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Discussioni sul GdR in generale e su tutto ciò che altrove è off-topic.

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Garabombo
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Messaggioda Garabombo » 04/03/2005, 14:04

Ciao ragazzi!!

Visto che Anna è decisamente impegnata in questo periodo e si è COMPLETAMENTE dimenticata di noi (scherzo, ovviamente!! ;) ), e visto anche che proprio ieri sera ho scritto un qualcosa... lo metto qua, va bene?
Dovrebbe essere la storia di Shabra, prima dei fatti narrati fino ad ora... se piace... si va avanti!

La Storia di Shabra

La Figlia del Flauto
Sognò una notte di correre lungo la Piana, alla luce di una luna piena e luminosa. I suoi piedi non lasciavano orme sul terreno polveroso, e la sua ombra a stento la seguiva. Sognò di sentire una musica lontana raggiungere la Piana, lentamente invadere in rivoli delicati ogni crepaccio ed ogni anfratto. La musica la inseguiva, lenta quanto lei correva veloce, ma sempre solo a un passo dal raggiungerla. Era la musica della pioggia che batte sulle pietre, di un ruscello che scroscia fra rocce in una breve cascata; la musica di onde che infrangono il loro passo su ciottoli arrotondati. La raggiunse sul limitare dell’Oceano.
Si svegliò. Shabra aveva quasi sei anni. Non avrebbe mai dimenticato il suono di quella musica.

Divenne adepta della Signora del Flauto un anno dopo, passato il primo acquazzone estivo fu presentata alle altre Adepte. La prima sera che passò nella Casa della Musica pianse. Aveva appena sentito le pietre chiamate “I Cantori” risuonare alla musica della Maestra, e seppe che avrebbe perso la propria vita e seguito uno strano destino. Pianse nascosta sotto la tenda che separava il suo giaciglio da quello delle altre ragazze.
La mattina successiva ricominciò a piovere. Il rumore delle gocce sulle pietre del tetto si accordava con il suono della musica che sentiva nel cuore. Sedeva svogliata sul tavolato in cucina, guardando le pesanti gocce che cadevano dallo stipite della porta.
“Piccola, l’acqua che batte su di una pietra ci dona il battito del tempo. Cosa canteresti per ricordare all’acqua che suona per noi?”
Si voltò. Vide la Signora del Flauto guardarla dalla porta del refettorio. Aveva scostato il tendaggio d’ingresso con una mano e stava sulla soglia, sorridendo.
Shabra la fissò un momento negli occhi chiari, poi si voltò verso la pioggia all’esterno e rispose: “Canterei la Canzone di Brasha e della Pietra Matta.”
Le ragazze che stavano pulendo le stoviglie si fermarono e risero per la risposta di quella bambina. “La canzone per far saltare il gatto!” Disse qualcuna.
Ma la Maestra la invitò a cantarla. “Bene, è una canzone allegra. Cantala per noi”, le disse.
Allora Shabra iniziò a cantare. Dondolava un piede sotto la panca, mentre con la voce acuta intonava le quattro note del ritornello iniziale, e raccontava di Brasha che cantava al mattino, e della sua pietra che le rispondeva con la nota sbagliata. Di come Brasha cantava alla sera, e al pietra che suonava più veloce del tempo dovuto.
Cantava e la pioggia prendeva vigore, aumentava il ritmo dei colpi sul tetto inclinato, quasi per raggiungere la giusta velocità della canzone della bambina. Ma Shabra rallentò il ritmo, e cantò di come la notte la pietra cantava da sola, e Brasha dormiva tranquilla nell’abbraccio della sua musica.
La canzone terminò. Le ragazze non avevano ripreso i loro lavori, ma si erano tutte girate verso la bambina seduta sulla panca. Sentivano un calore attraversare loro il corpo, e formiche sulla punta delle dita di mani e piedi.
[continua...]

Dovrebbe andare appena dopo il primo capitoletto, quello dove si descrive il continente...

Ciao e buon fine settimana! :lol:
Garabombo
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Elmer's pupil
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Messaggioda Elmer's pupil » 05/03/2005, 11:00

Continua continua.......
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Messaggioda Garabombo » 01/04/2005, 12:06

Continuo, continuo, ma a basso ritmo, purtroppo!

[b]La storia di Shabra[/]

Alla luna successiva la Signora del Flauto la chiamò nella Sala Grande. Era notte oramai da qualche ora e sentiva gli occhi pungere come pieni di sabbia, le palpebre pesanti mentre la luce della luna penetrava dalla finestra a occidente. La sala era vuota e la intimoriva con la sua vastità. Per lei, abituata alla piccola dimora del suo Clan e alle sere affollate attorno al focolare, quel ambiente dal soffitto alto e con i quattro sottili pali di sostegno lontani fra loro evocava un mondo diverso, sotto un cielo sconosciuto. La sala era vuota, tranne alla sua estremità orientale, là dove sedeva la Signora del Flauto durante le feste e le lezioni. Ora sullo scranno di pietra era seduta la Madre del Fuoco, la sua tunica chiara risaltava nel buio della stanza e la gemma che portava sul petto emanava una tenue luce, quasi una stella lontana al tramonto.
Shabra fece qualche passo verso il centro della sala. La porta da cui proveniva si apriva nella parete settentrionale, portando negli altri ambienti della Casa della Musica.
“Vieni bambina”, sentì la voce della Signora del Flauto chiamarla, “avvicinati, la Madre del Fuoco desidera conoscerti.”
Si avvicinò alla colonna più vicina, alla sua destra. La oltrepassò e vide che la Signora del Flauto, che le aveva appena parlato, era seduta per terra a fianco dello scranno. Continuò a camminare fino a che non si trovò davanti all’anziana Madre del Fuoco. I loro occhi si trovavano alla stessa altezza e Shabra poté vedere le pupille della donna brillare nel lieve chiarore della stanza.
La osservarono in silenzio per qualche tempo, poi la Madre del Fuoco si alzò e le pose una mano sulla fronte. Socchiuse gli occhi e Shabra sentì caldo sulla fronte, proprio dove il palmo della mano dell’anziana donna la toccava. Lente fiamme scesero dalla fronte imporporandole il viso, poi le lambirono le spalle, il tronco; scesero fino al ventre e ben presto si sentì avvolta da lingue di fuoco che le circondarono il corpo in un vortice di luce e calore. Aprì gli occhi. La mano della Madre del Fuoco era ancora su di lei, al di là della sua figura vedeva la sala non più rischiarata dal solo chiarore lunare, ma come se un sole cocente ne rivelasse ogni più debole dettaglio.
Vide la pietra dello scranno come se la guardasse da pochi palmi, ne vide ogni rugosità, ogni piccola crepa, ogni venatura della roccia. E così anche la parete dietro lo scranno era diventata una ragnatela di pietre, fango e paglia. Le lunghe travi che sostenevano il tetto erano un intrico di venature, di nodi e torsioni nel legno.
Sentì la voce della Signora del Flauto, alla sua sinistra, iniziare un lento canto di potere. Quella voce portò un cambiamento a ciò che vedeva. Piano, quasi come se nascessero dalla roccia e dal legno su cui si trovavano, comparvero piccoli animali sulla parete e sul soffitto. Vide che dietro lo scranno, poco a destra della Madre del Fuoco, un lungo e sottile insetto si arrampicava, mentre, quasi senza doverlo guardare, seppe che su di una trave del tetto si trovava un piccolo ghiro raggomitolato. Ogni essere vivente sembrava essere ancora più luminoso dell’ambiente circostante e risaltava per il suo colore pulsante. E così anche la Madre del Fuoco e la Signora del Flauto splendevano della loro luce accecante.
[continua...]

Purtroppo scrivo davvero a rilento in questo periodo... sarà la primavera?? ;P

salud y suerte!!
Garabombo
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Messaggioda Elmer's pupil » 01/04/2005, 22:25

Centellinare non sempre è male. Affeziona alle cose e alle storie.....

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