Vladislav e che quindi io, come medico, sono stato mandato per dare un'occhiata. Come sempre l'Ordine del Dragone ci apre tutte le porte. Avevo dimenticato quanto fosse comodo avere un compagno con lo stemma sulla fratina!
Il boiardo � un poveretto, smunto e malandato, con segni di malinconia molto accentuati. Acconsente ad ogni richiesta di Burian, manda a chiamare Victor, servitore personale del giovane Vladislav, e il suo sguardo si illumina solo per un momento, quando rabbiosamente ci racconta di un gesto offensivo che ha subito quel mattino all'alba, per colpa, a detta sua, di villici di Iernigova: due crani di pecora sono stati posati sulla soglia della sua dimora.
Burian ha incolpato i briganti che lui stesso ha spedito ai Dem�ni questa mattina, tuttavia la notizia mi ha molto inquietato: per questo il grande lupo ieri notte non si � fatto sentire nei pressi delle case del villaggio� era qui. Nel mentre arriva un servitore calvo e guercio, con una vistosa cicatrice che gli percorre tutto il volto. Andiamo su per la torre, sulla cui cima dimora Vladislav, ma ci fermiamo a parlare sul pianerottolo del piano inferiore, davanti alla stanza della sorella dell'erede, tal Karina. Ella, come apprenderemo in seguito, si trova a fare gli onori di casa ai nostri compagni, Ladimir e Gr�n. Possiamo quindi parlare liberamente.
Victor ci racconta che Vladislav � un uomo sui 30 anni molto violento, matto e lunatico. Non riconosce quasi nessuno, ed � mansueto soltanto con sua sorella Karina, alla quale � legato da un affetto morboso e ossessionante. La malattia risale a molto tempo fa, gi� appena nata la sorellina, che ha molti meno anni di lui, ci si � attaccato moltissimo. Con gli anni, pi� Karina cresceva e pi� lui ci si legava, tanto da dare in escandescenze al solo pensiero che lei potesse fidanzarsi. La causa scatenante dell'attuale situazione di crisi risale ad alcuni anni fa, quando in un inverno freddissimo simile a questo si present� a palazzo un giovane giullare del quale una Karina dodicenne rimase affascinata. Il giullare fu cacciato in malo modo e Vladislav da allora � diventato sempre pi� intrattabile e geloso di sua sorella, fino all'odierna pazzia. Victor ci indica la cicatrice che ha sul volto: Vladislav sette anni fa gli cav� l'occhio con un coltello con cui stava lavorando del legno, senza nessuna ragione. � sempre pi� violento pi� passa il tempo.
Ad alcune domande precise, il servitore ci ha detto che l'umore di Vladislav segue le lune, egli tocca il massimo dell'aggressivit�, della vitalit� e dell'appetito nei periodi di luna piena, fino a sprofondare nell'apatia con la luna nuova. Delira, vede persone invisibili e viene tenuto sempre sotto chiave.
Prima di entrare nella stanza del malato, abbiamo mandato a chiamare anche Ladimir e Gr�n, che nel frattempo avevano fatto conoscenza con il piccolo servitore Michail e con Karina, che si era mostrata cordiale e ospitale. La donna, ormai nel fiore degli anni, � graziosa e gentile, ma appena sente che dobbiamo visitare suo fratello si irrigidisce, mostrandosi fin troppo protettiva.
La porta esterna della stanza di Vladislav � rinforzata da barre di ferro. All'interno, prima ancora di scorgere lui, notiamo una gran quantit� di arazzi e tappeti, pochissimi mobili o oggetti pericolosi.
Vladislav sta rannicchiato sotto la finestra in una posizione poco naturale. Ha occhi sparuti, un volto scavato e il corpo fin troppo magro. Ci guarda stralunato e tremante e sussurra: "chi sono? Cosa vogliono?"
Karina gli si avvicina per prima per calmarlo, io e Burian subito dietro. Vladislav mi guarda e inizia a delirare con cose tipo "lo so che volete portarmela via, ma non ci riuscirete! Nessuno me la pu� portare via� lo so che cosa avete in mente, io vi vedo� vi controllo�" e simili farneticazioni.
Lo comincio ad esaminare, ma non � per niente docile, anzi si ribella quando provo ad osservargli gli occhi con la candela, e tenta di spingere via la mia mano. Non gli piace la luce.
Per poterlo visitare, chiedo alla sorella di somministrargli un rimedio calmante, a base di Papavero e una piccola dose di Giusquiamo, insieme a Liquerizia. Appena Vladislav lo ingerisce si assopisce subito e lo posso esaminare. Ha denti aguzzi e gengive leggermente ritratte, vari sgraffi sul collo, e le sue pupille reagiscono normalmente alla luce della candela. Provo a posargli sul corpo una piccolissima presa di Aconito, ma non reagisce. Davanti al fumo di Biancospino si limita a tossire.
Mentre mi dedico all'esame del malato, Burian controlla la stanza: sospettiamo infatti che ci sia un modo per allontanarsi da essa senza passare per la porta corazzata. I tappeti e gli arazzi impediscono per� di controllare se ci siano botole o altri passaggi segreti, mentre la discesa lungo i massi sconnessi della torre appare molto difficile per un uomo, specialmente ridotto cos� male. Tuttavia non � il caso di escludere ancora nulla.
Al termine della visita torniamo ai nostri alloggi e Burian spiega a Gr�n e Ladimir che io, oltre ad essere un medico, svolgo anche il mestiere di Dhampir. Di solito preferisco tacere questo mio lavoro, se non altro per non allarmare le persone ed evitare che si lascino suggestionare, ma i miei compagni � bene che ne siano al corrente.
Adesso che mi trovo qui negli alloggi della vecchia moglie del boiardo - e solo Eos sa quanto tempo ancora le resta da vivere - Gr�n sta dalle guardie del castello, Burian parla ancora con il boiardo, vuole avere informazioni sulla figlia e su come mai non si sia mai decisa a sposarsi, e Ladimir cercher� di parlare proprio con Karina, visto che lui, e lo dico senza malizia, di strane storie tra fratelli se ne intende in modo particolare.
Stanotte Burian ed io veglieremo nella torre, mentre credo che i nostri compagni terranno d'occhio la finestra da fuori, dagli alloggi al di l� del cortile. Ci sono tuttavia molte piste aperte, non ultima quella del saltimbanco Evingolj. Ho la sensazione che il povero Vladislav sia un povero demente e che l'origine del male che lo ha colpito sia in qualcuno che, in un modo o nell'altro, gli � vicino.
Il decotto � pronto, devo andare.


Maniero del Boiardo Ysevold, notte tra il 14 e il 15 gennaio 658

Vladislav, qui sopra, continua a gridare disperatamente alla notte. Pover'uomo, lui non � la minaccia, ma un'altra vittima del maleficio. Vede e riesce a sentire cose che a noi sfuggono, e che lo hanno condotto alla follia. Forse il male che ha commesso viene cos� espiato?
Mi trovo nella torre e veglio alla luce di una candela, mentre i miei compagni riposano. Burian in verit� � vigile anche lui, riesco a scorgere il giallo dei suoi occhi che riluce tetro nella penombra. Credo di essere tra le poche persone che si sentono rassicurate dalla sua presenza.
� stata una giornata lunga e logorante questa, luttuosa.
Proprio nel momento in cui mi sono trovato da solo al suo capezzale, la vecchia moglie del boiardo � spirata. Ho subito avvertito la domestica ed ho esaminato il corpo, sospettando di rinvenire tracce di veleno, ma non c'era nulla di inconsueto. Semplicemente Eos ha richiamato a s� la povera donna, liberandola dalle sue sofferenze. La frustrazione di vedersi spirare una persona tra le mani � sempre lacerante per un medico, tanto pi� lo diventa quando si ha la certezza che questa persona, se soltanto avesse avuto l'opportunit� di parlare, avrebbe potuto gettare una luce in un mistero tanto fosco come questo.
Approfittando della solitudine ho sparso un po' di sale e di foglie di Aconito sbriciolate sulla pelle di lupo ai piedi del suo letto. Una piccola imprudenza, lo ammetto, ma non potevo tralasciare di adoperare questa forma di cautela.
In breve la voce del decesso si � sparsa per il maniero e sono accorsi i familiari e il prete, un certo Padre Anatolj, personaggio inquietante. � un uomo sui quarant'anni, il cui fuoco interiore si manifesta nei tratti affilati del viso, negli occhi neri come caverne e nella barba altrettanto tenebrosa. Arde di fede ed � carico di biasimo verso chiunque non manifesti la sua stessa devozione, tanto che mi ha subito rivolto sguardi sprezzanti, ancor prima che io dicessi che per la povera donna era finito il tempo degli uomini, ed iniziato quello degli dei. Per quanto, alla sua maniera, competente, Padre Anatolj mi provoca istintivamente alla polemica, forse a causa delle parole offensive che ha rivolto alla stirpe di mio padre.
In ogni modo ho lasciato a Padre Anatolj e alle sue nenie in Soter la povera paziente e, incontratomi con Burian, abbiamo provato ad approfittare della situazione per introdurci nella camera di Karina. Purtroppo non avevamo strumenti adatti ad aprire la serratura ed abbiamo dovuto desistere.
Nel frattempo ho raccontato al mio amico quel che ho appreso dal cuoco Demetrio a proposito del cantore che visit� il maniero dodici anni or sono. Mentre preparavo l'inutile decotto di Scrofularia per la moribonda, gi� nelle cucine, ho infatti domandato al cuoco di quella storia ed egli ha confermato quel che gi� sapevamo: un giovane cantore venne scoperto in intimit� con la giovanissima dama, Vladislav lo seppe ed attacc� fisicamente il cantore, i due si picchiarono ed il cantore ebbe la peggio. Era un inverno gelido come questo, e venne buttato fuori in malo modo dal castello. Da allora il Boiardo non ha pi� accolto musicanti.
Intanto insieme anche a Ladimir scendiamo nelle stalle a cercare qualche chiodo adatto a forzare la porta della dama, ma troviamo al nostro ritorno Ivan il capo delle guardie e altri dei suoi che sorvegliano le scale. Burian manda Ladimir a farsi dare la chiave della stanza di Vladislav e intanto noi aspettiamo. Noto in Ivan un atteggiamento a dir poco ostile nei confronti dei due Vatravi, per quanto non osi manifestarlo apertamente. Quando Ladimir torna senza chiave, non essendo riuscito a convincere Victor a consegnargliela, c'� qualche momento di tensione, Burian si adira e Ivan sogghigna. Poi Ladimir torna a cercare Victor e i due tornano insieme. Entriamo nella stanza di Vladislav.
Il giovane ha un fisico sorprendente, ha smaltito il calmante che gli avevo dato oggi ed � perfettamente in grado di muoversi e di sgolarsi nelle sue abituali grida. A giudicare dal forte odore di urina che si sente nella stanza, immagino che egli si sia liberato del sonnifero attraverso la minzione. � una spiegazione che per� non giustifica come possa avere fatto tanto in fretta, e che mi d� da pensare.
A cena l'atmosfera � tetra, nessuno osa parlare e solo Padre Anatolj invita ripetutamente tutti a pregare per l'anima della morta. Che Eos ci scampi dagli invasati� fa domande a Gr�n a proposito della gente del villaggio e delle dicerie, poi mi chiede della polvere che ho lasciato cadere sulla pelle di lupo nella stanza della morta.
Al Monastero di Morfenzi insegnano molte cose, e credo che Padre Anatolj non sia un semplice prete di campagna e che non sia qui per caso. Ha riconosciuto l'Aconito, e mentre gi� sospiravo al pensiero di dover giustificare la presenza di quel potente veleno nella camera della defunta, lui ha aggiunto di aver compreso il motivo per cui io - un Dhampir - ne avevo rovesciato sulla pelle di lupo, e non ha tentato nemmeno di accusarmi d'altro. Avrebbe voluto affrontare subito, l� a tavola, l'argomento, ma gli ho suggerito di parlarne domattina, dopo il Risveglio.
Quanto mi sembra ancora lontana la mattina� � ancora buio pesto in questa torre e Vladislav non ha smesso un attimo di gridare, anche se ora il vento � tanto forte che sembra portar via le sue urla e nasconderle nella notte.
Dopo cena, insieme anche a Karina e Victor, siamo saliti di nuovo da Vladislav. Era affacciato alla finestra e gridava contro il vento, aveva gli occhi arrossati e sbavava.
"Io vi sento quando venite� ma non vi permetto di portarla via!"
Provo a parlarci e riesco a farmi rispondere a qualche domanda. "Sono i lupi che la vogliono portare via, s�, s�, sono loro� ma non ci riusciranno, perch� io vigilo! Li sento gridare� li sento cantare"
Vede gli occhi gialli di Burian e forse li scambia per quelli di un lupo, perch� ricomincia a scalmanarsi. Mi salta addosso colpendomi con forza al ventre, e mi rimane avvinghiato finch� i miei compagni, Gr�n e Burian, insieme a Ladimir, riescono a strapparmelo di dosso e lo mettono sul letto. Lo esamino, lui urla e si dimena. � gi� buio, saranno le dieci di sera.
Improvvisamente si blocca di colpo e dice: "lo sta facendo! Lo sta facendo!" e ripiomba nel mutismo.
La scena inquietante ci lascia preoccupati, continuo a credere che egli possa in qualche modo vedere o sentire cose che avvengono a distanza, e tremo al pensiero di che cosa abbia visto stasera.
Vegliamo quindi davanti alla porta di Karina. Non � Vladislav che temiamo� ma qualcosa che voglia "portare via" la ragazza.


Maniero del Boiardo Ysevold, 15 gennaio 658

Evingolj. Mi chiedo se c'era modo di fermarlo prima, e se abbiamo tralasciato qualche indizio che avrebbe potuto evitare tanto spargimento di sangue!
Ormai ogni tassello di questa triste storia va ad occupare il giusto posto, ogni parola detta dal musico, ogni sospetto appena abbozzato. Evingolj ci � sfuggito tra le dita, e solo Eos sa ora dove si nasconde e da dove trama la sua prossima mossa.
Le stesse parole di Padre Anatolj, stamattina dopo il Risveglio, risultano adesso profetiche e cariche di significato. Il prete ha raccontato di incubi che lo hanno visitato questa notte: era convinto che qualcosa di orribile fosse accaduto� ed Eos sa quanto avesse ragione.
La conversazione avviene con grande schiettezza da ogni parte, Padre Anatolj ci dice che qualcosa di empio � accaduto qui, ed � la radice del male di Vladislav. Eos l'ha castigato: a volte persino gli uomini empi possono servire ad Eos nel suo maestoso disegno. Karina � una donna virtuosa e niente di nefando � stato consumato tra lei e il fratello, ma gi� la sola insana passione di lui nei suoi confronti � un abominio sufficiente ad attirare le ire del Dio.
Il musico che venne dodici anni fa si chiamava Geza e fu buttato fuori in malo modo per aver attentato alla virt�� di Karina. Visto che Ivan il capo delle guardie lo conobbe, andiamo insieme a lui a Iernigova per vedere se corrisponda a Evingolj.
Abbiamo trovato il paese nello scompiglio, tutti in piazza e Anton e Mathias che si sfidavano a duello. Mentre i miei compagni si recavano alla locanda per cercare Evingolj, ho chiesto ad Anna Basilj cosa fosse successo.
Stanotte qualcuno ha brutalmente assassinato sia Ianosh che la figlia di Anton. Anton, incolpando il suo nemico di sempre Mathias, lo ha sfidato a duello, e viene sgozzato proprio davanti ai miei occhi. La donna mi conduce nella chiesetta a guardare i due corpi, che offrono uno spettacolo penoso. La ragazza � stata quasi decapitata, con una serie di selvaggi morsi all'altezza del collo. Non � stata divorata, non ha particolari ferite sul resto del corpo. A Ianosh � stato staccato un braccio e sembra che i lupi abbiano fatto un festino con i suoi intestini. Anche le loro pecore, mi dice Anna, sono state sbranate.
Nel frattempo i miei compagni si recano nella locanda, dove - come purtroppo era prevedibile - di Evingolj non c'� pi� traccia. "Il cantastorie � partito stamattina all'alba" dice il vecchio cieco, che interrogato da Gr�n ricorda anche vagamente di averlo gi� sentito, anni prima, sebbene pi� giovane. Intanto Burian sfonda la porta della stanza di Evingolj e all'interno trova molte tracce di fango e neve, specialmente vicino alla finestra. Il letto � sfatto e manca l'equipaggiamento. Sotto la finestra c'� il tetto della stalla, e Ladimir ci si arrampica, ritrovando a sua volta delle altre tracce. Qualcuno � passato di l� nottetempo.
Burian parte a cavallo all'inseguimento del fuggiasco mentre noi altri, riunitici sulla piazza del villaggio, andiamo a dare un'occhiata alle due casette dove sono stati ritrovati i cadaveri. � uno spettacolo triste che non fa che confermarci quel che gi� sapevamo. Nel caso di Anton, la finestra � stata sfondata. La fanciulla era sola a casa, perch� Anton era ancora in locanda. Il delitto corrisponde come orario, probabilmente, allo strano grido di Vladislav. Nel caso di Ianosh invece la porta � stata aperta e il suo cadavere giaceva subito all'interno. Stranamente ho anche trovato un frammento di Biancospino nel caminetto, tanto che mi viene il dubbio che non sia un rimedio efficace come pensavo.
Si torna di fretta alla fortezza.
Lungo la strada veniamo raggiunti da Burian a cavallo, che ci racconta di aver seguito le tracce per un bel tratto, e che poi il cavallo � stato abbandonato e orme di lupo si sono allontanate nella boscaglia. Ed ecco che abbiamo chiamato a raccolta tutta la famiglia del boiardo qui nella sala del trono, e credo che Burian abbia mandato a convocare anche tutti gli altri abitanti del castello, per evitare che qualcuno venga ucciso stanotte. � probabile infatti che Evingolj - o qualsiasi cosa sia - stia puntando a venire qui.
Tra poco andr� con Karina a prendere anche suo fratello, lo addormenteremo e lo porteremo gi�, legato, in modo che non offra una facile preda. Le parler�, per quanto possibile, per cercare di carpire altri elementi su questa storia. Poi pregheremo Padre Anatolj affinch� benedisca le armi dei presenti. La fede di un sant'uomo pu� essere un'alleata preziosa in questa battaglia, anche se i cimiteri sono pieni di uomini che non erano abbastanza santi� Eccola, Karina � scesa, possiamo andare.


Riflessioni nell'attesa, stessa sera.

Eccoci qui, tutti barricati in questa grande sala, mentre dai bracieri si percepisce un vago sentore di biancospino. Eccoci, siamo delle prede che provano a difendersi da un cacciatore. Ma per quanto tempo pu� una preda sopravvivere alla caccia?
No, siamo noi adesso che dobbiamo trasformarci in cacciatori. Abbiamo a che fare con un avversario astuto, e se si accorge che siamo qui chiusi difficilmente attaccher�. Fino ad ora ha saputo sfruttare a suo vantaggio i nostri spostamenti, muovendosi quando non c'era nessuno a mettergli i bastoni tra le ruote. Adesso dobbiamo cercare di entrare nella sua mente, per capire i suoi desideri e poterlo prevenire.
Ho poca esperienza di ulfhendiri, e per quel poco che so ci sono elementi insoliti, come il fatto che Evingolj sia in grado di andare a cavallo, e che nel caminetto di Ianosh ci fosse del biancospino bruciato. Se poi, come ha detto Burian, si � allontanato dalla strada dandosi alla macchia, mi chiedo come possa pensare di recuperare il suo cavallo e il suo equipaggiamento, e dove si nasconda, in che luogo sia andato.
Credo di avere un'idea pi� precisa su di lui, ormai, e su tutta questa storia, soprattutto dopo aver parlato con Karina. Geza era un saltimbanco che venne in questo castello dodici anni fa. Scopr� del nefando attaccamento di Vladislav a sua sorella e tent� di convincere la ragazzina ad andarsene via, ed abbandonare l'atmosfera malsana della famiglia. Sorpreso dal fratello, gi� pazzo di un immondo amore per la consanguinea, venne picchiato, umiliato, e cacciato fuori dal maniero. In un inverno rigido come questo, un giovane ferito difficilmente sarebbe sopravvissuto, magari in una notte infernale, in bal�a dei lupi, solo e ancora poco pi� che un ragazzo. Ma qualcosa � successo. Qualcosa di antico risiede in questi boschi fitti, che forse pu� dare un senso a tanti altri episodi misteriosi, come l'improvvisa e inspiegabile cecit� del vecchio oste o la morte del cognato di Anna Basilj.
Geza in qualche modo si salva. Si salva e maledice. E nello stesso tempo diventa qualcosa di diverso da quello che era, legato a filo doppio al suo nemico Vladislav.
Mi chiedevo chi fossero le due vittime designate dalle due teste di pecora: una � Vladislav, l'altra forse il vecchio padre, che pure nel torto del figlio prese le sue parti e lo difese, o la fanciulla che non ebbe il coraggio di abbandonare il maniero� comincio a pensare che una vittima sia proprio Evingolj stesso, e che in qualche modo voglia venire liberato dalla maledizione.
Cosa disse Evingolj nel vederci in locanda? "A volte ci� che sembra una piacevole coincidenza si rivela essere una trama dell'oscuro disegno del destino". Lui sa che siamo qui, un Dhampir, un Dragone� continua a perseguire i suoi scopi, eppure sa che gli diamo la caccia, mentre sarebbe stato per lui tanto pi� semplice aspettare che ce ne andassimo, pochi giorni, che non sono niente rispetto a dodici anni.
Dodici anni� credo che i dodici anni trascorsi non siano una lunga attesa prima di compiere la vendetta, ma proprio "la" vendetta. La casata distrutta, il figlio impazzito, la figlia per sempre perduta dietro ai deliri di suo fratello� adesso la morte sarebbe solo una generosa parola "fine" su una famiglia cos� degenere e sfortunata. E forse anche sulla vita di un musicante travolto dal desiderio di vendetta che lo ha trasformato in un mostro.
Ho bisogno di un sorso di liquore. Vengo assalito dal turbamento, quando mi trovo a simpatizzare con il nemico. Mi sforzo di entrare nella mente di un mostro, inizio a cercare le sue ragioni�
Vedo le ragioni di Evingolj - o Geza che sia - e quasi dimentico i corpi dilaniati di Ianosh e di quella povera ragazza� loro che cosa c'entrano? Perch� sono stati uccisi?
La loro morte ci ha messi sull'allerta, e se la creatura avesse sperato di coglierci di sorpresa, ha ottenuto solo di averci tutti svegli, in un'unica sala, pronti sulle difensive. E forse � proprio quello che voleva. Ma perch�, perch�! Non penso che stanotte si far� vedere qui al maniero, anche perch� � difficile che riesca ad entrare. Forse prover� ad attirarci fuori, oppure ha qualche altra cosa da fare prima di venire qui e mettere fine alla sua vendetta.
Quel che dobbiamo cercare di capire � in che modo lui ottenga le informazioni. Cosa sa di noi? Sa che siamo qui o ci crede al villaggio, stanotte? Soprattutto mi chiedo dove si nasconda adesso, se non sfrutti la baracca abbandonata di Ianosh, o se non abbia qualche alleato tra la gente di Iernigova. Se stanotte gli eventi non ci danno altri indizi, dovremo andarceli a cercare, anche a costo di dividerci. Nel frattempo credo che chieder� alcune cose a Padre Anatolj, che sicuramente sa molto di pi� di quanto non abbia detto. Spero solo di non lasciar trapelare troppo l'ostilit� che istintivamente mi suscita quell'uomo.
Non dovrei dirlo, ma credo che la famiglia del boiardo sia gi� condannata. Quel che mi preme � che il male si esaurisca qui e non vada a spargere il suo seme altrove� dobbiamo fermarlo.
Ho molte idee ad agitarsi per la mente, su come ingannare Evingolj e spingerlo a tradirsi� devo parlarne con i miei compagni. Sono cose rischiose e non voglio decidere senza prima consultarmi con loro. Dove sono? Ah, eccoli�
E non � nemmeno detto che Evingolj si "trasformi" in un lupo� le storie sono piene di personaggi in grado di stregare gli animali, magari proprio grazie alla musica. Quanti misteri!


Maniero del Boiardo Ysevold, 16 gennaio 658

Adesso che Vladislav � morto bisogna evitare di lasciarsi prendere dal nervosismo, mantenere il sangue freddo e riflettere. Ci sono molti elementi su cui concentrarsi ed � bene che non ne venga tralasciato alcuno, soprattutto perch� � nella nostra fretta e nell'inquietudine che confida il nostro nemico.
In verit� io credo che la morte di Vladislav sia stata giusta. Dopo anni di reclusione e pazzia, egli ha avuto l'opportunit� di morire da uomo e di espiare le colpe commesse. Ha combattuto a viso aperto contro il suo nemico e anche se � caduto ci ha fornito elementi importanti per concludere la sua missione. Era pi� di quanto non potesse sperare.
Andiamo con ordine, ecco gli eventi della lunga giornata appena trascorsa.
All'alba si sono presentati al castello un gruppo di paesani, lo Zolnier, Pjotr, Mathias e un altro, Vassilj. I quattro portavano pessime notizie dal villaggio. Padre Josif � stato trovato morto sull'altare della cappella con un pugnale piantato nel petto a cui era attaccata una pergamena scritta con il sangue.
Padre Josif � stato ucciso durante il giorno e la morte non � avvenuta a causa della pugnalata, ma sembra sia stato azzannato alla gola da una fiera, il che poteva dire che la creatura a cui diamo la caccia � in grado di operare e colpire anche di giorno, e non soltanto dopo il calare delle tenebre.
Il testo della pergamena � il seguente:

" Questo � solo l'inizio. Notte dopo notte a decine sciamano dalla foresta di Leshovar rispondendo al mio richiamo. Faremo banchetto delle greggi con cui sperate di sostentarvi. Quando non ci sar� pi� un singolo capo da sbranare a Iernigova, placheremo la nostra fame con le bestie dei villaggi vicini. Dopodich� sar� la volta degli uomini. In molti non vedranno la fine dell'inverno, e i pochi che risparmieremo non dimenticheranno mai l'orrore di questi giorni oscuri. Vi resta una sola speranza.
Datemi ci� che reclamo e me ne andr�. Voglio che mi sia offerta Dama Karina, figlia di Ysevold, Boiardo di Iernigova. Che ella sia abbigliata come si conviene ad uno sposalizio. Non lesinate gli ori e i broccati poich� se non dovesse apparirmi un degno tributo, far� scempio di lei, e il vosto destino sar� scritto. Dopo il caral del sole ella abbandoni la rocca da sola e scenda lungo il sentiero che conduce a Iernigova. Il canto dei miei fratelli dei boschi vi annuncer� che l'offerta � stata gradita; essi torneranno in pace alle loro foreste e di me non avrete pi� notizia. Vi suggerisco di acconsentire in fretta alla mia richiesta: in molti pagheranno il prezzo delle vostre esitazioni. "

Il boiardo, costernato dal contenuto della lettera, ha naturalmente dichiarato che mai e poi mai avrebbe abbandonato sua figlia ad una simile fiera, mentre la reazione di Karina � stata di stupore e disgusto per l'oscena proposta.
Presi dall'urgenza della minaccia, stanchi per la notte di attesa quasi insonne, abbiamo forse scelto di muoverci in modo precipitoso. Burian ha avuto un'idea estrema, per snidare durante il giorno la creatura: utilizzare proprio Vladislav come un'esca e, insieme come una guida.
Il rischio � altissimo e suo padre viene informato ma, sia pure a malincuore, acconsente. Vladislav viene liberato dalle sue catene e munito di un coltellaccio e di un corpetto di una corazza di cuoio, e quando gli diciamo che si va a caccia della creatura che minaccia sua sorella il pover'uomo si illumina e improvvisamente abbandona alcuni atteggiamenti da pazzo. Appare molto pi� lucido e ci affidiamo completamente alla sua guida.
Avanziamo per il bosco apparentemente in modo disordinato, finch� ad un tratto Vladislav prende una direzione ben precisa e si muove da quella parte velocemente. Fatichiamo quasi a stargli dietro. Arriviamo in un punto che sembra essere il "territorio" dei lupi, a giudicare dall'odore che si sente. Vladislav inizia ad essere sempre pi� nervoso.
Ci sentiamo osservati e veniamo circondati da un gruppo di lupi. I lupi si mantengono a distanza e ci fissano senza attaccare, � come se difendessero il territorio. Non vogliono farci avanzare.
Prudentemente mi arrampico sul tronco di un albero, e da l� posso vedere una grande sagoma in avvicinamento dalle nostre spalle. � la creatura a cui diamo la caccia.
I miei compagni si voltano e si preparano all'attacco, che arriva subito da parte dei lupi del branco, mentre la creatura resta dietro e viene presto assaltata proprio da Vladislav, che nessuno riesce a trattenere. Lo scontro � veloce ma furibondo, i lupi sono tantissimi e assalgono i miei compagni con ferocia, pi� per farli cadere e sbilanciarli che per sbranarli subito. Molti cadono a terra e rischiano di venire uccisi, padre Anatolj, che invano aveva invocato il nome di Eos e di San Kasimir, Burian, schiacciato dal peso di un predatore, e Ladimir, che usava per difendersi solo un forcone, viene ferito e morso ripetutamente. Per quello che posso, lancio il mio coltello per difendere proprio Ladimir, ma lo scontro � destinato a durare ben poco.
Vladislav viene assassinato dal mostro, che lancia un ululato trionfante e tutti i lupi superstiti del branco si disperdono in ogni direzione.
La creatura, nella fuga, � tornata dalla direzione da cui proveniva, Burnian e Grun l'hanno cercato per un po' ma � stato in grado di cancellare le sue tracce e di dileguarsi.
Abbiamo stasera portato al castello il corpo di Vladislav e i feriti, in particolare Ladimir, che necessitano di cure.
Penoso e inutile sarebbe descrivere il dolore del boiardo, colpito da cos� tanti drammi uno dopo l'altro. Burian, sentendosi responsabile della fine di Vladislav, ha dichiarato che la sua vita � al servizio di Ysevold finch� il delitto non sar� stato punito.


Riflessioni, stessa sera.

Vladislav puntava ad un luogo preciso e l'assalto dei lupi ci ha distolto dal trovarlo. Procedeva diretto in una direzione, dopo aver a lungo vagato, segno che aveva trovato "qualcosa". A quel punto i lupi ci hanno attaccato, proprio per proteggere quel luogo, che � forse la "fonte" dell'oscuro potere di Evingolj. Credo che sia l� che dobbiamo cercare.
La creatura proveniva da dietro, forse ci seguiva da tempo o forse anche Evingolj voleva in quel modo distoglierci dall'avanzare. D'altro canto alla morte di Vladislav l'assalto � finito e la creatura � fuggita da dove proveniva, allontanando ulteriormente le ricerche dalla direzione presa con tanta sicurezza da Vladislav.
I lupi volevano proteggere quel luogo, ma l'arrivo del figlio del boiardo � stato una fortuna insperata per la creatura a cui diamo la caccia, che non ha saputo resistere dall'attaccarci subito. In questo senso Vladislav � stato per noi tanto una guida, quanto l'esca per attirare Evingolj.
Se questa idea � fondata, forse la morte di Vladislav ci ha regalato un indizio importante su dove continuare le nostre ricerche.
Mi chiedo solo perch� i lupi abbiano aspettato tanto ad attaccarci, quando avrebbero potuto trovare zone pi� distanti dal luogo da difendere, e magari con condizioni tattiche migliori per loro.
Ogni notte che passa il numero dei lupi aumenta, quindi tocca non perdere tempo, ma senza lasciarsi prendere dalla fretta: le minacce di Evingolj, quali che siano i suoi reali poteri, sono pur sempre quelle di un cantastorie, che sa sfruttare i sentimenti del suo pubblico per il vantaggio che gli possono arrecare. La lettera ha volutamente un tono molto teatrale, vuole indurci ad agire avventatamente, cosa che fino ad ora abbiamo fatto, ma che dovremo in futuro evitare.
Un'altra idea che mi viene ora in mente � che � possibile che il luogo del bosco in cui � morto il cognato di Anna sia lo stesso che i lupi vogliono proteggere. Ianosh, che trov� il corpo, � stato ucciso. Se cos� fosse, Anna e suo marito sarebbero forse in pericolo e devono essere convocati al castello perch� siano protetti. Anna pu� anche essere utile per aiutarmi a badare ai feriti.
Mi piacerebbe poter parlare con il vecchio padrone della locanda per capire se ci sia qualche collegamento tra il luogo segreto del bosco e la sua perdita della vista.
Come sempre, troppe cose da fare e cos� poco tempo per metterle in pratica.


Maniero del Boiardo Ysevold, 17 gennaio 658

Le infezioni sul corpo di Ladimir mi preoccupano, per tutto il giorno il giovane � stato febbricitante ed i morsi di quei lupi non mi piacciono per niente. Spero che i miei unguenti servano a qualcosa.
Domattina andremo a vedere se le intuizioni che ho avuto sugli eventi del bosco sono fondate e spero che lo siano, perch� il Boiardo si fa sempre pi� nervoso.
Nel corso della giornata ho avuto modo di parlare con Anna Basilj e con il vecchio cieco, entrambi hanno detto cose interessanti. Il vecchio ha raccontato di quando era giovane e di quando ha perduto la vista: in quel periodo gli piaceva sempre di pi� andare in giro da solo per i boschi, con la compagnia silenziosa degli animali ad una certa distanza. Camminava sempre pi� lontano dal villaggio e sempre pi� sentiva il desiderio di non tornare indietro. Nel narrare queste vicende era insolitamente lucido, ed ha detto, ad un tratto: "forse non dovevo vedere quello che ho visto". Pero' in seguito, interrogato, si � rifiutato di dare spiegazioni. "A me � stato concesso da Eos di serbare la vita e perdere soltanto la vista", ha aggiunto soltanto, e poi, sprofondando di nuovo nell'annebbiamento, ha concluso: "perch� non perdersi, ogni tanto?"
La donna ha parlato pi� chiaramente, raccondando del vecchio cieco da giovane, che per un periodo aveva iniziato a trascurare le attivit� del villaggio per vagare sempre pi� spesso nel bosco.
"Il popolo dei viaggiatori gitani rispetta gli oscuri recessi dei boschi," mi ha detto Anna, "e sono pi� preparati a non farsi affascinare. I Gitani si sanno desteggiare meglio degli altri".
Lei stessa ammette di aver subito il fascino magnetico della foresta, il desiderio di lasciarsi tutto alle spalle e disperdersi tra gli alberi secolari. Adesso � pi� sicura di s�, mi dice, e sa che bisogna resistere alla tentazione.
Il bosco � pericoloso, aggiunge, e bisogna stare attenti a non lasciarsi risucchiare dal suo antico richiamo.
E' l'ora del Saluto, Padre Anatolj ci aspetta tutti in cappella, devo andare.


Maniero del Boiardo Ysevold, 17 gennaio 658

Abbiamo trovato quello che cercavamo, oggi.
La spedizione che ho guidato nel bosco lungo il percorso intrapreso dal povero Vladislav ci ha condotti ad un grande altare di pietra pagano, antichissimo, posizionato da secoli sul fondo di una gola naturale. Mentre Padre Anatolj ed io lo liberavamo dalla neve per esaminarlo, attorno a noi sono comparsi molti lupi dalla boscaglia tutto intorno, e sono rimasti l� ad osservarci senza attaccare. Alcuni di loro erano comuni lupi, altri sembravano pi� grossi, erano completamente neri e sembravano dotati di uno sguardo particolarmente penetrante.
L'altare � molto semplice, decorato con una scanalatura tutto attorno utile a far defluire il sangue: probabilmente in antichit� era utilizzato per dei sacrifici.Padre Anatolj ha iniziato a pregare e nel mentre un uomo � comparso in alto, sul ciglio della rupe. Lo abbiamo riconosciuto subito, Geza, Evingolj, il musico.
Un'altra delle nostre supposizioni che si dimostra esatta.
Burian sfida immediatamente Evingolj a duello, e questi cerca di tergiversare e di convincerlo a desistere, perch� si considera troppo superiore al potente Vatravo.
Ebbene, io stesso intervengo a sostegno delle capacit� di Burian, contagiato dal suo entusiasmo guerresco, e me ne rammarico.
Infatti Evingolj, dopo molte insistenze, acconsente al duello. Scompare per qualche istante nella boscaglia e ricompare sotto forma di un enorme lupo nero.
Il combattimento � lungo e straziante e gi� dai primi movimenti si capisce quanto la creatura sovrannaturale sia superiore a Burian, per quanto forte questi sia.
Evingolj non attacca, gioca di rimessa, ed aspetta sempre che sia Burian ad andarlo a cercare. D'altra parte il mio amico ha un temperamento irruento e focoso, e continua a gettarsi addosso al nemico invincibile fino a quando cade a terra stremato dalle ferite.
Solo una volta con la sua falcata riesce a ferirlo, ma davanti ad i nostri occhi sconcertati la ferita del mostro si richiude in pochi attimi senza lasciare traccia.
Infine Burian crolla a terra e Evingolj si allontana. Posiamo il corpo del ferito sull'altare, dove posso approntargli le prime cure.
Sotto gli occhi di decine di lupi, cerco di ripulire le ferite del mio compagno, mentre il suo sangue ripercorre lugubre le scanalature dell'antico altare sacrificale.
Infine costruiamo una barella e lo portiamo via. Scorgiamo di nuovo Evingolj, nella sua forma umana, che ci osserva e ci invita a non farci pi� vedere.
Siamo quindi tornati al castello, ma la situazione sta diventando sempre pi� insostenibile. Il boiardo � avvelenato e il nervosismo si sta poco a poco impossessando anche dei miei compagni. Soltanto padre Anatolj mantiene il sangue freddo ed � grazie a lui che l'ira del Boiardo non si � ancora scatenata.


Maniero del Boiardo Ysevold, 18 gennaio 658

Forse sono impazzito. Mentre il Boiardo avrebbe voluto chiamare a raccolta tutti gli uomini del villaggio per sferrare un attacco ai lupi di Evingolj (cosa quanto mai inutile e rischiosa, a mio avviso), grazie all'intervento di Padre Anatolj sono riuscito a strappare ancora qualche giorno di attesa.
Mi sono offerto per andare stanotte, da solo, a parlare con Evingolj.
So che � una pazzia, ma in fondo spero che quella creatura non mi percepisca come una minaccia, e che quindi non si dimostri aggressiva.
D'altra parte per capire come comportarsi � fondamentale conoscere il proprio avversario, ed io sugli ulfendhiri so ben poco, attualmente.
Il Boiardo non sapr� di questa mia spedizione (con la sua mente ristretta la percepirebbe come un tradimento), ma conto su Padre Anatolj perch� mi copra. Quell'uomo di chiesa � severo e inflessibile, ma ha una mente aperta e merita ogni stima.


Capanna del povero Ianosh, alba del 19 gennaio 658

Un'esperienza indimenticabile! Sono adesso le prime luci di un nuovo giorno nebbioso qui, nella capanna di Ianosh. Fuori il freddo della notte sta lasciando il posto al grigio di questa terra, e dopo una notte insonne ancora non riesco a calmare i battiti febbrili del cuore.
Ho trascorso la notte a parlare con Evingolj.
Mi ha accolto al suo fuoco in mezzo al bosco, nei pressi del grande altare, e abbiamo conversato per molto tempo. Egli � un uomo tormentato, dilaniato tra una natura umana ed una bestiale. Attorno a noi, docili ed attenti, i lupi vigilavano. L'intera foresta sembrava animata di una vitalit� sovrannaturale, una quiete di attesa, mille occhi ci osservavano dalla tenebra.
Evingolj, Geza, quale che sia il suo nome, mi ha mostrato con semplicit� che cosa si provi ad essere una creatura mostruosa e a mantenere almeno in parte la propria identit� umana.
Mi ha accolto amichevolmente, mi ha raccontato la sua storia e descritto i misteriosi poteri che possiede. La pelle gli � stata data dai Lupi, e lui vuole estirpare l'umanit� (a parer suo corrotta e corruttrice) da questa terra per restituirla ai suoi ancestrali possessori selvatici.
Vuole anche vendicarsi su Isevold, e spera di costringerlo a dargli sua figlia Karina che, me l'ha promesso, lui tratterebbe come una sposa e non come una prigioniera. Ha giurato su quanto ha di pi� prezioso, la pelle da cui attinge il suo potere e la sua dannazione.
Mi ha chiesto di intercedere al maniero per evitare lo spargimento di sangue innocente, di far si' che Isevold sia rovesciato e la fanciulla al pi� presto possa prendere la via dei boschi.
Tra i suoi racconti mi ha fatto il nome di un personaggio a suo dire dotato di poteri maligni, un uomo che si atteggia a persona di chiesa ma che nasconde capacit� oscure. Il suo nome � Padre Ulianov, lo terr� a mente. Una volta lo incontr� e questi gli fece un terribile maleficio, forse per strappargli il suo segreto, creando attorno a lui una tenebra fitta e vorace, assassina. Per un soffio Evingolj riusc� a sfuggirgli, e ancora adesso, nel narrarmi l'episodio, tremava.
La conversazione ha toccato molti argomenti, egli sedeva sulla sua pelle che io stesso ho osato sfiorare con la mano: un pelo caldo, palpitante di vita propria.
Quando si � trattato di domandargli di risparmiare la gente di Iernigova, Evingolj si � mostrato duro e spietato. Ha detto che il massimo che pu� concedermi � di una settimana di tregua, al termine della quale non avr� pi� di che sfamare i suoi lupi e sar� costretto ad attaccare.
Avr� quindi una settimana per cercare di risolvere la situazione... lui vorrebbe che io fomentassi una rivolta di palazzo, attraverso una delle guardie, Fedor, il secondo di Ivan, che dovrebbe essere facilmente convinto dal pericolo che corrono i suoi familiari che si trovano in un villaggio vicino.
La minaccia � stata chiarissima. O le sue condizioni vengono accettate incondizionatamente, oppure lui, con i suoi seguaci lupi, semineranno la morte per queste zone.
A nulla � valso ogni mio tentativo di farlo ragionare, anche se gli ho garantito che avrei fatto di tutto per evitare lo spargimento di sangue.
Infine egli ha accettato di mostrarmi la sua Metamorfosi e, davanti ai miei occhi, ha indossato la pelle � si � tramutato in Lupo.
Non esistono parole per descrivere compiutamente quel prodigio, cos� terribile e sconvolgente.
Si � allontanato di pochi passi da me e, con un gesto rapido ed aggraziato, si � posato la pelle sulle spalle. La trasformazione � durata pochi interminabili momenti. Le sue fattezze umane si sono confuse con quelle di belva, i tratti cos� ferini hanno raccolto quelli umani mantenendo per qualche momento la loro stessa espressione. Le mani si sono tramutate in zampe, il volto in un muso, gli abiti si sono fusi con quel corpo misterioso e sono svaniti.
Per qualche attimo il lupo � rimasto in piedi, grande come un uomo, in una posa innaturale e sconcertante. Poi, con naturalezza, ha assunto la postura a quattro zampe ed � rimasto cosi', a fissarmi al chiarore delle fiamme.
Sono rimasto sconvolto da un simile spettacolo, cos� inaspettato e sorprendente. Il Lupo poi mi ha accompagnato per il bosco fino alla capanna di Ianosh, dove ora mi trovo, ed � scomparso di nuovo tra gli alberi.
Dovrei riposare qualche ora, prima di affrontare il viaggio al maniero del Boiardo, ma non ce la faccio. Il cielo � ormai chiaro, vado.

Gli avvenimenti della notte


Maniero del Boiardo Ysevold, 21 gennaio 658

La situazione sta precipitando sempre di pi�.
Dal giorno successivo al mio colloquio con Evingolj tutta la gente di Iernigova si trova qui nel castello. Quando infatti ho raccontato gli eventi a Padre Anatolj e al Boiardo, si � pensato che questa fosse l'unica soluzione per salvare le vite umane.
Ebbene, gi� in quel primo giorno, prima che i paesani e i loro armenti raggiungessero la fortezza, sono stati assaltati dai lupi che hanno divorato molte bestie. Sar� dura per questa gente superare l'inverno.
Molti sono rimasti feriti, e mi sto occupando di loro tanto freneticamente che non ho mai avuto il tempo di scrivere. Lo Zolnier, Mathias, Pjotr e un altro paio di uomini si trovano qui nella camerata, che sembra trasformata in un sanatorio.
L'indomani, ovvero ieri mattina, il Boiardo ha preteso che andassimo a spaccare l'altare pagano, e che Padre Anatolj benedicesse la zona. Siamo andati, anche io ho accompagnato la spedizione temendo un assalto di lupi e che ci potessero essere, quindi, altri feriti.
Ma l'altare � stato distrutto senza che nessun lupo si mostrasse e siamo tornati al maniero sotto una furiosa tempesta di neve. La notte il cielo � impazzito e gli ululati attorno al castello ci hanno impedito di riposare.
Lo stesso Burian ha iniziato a storcere il naso davanti al Boiardo. Mentre prima gli dichiarava totale fedelt�, probabilmente spinto dal rimorso per avergli condotto a morte il figlio, adesso ha avuto un colloquio molto duro con lui, per indagare quanto quest'uomo abbia rispettato l'anima vatrava e selvatica di tepesti. Il Boiardo � parso anche a lui un uomo non in grado di affrontare la situazione, un misero uomo tracotante e convinto di potersi contrapporre alle forze della natura.
Ma stamattina abbiamo avuto la sorpresa pi� dolorosa.
Davanti al castello, semisepolti dalla neve, sono stati ritrovate le teste mozzate e sbranate di sei persone, sei uomini anziani dei villaggi vicino, imparentati con gente del maniero.
Scritto con il sangue, c'era un biglietto di Evingolj, il cui contenuto ho ricopiato per intero:

" Prima i vecchi, poi gli uomini, poi le femmine e infine i bambini... Madri, padri, fratelli, sorelle, spose e figli moriranno tutti. Potete evitarlo. Rovesciate Ysevold, consegnatemi Karina, abbandonate la rocca e prendete con voi i vostri cari, scendete a valle e non fate pi� ritorno. Potate con voi quanto di valore � rimasto nel castello. Avete una speranza. Non sprecatela. "

Inutile descrivere il malcontento, la rabbia e la paura di questa povera gente, che ha iniziato a mormorare diffusamente contro il Boiardo.
Sono sgattaiolato fuori dalle mura e mi sono diretto verso il bosco alla ricerca di Evingolj: aveva promesso di aspettare una settimana, prima di uccidere! Adirato, ecco che lo vedo tra gli alberi. Mi dice che i patti sono saltati nel momento in cui l'altare � stato spezzato, e che ormai � guerra senza quartiere.
Torno al maniero e qui si capisce che sta per esplodere la situazione. Il Boiardo ha fatto togliere le armi a molti dei suoi uomini di cui non si fida, i paesani sono tenuti sotto sorveglianza. La tensione � palpabile e si teme che tutto precipiti da un momento all'altro. Parlando con Padre Anatolj e con gli altri compagni, si decide di provare il tutto per tutto e far uscire Karina, farla andare incontro ad Evingolj e lasciare che ella possa spargere sale ed aconito sulla pelle di lupo. Il rammarico per non avere avuto la determinazione di farlo io stesso mi divora, a causa della mia eccessiva prudenza adesso � quella povera ragazza a dover rischiare!
Sono stato da lei, poco fa, e le ho spiegato quello che deve fare. Non vista, dovr� spargere queste due sostanze, che tradizionalmente nuocciono agli Ulfendhiri, sul manto di Evingolj in un momento in cui egli non lo indossa.
Non ho potuto darle garanzia del fatto che il rimedio funzioni, in quanto non ho mai avuto esperienza diretta di queste vicende. La giovane � coraggiosa ed ammirevole, ha compreso di essere l'unica speranza possibile per salvare la situazione e si � fatta forza.
L'idea � che lei riesca a convincere con l'inganno Evingolj a venire sotto le mura del castello a sfidare a duello Ivan, il capo delle guardie di suo padre. Se il sale e l'aconito funzioneranno, egli non riuscir� pi� ad indossare la pelle e sar� facilmente catturato.
Sono speranze, ma � la preoccupazione che mi attanaglia: la preoccupazione per quella fanciulla che stanotte si recher� ad uno sposalizio con un mostro. E tutto questo a causa mia! Soltanto perch� non ho saputo fare io allora quello che chiedo a lei di fare oggi.
Se qualcosa di male dovesse accaderle, un altro scuro demone si unir� agli altri che divorano da anni la mia coscienza.


A notte

Ho accompagnato Dama Karina al fatale appuntamento con Geza. Era vestita da sposa, anche se nascondeva il candido abito sotto una pesante mantella scura, aveva il volto impassibile ed un incedere deciso.
Ci siamo incamminati lungo il sentiero innevato verso il villaggio, in silenzio, alla luce incerta di una lanterna.
Per primi abbiamo visto i due grossi lupi neri. Ho sentito Karina impercettibilmente irrigidirsi al mio fianco, e subito una figura umana si � stagliata contro il cielo notturno: Geza.
Soltanto due parole, e li ho dovuti lasciare soli. Ella � avanzata di qualche passo verso di lui, mentre le due fiere mi tenevano a distanza. Subito mi hanno costretto a tornare sui miei passi, verso il maniero, mentre dietro di me sentivo Geza e Dama Karina confabulare a bassa voce.
Qui, tornato al maniero, ho incontrato Fedor alle porte ed egli, consapevole dei rischi per domattina quando la Dama non dovesse tornare prima del risveglio di suo padre il Boiardo, mi ha suggerito di essere in piedi per le primissime luci dell'alba. La sua � stata una sollecitudine superflua: dubito che il sonno sopraggiunger�, in questa notte terribile.


Maniero del Boiardo Ysevold, pomeriggio del 22 gennaio 658

Scrivo dall'infermeria del maniero, mentre fuori dalle finestre una neve soffice scende a coprire le tracce del destino che si � compiuto questa mattina.
E' stata una giornata di sangue e di battaglia, di tradimenti e di espiazione. Io stesso, ferito, osservo con preoccupazione l'evolversi delle condizioni dello squarcio che ho sulla gamba, e che Anna Basilj mi ha sapientemente medicato.
Ma procediamo con ordine.
Durante la notte il silenzio dei lupi � apparso minaccioso pi� degli ululati delle notti precedenti. Un silenzio di attesa, ci � parso, che lasciasse supporre che ancora Geza non era soddisfatto di quanto gli era stato concesso.
All'alba, insieme a Ladimir, mi sono recato in cappella per partecipare alla funzione del Risveglio officiata da Padre Anatolj, mentre Grun e Burian sorvegliavano la torre dove alloggiava Dama Karina e l'ingresso del maniero. Della Dama nessuna notizia.
Infine il Boiardo si presenta nella sala comune e, come ogni giorno, chiama a s� i membri della sua famiglia e della sua guardia.
La damigella di Dama Karina a questo punto, tremante, ha annunciato che la sua padrona stava male, e che sarebbe rimasta ancora un po' in camera. Ivan, il capo delle Guardie, ha deciso quindi di andare a sincerarsi delle condizioni di lei.
"La Dama � scomparsa!" torna gridando dopo pochi momenti.
Grun cerca di rallentarlo, gi� sulle scale, accennando al fatto che una simile notizia potrebbe essere devastante per il boiardo, ma Ivan lo supera e fa il suo annuncio nella sala comune.
L'ira del boiardo � immediata e terribile. Si alza in piedi dal suo scranno e ordina che la damigella sia condotta a morte. Grida che c'� stato tradimento, e che i traditori dovranno pagare per quello che hanno fatto.
"Non � raro che una figlia abbia il coraggio di fare ci� che un padre non ha nemmeno il coraggio di tentare", dice Burian.
"Traditori! Siete dei Traditori!"
"L'unico traditore di questa terra � il suo Boiardo", insiste Burian, "ed il Voivoda � gi� stato avvertito".
"Impalateli! Impalateli tutti!"
Osservo la scena dall'ingresso della cappella, ed ecco che Padre Anatolj, prima che tutto precipiti, tenta di portare pace negli animi degli astanti."Fermi tutti, aspettate! Lasciate il tempo di spiegare..."
L'istante guadagnato dalle parole del prelato viene interrotto dal Boiardo, che ordina che l'ancella di Karina sia uccisa immediatamente. Si scatena battaglia.
Insieme a Ladimir, corro in aiuto di Padre Anatolj il quale, per difendere la povera ancella, si trova coinvolto in uno scontro con alcune delle guardie del Boiardo. Ma altre, Fedor e i suoi compagni, stanno dalla parte della ribellione.
Grun uccide un uomo del boiardo e si lancia in soccorso di Burian, il quale � ancora ferito per lo scontro con Geza.
"Muori, Vatravo!" gli urla contro Isevold in persona, sguainando la spada. Accade tutto in un attimo, Grun colpisce al capo il Boiardo, che cade a terra privo di sensi, mentre una delle guardie ferisce gravemente Padre Anatolj, che scivola al suolo agonizzando.
Ladimir riesce ad aver ragione di Victor, il vecchio servo cieco da un occhio, mentre io sto per soccombere davanti ad una guardia quando Grun, ancora sporco del sangue di Isevold, viene in mio soccorso.
Alcune delle guardie non partecipano allo scontro ed aspettano di vedere chi vincer� prima di prendere una posizione. E' anche grazie alla loro prudenza che i morti e i feriti di questa mattina sono meno di quanti avrebbero potuto essere.
Il bilancio � comunque doloroso. Il boiardo � morto, e soprattutto Padre Anatolj ha lasciato questa terra per conquistare la pace di Eos. Non ho potuto far nulla per salvarlo. E' morto Ivan, che era rimasto fedele al suo signore fino all'ultimo, assieme ad alcune guardie e al vecchio Victor. La vittoria dei "ribelli" � schiacciante.
Mentre corro da un ferito all'altro per prestare le prime cure, sento Burian e Fedor che si accordano su una versione dei fatti da raccontare. Subito dopo, Burian mi detta una lettera per il Volo del Corvo, destinata ai sommi capi dell'Ordine del Dragone.
Scrivo fedelmente quanto mi viene dettato, una relazione piuttosto indulgente sull'accaduto, dalla quale si capisce che il Boiardo sarebbe di colpo impazzito, alla notizia della misteriosa scomparsa di sua figlia, ed avrebbe dato la colpa a Padre Anatolj e Burian, ordinando la loro uccisione. Subito si sarebbe scatenata una rivolta e lo stesso assassino del Boiardo sarebbe stato ucciso nel corso del combattimento.
Mentre la voce dell'accaduto si sparge tra gli occupanti del maniero, giunge una voce dalle mura: stanno avvicinandosi Dama Karina e Geza.
Geza avrebbe dovuto sfidare Ivan a duello, ma adesso la situazione � cambiata, e vado a parlamentare con loro.
Mentre racconto l'accaduto, osservo il volto cupo di Karina animarsi di un odio violento, di una rabbia disperata sul punto di esplodere. Geza resta impassibile invece, sornione e quasi soddisfatto. Non dubito che di proposito abbia ritardato l'arrivo sotto le mura del castello, proprio sperando in simili conseguenze.
Quando chiedo a Geza di lasciar andare Karina libera, questi dice di no e che piuttosto lui se ne sarebbe subito andando via con lei senza problemi, visto che non c'� pi� Ivan, l'avversario che voleva sfidarlo.
Chiamo allora dalle mura Fedor, il quale scende assieme a Burian. Fedor � spaventato, come comprensibile, dall'idea di combattere con il Mostro, ma Burian ordina a Geza di permettere a Karina almeno di venire a seppellire suo padre. Geza non accetta ragioni, e i due si fronteggiano nuovamente.
Nuovamente Geza indossa la pelle e si prepara a combattere.
La metamorfosi questa volta, in piena luce, � ancora pi� spaventosa di quando l'avevo osservata tra le ombre del bosco. Il mostro emerge dal corpo di Geza, sembra dilaniarlo dall'interno e la ferocia che si dipinge sul suo volto ferino � terribile.
Corro verso di lui per versargli sale ed aconito sul manto, prima che sia troppo tardi, ma al dunque mi avvedo che gi� Dama Karina deve aver provveduto, in quanto se ne scorge traccia sulla pelle scura.
Maledico in silenzio Mastro Barlow ed i suoi consigli inefficaci: il Lupo � l� davanti a noi, ringhia ed � pronto all'attacco. Mentre Burian gli si getta addosso, anche io cerco di strappargli la pelle di dosso e di tenerlo fermo, ma Geza � troppo pi� forte di noi e riesce a sfuggirci. Si allontana, Burian gli corre dietro, mentre io mi muovo in fretta verso Dama Karina, gridandole di correre verso il castello per mettersi in salvo. Geza impatta Fedor e lo ferisce gravemente, poi ferisce Burian e quindi spinge via anche me.Solo allora mi accorgo che qualcosa nel suo manto � cambiata, che la formidabile pelliccia che indossa sembra pi� spenta, come priva di vita. Qualcosa � cambiato, forse il rimedio del mio Maestro non era del tutto inutile.
Nel mentre pero' Geza raggiunge Burian e lo ferisce di nuovo, quindi lo spinge via e punta verso Dama Karina, che sta fuggendo atterrita verso il castello.
Provo a frappormi tra la bestia e la fanciulla, per difenderla, ma Geza si avventa su di me e mi dilania una gamba, cado a terra privo di sensi.
Quando mi risveglio, pochi momenti dopo, vedo che il combattimento sta continuando ai piedi delle mura del maniero, ma Dama Karina � adesso al riparo di molti uomini. Ci sono anche Ladimir e Grun finalmente, e combattono con il Mostro, che adesso sembra ferito.
Geza pu� essere ferito, noto con esultanza mentre Grun e Ladimir infieriscono su di lui. Grun Scudospezzato ha reso onore al suo soprannome, ed il suo scudo di legno giace rotto nella neve accanto a lui.
Geza prova a scappare, invano. I due uomini si accaniscono su di lui finch� non rimane immobile.
Improvvisamente un denso fumo nero si sprigiona dalla pelliccia, che sfrigola e scintilla. Si sente un puzzo nauseabondo, penetrante e ferino, che ricorda la carne bruciata.
Grun decapita la creatura e davanti ai nostri occhi la carcassa si consuma.
Il fumo si dirada e dal terreno si scorge soltanto il corpo decapitato di Geza.
Rapito dal sovrannaturale spettacolo, neanche mi rendo conto di quanto gravi siano le mie condizioni: attorno a me la neve � rossa di sangue. Dal castello, ora che la bestia � caduta, si aprono le porte e in molti vengono a prendersi cura di Fedor, Burian e me, che siamo a terra sanguinanti. Anna Basilj si incarica delle medicazioni, e veramente posso dire che quella donna ha qualcosa di straordinario. Con che sicurezza ci ha fatti trasportare qui al sicuro, e con che competenza ha lavato, medicato con Achillea e suturato le nostre ferite! Se rester� in vita e padrone della mia gamba lo dovr� soltanto a lei.
Curiosa la vita, che mostra come il silenzioso coraggio di alcune donne sia pi� potente dell'operato e dei clamori di tanti uomini.
Il resto della mattinata � trascorso nell'operosit� dell'infermeria, il cielo era cristallino e limpido, intorno nessun ululato n� tracce di lupi.
Dama Karina si � chiusa nelle sue stanze in solitudine, sola con la sua damigella, senza voler ricevere nessuno, nemmeno il buon Ladimir che gentilmente si � recato a farle visita.
Povera fanciulla, spero che trovi la forza di affrontare un cos� difficile fardello.


Maniero del Boiardo Ysevold, alba del 24 gennaio 658

Che Eos abbia piet� di Dama Karina, che stanotte ha scelto di morire gettandosi nel vuoto dalla sua finestra.


Maniero del Boiardo Ysevold, pomeriggio del 25 gennaio 658

Oggi il corpo di Geza � stato affidato alle fiamme. Ho assistito al rogo e gi� prima, grazie alla collaborazione di Ladimir, ho potuto dare un'occhiata al cadavere che era stato tenuto in cappella fatto a pezzi in un sacco. Un brutto spettacolo, ma decisamente umano. La sua pelle non mostrava ustioni, anche se il consumarsi della pelle aveva consumato anche le sue vesti.
L'odore del rogo � stato normale, meno forte del tanfo che si era sprigionato al momento della morte della creatura. Ho dato disposizione che le sue ceneri fossero disperse in un corso d'acqua, anche se so che questo rimedio viene generalmente impiegato per creature d'altra natura, e probabilmente � una misura ridondante. Tuttavia � sempre meglio peccare di eccessiva prudenza, che di troppa faciloneria.
Ho detto a Ladimir di andare a cercare gli effetti personali di Geza nel bosco, ed egli � andato, insieme a Grun e Mathias.
Ladimir � tornato poco fa, e mi ha raccontato che la situazione nel bosco sembra essersi normalizzata. Il villaggio � abbandonato e tranquillo. Una esplorazione nel bosco ha rivelato che il comportamento dei lupi sembrerebbe essere tornato normale, tra i ruderi dell'altare pagano una lupa si prendeva cura dei suoi cuccioli.
Un esame pi� approfondito della zona ha rivelato un nascondiglio nel quale Geza conservava le sue cose: sono state trovate pelli di orso, provviste ed equipaggiamento da viaggio, insieme alla ghironda del musico e a qualche dragone.
A parte, su una rudimentale mensola ricavata dalla roccia, era poggiata una piuma ed un vasetto da inchiostro, in cui si trovavano ancora tracce di sangue rappreso. Accanto, qualche pergamena ancora immacolata.
Sembra che la minaccia di quella creatura a mezza strada tra l'uomo e la bestia abbia abbandonato queste terre. Ma a quale prezzo di sangue e di lutti...

L'indovinello del Vatravo