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Oulpianòs

[personaggio]
personaggio
Titolo:
Sacerdote
Razza:
Umano
Sesso:
maschio
Nato/a il:
5 ottobre 194 p.F.
Morto/a il:
12 dicembre 267 p.F.
Altezza:
sconosciuta
Peso:
sconosciuto
Ruolo:
amico
Status:
morto
Tipo:
PNG
Giocatore:
Elmer's pupil
Oulpianòs - Immagine 1Teologo deliota del III secolo p.F. Nato nel 194 p.F. a Nikèa da una famiglia relativamente modesta, dimostrò fin da bambino grandi doti intellettuali, tanto da spingere la famiglia a dargli una solida formazione. Nel 219 prende gli abiti di Pyros, svolgendo l'attività di diacono nella città natale di Nikèa. Nel 224 è trasferito, come presbitero, a Lindos nell'isola di Rhodos, da cui non si sposterà più sostanzialmente per il resto della vita.
Qui ha notizia dei disastri dell'Impero di Turn prima ad est, dove gli Zedghastiani occupano via via tutte le ricche Province orientali, e poi ad ovest, nel 229 p.F., con l'invasione degli Ummariti, la morte di Merobaudes e il sacco della Capitale.
Questi eventi, e in particolare la caduta di Turn, causeranno una grave crisi nell'animo di Oulpianòs, convincendolo che si era trattato della punizione degli Dei per le colpe del popolo turniano. "Pyros il Grande ha distolto gli occhi luminosi dalla sua città, Dytros il Santo ha ritirato i suoi eserciti di fronte al barbaro nemico, Kayah la Mite ha velato il suo volto e ha nascosto il suo sorriso di fronte all'avanzare del Buio. Guai a te, Turn, per le tue colpe. Guai a te per la tua dissolutezza. Guai a te per i tuoi latrocinii. Il Cielo si ribalta. La terra sprofonda sotto il peso delle tue infedeltà. I templi che hai costruito rovinano per la tua decadenza". Così scrisse in uno dei suoi componimenti poetici, destinato poi a confluire nella solenne liturgia deliota dei secoli successivi.
Da questo momento Oulpianòs si dedicò a comporre alacremente una serie di scritti che gli diedero una certa fama nell'ambito teologico, pastorale e filosofico. Il primo tra questi fu il ponderoso trattato "Sulle antiche religioni", in dieci libri, pubblicato già nel 230 e dedicato all'Imperatore Iudianus, nel quale analizzava i caratteri della natura e dei culti delle divinità originariamente venerate nei territori della Repubblica di Turn, prima dell'avvento degli Eroi. In una sezione del III libro viene affrontato, secondo le linee guida dell'antica bolla patriarcale di Tatianus I "Post cogitationem multam", il problema dell'associazione della dea Heloira, condannata dal I Sinodo, con l'antica Kalina, venerata in tempi remoti al di sotto delle Allston. In un paragrafo di questa sezione vengono poi individuati, in maniera questa volta inedita, i legami tra Kalina e la dea Shasda, e si cerca di dimostrare, secondo una logica stringente, che anche Shasda va condannata secondo gli anatemi del I Sinodo. Tale ragionamento verrà citato nel II Sinodo come il "Sillogismo di Oulpianòs". Tuttora il semplice estratto del lungo trattato può essere rinvenuto con questo titolo ("Sillogismo di Oulpianòs") in codici miscellanei, con varie opere di vari autori.
Gli scritti successivi, tre libelli di carattere etico, scritti tra il 232 e il 240 p.F., affrontano più direttamente la problematica della caduta di Turn. Ne "La condanna degli Dei", nel "Contro gli idolatri" e ne "La corretta disciplina" è infatti attaccata la deriva morale dell'antico popolo turniano, la cui causa è individuata nell'adorazione di divinità considerate da Oulpianòs ostili alla dottrina di Pyros e in stili di vita riprovevoli praticati da gran parte della popolazione. Da ciò consegue secondo il teologo l'ira degli Dei che causò la rovina dell'Impero di Turn. Nei libelli era accusata anche la condotta degli Imperatori Anilius e Merobaudes che non avrebbero saputo fare argine alla deriva.
Il carattere di queste operette suscitò non poche polemiche nell'ambiente religioso deliota. Molti Metropoliti ne vietarono la diffusione all'interno delle loro diocesi e, nel 245, l'Imperatore Iudianus chiese che nei confronti di Oulpianòs fosse aperto un processo presso il Metropolita di Rhodos. L'accusa, molto grave, era di lesa maestà nei confronti dei defunti Imperatori Anilius e Merobaudes.
Il teologo riuscì a scampare alla condanna soltanto accettando di professare l'abiura nei confronti di quelle parti dei suoi scritti nelle quali venivano attaccati gli Imperatori. Successivamente furono approntate nuove copie di questi testi senza le sezioni "incriminate".
Il colpo tuttavia non placò l'ardore dottrinale e polemico di Oulpianòs, il quale riuscì a produrre, nel 248, quella che ancora oggi è riconosciuta come la sua opera maggiore: "Il Rasoio della Fede", dedicato ancora una volta all'Imperatore Iudianus. Si tratta di uno scritto molto particolare e complesso, in quattro libri, che oscilla tra il trattato etico-filosofico, il libello polemico, la grande sintesi metafisica. In esso viene sferrato un articolato attacco contro i culti e la natura di Gargutz e Shasda, riconosciuti come il male profondo dell'Impero e dell'intero continente di Sarakon.
Nel 250 Oulpianòs, in virtù della sua grande sapienza teologica e soprattutto per quest'ultima opera, viene invitato al II Sinodo di Kàmiros in qualità di Padre sinodale consulente, benché non fosse Metropolita. Il presbitero di Pyros si trovò impegnato nel fervore delle dure dispute sinodali, uscendo solo in parte vincitore. Per quanto riguarda il nucleo essenziale della sua ventennale battaglia, la condanna di Gargutz e Shasda, egli ottenne infatti soddisfazione: il Sinodo, riconoscendo giuste le affermazioni de "Il Rasoio della Fede", lanciò l'anatema contro la natura e i culti delle due divinità. Tuttavia nella stessa occasione fu anche dichiarato non ortodosso il contesto apocalittico in cui la teologia di Oulpianòs si era radicata, particolarmente presente nei libelli di carattere etico: non per i mali di Turn la barbarie zedghastiana e ummarita aveva oltrepassato i confini dell'Impero, seminando morte e distruzione.
Questa volta il colpo fu più grave. Oulpianòs si ritirò a vita eremitica nelle montagne dell'interno di Rhodos, ponendo fine per sempre al suo impegno intellettuale. Venne a morte nel 267, lo stesso anno in cui si spense il "suo" Imperatore Iudianus.

La fortuna degli scritti di Oulpianòs

Date le polemiche che contraddistinsero la pubblicazione e la diffusione delle opere di Oulpianòs, la fortuna di questi scritti fu oscillante e problematica.
- Il trattato "Sulle antiche religioni", vera summa dell'erudizione di Oulpianòs, ebbe una scarsa diffusione, a causa delle dimensioni e della difficoltà intrinseca dell'opera. L'attenzione rivolta principalmente alle questioni di sotto le Allston non ne favorì certo l'apprezzamento nell'attuale Greyhaven, benché il "Sillogismo" ebbe una certa fortuna negli ambienti dottrinalmente più evoluti e polemicamente più accesi. Tuttavia in seguito, di fronte alle più serrate e circostanziate affermazioni de "Il Rasoio della Fede", anche il "Sillogismo" vide decrescere la propria fortuna negli ambienti teologici, benché certamente la sua discussione, insieme a quella della bolla patriarcale di Tatianus I, contribuì non poco alla condanna di Shasda dichiarata nel II Sinodo. Ora il trattato si può trovare solo in rare, e per lo più molto specializzate, biblioteche monastiche e vescovili.
- "La condanna degli Dei", "Contro gli idolatri" e "La corretta disciplina", i libelli etici, hanno subito le vicissitudini maggiori. Tuttora ne circolano le due versioni, quella originaria e quella censurata, ma è difficile trovarne copie a Delos. Una certa fortuna hanno goduto non molto dopo la loro pubblicazione in terra di Greyhaven in ambienti particolarmente ostili al potere centrale turniano e poi all'Impero deliota per l'accusa rivolta, nella forma originaria, a Merobaudes e ad Anilius. Per questo motivo oggi è possibile ritrovarne copie anche in biblioteche private che derivino da quegli antichi proprietari. La condanna espressa dal II Sinodo nei confronti del tratto apocalittico presente in questi scritti ne ha certo compromesso la diffusione, in particolare a Delos, ed oggi essi ufficialmente non vengono più ricopiati.
- "Il Rasoio della Fede" è invece l'opera che ancora adesso assicura ad Oulpianòs la fama di grande teologo della Chiesa della Luce. Molti eruditi, anche tra gli uomini di Chiesa, ricordano solo questa tra le sue fatiche. Ed è certo tra tutte la più ortodossa.
- Le composizioni poetiche di Oulpianòs, anche quelle dove pure era in parte presente quel tratto apocalittico poi condannato, sono tuttora recitate e cantate tra gli inni della liturgia della Chiesa deliota, suscitando l'apprezzamento e stimolando la devozione degli uomini di fede.
Creata il 28/02/2010 da Elmer's pupil (248 voci inserite). Ultima modifica il 19/04/2010.
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