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« Ecco perché Nicolas aveva quell'espressione beata... io pensavo che si fosse fatto Marielle! »
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San Giosia

[personaggio]
personaggio
Soprannome:
Giosia il Venerabile
Titolo:
Sacerdote di Pyros
Razza:
Umano
Sesso:
maschio
Morto/a il:
14 agosto 232
Altezza:
sconosciuta
Peso:
sconosciuto
Ruolo:
amico
Status:
morto
Tipo:
PNG
Giocatore:
Elmer's pupil
San Giosia - Immagine 1Giosia il Venerabile fu un grande santo del III secolo p.F., nato nell'area meridionale dei Temi del Nord, nei pressi delle Allston. Molte città vantano di avergli dato i natali, ma mancano documenti certi e irrefutabili.
Di stirpe Khanast, ma profondamente educato alla cultura turniana fin dal suo precoce ingresso nel clero di Pyros all'età di 16 anni, si segnalò molto presto per santità, dottrina, virtù spirituali e pastorali di ogni genere.
Divenuto sacerdote ed essendosi dedicato principalmente alla vita monacale e claustrale, volse il suo interesse all'approfondimento delle regole monastiche, alla disciplina interna dei cenobi, al mantenimento e al rafforzamento della vocazione dei monaci. Frutto delle sue riflessioni fu l'opera monumentale "Istituzioni di vita cenobitica", scritta originariamente in lingua turniana e poi nei decenni successivi varie volte tradotta in lingua greyhavenese e deliota: un manuale tanto dotto quanto discorsivo ancora oggi molto utilizzato nei monasteri greyhavenesi e delioti. L'esperienza multiforme e diretta di varie forme di vita cenobitica da parte di Giosia conferisce infatti alle "Istituzioni" la rara dote di contemplare molti casi pratici e di offrire soluzioni lungimiranti e divinamente ispirate.
Contemporaneamente all'elaborazione delle "Istituzioni" la vita di Giosia procedeva nel senso della fondazione di numerose realtà monastiche, alcune delle quali ancora fiorenti, soprattutto in luoghi ove più scarsi erano la fede e il senso di appartenenza alla religione ufficiale. Tutto ciò in un'epoca assai difficile per il continente di Sarakon, a ridosso della fine dell'Impero di Turn, dell'invasione degli Ummariti, del risvegliarsi dell'orgoglio Khanast, della costituzione del Granducato di Greyhaven.
Ormai in tarda età Giosia, definito dalla "vox populi" il Venerabile e quasi chiamato in vita alla santità, si dedicò alla composizione di una seconda opera importante: le "Illuminazioni spirituali". Si tratta di un testo assai diverso dalle "Istituzioni", qualcosa di molto vicino ad un trattato di mistica, anch'esso arricchito da esperienze personali obiettivamente eccezionali. Le "Illuminazioni spirituali", oggetto di studio e di riflessione da parte delle migliori menti teologiche anche dell'epoca attuale, restano comunque un testo enigmatico, scritto tra l'altro in una prosa turniana più difficile e meno colloquiale e distesa delle "Istituzioni".

La morte di San Giosia

Le vicende della morte di Giosia il Venerabile completano la sua perfetta figura di santo con il martirio. Fortemente scosso dagli eventi del 228-229 p.F., Giosia si rese conto che forze oscure e/o eretiche stavano cercando di approfittare del turbamento politico, istituzionale, sociale provocato dalla caduta di Turn per confondere il popolo e per inculcare dottrine false e proibite: in particolare vi era il rischio che qualcuno tentasse di interpretare il progetto, salvifico per l'integrità dei Temi del Nord, di Harald Greyhaven come un tentativo ereticale di separarsi dalla dottrina religiosa turniana. Nonostante le critiche infatti che lo stesso Harald muoveva al clero turniano, coinvolgenti lo stesso Patriarca Viduus, la fedeltà del Custode e poi Granduca, come dei suoi seguaci, alla vera fede della Luce era indiscutibile.
Avendo Giosia individuato in un'aspra regione montagnosa a ridosso delle Allston uno dei centri di propagazione di questo pericoloso movimento ereticale, chiese nel 232 p.F. ai rappresentanti del nuovo potere e in particolare a Thedor Dunean, futuro Barone di Keib, un contingente militare di supporto per costituire una nuova comunità monastica proprio nella regione interessata dal diffondersi del fenomeno ereticale. Thedor Dunean condivideva il progetto di Giosia e certo sentiva l'effetto del suo notevole carisma, ma non poteva, date le difficili circostanze della presa di potere dei nuovi signori Khanast, fornire immediatamente il contingente.
Giosia non aspettò molto e, di fronte al ritardare della risposta del Dunean, mosse da solo con pochi monaci fedelissimi sulle montagne, dando vita nel giro di un mese al massimo ad una fiorente e attiva comunità cenobitica abitante nelle grotte e in dimore di fortuna.
Presto arrivò naturalmente la reazione degli eretici che, in una notte tenebrosa, secondo la tradizione quella del 14 agosto 232 p.F., sterminarono tutta la comunità monastica, compreso Giosia.
Lo sdegno per l'efferato sacrilegio rinnovò la fede delle comunità cittadine, rurali e pastorali di quella regione, togliendo ogni alimento alla propagazione del messaggio ereticale, tanto che, quando Thedor Dunean in persona giunse a vendicare l'oltraggio compiuto, le popolazioni locali collaborarono attivamente, fornendo ogni genere di informazione e di indizio. Thedor Dunean sorprese gli eretici all'alba del 20 settembre del 232 p.F. e ne fece strage, vendicando così la morte di Giosia il Venerabile e dei suoi seguaci.

La redazione dei "Sermoni"

Uno dei principali discepoli e collaboratori di Giosia il Venerabile, Everardus il Flemmatico, provvide a raccogliere negli anni immediatamente successivi alla sua morte tutti gli appunti e le registrazioni scritte dei sermoni del grande santo. Oggi quest'opera, i "Sermoni", rappresenta una delle più lette e commentate tra quelle della letteratura religiosa del II-III secolo p.F.

La citazione

E' proprio dai "Sermoni" di San Giosia che Padre Francesco da Achenar ha tratto la citazione "Non conosci il tuo amico? Non conosci il tuo nemico? Rivestiti del manto della fede. Ti si rivelerà l'amico, ti si rivelerà il nemico", pronunciata di fronte a Solice Kenson, rivestita nuovamente degli abiti di paladina di Pyros nell'ottobre del 517 p.F.

Detti popolari su San Giosia

San Giosia è protagonista di molti detti e proverbi popolari. Eccone alcuni:
  • Chi fa la spia non è figlio di Giosia
  • San Giosia tutte le feste porta via
  • Te lo dice San Giosia che sti soldi so' li mia
  • Larga la foglia stretta la via, ma ocio alle grotte: ricorda Giosia!
  • Quando la fede diventa eresia, nulla è perduto: ci pensa Giosia
  • Meglio un cero a San Giosia che una pinta in osteria

La triste storia di San Giosia ha inoltre ispirato alcuni componimenti diffusi nelle zone meridionali di Achenar, e il forte impatto emotivo che contraddistingue i punti salienti della sua biografia è alla base di numerosi canti religiosi. Come accade con tutti i fenomeni popolari non mancano però anche interventi in direzione contraria, come testimonia questo stornello che risuona ancora oggi in alcune osterie di Beid:
Donna spogliata di argenti e di ori
come Giosia nelle grotte dimori
vesti di stracci e preghi silente
stanco è il tuo corpo ma salda è la mente

Donna che vivi la vita dei santi
che il santo martire hai sempre davanti
e nelle pagine dei suoi Sermoni
hai ricondotto le tue ragioni

Fammi contento, dolce fanciulla,
se veramente la fede ti culla,
libera il corpo da ogni vestito
sia quello il manto a te più gradito

perché ti dico, e ne sono convinto
come Giosia dagli eretici vinto
pronto sarei a risorgerti accanto
e nella grotta a raggiungerti Santo.

La festa

La Chiesa di Greyhaven ha istituito, in memoria di San Giosia, una festa a lui dedicata. Essa cade il 14 agosto, giorno in cui secondo la tradizione sarebbe morto il santo, ed è celebrata in tutto il Granducato, principalmente nel Ducato di Amer. Pare voluta la quasi coincidenza con la festa di Pyros del 13 agosto, essendo stato Giosia uno dei suoi più venerabili devoti.
Creata il 23/06/2008 da Elmer's pupil (248 voci inserite). Ultima modifica il 29/06/2008.
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