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Giorno Senza Nome

Giorno Senza Nome - ImmagineIl giorno che cade tra il 30 dicembre e il 1 gennaio di ogni anno è chiamato comunemente il Giorno Senza Nome.
Nel mondo di Sarakon l'anno è composto da 12 mesi, ciascuno di 30 giorni, che rispecchiano i cicli lunari su cui è basato il calendario più diffuso. Tuttavia, già dai tempi della riforma del Calendario da parte dell'Imperatore Turniano Avilius Minucius, è stato inserito un giorno in più, a fine di ogni anno, in modo che le date siano perfettamente allineate al moto dei corpi celesti.
Il giorno introdotto tra il 30 dicembre e il 1 gennaio viene da allora chiamato in vari modi, più o meno pittoreschi, a seconda delle tradizioni locali, ma è comunque ampiamente noto come Giorno Senza Nome.

Il Giorno Senza Nome è una festa priva di connotazione religiosa: non si lavora, ma ci si concedono stravizi, bagordi, si fanno scherzi e spesso ci si traveste in modi fantasiosi. Quel che avviene durante il giorno e la notte "senza nome" è come se non fosse mai successo, o almeno così si dice. Ciò giustifica talvolta atteggiamenti sregolati, lascivi, esageratamente goliardici, che fanno storcere il naso a molti benpensanti, e non si contano gli appelli alla morigeratezza lanciati dai pulpiti delle Chiese durante i giorni della Rinascita, di poco precedenti al Giorno Senza Nome.

Nel giorno senza nome
non vale più nome e cognome!

Io mi sento felice e pazzo
quando arriva il giorno... senza nome.

Il Giorno Senza Nome per i bambini

Il Giorno Senza Nome è atteso con ansia dai bambini, che hanno il permesso di mascherarsi e fare scherzi innocenti ad amici e parenti.
I più piccoli ricevono a volte la visita di figure fantastiche o paurose, che lasciano loro dolcetti o qualche piccolo dono. L'identità di simili personaggi folcloristici varia nelle diverse zone del Granducato, ma sono frequenti streghe, spiriti dei morti, lupi e carbonai.
La sera le famiglie si riuniscono davanti al camino, spesso con la neve che scende fuori dalle finestre, e i più anziani raccontano storie paurose, leggende di fantasmi e di antiche sciagure. Si dice che la notte del Giorno Senza Nome sia incantata e che i desideri espressi davanti al fuoco si avvereranno durante l'anno seguente. Ma la notte è anche pericolosa, nessuno deve uscire perchè gli spiriti vagano liberi sulla terra e bisogna scacciarli con luci e fuochi. Le case vengono tradizionalmente illuminate e decorate. Talvolta sono appesi festoni e rami d'albero su ogni porta e finestra, per sigillarle e non permettere alle creature della notte di penetrare all'interno.

La Ruffa dei morti

Una tradizione diffusa in molte zone meridionali del Granducato è la cosiddetta "Ruffa dei morti". I ragazzi dei villaggi, nella notte della vigilia del Giorno Senza Nome, si aggirano tra le case e le corti e portano via tutto quel che è possibile: carretti, attrezzi da lavoro, panni stesi ad asciugare, secchi dei pozzi e molto altro. Depositano tutto il maltolto sul sagrato della Chiesa, sparpagliato e in disordine. L'indomani i proprietari del bottino devono andare alla Chiesa a recuperare le proprie cose, tra gli sberleffi dei compaesani.

Gli stravizi e gli eccessi nelle città

Mentre nelle campagne il Giorno Senza Nome viene festeggiato di solito con relativa morigeratezza, in famiglia o tra amici, a volte nelle città vengono organizzate feste e incontri tutt'altro che innocenti. Le locande sono piene di avventori, molti si ubriacano o si concedono stravizi. C'è chi cede alla lascivia, chi organizza scherzi oltre il limite del consentito, e l'uso frequente di maschere e travestimenti ammanta ogni comportamento di un velo di impunità. Esistono quartieri dove è pericoloso aggirarsi, dove gruppi di ragazzi mascherati inseguono e malmenano chi ha la sventura di trovarsi nei paraggi.
Creata il 05/06/2014 da Annika (2242 voci inserite). Ultima modifica il 02/07/2014.
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