Caratteristiche del Territorio
Tutta la parte centrale della Landa di Clough è in gran parte composta da un altopiano collinare che parte del complesso montuoso noto come
Angelo di Pietra per scendere progressivamente verso est, fino a toccare l'ansa occidentale del fiume Traunne nei pressi del
Delta di Feith. All'interno di questa vasta zona esistono tuttavia anche una serie di aree meno omogenee e dotate di caratteristiche particolari.
Il Valico di Mulligan
La parte occidentale della Landa di Clough è delinata dal
Valico di Mulligan (
Mulligan's Gap nella lingua degli elfi), una sella che conduce alle propaggini orientali dell'
Angelo di Pietra.
La Piana del Crepuscolo
La zona orientale della Landa di Clough è nota come
Piana del Crepuscolo (
Duskvale nella lingua degli elfi) per via della particolare colorazione di alcuni cespugli rossi ricchi di bacche non commestibili, che risalta in particolar modo alla luce del tramonto.
Lo Sfagneto Cremisi
Noto anche come
Palus Carmesinus (Turniano) o
Crimson Bog (elfico), si tratta di un vasto pantano che copre la zona nord-orientale della landa di Clough. Attraversarlo almeno in parte è pressoché inevitabile se si desidera raggiungere le località situate sul lato ovest del
Delta di Feith, come ad esempio la città di
Trost. Il pantano, coperto da una fitta coltre di nebbia per gran parte dell'anno, è un luogo piuttosto insidioso per via della particolare conformazione del territorio, ricco di avvallamenti dove ristagna l'acqua, in buona parte salmastra e oligotrofica, e zone più alte simili a collinette, rispettivamente più asciutte. Lo sfagneto ospita un numero rilevante di specie animali e vegetali rare o poco comuni.
La Strada Verde
Per consentire l'attraversamento dello
Sfagneto Cremisi è stata più volte tentata la costruzione della cosiddetta
Strada Verde, un passaggio che collega le zone di terreno più solide e meno acquitrinose del pantano. Sfortunatamente, il progetto è ad oggi ancora incompiuto: il completamento della
Strada Verde è sempre stato ostacolato da una serie di cause di forza maggiore come guerre, epidemie, conflitti tra signori locali e altri sfortunati eventi che hanno immancabilmente determinato l'interruzione dei lavori. La natura ha quindi avuto sempre modo di riconquistare il terreno perduto, inghiottendo progressivamente quanto realizzato tra le spire dei suoi muschi selvatici.