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Malartic

[luogo]
luogo
Tipo:
città
Dettagli:
distrutto/a, rovine
Popolazione:
sconosciuta
Le rovine di Malartic.Cittadina in rovina che sorge nell'omonima macchia lungo il corso del fiume Dymiras, tra i villaggi di Mairet e Gautier, nella Baronia di Annecy.
Le rovine sono raggiungibili da una stretta strada all'interno del bosco, poco frequentata, che ricalca l'antica traccia della via lungo il fiume, che in seguito all'abbandono della città si è spostata a sud della macchia.
Benchè formalmente nessuno viva a Malartic, una piccola comunità di lebbrosi si è stabilita nei ruderi, ripulendone una piccola zona dall'abbondante vegetazione, per ricavare qualche piccolo fazzoletto di terra da coltivare.

La storia di Malartic

Anticamente Malartic era un villaggio di pescatori come molti altri lungo il fiume, piuttosto florido e sviluppato, anche grazie allo sfruttamento del bosco, all'epoca curato e meno esteso di oggi, da cui veniva ricavato legname di buona qualità.
In epoca turniana la sua importanza crebbe notevolmente, fin quasi a mettere in concorrenza Malartic con la stessa Annecy, che pure, nello stesso periodo, stava vivendo un grande sviluppo.
Furono edificate strutture monumentali, alcuni templi ed un teatro scoperto, di cui restano ancora ruderi visibili.
Con l'indipendenza del Granducato e la ritirata turniana, Malartic fu affidata alla cura di Sir Michel Laval e dei suoi familiari.

La morte fluttuante

Tutto andava bene, a Malartic, fino ad un terribile evento che si verificò la notte del 14 febbraio 272 p.f..
Poco distante dal centro cittadino viveva un praticante d'arti magiche, Maximilien Pontiliacus, un giovane studioso molto dotato ma, evidentemente, poco accorto. La storia ufficiale attribuisce a lui la responsabilità della distruzione della cittadina di Malartic, anche se la morte di tutti i testimoni più ravvicinati lascia una certa ambiguità su come si siano verificati realmente i fatti.
Quel che è certo è che improvvisamente una torma di creature mostruose, simili a spettri fluttuanti, si riversarono nella città. Molte persone morirono immediatamente, svuotate di ogni energia vitale dall'abbraccio dei mostri, mentre altre, miracolosamente sopravvissute, persero per sempre la lucidità mentale.
Solo in pochi riuscirono a sfuggire alla morte o alla pazzia, chi fuggendo per i boschi, chi gettandosi nel fiume, chi nascondendosi in scantinati e pertugi minuscoli.
L'indomani delle misteriose creature non vi era più traccia, e Malartic appariva intatta e spettrale. Le centinaia di cadaveri si trovavano per lo più ancora nelle loro case, attaccati com'erano stati durante il sonno. Da molte stanze si levavano i lamenti sconclusionati degli sfortunati che avevano perduto il senno, e i pochi superstiti vagavano attoniti e incerti sul dafarsi.
Il palazzetto del Dominus appariva chiuso e silenzioso, dalla casa di Maximilien Pontiliacus scaturiva un vago fumo maleodorante.

Il Bando ecclesiastico

Nelle settimane successive furono svolte molte ricerche, fu coinvolta la Chiesa e venne identificata nell'operato di Maximilien Pontiliacus la causa scatenante del disastro. Del mago non vi era più traccia.
Dei circa 2000 abitanti di Malartic erano sopravvissuti alla terribile notte del 14 febbraio in 870, molti dei quali talmente sconvolti da aver perso il senno.
Fu la Chiesa a dare ordine che la città di Malartic venisse abbandonata, e tutta la zona venne vietata formalmente. Per alcuni anni i resti vennero sorvegliati, per evitare che qualcuno vi si stabilisse. Poco a poco i ruderi vennero assaliti dalla vegetazione, particolarmente vigorosa.
Benchè a partire dai primi anni del 400 i ruderi di Malartic non siano più sorvegliati, il bando ecclesiastico non è mai stato formalmente ritirato, e la zona è considerata formalmente contaminata e pericolosa.
Creata il 15/07/2011 da Annika (2242 voci inserite). Ultima modifica il 15/07/2011.
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