Il canto di Maaren
Una delle più note canzoni di Shannon Aljeese rievoca il canto disperato di
Mareen, figlia di
Isnamroth, fatta prigioniera da
Lemnenkar e segregata in una torre senza finestre negli altipiani delle Tempeste. Il lamento della giovane, così come è narrato nel secondo ciclo di Isnamroth, portò il buon
Vainar ad innamorarsi perdutamente di lei.
Ecco il testo della canzone, nella sua versione più diffusa.
Tempeste ruggenti, tremor di tuono,
io schiava mi strazio nell'illusione
che nel tormento della reclusione
possa il mio cuore trovare perdono.
Fui principessa dei Laghi e in dono
chiesi un bacio, maschera di passione
soltanto un bacio, ruvida ammissione
che quell'inganno era troppo buono.
Soltanto un bacio sul prato assolato
ma ormai spezzata, virginale attesa,
più non so vivere senza lui accanto.
Soltanto un bacio, un bacio soltanto,
così sedotta, io giacqui indifesa
contaminata dall'uomo stregato.
. . .
Tempeste e diluvio, pianto del cielo
io prigioniera imploro e lamento
una finestra, uno sprazzo di vento:
l'acqua lavi la menzogna e il suo velo.
Il mio buon padre impedì lo sfacelo
salvò la virtù e diventò violento
ma sua figlia diletta in quel momento
fu trascinata alle terre del gelo.
Soltanto un bacio e presto sarà guerra,
cade l'inganno e resta il mio dolore
l'amore incantato porta rovina.
Debole e ingenua come una bambina
non resta ormai che il mio offeso pudore,
ed un cuore sepolto sotto terra.