La storia del Patriarcato di Delos
La storia del Patriarcato di Delos è relativamente recente, essendosi costituito nelle ultime fasi dell'
Impero di Turn, a seguito della progressiva crescita di importanza da parte delle Province orientali dell'Impero. Fino al
206 p.F., quando la Capitale venne spostata da
Turn a
Delos ad opera dell'Imperatore
Thobosus, nella grande città costiera regnava spiritualmente un
Metropolita come in tutte le altre grandi città della parte orientale. Tuttavia già da allora la grande tradizione religiosa e culturale della città di
Delos spingeva l'Oriente a guardare al Metropolita di Delos come il faro più autorevole, ovviamente dopo il
Patriarca di Turn ma più vicino di quest'ultimo. Il trasferimento della Capitale rappresentò una sorta di sanzione a questo stato di cose, tanto che sotto il regno dell'Imperatore
Anilius, successore di
Thobosus nella parte orientale, il Metropolita di Delos cominciò ad essere appellato con il titolo di Patriarca, fino ad allora spettante solo alla massima autorità spirituale del clero della Luce: il
Patriarca di Turn.
Fu il II
Sinodo di Kàmiros nel
250 p.F., sotto l'Imperatore
Ioudianòs, a riconoscere ufficialmente la figura del Patriarca di Delos e a trasferire a lui l'autorità religiosa su quanto restava dell'antico Impero nelle mani dell'
Imperatore di Delos. Ciò non significò però un sopravanzamento in autorità spirituale da parte del Patriarca di Delos nei confronti del
Patriarca di Turn che restò comunque, ed anzi fu riconfermato con ancora maggiore autorevolezza, come il vertice sommo della
Chiesa della Luce. Le deliberazioni del
Sinodo, che comportarono tra l'altro anche il riconoscimento dell'autorità del
Sacro Collegio di Greyhaven sulla Chiesa degli antichi
Temi del Nord, risolvevano in questo modo i problemi gestionali e teologici che si erano creati (o accentuati) con il collasso dell'antico
Impero di Turn: il
Patriarca di Turn restava l'alta figura unitaria del credo della Luce, il
Sacro Collegio di Greyaven e il
Patriarca di Delos ne ereditavano le funzioni di esercizio dell'autorità religiosa nei rispettivi Stati.
Da allora la situazione non si è più sostanzialmente modificata.
L'estensione e i limiti dell'autorità del Patriarca di Delos
L'autorità del Patriarca di Delos non si esercita però in maniera assoluta nell'area dell'attuale
Impero: il grande prestigio del
Patriarca di Turn ha infatti consigliato di lasciare a lui la gestione delle diocesi occidentali (in accordo con il Patriarca di Delos), nonostante la "deliotizzazione" (vedi la voce
Iudianus). Del resto è al Patriarca di Delos che si rivolgono le preghiere e le attese da parte delle sparute minoranze religiose del credo della Luce rimaste nei territori soggetti ad
Abbul e a
Zedghast, le quali sperano che l'Impero abbia un giorno la forza di farsi promotore della loro "liberazione".
Per quanto riguarda i rapporti con il potere politico poi, se da un lato è vero che il ruolo di Divino Interprete di Pyros riconosciuto all'Imperatore dal II
Sinodo di Kàmiros limita non poco l'autorità del Patriarca di Delos (vedi più oltre), va anche riconosciuto che, in virtù proprio di quel ruolo, anche l'Imperatore è soggetto al controllo e alle limitazioni provenienti dal potere religioso espresso dal Patriarca. E' proprio a quest'ultimo infatti che viene richiesta ad esempio l'approvazione ufficiale prima dell'incoronazione del nuovo Imperatore (vedi
Imperatore di Delos) e questo comporta poi un perpetuo occhio vigile da parte del Patriarca sulla politica del sovrano, in un continuo gioco di contrappesi.
Per quanto riguarda i rapporti con le altre autorità religiose, laddove con il
Sacro Collegio di Greyhaven gli eventuali accordi e conflitti si giocano su un piano di completa parità, rispetto al
Patriarca di Turn la situazione è particolarmente complicata, date la superiorità spirituale indiscussa del
Patriarca di Turn e l'autonomia gestionale sui territori dell'Impero che è riconosciuta al Patriarca di Delos dall'atto sinodale. Tuttavia è in genere cura dei due Patriarchi la riduzione al minimo delle occasioni di conflitto e il rispetto delle prerogative dell'uno e dell'altro, in nome della comune rappresentanza del santo credo della Luce.
Tra gli alti poteri riconosciuti al Patriarca di Delos dal II
Sinodo di Kàmiros vi è anche quello della convocazione del
Sinodo, prerogativa che condivide solo con il
Patriarca di Turn stesso e con l'
Imperatore in quanto Divino Interprete. Se il
Sinodo è convocato, e dunque presieduto, dal Patriarca di Delos, è prassi che il
Patriarca di Turn non partecipi personalmente ma invii un suo delegato plenipotenziario.
La nomina e la deposizione del Patriarca di Delos
La nomina del Patriarca di Delos procede attraverso due fasi: nella prima i Metropoliti e gli Igumeni della parte orientale dell'Impero procedono alla selezione di un nominativo tra gli uomini più santi ed autorevoli che si siano illustrati nella dottrina della fede; nella seconda un tale nominativo deve passare sotto l'approvazione dell'
Imperatore. Qualora l'Imperatore non ritenga gradito il nome scelto dai Metropoliti e dagli Igumeni, essi devono passare a nuova selezione, finché arrivino ad una personalità che possa riscuotere l'approvazione imperiale.
Il Patriarca di Delos è regnante fino alla morte e può essere deposto solo dall'
Imperatore stesso o da un santo
Sinodo, anche convocato all'occorrenza. L'atto della deposizione è ovviamente molto grave e difficilmente può essere preso in maniera indolore senza il consenso del clero della parte orientale.
L'attuale Patriarca
L'attuale Patriarca di Delos è, dal
502 p.F. il Venerabile
Ilytios. Egli, già anziano e proveniente dal potente clero monastico della Capitale (è stato Igumeno del Monastero di
Essedion, ma mai Metropolita), non ha avuto problemi ad ottenere l'approvazione dell'allora Imperatore
Constandìnos I ed ora tiene attentamente sotto controllo, non senza qualche difficoltà, la corte e la politica del successore
Constandìnos II.