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- Kain Werber -
 
Il fondo del barile
Gil-Palantir
 
creato il: 07/04/2007   messaggi totali: 36   commenti totali: 30
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10 Aprile 517
Domenica 26 Aprile 2015

Un ultimo sogno



Mi resta da condividere con te un ultimo sogno, Protetta di Kayah. Molte volte ci siamo incontrate in spirito in questi giorni, anche se tu non ne conservi memoria. Spesso sono rimasta nell'ombra a guardarti danzare, sospesa tra gli spettri del passato e quelli del futuro, prigioniera delle tue gioie e delle tue paure; talvolta, lo confesso, ho finito per scivolarvi io stessa. So che quest'idea ti ripugna, ma ogni volta hai scelto tu quale maschera attribuirmi... a me non è restato che indossarla. Ti ho sussurrato con la voce dolce e paziente della vecchia Fraziska, ed ho schiuso la tua mente di bambina ai segreti del Sangue; come Conrad ho approfittato di te e della tua ingenuità, e le mie sciocche risate hanno reso ancor più dolorosa la tua umiliazione; mio è stato il volto di tuo padre, livido di disprezzo e frustrazione, e mia è stata la sua mano mentre ti spingeva nel letto di Alyster Forge...mio, infine, il fiato del tuo ospite sul tuo collo, ancora fetido del vino della tua casa.

Mi hai mostrato gli orrori delle tue peregrinazioni in questa terra antica e maledetta su cui è tornato a strisciare Kuru R'khai... sono stata i tuoi compagni, i tuoi nemici, le cose senza nome che in fondo ai tuoi incubi si contorcono senza sosta, cieche e affamate. Quante volte hai versato il fuoco liquido del tuo nuovo Mentor sulle mie ferite sanguinanti, senza mai renderti conto che mentre mormoravi alla tua Protettrice una preghiera disperata, avevi gli occhi fissi nei miei?

Un ultimo sogno, Kailah, e poi ti lascerò libera...così come mi sono fatta strada nei tuoi ricordi tormentati, ecco, lascio che tu ti avventuri nei miei. E' un palcoscenico che riconosci immediatamente, vero? Il grande tendone azzurro, punteggiato di stelle d'argento, i carri sgangherati e variopinti, l'incedere scomposto dei saltimbanchi sui lunghi trampoli, la grazia furbesca degli acrobati...ma soprattutto le grida gioiose e ammirate dei bambini, estasiati dalle meraviglie del Circo delle Galassie. Hai difficoltà a riconoscere tra loro i volti della tua infanzia, ma non te ne curare, quando il Circo delle Galassie si fermò ad Ammerung molti di loro, come te, dovevano ancora nascere. Lascia che ti mostri la bimba sola e sperduta che si aggira in silenzio tra gli echi festanti di un passato che non ti appartiene ancora. Nessuno sembra curarsi di lei, nessuno può sapere che gli uomini di suo padre le stanno dando la caccia, e che presto la riporteranno in un luogo di tenebra e di dolore.

E dire che era arrivata qui piena di speranze dopo aver conquistato la libertà con tanta fatica, dando fondo a tutta l'astuzia di cui la sua mente ancora acerba potesse essere capace...ma guardala bene, guarda lo scoramento nei suoi occhi, quando si rende conto che non è la magia ad animare il Circo delle Galassie, che tutto è solo un gioco di specchi, fumo, corde e pulegge. Camminale accanto negli angusti passaggi, e spiate insieme gli inganni con cui la gente del Circo ammalia i bambini, i trucchi colorati dei pagliacci, la pece del Mangiafuoco, le daghe di stagno dell'Amazzone di Abbul. La bimba singhiozza sconsolata: era venuta qui per rubare un pizzico dell'Incanto del Circo, chi mai se ne sarebbe accorto in un posto così splendido e fatato? Avrebbe preso solo quel tanto che poteva bastare a darle ciò che suo padre pretendeva per lei, e allora lui non l'avrebbe più costretta a buttar giù l'intruglio nauseante che la faceva diventare così stupida, per poi lasciarla sola con l'Uomo con Due Facce e con i suoi aghi spaventosi. O chissà...magari il Re del Circo avrebbe acconsentito a prenderla con sé, e tutti insieme sarebbero volati via nel cielo stellato per andare nascondersi dietro alla Luna, e a quel punto né il padre né l'Uomo con Due Facce sarebbero mai riusciti a trovarla.

Quanto è più piccola la tua delusione rispetto alla sua...forse vorresti consolarla, ma non ne hai il tempo. Ecco che mani rudi e forti si fanno largo nella penombra del tendone, e l'afferrano. Lei non prova a gridare, e neppure appare sorpresa. Vi guardate un istante negli occhi...dimmi cosa vedi, vuoi? Una Maschera bianca che piange lacrime di sangue vermiglio, e lame affilate, liquami ribollenti, e un fuoco ghiacciato che brucia implacabile...

...e poi solo carne, carne straziata che si fa via via più nera, dura e morta come una spina di pietra che cresce rabbiosa verso il cielo.

scritto da Nimrod , 17:12 | permalink | markup wiki | commenti (1)