Storia
Le origini dell'odierna
fratina risalgono certamente all'
età ancestrale, periodo in cui la tradizione orale identifica la presenza di paramenti sacri utilizzati da alcuni
Stregoni e degli
Sciamani al fine di rimarcare la propria ascendenza divina: queste vesti erano indossate sia durante le celebrazioni che sul campo di battaglia, integrando quindi le funzioni della
dalmatica e della
casula.Le prime testimonianze scritte che raccontano dell'utilizzo di una
fratina indossata da combattenti risalgono all'inizio della
Repubblica di Turn, in corrispondenza con la diffusione del culto di
Dytros presso i soldati. Per la formalizzazione del termine e del significato dell'attuale
dalmatica bisogna attendere il primo
Concilio dei Vescovi dell'anno
215, che segna la nascita tanto della
Chiesa della Luce quanto degli ordini di
Sacerdoti e
Paladini che avranno il compito di rappresentarla sul Continente: in quell'occasione vengono introdotte la
dalmatica, identificativa dei paladini, e la
casula, identificativa dei sacerdoti.
Dai paladini ai soldati
Negli anni immediatamente successivi al
215 il Continente è scosso da una serie di eventi di grande portata che portano alla dissoluzione dell'
Impero di Turn e alla conseguente fondazione del
Granducato di Greyhaven: nel corso delle numerose battaglie combattute nel corso del terzo secolo, durante le quali paladini e soldati si trovano spesso sul medesimo campo di battaglia, la
dalmatica comincia ad essere adottata anche dagli eserciti di Delos e di Greyhaven per indicare l'appartenenza dei soldati a determinati reparti. La connotazione "laica" della dalmatica aumenterà ulteriormente nel corso del quarto e del quinto secolo, fino a diventare parte integrante delle tenute militari di molti eserciti del Continente a prescindere da qualsivoglia affiliazione religiosa.
Aspetto
Tanto la
dalmatica quanto la
casula si presentano come una tunica leggera, con ampie aperture per la testa e per le braccia. Le versioni meno rifinite, utilizzate dalla maggior parte degli eserciti laici e dai paladini di rango inferiore, sono prive di maniche, mentre quelle più pregiate sono dotate di ampie maniche che ricadono sulle braccia, come una sorta di "ali". In entrambi i casi si tratta di vesti esterne, pensate per ricoprire e decorare un abito, veste o armatura sottostante: caratteristiche comuni a tutte queste vesti sono la presenza di un colore identificativo, la trama del tessuto e/o disegni, ricami o toppe raffiguranti un determinato simbolo religioso e/o stemma militare.