Una vita agiata e una pesante eredità
L'appartenere ad una nobile famiglia dell'
Impero provvista ancora di notevoli sostanze ha consentito al giovane Davìd, primo di due fratelli e di una sorella, una vita negli agi e nelle comodità.
Dotato di una solida cultura, si è dedicato all'approfondimento della scherma e dell'equitazione, come è doveroso per ogni nobile deliota appartenente ad una famiglia illustratasi nella guerra.
Presto tuttavia le condizioni politiche in cui versa la stirpe dei
Dalasseni hanno fatto sentire il loro peso sul giovane aristocratico. Il ricordo della triste stagione dell'
Imperatrice Zoì e delle nefandezze del suo regno ha spinto il
Senato e l'
Imperatore, fin dai tempi di
Ghiannis I Dunchas, ad escludere i
Dalasseni da ogni carica giudiziaria, governativa e militare e persino a restringere il loro accesso ai titoli nobiliari non ereditari.
Questo atteggiamento da parte dell'onnipotente potere centrale ha di fatto sottratto ai discendenti di
Zoì, anche quelli imparentati più alla lontana, i seggi nel
Senato, associati ai più alti titoli nobiliari, e il servizio nell'esercito.
Pertanto il giovane Davìd dovette presto rassegnarsi all'inattività politica, coltivando in privato le sue passioni e passando il tempo nelle letture e nelle cacce.
Un'occasione propizia
Dopo l'ascesa al trono di
Constandìnos II si è offerta però a Davìd l'occasione di uscire dall'isolamento e di farvi uscire contestualmente almeno il suo ramo della famiglia.
Il
Curopàlata Andronìkos infatti, il fratello dell'
Imperatore, era alla ricerca di giovani patrizi interessati alle tecniche da torneo sviluppate in terra di
Tarracona per partecipare degnamente al
Grande Palio di
Krandamer.
Non tutti ne avevano voglia e soprattutto non tutti condividevano l'iniziativa del
Curopàlata, che nascondeva un neanche tanto nascosto intento politico di accreditarsi oltre
Allston e di riallacciare più cordiali relazioni tra i Temi del Nord (il
Granducato) e l'
Impero.
Era il momento per Davìd di distinguersi dal resto dell'aristocrazia cittadina e di tornare a partecipare alla grande politica. Come aveva previsto, il
Curopàlata, a corto di adepti, lo accolse a braccia aperte, intenzionato a non dare alcun valore alla sua discendenza dalla fosca
Imperatrice.
Davìd lo ricambiò con un allenamento intensivo e appassionato nelle tecniche greyhavenesi da torneo ed oggi è forse il meno autorevole ma certo non il più inesperto tra i suoi accompagnatori oltre il
Vallo.