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Alla ricerca di Moreville - Parte seconda

[cronaca]
cronaca
Periodo:
sconosciuto
Periodo RPG:
sconosciuto
Num. sessioni:
sconosciuto
Quarta avventura della Campagna di Caen, si svolge nell'estate dell'anno 516, nella quale i ragazzi della Compagnia sono impiegati nella ricerca dello stregone Alec Moreville, che si trova nascosto da qualche parte nella Marca di Altair. Ormai fuggiaschi, provano nuovamente a raggiungere Moreville passando per le montagne del Massiccio Centrale. Master Annika.
Partecipano all'avventura: Eric, Loic, Julie, Ryan, Stratos, Desiree e Guelfo.

Spersi e feriti tra le montagne

Massiccio Centrale, 11 agosto 516

La Compagnia di Caen si trova in una pessima situazione.
Ricercati dalle guardie dopo una fortunosa evasione, stanno attraversando le montagne del Massiccio Centrale alla ricerca dello stregone Alec Moreville quando, traditi dalla loro guida, vengono assaliti dai briganti.
La resistenza dei compagni è strenua, ed infine i gaglioffi sono messi in fuga, o giacciono morti sul campo.
Ma anche per i nostri non è uno scontro a buon mercato: Ryan giace a terra sanguinante per una freccia nel ventre, Guelfo è ricoperto di tagli ed è spossato per l'uso della magia, e anche Eric e Loic hanno riportato qualche graffio.
Guardandosi intorno, i ragazzi non vedono che montagne, alcune delle quali con la cima imbiancata di neve. E' una zona ostile, sconosciuta, e abitata soltanto da fuorilegge.
Che fare?
Almeno ci fosse un bandito ferito da interrogare... ma anche quello imprigionato da Guelfo in una ragnatela, e quindi sbruciacchiato dallo stregone e infine scivolato giù dal crinale, è morto. Lo appurano i fratelli Navar, che scendono a controllare. Loic, come se non bastasse, scivola e si fa pure male.
Affaccendatissima, Desiree cerca di medicare i compagni bisognosi di soccorso, in particolare Guelfo e Ryan. Ma è necessario che i feriti restino a riposo, e la situazione non offre molte prospettive in tal senso.
Mentre il pomeriggio avanza, si scorge una figura solitaria in avvicinamento su un sentiero. Si tratta di un uomo sui quarant'anni, vestito in abiti comodi. Raggiunge il gruppo e si presenta.
Il suo nome è Toran, ed abita in una dimora non troppo lontano, sul fianco di una collina. Ha visto strani movimenti e, temendo qualcuno in pericolo, è venuto a controllare. Parla come un uomo colto, e si mostra disponibile a soccorrere la sfortunata compagnia.
Aiutandosi con i due muli, guida i suoi ospiti verso un edificio piuttosto distante, nascosto dalla vegetazione, su cui spicca una torre antica.
La dimora di Toran è un piccolo castello dalla forma irregolare, protetto da un alto muro. L'accesso è rinforzato e i cortili all'interno sono separati da mura, dando al luogo un aspetto labirintico.
Il castello sembra deserto. Nel cortile si vede solo un vecchio cane zoppo, Flash, che saluta scodinzolando i nuovi arrivati.
L'interno del castello è caotico, con corridoi e scale aggrovigliati, in parte risalenti ad epoche antiche, in parte costruiti più recentemente. Toran guida i suoi ospiti ad una grande stanza che assomiglia ad una vecchia cappella. Parte della pavimentazione è in pietra, e parte, successiva, in legno. Le pareti conservano confuse tracce di affreschi e la luce penetra da alcune bifore.
"Ma era una cappella!" commenta Loic, stupito a vedere i pagliericci per terra. "Ma mica possiamo dormire in una cappella... in un luogo consacrato..."
"Bisogna vedere consacrato a chi", risponde quasi tra sè Toran, gettando una certa inquietudine sugli ospiti.
Solo Ryan riceve un trattamento diverso e ha una stanzetta singola.
Assieme a Toran compare adesso un ragazzino sugli otto anni, dai capelli completamente bianchi e con la pelle chiarissima, che si chiama Eavans. E' serissimo e si comporta quasi come un adulto, e si mette a disposizione del gruppo per le immediate necessità. Invano Loic cerca di farci amicizia e di stabilirci un dialogo: Eavans è di una freddezza disarmante.
A cena gli ospiti vengono ricevuti in una stanza polverosa e piena di ragnatele, dove però viene servito un pasto impeccabile. A parte Ryan, che non ha ancora ripreso i sensi, anche Guelfo rimane in camera per non affaticarsi.
Gli altri cercano di fare un po' di conversazione con Toran, e in particolare Desiree gli domanda la storia di questo luogo. Toran è molto evasivo nel dare risposte personali, lascia intuire di essersi trasferito nel castello per svolgere in pace delle sue ricerche. Assicura che c'è chi è in grado di proteggerlo dai fuorilegge dei dintorni, ma non dice di più.
Spiega che il castello sorge su resti appartenenti ad una antica civiltà di queste parti, probabilmente la stessa di Blain.
Dopo cena Loic chiede a Eavans se può riaggiustargli lo schiniero bucato da una freccia, ed il ragazzino acconsente. Tutti vanno a dormire, senza che sia loro permesso di vedere Ryan - sta riposando - e vengono chiusi a chiave nella loro stanza/cappella. Toran ha paura a permettere a sconosciuti di girare, per di più armati, per le stanze di casa sua, così Eavans spiega la necessità della misura.
Loic è nervoso e si sente osservato, vengono fatti turni di guardia per sicurezza.
"Secondo me questo Toran è il capo dei briganti", commenta Loic.
"No" risponde Guelfo, "io credo che sia una sorta di avventuriero in pensione. Magari conosce pure Moreville e i Sohnius, proviamo a domandarglielo".
La notte passa.

Castello di Toran, 12 agosto 516

Al mattino Guelfo sta male, perchè le ferite al braccio e alla gamba mostrano segni di infezione.
Dopo la colazione, durante la quale Loic insiste a dare lezioni di economia domestica a Eavans, Desiree va in visita da Ryan. Il giovane ancora non si è svegliato, ma è stato ben medicato e forse anestetizzato. C'è una strana pomata dal profumo dolciastro sulla ferita, forse un ricavato del papavero.
Più tardi Loic va a badare ai muli del gruppo, insieme a Eavans. I muli stanno bene, accanto ce ne stanno altri due, probabilmente di Toran. Loic cerca di convincere Eavans che deve giocare, ridere e fare gli scherzi a Toran. "Qui c'è poco da ridere", risponde lapidario il bambino.
Intanto Guelfo inizia a sospettare che Toran sia Moreville sotto falso nome, e allora quando ha occasione di vederlo gli chiede se conosce lo stregone.
Toran ammette di conoscere Moreville, anche se non è certo suo amico. Alle volte hanno "interferito", e si conoscono, tutto qui. Moreville, a quanto sa Toran, si trova a Blain, a un paio di giorni verso Ovest.
Poco prima di pranzo, mentre i compagni sono chiusi nella loro stanza, dalla finestra si sente qualcuno che arriva al castello. Si tratta di uomini delle montagne, forse fuorilegge, che portano delle grosse sacche di roba per Toran. Eavans ricambia con alcuni oggetti chiusi in sacchetti.
Dopo mangiato il bambino restituisce a Loic il suo schiniero riaggiustato. Dove c'era il buco della freccia adesso c'è una moneta molto antica.
"Bella!" commenta Loic, "dove l'hai presa?"
"Le monete chiudono gli occhi ai morti", spiega il bambino.
"Secondo me quello schiniero ti porterà iella", commenta Eric rivolto a suo fratello.
Il resto della giornata, così come la sera, passano tranquilli.
Nel mezzo della notte però si sente l'abbaiare di Flash, ed una strana cantilena che proviene dalla torre. Improvvisamente qualcuno azzittisce malamente il vecchio cane, che guaisce un momento e tace.

Il sogno di Guelfo e la "morte" di Ryan

Castello di Toran, 13 agosto 516 - festa di Pyros

Guelfo si sveglia che l'infezione del suo braccio ancora non è guarita. Desiree inizia a temere si renda necessaria una cauterizzazione, mentre Loic affila l'ascia.
Julie si comporta stranamente, è agitata e silenziosa e sta sempre per conto suo.
A metà giornata Guelfo chiede a Toran consiglio su cosa fare per la sua ferita, e Toran si offre di curarlo, sia pure ricorrendo a strumenti non convenzionali. Guelfo acconsente.
Si sottopone quindi ad un rituale necromantico, durante il quale scende su di lui un innaturale oblio, durante il quale la ferita dovrebbe migliorare a velocità sorprendente.
I compagni di Guelfo assistono un po' preoccupati, ma sembra andare tutto bene.
Guelfo cade in un sonno profondo e senza sogni, mentre il suo braccio, animato dall'incantesimo di Toran, rimargina velocemente le sue ferite.
Ma dopo alcune ore, improvvisamente Guelfo ha un sogno spaventoso: vede il volto di Ryan, terrorizzato, che sprofonda come in un pozzo nero e profondissimo, gridando aiuto. Guelfo allunga il braccio per trattenere il compagno, ma le loro mani si sfiorano appena, e Ryan cade, scomparendo nell'oscurità. Il movimento brusco del braccio risveglia Guelfo con un dolore atroce, il giovane grida.
I suoi compagni corrono a vedere che sta succedendo, e c'è Guelfo, confuso e con il braccio dolorante, su cui la ferita è migliorata ma resta in parte infetta.
Per quanto frastornato, il primo pensiero di Guelfo è per Ryan. Manda Desiree a controllare, e la ragazza trova Julie già davanti alla porta del compagno. La porta è chiusa e bisogna aspettare Eavans, che arriva poco dopo con le chiavi.
Ryan è morto.
Sul viso ha un'espressione serena e la ferita al ventre sembrava ormai in via di guarigione, eppure il suo cuore si è fermato.
Toran viene mandato a chiamare, e non sa come spiegare l'accaduto. Probabilmente, dice, sono state complicanze della ferita. Loic è molto sospettoso.
Toran indica un luogo per la sepoltura dello sfortunato Ryan, e si mette a disposizione, ma i fratelli Navar insistono per scavare personalmente la fossa al compagno. Ryan viene sepolto con il suo arco, mentre i Nani intagliati vengono divisi tra i compagni. Loic ne conserva uno, Guelfo quello con il sottofondo, mentre Eric appoggia in segno di rispetto il terzo nanetto intagliato a guardia della sepoltura dell'amico.
"Io lo conservero' sempre questo nano", dice Loic, con le lacrime agli occhi, " e lo chiamerò Ammazza-Toran!"
Durante la notte sono tenuti turni di guardia, ma niente succede.

La "morte" di Julie e lo scontro

Castello di Toran, 14 agosto 516

Già a colazione Julie si comporta in modo strano, non mangia niente e sembra distratta, si avvia per prima sulla tomba di Ryan mentre gli altri finiscono di mangiare. Tutti insieme vanno poco dopo a pregare per l'amico scomparso. Curiosamente Julie non è più lì.
Anche a ora di pranzo Julie non si fa vedere e tutti iniziano a preoccuparsi, Loic è assalito dai cattivi presentimenti.
Tutti si dividono per il castello alla ricerca di Julie, chi fuori e chi dentro. Ed è Loic infine a trovarla, sulla tomba di Ryan, stesa a terra. E' immobile e non respira.
Loic si china su di lei, ma non sente il battito del cuore. Allora la prende in braccio e, urlando e piangendo, inzia ad aggirarsi sconvolto per il castello, fino a portarla in camera.
Guelfo esamina la ragazza. Sembra morta. Prova ad utilizzare l'incantesimo di "sveglia" su di lei, invano.
Julie è morta.
Loic si armatura, così pure Eric.
Suonano il campanello per chiamare Eavans o Toran e si preparano, mentre Guelfo cerca di calmarli.
Nel mentre Desiree ha l'impressione di scorgere un fantasma nella stanza, un'ombra misteriosa che si aggira lungo le volte affrescate. Guelfo percepisce che qualcuno, nei pressi, sta lanciando un incantesimo.
Poco dopo arriva Eavans, che resta sulla porta e non sa dare spiegazioni. Ma Loic lo afferra e lo trascina nella stanza, gli strappa il mazzo di chiavi e lo prende prigioniero.
"Se Toran ci tiene a te, verrà a liberarti", gli dice. Eavans si accuccia vicino al cadavere di Julie e resta in attesa.
Poco dopo Guelfo sente nuovamente che c'è magia nell'aria, e subito dopo Toran bussa alla porta. Parlano.
Toran dice di non essere responsabile in alcun modo dell'accaduto, e che si tratta certamente di una disgrazia. In nessun modo i suoi studi e le sue ricerche possono aver influito nella prematura dipartita di Julie.
Le sue parole non convincono i compagni, che sono addolorati e furibondi per l'accaduto.
Guelfo chiede se mai in passato siano accaduti nel castello episodi simili, e Toran spiega che effettivamente, un paio d'anni prima, alcuni servitori sono morti improvvisamente. Forse la responsabilità è del fatto che il castello sorge sull'accesso di una galleria che conduce a delle tombe molto antiche, una sorta di necropoli sotterranea. Può darsi che siano gli spiriti, con il loro influsso malefico, a minare la salute di povere vittime...
Loic avanza minaccioso verso Toran, mentre Desiree si rende conto che il piccolo Eavans ha il viso molto assorto e sembra sia pronto a qualcosa. Improvvisamente attorno al bambino, al cadavere di Julie e a Desiree, oltre che a Toran che è veloce a fare un passo indietro, sorge una nube di tenebra, che in pochi attimi li nasconde completamente alla vista.
Eric in fretta chiude a chiave la porta della cappella, temendo che sia una manovra per scappare. Guelfo lancia una sua ragnatela nel buio, sperando di bloccare Toran e Eavans.
Desiree è imprigionata dalla ragnatela e completamente cieca, e chiama aiuto, mentre si sentono strani rumori dall'oscurità. C'è uno schiocco di legno che cede ed un tonfo, e temendo una botola nascosta Eric si incammina cautamente nelle tenebre. Si sente sfiorare ad un braccio ed avverte forte dolore, e subito insensibilità: è vittima di un incantesimo! Eppure prosegue coraggiosamente nel buio. Pochi faticosi passi dopo sente il pavimento che cede, e scivola in una apertura, parzialmente imprigionato dalla ragnatela di Guelfo.
Appena riacquista la vista, si ritrova su quello che era il pavimento originario della cappella, sotto alla volta dove dormiva coi compagni. La cappella è fiocamente illuminata dalle bifore, e ai lati ci sono strane statue molto realistiche di persone che sembrano reali. In fondo c'è un'apertura, e Eric corre da quella parte molto velocemente.
Subito girato l'angolo trova a terra il cadavere di Julie, impiastricciato di ragnatela, che per qualche motivo Eavans stava trascinando via. Scorge anche il ragazzino, più avanti, giù per una stretta e buia galleria. Gli corre dietro a più non posso.
Eric guadagna terreno, il ragazzino si ferma e afferra qualcosa alla sua cintola. Eric prova a lanciargli un coltello, ma Eavans pronuncia delle rune e nuovamente una nube di tenebra lo nasconde.
Eric prova a inseguirlo, ma grazie all'incantesimo il ragazzino riesce a dileguarsi e fa perdere le proprie tracce. Eric capisce soltanto che non è sceso verso la galleria sotterranea, bensì è tornato indietro verso il resto del castello. Torna al corpo di Julie, lo raccoglie e si dirige verso gli altri, alla botola.
Nel mentre osserva meglio le strane statue ai lati della cappella, che sembrano più che altro persone imbalsamate, e da un rapido esame dei loro abiti sembrano imbalsamate di recente, negli ultimi anni.
Quanto al piano di sopra, nel groviglio di tenebra e appiccicosa ragnatela è rimasta Desiree, che improvvisamente si sente toccare da qualcuno, e la voce di Toran le sussurra all'orecchio: "non muoverti, non fare sciocchezze e andrà tutto bene".
Lei annuisce, e quando Guelfo la interroga se vada tutto bene, lei è costretta sotto minaccia a dire di sì. Ma Loic avverte qualcosa di strano nella voce della fanciulla, e si avventura nell'oscurità.
Il giovane avanza cautamente, e cerca di figurarsi dai suoni cosa stia succedendo. Coglie i rumori di Toran che, insieme a Desiree, sta cercando di raggiungere la botola per dileguarsi. Ma prima che possa farlo, sferrando un colpo violentissimo alla cieca, Loic colpisce con la sua ascia Toran al ventre e lo uccide.
Desiree, che era vicinissima allo stregone, neanche si rende conto del rischio corso, ma sente Loic che la prende per mano e la aiuta ad uscire dal buio.
Dopo qualche minuto intanto si sente la voce di Eric sotto alla botola e, appena la ragnatela e il velo di oscurità si dissolvono, il gruppo si ricompone. "Che strano", commenta Guelfo, "che Eavans abbia provato a portarsi via il corpo di Julie..."

La macabra cripta

"Se scendi qui sotto forse troverai una macabra spiegazione..." gli risponde amaramente Eric.
C'è ancora il bambino da ritrovare, e tutti insieme, portandosi dietro Julie, cominciano ad aggirarsi per il castello alla sua ricerca. Presto guardando fuori dalla finestra capiscono dove si trovi: alla torre! Infatti un sottile filo di fumo sta salendo dalla cima della costruzione, segno di un incendio.
Avvicinandosi di corsa ai piedi della torre, Guelfo prova a spegnere l'incendio con l'uso del suo potere magico, ma si rende conto di contrastare una forza magica molto intensa.
"Il ragazzino sta cercando di dar fuoco a tutto" commenta tra i denti.
Tra le chiavi di Toran c'è anche quella per accedere alla torre, e tutti salgono di corsa su per le scale, ultimo Eric con il corpo di Julie in braccio.
Al primo piano della torre c'è quello che doveva essere un attrezzato laboratorio alchemico, ma è adesso tutto spaccato e rovesciato a terra.
Al secondo piano, dove già i segni dell'incendio sono più vistosi e i tendaggi iniziano ad ardere, c'è il corpo senza vita di Ryan, steso su un tavolaccio e legato a polsi e caviglie. E' stato riesumato!
E' dal terzo ed ultimo piano che arriva più calore e che l'incendio divampa con più forza: lo studio di Toran e la sua biblioteca.
Guelfo subito si prodiga per spegnere le fiamme, mentre sente che la resistenza magica di Eavans si fa più forte. Il ragazzino non è nella stanza, ma la botola che conduce alla terrazza sopra la torre è aperta.
"Va su, costringi il ragazzino a smetterla!", grida Guelfo rivolto a Loic, che trova subito il piccolo seduto a terra vicino alla balaustra, con gli occhi chiusi e le mani sulle orecchie, a proteggersi.
"Sta qui!" dice Loic, "che ne faccio?"
"Fallo smettere! Dagli uno schiaffo!", risponde Guelfo.
Loic colpisce al viso il bambino, che non si sforza nemmeno di difendersi.
Guelfo non sente vacillare la sua resistenza magica, e ordina all'amico di insistere.
A malincuore Loic continua a colpire ripetutamente il bambino indifeso, finchè questo non sembra perdere i sensi. Eppure Guelfo continua a sentire resistenza. "Portalo via di qui, trascinalo giù!" urla concitato, e Loic, caricatosi il piccolo Eavans sulle spalle, lo porta di peso giù dalla torre.
Infine Guelfo, stremato, riesce a domare l'incendio, che comunque ha danneggiato gravemente la torre e in particolare le carte di Toran.
Spento l'incendio, Guelfo si occupa di saccheggiare tutto quel che è rimasto di utile, e riesce a recuperare parecchi appunti dello stregone ed un discreto gruzzoletto in denaro. Intanto Desiree, più attratta dal laboratorio alchemico, trova parecchi vasetti di sostanze medicinali e si adopera a identificarli.
Il pomeriggio intanto sta avanzando e il cielo incomincia ad imbrunire. Eavans è legato e imbavagliato, e viene costantemente sorvegliato, nonostante sia svenuto.
I corpi di Ryan e di Julie sono lasciati nella sala da pranzo, mentre i compagni saccheggiano il saccheggiabile dal castello di Toran.
Trovano la stanza del mago, decorata con macabri motivi funerari, e la spoglia celletta del bambino. C'è di che mangiare e bere, per lo meno.
Mentre qualcuno si occupa di dare qualcosa da mettere sotto i denti al vecchio Flash, il vecchio cane zoppo, ci si accorge che il cadavere di Ryan è scomparso da dove era stato lasciato.
E poco dopo si trova il povero Ryan che si trascina pietosamente per il corridoio, scosso dai conati di vomito, annebbiato e incapace di parlare o riconoscere le persone, ma vivo!
Impossibile dire che cosa gli sia stato fatto, sepolto vivo, riesumato dal necromante e sottoposto a chissà cosa. Vederlo ancora in vita regala un po' di gioia ai suoi amici, che già lo avevano pianto e sepolto.
E' dunque possibile restituire la vita ad un morto? E' forse possibile ridar vita anche alla povera Julie? Su questi interrogativi scende la sera.

Il risveglio di Ryan e di Julie

Castello di Toran, 14 agosto 516 - sera

Ryan è incosciente e continua a vomitare terra. Desiree è un po' intimorita e lo sostiene cercando di non farsi sporcare.
Guelfo prova su di lui l'incantesimo "sveglia", per ridestarlo dal torpore, ma Ryan ha un sussulto e per poco non soffoca. Loic lo prende a manate sulla schiena per aiutarlo a tossire.
Comincia a calare la sera e Loic ed Eric fanno un giro del castello per controllare che sia tutto chiuso, e che non possano entrare briganti. I portoni sono chiusi, infatti, ed hanno un complicato meccanismo di apertura, sul quale i due fratelli si scervellano un po', per concludere che sarà un rompicapo per Guelfo.
Dopodichè i due prendono delle corde e vanno a legare i morti imbalsamati nella cappella: Loic ha paura che si animino nottetempo e facciano qualche brutto scherzo. Li legano come salami.
Vedono che a terra, in corrispondenza del buco nel soffitto, si è formata una macchia di sangue scuro, il sangue di Toran che è gocciolato giù. Si scambiano un'occhiata d'intesa, disinteressati.
Si accorgono anche, aggirandosi alla luce di una candela per i corridoi bui, che un sottile vento freddo proviene dall'imbocco della galleria sotterranea. Questo un po' li allarma: ci deve essere un'uscita dall'altra parte, dalla quale potrebbe forse passare qualcuno.
Salgono al piano superiore nella stanza che era la loro, e qui a terra c'è il cadavere decapitato di Toran. Puliscono un po' a terra con la paglia e poi chiudono il buco sul pavimento con un letto preso dalla stanza che era di Ryan. Poi si pongono il problema di cosa fare delle spoglie di Toran.
Loic: "Maledetto! Deve restare insepolto! Prendiamo la sua testa e lanciamola verso le montagne!"
Eric: "Meglio dargli un'onesta sepoltura, per evitare che il suo fantasma resti qui a tormentare questo posto..."
Loic è incerto, ma Eric insiste: "la cosa più semplice è di riciclare la tomba di Ryan, dove la terra è già smossa e facciamo meno fatica a scavare".
Affacciandosi alla finestra, Eric vede che il cortile della tomba non è distante da lì sotto, quindi ha la bella pensata di avvolgere il cadavere e la testa in un lenzuolo, buttare tutto giù dalla finestra per evitare la fatica di portarlo fino a sotto per le scale. Così fanno.
Seppelliscono velocemente Toran nella fossa di Ryan, Loic aggiunge due sputi: "che l'Inferno t'accolga"
Nel mentre Guelfo si cimenta nell'interrogatorio di Eavans. Il bambino è tutto pieno di lividi, con un occhio nero e il labbro spaccato, ma non abbassa ancora la cresta.
"Eavans, il tuo padrone è morto", dice Guelfo.
"Bastardi, l'avete ucciso!"
"Di sicuro non s'è suicidato", risponde Guelfo.
Guelfo chiede poi a Eavans se conosca un modo per restituire la vita a Julie, e aggiunge che quella è l'unica strada che ha il bambino per salvarsi. Eavans annuisce.
"Io so come risvegliarla, ma lo farò alle mie condizioni"
Guelfo scuote il capo e lo minaccia un po'.
"Tanto che cosa ho da perdere?" chiede il bambino.
"Un piede, per esempio".
Allora Eavans fa la sua proposta: "Lasciatemi con lei per un po' di tempo, con i reagenti che mi occorrono, e io svolgero' un rituale. Dopo qualche ora lei si risveglierà. Però in cambio voglio essere lasciato libero qui nel castello, insieme alle carte di Toran e al suo cadavere"
Guelfo acconsente, buttando lì il fatto che Toran è stato decapitato: cosa che lascia un po' interdetto il bambino.
Toran si fa dare della cenere, un vasetto con del fungo dente di morto, alcune code di lucertola seccate e dell'incenso, e si mette al lavoro.
Poco dopo tornano i fratelli Navar dalla loro perlustrazione, e Guelfo spiega loro che Eavans sta curando Julie, e a quali condizioni.
Loic non accetta le condizioni del bambino, ma si capisce chiaramente che ha tutt'altre intenzioni sul suo conto, tanto che Eavans si ferma e dice a Guelfo: "se non convinci i tuoi compagni io non proseguo".
Loic insiste, finchè Guelfo non è costretto a chiedergli di andarsene. Eric va con lui.

La storia di Eavans

Rimasti soli (Desiree è già in stanza di Toran a prendersi cura di Ryan), Eavans propone a Guelfo una soluzione: lui curerà Julie, ma poi Guelfo lo lascerà andare, e dirà ai compagni che è fuggito. Per amore di pace, Guelfo acconsente, aggiungendo che però se Julie non si risveglia lui non metterà al posto convenuto le carte di Toran. Eavans è sicuro che Julie si risveglierà, ed accetta l'accordo: "mettile sotto il letto di Toran", dice, "è il posto migliore".
Guelfo poi cerca di portare alla ragione il bambino, gli chiede dei suoi genitori, e di cosa lo abbia spinto a intraprendere una strada oscura come quella della Necromanzia. Con la dura determinazione di un bambino di otto anni, Eavans spiega di sua madre, che gli fu portata via da una malattia, e del fatto che lui voglia scoprire la cura per la morte, per riportarla in vita. Ogni prezzo da pagare, per lui, è ben speso.
Guelfo racconta al bambino di aver subito lui stesso dei tristi lutti, sia nell'infanzia che più recentemente, e che non è la vendetta nè il folle tentativo di ridare la vita a chi non l'ha più la via da percorrere, bensì quella di essere sempre degni agli occhi di chi è morto. Ma Eavans non si lascia convincere: vuole salvare sua mamma dalla morte.
Guelfo desiste dal proseguire con le paternali e lascia che il bambino compia il suo incantesimo. Avverte una lieve dispersione di potere magico, e quindi Eavans dice che ha fatto, e si incammina per una porta.
"Ricordati di dare molto da bere alla tua amica, quando si risveglierà, e di tenerla lontana dal buio. Avrà paura del buio, per un po' di tempo"
"E tu sta attento, Eavans, che presto verranno qui molte persone per cercarti, ti conviene lasciare il castello se vuoi perseverare in pace nelle tue ricerche".
Salutato il bambino, Guelfo si mette a dormire, e all'arrivo poco dopo dei fratelli Navar finge di essere stato stregato da Eavans: "quel dannato ragazzino mi ha fatto qualcosa!"
"Quindi ci autorizzi a dargli la caccia per il castello?" si informa Loic.
"E Julie?" chiede Eric, "che cosa le ha fatto?"
Eric chiama Desiree, che esamina la ragazza: il suo cuore batte, per quanto debolmente. Julie dorme di un sonno remoto e immobile, ma è viva!
Intanto Loic vaga per il castello buio, spacca tutto e cerca Eavans. Prende tutto il cibo che riesce a trovare, con l'intento di far morire di fame il bambino. Quando torna dagli altri, in stanza di Toran, poggia tutto il cibo, e Guelfo ne approfitta per farsi un panino.
Loic osserva Julie: sembra dormire.
"A Gue', te sei messo d'accordo col bambino, eh? Gli hai detto scappa, sennò arriva Loic e ti taglia la testa!"
Guelfo: "te pare che mi metto d'accordo con lui?"
Loic decide che bisogna bruciare tutte le carte di Toran, e Guelfo, prima, prova a dare una letta a tutto.
Trascorrono alcune ore della notte e Guelfo si immerge sempre più nella faticosa lettura degli scritti del necromante. Alla luce del camino legge del folle progetto di Toran di sconfiggere la morte, e dei suoi terribili esperimenti.
Toran, dopo anni di ricerche, è riuscito ad elaborare un incantesimo in grado di portare il risveglio dalla morte, ma soltanto nei corpi indotti alla morte da una magia. In tutti gli altri casi naturali la morte resta ancora irreversibile, perchè anche rimuovendo la morte, ne rimangono intatte le cause.
Per questo Toran ha iniziato a fare esperimenti uccidendo magicamente delle persone, e resuscitandole poco dopo. Ma ancora non riesce a restituire la vita a chi l'abbia persa per cause naturali.
Nel mentre Toran ha trovato un sistema, grazie sempre all'ausilio della magia, di conservare per molto tempo i cadaveri, e attraverso questo sistema si ripromette di risvegliarli, una volta che l'incantesimo di resurrezione sarà perfezionato.
Una notazione che colpisce molto Guelfo, leggendo, è che la morte indotta magicamente (la stessa di Ryan e di Julie) non è definitiva, e il cadavere da solo si risveglia dopo qualche tempo, anche senza che sia praticato alcun incantesimo.
"In finale si sarebbe svegliata comunque", commenta Guelfo a voce alta.
Loic, che si era appisolato davanti al fuoco, gli chiede spiegazioni, e Guelfo riassume quel che ha capito degli scritti di Toran.
"Insomma vogliono studiare un sistema per restituire la vita a chi è morto..." conclude Guelfo, e subito Loic si inalbera.
"Ovviamente so' matti, so' degli assassini... mica li sto a difendere!" lo rassicura Guelfo.
"Ma quindi il ragazzino c'ha fregato!" comprende improvvisamente Loic, "perchè mia cugina si sarebbe svegliata anche da sola!"
Guelfo sospira: "a sto punto le cartuccelle so' buone per il fuoco, eh?"
Loic annuisce: "avoja! Pensa Abelino quanto se la prenderebbe, senno'..."
E così bruciano tutto.
La notte passa tranquilla...

L'assalto dei briganti e la morte di Eavans

Castello di Toran, 15 agosto 516 - festa di Morgoblath

Guelfo lascia sotto il letto di Toran, per Eavans, al posto delle carte dello stregone, il foglietto di scuse di Loic da lui redatto dal fratello, quello con su scritto "A STRON%O".
Desiree è stanca dopo aver passato la notte a vegliare i due compagni comatosi, i quali adesso dormono più naturalmente.
Loic di buon mattino va a controllare il portone, che è esattamente come stava la sera prima, e la tomba di Toran. La riapre per controllare che il corpo non sia stato dissepolto, tira fuori la testa e, dopo averla cosparsa di olio di lanterna, gli dà fuoco.
E' un po' animato dal dubbio che sia un po' una porcata, ma nonostante il puzzo orribile e l'orrore insiste.
"Cara Kayah, lo faccio per non far risuscitare il necromante", si scusa con la Dea, e promette un fioretto.
A metà mattinata si sente un corno nelle vicinanze, e Loic sale sulle mura: vede cinque uomini a dorso di muro, uno dei due ha suonato il corno.
Guelfo e Eric salgono anche loro sul muro.
Lo sconosciuto suona nuovamente.
"Toran!" chiama il tizio di sotto.
Guelfo suggerisce una risposta spiritosa "ora Toran non ha proprio la testa per starvi a sentire..." ma Loic preferisce imitare lo stregone.
"Non ci serve niente, grazie", dice con una voce da 'vecchio stregone', ridicola.
Eric intanto carica la balestra.
"Dov'è Toran?" insiste quello di sotto.
"So io" risponde Loic, mentre c'è Guelfo che scoppia a ridere.
"Dove sta Eavans?"
"Ci sto pure io!" risponde subito Loic in falsetto, imitando il bambino.
Guelfo e Eric ridono a bestia.
"Su, su, non prendeteci in giro, dove stanno?"
Guelfo, a Loic: "fagli adesso la voce di Flash!"
E Loic abbaia.
Il tizio di sotto inizia a perdere la pazienza: "eddai, che aspettate, aprite!"
Loic risponde, di nuovo con la voce di Toran: "Tornate domani! Hahaha!" e conclude con una risata da stregone (o almeno come se la immagina lui).
"Ma che è successo?"
Interviene finalmente Guelfo, asciugandosi gli occhi per le risate: "Toran e il suo apprendista sono molto impegnati".
"E tu chi sei?"
"Sono uno stregone in visita"
I cinque lì sotto confabulano un po', poi girano i muli e se ne vanno.
"E adesso se tornano coi rinforzi?" si chiede Guelfo, preoccupato.
Eric giocherella con la balestra. "Il castello non lo possiamo proteggere, siamo troppo pochi. Ci serve un posto più difendibile, con una via di fuga per emergenza."
Guelfo allora propone l'esplorazione del dungeon.
Lasciata Desiree al sicuro chiusa in stanza di Toran coi due feriti, i tre giovanotti si armaturano e si equipaggiano, e scendono nella galleria. Guelfo porta una torcia.
Scendono nel cuniculo buio e pieno di ragnatele. In lontananza a tratti si sente rumore di acqua che scrosia.
Ci sono parecchi ragni, alcuni dei quali cadono sulle spalle e sulla schiena dei compagni, uno si infila nella schiena di Guelfo che è persino costretto a spogliarsi a torso nudo per farselo levare.
Scendendo lungo la galleria, iniziano ad aprirsi a destra e sinistra dei loculi di catacomba, nei quali si scorgono resti di corpi. Alcune volte si nota il luccichio di qualche moneta, ma giustamente i nostri non toccano niente.
Loic rivolge una preghierina a Kahay, di tanto in tanto, perchè l'ambiente è piuttosto funerario.
Arrivano ad un bivio, una parte della galleria, dall'aspetto più antico, scende verso le profondità della terra, mentre l'altra sale verso destra. Da lì arriva aria più fresca e il suono di acqua si sente meglio. I nostri decidono di salire.
Poco dopo arrivano ad un cancello di ferro, dall'aspetto vecchiotto. Non ci sono chiavi, tra quelle di Toran, che aprano la serratura. Allora i tre pensano di scendere per la galleria sottostante, ma sono subito dissuasi dalla quantità esagerata di ragnatele e dall'aspetto inquietante che ha. Tornano su.
Guelfo si prepara a lanciare un incantesimo: "ragazzi, spostatevi".
Si sfrega le mani con lo zolfo e pronuncia le rune: INS EX VAS!
Le sue mani si ricoprono di fiamme, ed inizia ad armeggiare sui cardini della grata.
In lontananza si inizia a sentire uno strano bisbigliare, sommesso. Si avverte un vento freddo che sale dal basso, che fa rabbrividire.
Poco dopo se ne accorge anche Guelfo, e il bisbigliare avanza sempre più, insieme al vento. Guelfo si concentra per sbrigarsi, e riesce a spaccare il primo cardine.
"Ma sono topi? Pipistrelli?" si chiede Eric.
"Guelfo, levati, ci penso io" dice Loic, e si getta di violenza sulla grata già indebolita, che si scardina e cade. Guelfo si mette alle spalle del gruppo con le mani infuocate davanti.
C'è un istante di silenzio, e il vento cade, ma subito il bisbigliare si accentua e sembra avvicinarsi molto più velocemente.
Gli sembra di scorgere, per l'attimo di luce improvvisa, dei volti scarni e diafani che si avvicinano, mani adunche che cercano di sfiorarlo, un flash di cupa disperazione.
E' un attimo, e nemmeno Guelfo sa se sia vero ciò che ha visto, o solo le ombre della galleria.
In cima alla galleria c'è della luce, ma non è il cielo, bensì la parete d'acqua di una cascata. Loic si ferma ed Eric, con cautela, esamina il passaggio, C'è uno stretto cornicione naturale sulla destra, e ci si avventura badando bene a non scivolare.
Eric si trova in alto sul fianco di una collina rocciosa, accanto ad una cascata. E' una valle graziosa e soleggiata.
Eric si guarda intorno, mentre un passo indietro c'è Loic, ancora nella galleria, che esita. Guelfo lo sta raggiungendo di corsa, bianco e spaventato.
"Arrivano! Sbrigati Loic, vattene!", gli urla Guelfo.
"Chi arriva?" chiede Loic, che nella galleria vede solo buio, e sente questo strano fruscio e vento freddo.
"I morti!"
Loic fa un rapido gesto apotropaico, e rivolge il pensiero a Kayah, dopodichè va sotto la cascata, lungo il sentierino indicatogli da Eric.
Per non scivolare, Loic rallenta sul ciglio, impegnando l'uscita. Guelfo allora si gira di nuovo a fronteggiare l'orrore, e scarica nuovamente una fiammata, gridando: "scappa, Loic!"
Guelfo fiammeggia, ed ha per un attimo una visione terrificante, distingue i volti magri dei morti, i loro occhi dalle orbite vuote e insieme scrutatrici, vede le fiamme che toccano alcune di queste ombre e le accartocciano, mentre altre lo percorrono, lo attraversano e lo sfiorano con le loro dita biancastre e ossute... arretra di un passo, scivola e cade all'indietro.
Guelfo sente improvvisamente lo scroscio d'acqua, poi avverte il vuoto dietro di sè e vede un attimo il cielo che si rigira su di lui, per un attimo sta precipitando nella cascata, ma poi sente la mano di Loic che lo afferra per il braccio, e lo trattiene.
Loic tira in dentro il compagno, il quale ha le gambe che gli cedono per lo spavento e si lascia cadere seduto sul ciglio. Gli battono i denti per la paura.
"Non vedete i morti che attraversano la cascata?" chiede Guelfo con voce tremante.
Ma i fratelli Navar non vedono nulla, salvo forse qualche gocciolina d'acqua che si stacca dalla parete della cascata, schizzando in avanti.
Per non sape' nè leggere nè scrivere, seppure un po' incredulo, Loic dice una preghierina.
I tre, recuperato il fiato, si guardano attorno con più calma. Si trovano in una graziosa valle isolata tra le montagne, probabilmente sul versante opposto rispetto al castello di Toran. C'è un torrentello tra le rocce, alcune caprette che si abbeverano, c'è silenzio e quiete: sembra un altro mondo rispetto alla buia galleria.
Eric e Loic si fanno un bagnetto nel torrente e poi si scaldano al sole, mentre Guelfo è ancora pensoso e agitato.
Eric trova quindi un sentiero poco battuto lungo il fianco della montagna, che forse porta al castello di Toran, ma forse no, a chissà quale posto. Nel dubbio, per tornare indietro, è più sicura la galleria, convengono sia Eric che Loic. Guelfo è molto combattuto.
Loic interviene per convincerlo a sbrigarsi: " i nostri compagni sono soli al castello. Alla fine a te sti morti che hai visto non t'hanno mica ferito, t'hanno solo spaventato. Io passerei dalla galleria!"
Guelfo a malincuore acconsente, e ripartono lungo la galleria. Le torce sono bagnate e quindi Guelfo è costretto ad usare l'incantesimo Luce. All'inizio Guelfo è l'ultimo della fila, ma quando, superato il bivio, sente dietro di sè lo sprofondo nero del tunnel, insiste per andare avanti lui, ostentando sicurezza. Quasi corre, per quanto tiene il passo svelto.
Non lontano dall'uscita nota a terra e intorno al tunnel un architrave di pietra chiara, che emerge appena di qualche centimetro, e lo oltrepassa, interrogandosi su cosa possa essere. Ma finalmente arriva all'uscita della galleria, al palazzo di Toran.
Guelfo si rilassa e gli altri corrono subito da Desiree, e le raccontano l'accaduto.
Desiree dice che si stava iniziando a preoccupare, che a un certo punto ha sentito dei corni fuori dal castello. Quanto ai feriti, Ryan sta ancora un po' male di stomaco, ma sta meglio, e Julie dorme con un sorriso ebete. Entrambi non sono coscienti, ma si riescono a muovere come trasognati.
I tre ragazzi decidono di controllare il perimetro del castello, per paura che possa essere entrato qualcuno.
Eric sale sul muro, e nota in corrispondenza delle scale il calpestato di almeno due uomini. In alto poi scorge tre muli legati ad un albero, appena fuori. Probabilmente sono ancora dentro.
Cominciano a muoversi per i cortili, con circospezione. Non si dividono. Ad un tratto scorgono il vecchio cane Flash, che sta rosicchiando un osso tutto contento: chi glie l'ha dato?
Poi trovano la tomba di Toran scoperchiata, col cadavere rimasto lì e il teschio sbruciacchiato accanto. C'è passata diversa gente.
I tre entrano nell'edificio a controllare, e mentre stanno entrando nella stanza di Toran, da Desiree, sentono passi al piano inferiore e la porta d'ingresso che sbatte.
Affacciandosi alla finestra, scorgono di lato il portone delle mura che lentamente si sta alzando, e cinque uomini nel cortile. Stanno rubando i muli o aprendo ai loro compagni?
Bisogna prepararsi per scappare.
Loic scende di corsa a chiudere tutte le porte di comunicazione. Guelfo e Desiree si affannano a preparare i bagagli ed Eric si piazza in finestra con la balestra.
Loic ha già la sensazione che ci sia qualcuno per i corridoi, sente rumori e si affretta.
Alla finestra, Eric vede ad un tratto il piccolo Eavans che scende di corsa dalla scaletta accanto al portone, dopo aver azionato il meccanismo di apertura. Esita un momento, turbato all'idea di colpire un bambino, poi ripensa ai suoi macabri incantesimi, ai compagni morti e alla sua sacrilega ideologia, prende la mira e spara.
Colpisce il bambino alla testa, quello cade morto all'indietro.

I fantasmi, la fuga alle cascate e la morte di Ryan

Sempre 15 agosto 516, festa di Morgoblath - primo pomeriggio

Ucciso il necromante bambino, Eric si nasconde dallo specchio della finestra per non farsi vedere, e ricarica la balestra.
Guelfo e Desiree sono affaccendati a fare i bagagli, e assicurano Julie e Ryan con delle corde, per non rischiare di perderseli nella fuga precipitosa che li attende.
Nel mentre Loic prosegue il giro di perlustrazione nei corridoi del castello, quando sente un rumore dietro un angolo. Si apposta e, con un grido improvviso, scatta ed infilza un brigante che s'era nascosto lì dietro per lo stesso motivo. Prima lo atterra e poi lo uccide sul colpo. Sente passi in fuga di almeno un altro uomo, lungo lo stesso corridoio. Bisogna sbrigarsi!
Torna dagli altri e tutti si preparano ad attraversare il castello verso l'ingresso dei sotterranei. Ma di nuovo lungo il tragitto c'è bisogno di fermarsi, ed è Eric che mette in guardia i compagni dal rischio di un cecchino appostato sulla rampa delle scale. Effettivamente c'è appostato un balestriere, che colpisce col suo dardo la panca dietro cui Loic s'era rifugiato. A sua volta è Eric a ferirlo, e il gruppo prosegue di fretta. Alle spalle si sentono colpi dati sul portone d'ingresso, per sfondarlo.
Raggiunta l'imboccatura del dungeon, Loic lascia la panca per rallentare gli inseguitori, e tutti si incamminano.
Apre la fila Eric, seguito da un Guelfo molto nervoso e spaventato che tiene da una parte una lanterna e dall'altra Ryan, il quale si appoggia meccanicamente al suo braccio. Segue Desiree, che trascina l'inebetita Julie, e infine Loic, a chiudere.
I ragazzi scendono per la galleria sporca di ragnatele, e sono continuamente costretti a scrollarsi di dosso i ragni. L'aria è fredda e umida e da dietro, a momenti, si cominciano a sentire i rumori degli inseguitori.
All'altezza del bivio Eric si incammina per qualche passo verso la galleria in discesa, cercando di lasciare qualche segno di passaggio per indurre in errore gli inseguitori. Gli sembra per un attimo di scorgere, in fondo nell'oscurità, due minuscoli puntini luminosi, simili agli occhi di qualche animale, che lo fissano. Ritorna dagli altri a chiude la fila, insieme a Loic.
Mentre accellerano verso l'uscita alla cascata, i nostri sentono di nuovo risvegliarsi il minaccioso bisbigliare, e a Desiree pare di percepire un nuovo sentore di putrescente che si fa via via più forte. Guelfo, spaventato, allunga il passo.
"Voi però prima l'avete trovata un'uscita, eh?" si sincera Desiree, che inizia a preoccuparsi.
"Certo!" Le risponde Guelfo tra i denti, "te pare che non l'avevamo trovata..."
Di dietro gli inseguitori avanzano, prima si sente un tonfo, poi una risata, e poco dopo il loro tono di voce cambia completamente e si sentono grida preoccupate e una corsa più scomposta.
"Desiree, digli a Guelfo d'accellerà n'attimo" le sussurra Loic, "che mi sa che è meglio..."
"Perchè? Stiamo già correndo..." chiede la ragazza.
"Digli che lui sa perchè", risponde Loic, "tu digli così"
Il bisbigliare cresce di intensità, finalmente Guelfo scorge il chiarore della cascata e corre trascinandosi dietro Ryan. Tutti gli vanno dietro, mentre le grida degli inseguitori sono sempre più terribili, e i fratelli Navar iniziano a scorgere due banditi che fuggono spaventatissimi come se avessero l'inferno alle calcagna.
"Fuggite!" gridano i banditi stessi, "aiuto! correte!"
Guelfo oltrepassa faticosamente la cascata, sempre con Ryan accanto, l'acqua li investe e Ryan scivola verso il basso. Invano Guelfo si sporge per sorreggerlo, è ferito e la mano di Ryan gli scivola tra le dita. E' un attimo, e Ryan scompare, travolto dai flutti. Sconvolto, con il ricordo del sogno e la triste realtà che si sovrappongono, Guelfo si appoggia alla parete di roccia e prende fiato.
E già c'è Desiree, con Julie, che cercano di passare sotto la cascata. Desiree guida attentamente i passi di Julie, che a sua volta si lascia travolgere e scivola malamente sbattendo sulla roccia. Desiree, legata a Julie da una corda, cerca di sorreggerla, ma non ce la fa, e si rende conto che sta scivolando anche lei verso l'abisso.
Improvvisamente Desiree si sente afferrare per la vita e trascinare indietro, di nuovo nel tunnel: è Eric che la salva. Julie viene trascinata dentro la caverna, col braccio storto e ferita, ma ancora incosciente.
"Passa da sola" dice Eric a Desiree, "a Julie ci penso io". E così Desiree, col cuore palpitante, attraversa la cascata e riesce a raggiungere Guelfo all'aperto. Eric la segue, con Julie tra le braccia, e deposita la cugina al sicuro.
Dentro è rimasto solo Loic, con il bisbigliare sempre più vicino e i banditi ormai a portata. Loic colpisce al capo uno dei due, che cade a terra moribondo, e l'altro, stretto tra il terribile bisbigliare e Loic, ha un mancamento. Loic colpisce anche lui, e si vede circondato da strane ombre, simili a lembi di fumo biancastro, che si avvicinano e gli lambiscono le gambe e la schiena, mentre anche lui, spaventato, attraversa la cascata.
Sente un dolore intenso, prima freddo, poi un caldo terribile e bruciore. Anche lui è infine fuori dal tunnel e raggiunge gli altri, zoppicando per il gran dolore alle gambe e alla schiena.
Ryan manca all'appello, ed ecco che i suoi amici affranti lo trovano senza vita tra le rocce in basso, ucciso dalla caduta. Loic, che a stento si regge in piedi, recupera il suo corpo e lo depone vicino agli altri.
Desiree intanto cerca di sistemare la spalla di Julie, che è lussata, e con l'aiuto di Eric che tiene ferma la cugina, glie la mette a posto. La ragazza manda un urlo e cade svenuta per il gran dolore.
Finalmente Loic si toglie l'armatura e libera le gambe e la schiena, che sono tutte piene di ustioni dalla forma strana, allungata, simile a tracce di dita infuocate. Desiree gli applica una pomatina, anche se è molto preoccupante questa ferita di cui non si conoscono le cause.
"Sono stati gli spettri delle catacombe a farti questo, Loic" sentenzia Guelfo, "dovremo tenere molto attentamente d'occhio l'evolversi delle ferite, e forse sarà necessario rivolgerci alla chiesa, o a Moreville, per trovare una cura".
Loic fa gesti apotropaici, cerca di sdrammatizzare, e alla fine manda a quel paese Guelfo.
Ryan viene seppellito per la seconda volta, tutti pregano ed i Nani di legno sono nuovamente divisi. Il resto della giornata trascorre in questa valle, dove viene allestito il campo per la notte.

Ai Penultimi

Massiccio centrale, 16 agosto 516

All'alba Desiree, che sta vegliando nel suo turno di guardia (ebbene sì, anche lei è stata infine reclutata), scorge un movimento sulla rupe: si trattava di una persona che è lesta a dileguarsi.
Sveglia Eric e poi gli altri, ed è necessario mettersi in viaggio. Le condizioni dei feriti sono un po' migliorate e anche Julie di tanto in tanto emerge dal totale torpore per lamentarsi del dolore alla spalla.
Dopo un'ultima rapida preghiera sulla tomba di Ryan, tutti si mettono in viaggio verso Ovest.
Naturalmente è molto difficile orientarsi, perchè il percorso si deve adeguare alle asperità del terreno. Di tanto in tanto si scorgono sagome di persone in lontananza ed il gruppo ha la netta sensazione di essere tenuto d'occhio.
A metà mattinata si fermano nei pressi di un torrente a riposare un po', quando sentono abbastanza vicino il suono di un corno. Fanno in tempo a rialzarsi e ripararsi un minimo, quand'ecco dalla boscaglia emergono una decina di persone tutto intorno a loro, banditi con archi e balestre.
"Gettate tutti le armi, siete sotto tiro" dice la voce di uno dei furfanti.
Guelfo risponde di no, che non ci sono garanzie, ma il brigante insiste: "se avessimo voluto uccidervi l'avremmo già fatto".
Guelfo si sfrega le mani nello zolfo e pronuncia le rune: INS BES VAS. Le sue mani sono avvolte da fiamme incantate, e l'effetto suscita un certo sgomento nei banditi. Ma uno di loro grida: "dalli allo stregone!"
Un altro tira una freccia su Loic, colpendolo al torace. Loic parte in carica verso di lui e un attimo dopo il poveraccio giace a terra col petto sfondato.
"Fermi tutti!" grida di nuovo il bandito chiacchierone, "non facciamo morti inutili!"
Guelfo fa un po' lo spaccone, parlano e contrattano, ed Eric si mostra assolutamente deciso a combattere fino alla fine e a non fidarsi dei briganti.
Il bandito loquace si presenta come Aldwych, e comunica ai nostri che si trovano nel Territorio dei Penultimi: pertanto devono venire alla loro base per concordare quel che sarà la loro sorte.
"Chi saranno sti penultimi?" si chiede Loic. Guelfo gli risponde sottovoce: "si presentano come Penultimi per dirci che gli ultimi siamo noi..."
Contrattano un po', Eric sempre più duro inizia a sbeffeggiare Aldwych chiamandolo vigliacco. Loic solidarizza intanto sottovoce con uno dei banditi, e insieme si prende cura del ferito. Anche Desiree si muove verso di loro per aiutare.
Alla fine, nonostante Eric insista a voler tenere sott'occhio Aldwych, le armi vengono riposte nei foderi e tutti insieme si muovono al Ricovero dei Penultimi.
Si tratta di un paesotto circondato da una palizzata, all'interno di una valle nascosta lungo il torrente. Sul fianco della montagna c'è una cava di pietra e ci sono diverse persone armate all'ingresso a sorvegliare in una torretta. All'ingresso le armi vengono tutte consegnate.
Loic chiede un posto dove farsi curare, e Aldwych guida lui e gli altri in una strana locanda/bordello. Qui, in una grossa stanza spoglia, Desiree cura il compagno ferito. Aldwych comunica che per pranzo saranno tutti ospiti di Lockwood, che si capisce essere un po' il capo e un po' il consigliere spirituale della piccola comunità. Guelfo si informa sul tariffario delle ragazze del posto, ed è molto sorpreso della risposta di Aldwych: "i lavoratori di qui hanno diritto di divertirsi, se fanno il loro dovere"
Aldwych è cordiale e soprattutto galante nei confronti di Desiree. Sembra che tutti lo rispettino e lo trattino come il capo dei briganti. A quanto si capisce, Lockwood è arrivato successivamente ed ha un ruolo un po' difficile da definire. Assicura la sicurezza del posto ed è lui che ha deciso di costruire chiesa. Aldwych si allontana e dice che ripasserà a ora di pranzo per andare insieme da Lockwood. Per il resto i nostri sono liberi di girare.
Guelfo ed Eric approfittano subito di questa opportunità. Escono dal postribolo e vedono parecchie case disordinate, gente in giro, soprattutto uomini e alcuni bimbetti piccoli, c'è un'armeria e pochi edifici di pietra. Più in alto c'è un cantiere ed una grande chiesa in costruzione.
E' difficile capire a che divinità sia dedicata la chiesa, ha una struttura architettonica inconsueta ed il portone che ricorda quasi le fauci di una bestia feroce.
Un po' chiedendo in giro, un po' domandando ad un architetto, Guelfo ed Eric iniziano a nutrire seri e fondati timori sul fatto che la chiesa sia dedicata alle divinità delle Tenebre.
Oltretutto guardando meglio la cava, a poca distanza, i due ragazzi scorgono parecchie persone incatenate al piede che lavorano, tenute d'occhio da banditi armati di balestre: degli schiavi!
Quando tornano dai compagni, Eric e Guelfo sono un po' preoccupati, e raccontano tutto: "teologicamente parlando, mi sa che sta gente non sta proprio a posto", dice Guelfo.
E giunge ora di pranzo. Anche se è ancora catatonica, anche Julie viene portata alla tavola di Lockwood, dove c'è Aldwych, alcune guardie ed una ragazzina che sta facendo arrostire un porcellino sul fuoco. Il profumo è ottimo e tutti si siedono per mangiare.
Poco dopo arriva Lockwood, un tizio mingherlino, pelato e con gli occhi parecchio sporgenti, dal viso secco e con il labbruzzo rosso rosso. Dimostra una trentina d'anni portati male.
Loic, un po' provocatoriamente, lo saluta come fosse un prete di Kayah.
Lockwood non reagisce in modo particolare, ma viscido si strofina continuamente le mani. E' freddo e non dà confidenza, mangia pochissimo e comunica seccamente ai nostri che saranno ospiti forzatamente del posto, in particolare i ragazzi potranno rendersi utili nella cava per l'edificazione della chiesa, e le ragazze saranno ben impiegate per allietare i lavoratori.

La forchettata di Eric

Stanno finendo di pranzare. Lavori forzati attendono i ragazzi del gruppo, ed una sorte ancor più amara attende le fanciulle.
Ma Eric non ci sta. Con uno scatto improvviso afferra il coltello da cucina e si avventa su Lockwood, colpendolo alla gola. Un fiotto di sangue e Lockwood cade all'indietro, morto. Eric non si ferma e già scatta verso il camino, a prendere l'attizzatoio.
Superato il primo istante di sorpresa, Guelfo lancia la sua posata contro Aldwych, costringendolo a cadere a terra per evitarla, ancora con una susina in bocca (e rischiando quasi di strozzarsi con il nocciolo).
Il combattimento è veloce e improvviso, Loic afferra una sedia, Guelfo corre verso una delle guardie con un'altra sedia, Desiree si preoccupa di proteggere Julie, ancora inebetita, e di farla riparare sotto il tavolo.
E' Aldwych, di nuovo in piedi, a fermare lo scontro: "fermi, fermi, è tutto a posto!" dice, mentre a un passo da lui il cadavere di Locwood giace nel suo sangue, ed Eric è armato di attizzatoio e pronto a dar battaglia.
"Alza le mani" gli dice Eric.
Aldwych temporeggia un po' e si ritrova il ginocchio tumefatto. Allora alza le mani per bene e cerca di parlamentare.
"Che cavolo avete fatto?" Sia i briganti che i nostri smettono di malmenarsi. Aldwych non sembra dispiaciuto per la morte di Lockwood, anche se ha paura delle conseguenze. Alla fine offre ai compagni la libertà (e la possibilità di frugare tra le cose del morto), in cambio che se ne vadano e tanti saluti. Dirà ai mandanti di Lockwood che sono fuggiti nottetempo.
L'esame delle cose del morto è veloce: c'è un letto di pietra con sotto degli strani e brutti fregi scolpiti, gabbiette con animali rinchiusi (gatti, conigli etc), e molte carte che rappresentano disegni architettonici di chiese delle tenebre. Lockwood era un architetto e questi sono i progetti di diversi edifici tutti dedicati agli Dei oscuri.
Guelfo prende tutto.
Con l'acquisto di un asino, Cirillo, e l'affitto di una guida, il giovane Olan, la compagnia è pronta a partire.
Il giro è lungo per evitare guai ed ostacoli, ma Olan si muove molto bene nella zona. Conosce anche Quod Tarcon, e lo teme in quanto stregone. Sa dove abita, perchè un ex servitore del mago è finito tra gli schiavi dei Penultimi.
Quando sente che Guelfo e i suoi vogliono proprio andare da Quod Tarkon, chiede: "ma volete proprio fare la festa a tutti gli stregoni del circondario?"
"Mettiamola così", risponde Guelfo, "siamo un po' paladini dentro".
Al tramonto Olan suggerisce di ripararsi in una grotta: "te pare che vengono animali selvatici?"
Guelfo semmai è più preoccupato dagli spiriti dei morti, ma Olan non crede a queste superstizioni.
La prima parte della notte passa tranquilla. E' quasi l'alba, durante il turno di guardia di Desiree, che improvvisamente la ragazza fa un paio di passi e si trova davanti quello che le sembra un grosso cane magri e cattivo. E' un lupo, e dietro ce ne stanno altri due.
Tutti si svegliano e affrontano i lupi, ma intanto Desiree è già stata azzannata ad una gamba e il lupo continua a stringere e non la vuole mollare. Eric azzoppa un lupo e Guelfo ne incendia magicamente un altro, e alla fine Eric ammazza pure il lupo che stava su Desiree.
La poverina sta molto male e la ferita alla gamba ha un aspetto pessimo. Tocca fermarsi.

Massiccio centrale, 17 agosto 516

Il gruppo resta fermo nella grotta in attesa che Desiree si riprenda. Intanto Julie inizia a manifestare i primi segni di lucidità.
Olan e Guelfo esplorano tutta la grotta e trovano che porta ad un'altra uscita su una valle boscosa. C'è anche una diramazione bloccata da una frana, più in basso, che fa un po' paura a Guelfo perchè potrebbe essere un'antica foiba.
Loic scuoia un lupo con l'aiuto di Olan, e coccola un po' la povera Desiree.
La notte passa tranquilla.

Massiccio centrale, 18 agosto 516

Bella giornata fresca. Desiree inizia a riprendersi. Julie è rimasta coi ricordi al castello di Toran e, nei suoi sogni, ha visto Vito che moriva.

Spettri nella grotta... o è uno scherzo?

=Massiccio centrale, 19 agosto 516

Giornata oziosa nella grotta.
A sera viene a piovere forte, e parte della grotta si allaga.
Nel mezzo della notte si sentono voci e scalpiccio, e qualcuno entra nella grotta dall'altra apertura, per ripararsi dalla pioggia. Sono quattro o cinque uomini, a giudicare dalle voci, chiacchierano e poi si mettono a cantare canzoncine "di paura". Sono allegri e bevono.
Guelfo coglie l'occasione per fare lo spiritoso, e grazie ai suoi poteri magici crea voci di fantasmi, lamenti e mormorii, mettendo in fuga gli altri occupanti della grotta.
"Tu porti na iella, co ste canzoni..." uno dei fuggiaschi, scappando. Quando pero' è il momento di interrompere lo spettacolino, Guelfo si rende conto che i lamenti spettrali non si fermano, e anzi ricordano l'orribile mormorio delle gallerie sotto casa di Toran.
Guelfo inizia a spaventarsi, ma gli altri credono che stia ancora scherzando.
"Fa finì sti gridi, che vogliamo dormire!" si lamenta Loic.
"La cosa è sfuggita al mio controllo", ammette Guelfo a malincuore.
Spaventata, Julie scappa verso l'uscita della galleria, e presto anche gli altri la seguono, e si ritrovano tutti all'aperto sotto l'acquazzone. Guelfo sente il Potere Magico che fluisce da lui, e non riesce a capire se i suoni spaventosi siano prodotti inavvertitamente da lui, oppure se provengano dalle profondità della caverna.
Poco dopo, uscito anche Guelfo, l'aria torna silenziosa.
Tutti tornano in grotta e cercano di riposare un altro po'.

Massiccio centrale, 20 agosto 516

Cielo grigio, giornata freddina e ventosa. Tutto tranquillo.

Massiccio centrale, 21 agosto 516

Desiree cita Dillon: "ogni volta che pronunci un incantesimo, caro Guelfo, anche il più semplice, non sai mai che puo' succedere".
"C'aveva proprio ragione" commenta Guelfo.

Massiccio centrale, 22 agosto 516

Desiree sta meglio, ci si può muovere. Ormai con Olan c'è grande confidenza, e si scopre che è diventato bandito dopo aver avuto una tresca con la figlia del capo delle guardie del paesino sotto Blain (lo stesso da cui i nostri sono evasi). Tutti gli suggeriscono ora di lasciare i Penultimi e di rifarsi una vita, e Olan in fondo sembra molto propenso a farlo.

Massiccio centrale, 23 agosto 516

Olan racconta storie sul conto di Tarkon (Moreville) molto spaventose, sembra che abbia dei Golem di Pietra a proteggerlo. Abita vicino e fa molta paura, forse è pazzo. Di certo ammazza tutti quelli che lo vanno a disturbare.

L'arrivo a casa di Moreville

Massiccio centrale, 24 agosto 516

Arrivati in zona di casa di Tarkon, Olan si accampa a una certa distanza per aspettare il gruppo, che invece va coraggiosamente.
I "Sohnius" ha l'imbocco di una galleria, con accanto un piccolo recinto dalla vegetazione fittissima e scura, con piante carnose e annodate tra loro. Ci sono tracce di passaggio.
Guelfo si avvnetura di pochi passi oltre la soglia: "Quod Tarcon, abbiamo fatto tantissima strada per trovarti, veniamo in pace", dice.
Silenzio.
Aspetta un bel po' e poi una sagoma a distanza dice: "chi siete? Venite avanti".
Guelfo presenta sè e i suoi compagni e spiega a Moreville/Tarkon che hanno un nemico comune. Lo descrivono in modo crudo e senza peli sulla lingua.
"Come mi avete trovato?"
"E' proprio una lunga storia", risponde Guelfo e racconta di Frate Erwin e di tutte le vicessitudini per rintracciarlo, con Loic che di tanto in tanto divaga sul Palio di Krandamer.
Moreville è amichevole e invita la compagnia a pranzo.
"Speriamo che finisca meglio dell'ultimo pranzo a cui siamo stati invitati", commenta Eric.
Sono ricevuti in una grossa sala scavata nella pietra, comoda, con vetri alle finestre e che affaccia su un dirupo. Mentre Loic si interroga su cosa ci sia per pranzo, e fa amicizia con l'anziana ma simpatica cuoca di Moreville, Guelfo osserva lo strano mobilio, ed in particolare uno specchio molto luminoso, circolare, con un pentacolo tracciato sopra. Ci sono tavole dipinte appese, una poltrona dall'aria comoda e molti libri.
"Perchè siete venuti qui?" chiede infine Moreville.
"Il Logaeth!"
"Oh, allora mettetevi pure in fila..."
Moreville racconta di avere acquistato il Logaeth da un libraio ambulante, Bofadar, circa 18 anni prima. E' una copia con pagina originale ed annotazioni di Randal Flagg.
Dice che inizialmente non sapeva di cosa si trattasse, e che ha iniziato a ricevere offerte, regali, lusinghe di ogni genere da gente dell'Ordine Nero. Ha ricevuto incantesimi e oggetti di valore, e poi, quando ha continuato a rifiutare di cedere il Logaeth, sono arrivate le minacce e gli attentati.
Bruciata casa, altre minacce e visite, ma intanto Moreville si è incattivito ed inizia a difendersi anche con ferocia. Il Logaeth ha persino provato a bruciarlo, almeno in parte (un angolino di pagina) e si è scatenat un putiferio.
"Chi sono i nostri nemici più importanti?" domanda Guelfo.
Alex Poe, importante studioso dell'Università di Amer, è uno di loro.
Un altro è Lord John Payne, adesso consigliere del giovanissimo Conte di Achenar, che praticamente ha il controllo di quella Contea. E' lui che all'epoca dell'incendio di Fustel gli mandò il suo scagnozzo, Lester Blidings. E' una delle persone più importanti dell'Ordine Nero, quanto meno in terra di Amer.
Moreville spiega anche meglio come funzioni il Miele Nero, la sostanza misteriosa che utilizzano i membri dell'Ordine Nero. E' una sostanza che, a seconda delle dosi in cui viene assunta, può indebolire la volontà di una persona, e donargli un apparente Potere Magico. ù

L'arrivo di Abel e Margot

Poco dopo pranzo Moreville si allontana dalla casa, lasciando i suoi ospiti, e torna un'oretta più tardi con sua figlia Margot Moreville, una guardia del corpo di quest'ultima, e nientemeno che Abel.
Il giovane prossimo Paladino infatti è stato mandato dai Padri di Noyes a cercare i compagni a Blain, sulle tracce di Moreville, dopo aver saputo che Guelfo è ricercato per aver usato incantesimi contro le guardie.
Abel: "Loic, lo sai che mi fanno soldato della fede, quando torno?"
"Stanno messi male!" commenta Loic allegramente.
Abel parla un po' con Moreville e cerca di convincerlo a dare il Logaeth alla chiesa, ma il mago non molla, anzi si irrigidisce moltissimo quando si parla di questo.
"E allora perchè non hai mai ceduto alle lusinghe e non l'hai dato nemmeno a quelli dell'Ordine Nero?" chiede Abel.
"Per puntiglio", risponde Moreville. "Quel libro l'ho comprato io, con i miei soldi, e non ho intenzione di darlo a nessuno, per quanto vogliano ricattarmi, minacciarmi, lusingarmi o altro".
Alla fine Abel desiste dal convincere Moreville, anche se è indignato dalla sua psicologia 'infantile': si è autonominato custode del libro, e tiene un puntiglio da ragazzino capriccioso, a suo parere.
Ma intanto Moreville è tutto contento dell'arrivo della figlia Margot, che era così in pensiero di non aver ricevuto più notizie da suo padre, che era partita da Laon per cercarlo. E' un bell'incontro.
Moreville dice che comunque questo rifugio lo sbaraccherà presto, visto che ormai troppa gente lo conosce. La prudenza non è mai troppa. E anche se non ha intenzione di scendere in prima linea nella lotta contro l'Ordine Nero, è contento se puo' collaborare a distanza. Promette quindi che comunicherà un modo per contattarlo, una volta che si sarà nuovamente sistemato in un posto sicuro.
Loic mostra le sue ferite ad Abel, che vi riconosce il tocco dell'inferno ghiacciato. Si decide di pregare molto, la sera. Intanto qualcuno va a chiamare Olan, che era rimasto fuori.
Restano tutti ospiti di Moreville per la notte.
Dopo cena Loic fa il simpatico con la cuoca, poi si prega Kayah, ed Abel, imponendo le mani al compagno ferito, percepisce come il male di quel tocco spiritico è stato in gran parte sgominato dalla fede semplice e sincera di Loic. Bisogna continuare a pregare, ma il male sta svanendo dalla ferita.
"Bravo Loic, hai pregato molto, e ora tocca continuare. E già che ci stiamo visitiamo qualche chiesa di Reyks..."

Sulla via del ritorno... scontro con adoratori delle Tenebre

Dai Sohnius, 26 agosto 516

Abel dice: "andiamo ora ai Padri di Noyes". Si parte per vie traverse lungo il corso del fiume Niolu che va a sud evitando le città principali. Guida Olan.
A sera si accampano nei pressi del fiume, Abel impone le mani nuovamente su Loic e la notte passa tranquilla.
E' sul finire della notte, nel turno di Eric, che il giovane vede una strana fiaccolata sul fianco opposto di una montagna, al di là del fiume. Sono una trentina di persone, che se ne vanno poco prima dell'alba.

Massiccio centrale, 27 agosto 516

All'alba Eric riferisce quanto ha visto e, visto che quel luogo sul fiume dove si erano fermate le fiaccole è di strada lungo il percorso da seguire, tutti con cautela si muovono da quella parte.
Guadare il fiume non è facilissimo, e addirittura Loic scivola e rischia di finire sotto, trascinato dalla corrente. Per fortuna che Eric lo riprende e insieme, grazie ad una cima tirata da Abel, tornano all'asciutto.
Ed ecco il luogo della processione.
C'è un albero secco, circondato da sei grossi massi. All'albero è attaccato un ragazzino completamente squartato, quasi irriconoscibile, e sui massi ci sono frattaglie umane difficili da definire. La notte prima si è tenuto un rito votato agli Dei delle Tenebre!
E' uno scempio ignobile, Abel si sente soffocare dal dolore e dalla sofferenza di questo luogo infelice, e decide di dare pia sepoltura al poveraccio.
Eric scava una fossa poco distante, mentre Loic, con la sua ascia benedetta da Ilmarinen, abbatte l'albero secco e sacrilego. "In nome degli Dei!" grida, mentre colpisce con l'ascia.
Ad un tratto, dopo un quarto d'ora che stanno lì a devastare il tempio maledetto, si vede un gruppetto di persone che scendono dal fianco della collina, di buon passo. Sono in sei, uno dei quali, disarmato, fa più paura di tutti gli altri.
Eric si acquatta nella trincea scavata da poco (la fossa ancora vuota) e carica la balestra, gli altri trovano riparo tra le rocce. Solo Abel resta vicino al corpo martoriato del ragazzino, e prega.
I sei si avvicinano a distanza di tiro, ed il primo di loro, un omone enorme e armaturato da capo a piedi, con un'ascia a due mani in pugno, avanza verso Abel. I due si riconoscono subito e, pieni di forza divina, si affrontano.
Abel è il primo a colpire e forse veramente la sua mano è guidata dalla Dea, perchè l'enorme ascia del Paladino di Azathot si spezza.
Intanto Eric, Desiree ed Olan sparano, chi con l'arco chi con la balestra, contro gli altri. Ma il Sacerdote oscuro resta dietro, a distanza.
Guelfo, con il suo potere magico, incendia l'albero secco al centro del cerchio, e si solleva una nube di fumo molto densa, che nasconde parte del campo di battaglia.
Dopo aver sparato un dardo di balestra, ferendo al capo uno degli arcieri, Eric esce dal suo riparo con il martello in pugno e va a combattere. Abel affronta il Paladino, che adesso ha in mano un coltellaccio, e lo tiene a distanza con la sua alabarda. Olan affronta un altro dei banditi, e Desiree sta pronta con l'arco.
Loic, appostato tra le rocce, aspetta che qualcuno capiti a tiro delle sue accette da lancio.
Improvvisamente un vento nero attraversa le fiamme ed investe parte dei combattenti. E' una ventata ampia, a cono, che infligge un dolore atroce a tutti, che si ritrovano coperti di tagli.
Il Paladino di Azathot, benchè ferito, sembra continuare a combattere con ugual forza, e Abel si trova in difficoltà. Guelfo allora, lanciata alla cieca una ragnatela magica dove presumibilmente dovrebbe trovarsi il Sacerdote, esce allo scoperto in difesa di Abel.
Sia lui che Abel, oltre che un bandito, sono stati investiti in pieno dal Cono del Massacro, e a stento si reggono in piedi per il gran dolore. Eppure combattono.
Loic tira un'accetta al bandito ferito dalla nera ventata, anche se penetra a stento la sua pur debole armatura. Guelfo, di passaggio verso Abel, lo finisce.
Ma Abel è in difficoltà, benchè pieno di fede e determinato a combattere fino alla fine. Il dolore lancinante lo travolge e ripetutamente, col suo coltellaccio, il Paladino riesce a ferirlo.
Eric, ucciso un altro dei banditi, carica verso il luogo dove dovrebbe trovarsi il Sacerdote, oltrepassa il fumo e gli si trova addosso. Lo colpisce violentemente, mentre stava liberandosi dalla ragnatela, e lo scaraventa in terra. Nel mentre pero' questi invoca nuovamente gli Dei Oscuri, ed un nuovo Cono del Massacro si sprigiona dalle sue mani, investendo in pieno Eric, Guelfo ed Abel, oltre che Loic che finalmente sta uscendo dal suo rifugio per andare a soccorrere il povero Abel morente.
Nonostante il dolore infernale, Eric non esita e colpisce a morte il Sacerdote di Azathot.
Nel mentre il Paladino è riuscito a buttare a terra Abel, e si prepara per dargli il colpo di grazia.
Ma ecco che Guelfo colpisce il Paladino sul fianco, e infine anche Loic, con una botta al torace, lo allontana da Abel.
Un secondo colpo sempre al torace di Loic finisce il Paladino.
Dei briganti superstiti, uno tira una freccia a Loic mentre sta finendo il Paladino, poi prova a fuggire, ma Desiree gli tira una freccia alla gamba per rallentarlo. L'altro, che Olan infine è riuscito a sopraffare, prova a darsi alla fuga, ma Guelfo lo imprigiona in una ragnatela e lo brucia vivo.
Mentre tutti si guardano intorno e riprendono fiato, Loic prova ad inseguire l'ultimo fuggiasco. I due sono feriti entrambi, il bandito dalla freccia di Desiree, e Loic dall'orribile cono del massacro. A momenti è più veloce l'uno, a momenti l'altro, ma quando Loic è ormai quasi arrivato a raggiungerlo si ferma e prova a tirargli un'accetta. L'altro riesce a non farsi colpire e si dà alla fuga.

Tensione nel gruppo

Rimasti soli, i ragazzi riprendono fiato e si rendono conto di essere veramente malconci. Soprattutto Abel non si regge in piedi.
Guelfo attacca Loic dicendogli che è un vigliacco ad essere rimasto al riparo mentre Abel fronteggiava il Paladino delle Tenebre, e Loic risponde a tono.
"Loic," esordisce Guelfo ansimante, "la prossima volta che resti indietro a fare il tiro al piattello mentre noialtri ci becchiamo le mazzate giuro sugli Dei che ti riduco in cenere. E' la terza volta che lo fai, ed è la terza volta che momenti crepo. Non voglio sentire scuse, grande e grosso come sei l'ultimo posto dove voglio vederti è nascosto dietro al solito masso a fingere di renderti utile quando in realtà ti stai solo parando il culo."
Guelfo si alza faticosamente in piedi e continua: "Persino io, che pure sarei molto più utile smarcato a lanciare le mie stregonerie, ho le palle di caricare il nemico a viso aperto per coprire un compagno isolato. E non sono disposto a tollerare altri atti di vigliaccheria da parte di chi, come te, i nostri assalti dovrebbe guidarli."
"Mica sei tu il capo che decide dove devono andare i tuoi soldatini", risponde Loic, "Io t'ho consigliato di stare fermo finché non si facevano avanti e di massacrarli mentre avanzavano. Tu hai deciso di andare comunque da solo in avanti. Mica te lo potevo impedire, ma sapevi che non ti avrei seguito. Se restavi con me forse ti facevi meno male. Se andavo con te sicuramente mi facevo più male. Io voglio scannarli i cattivoni, non farmi sferragliare addosso."
"Tu m'hai consigliato di stare a guardare mentre Abel si lanciava da solo contro sei avversari, ma forse eri troppo acquattato per accorgertene", insiste Guelfo sempre più furibondo. "Uscire allo scoperto contro avversari come questi è da idioti, nessuno lo discute...la cosa più ragionevole da fare era di restarmene con te al sicuro mentre il nostro compagno andava incontro al suo destino.
Ma preferisco mille volte morire da idiota per soccorrere un amico indifficoltà che cavarmela da furbo anteponendo la mia sicurezza a quella di chi, sia pure per imprudenza, si ritrova da solo in prima linea.
E non mi interessa se sei d'accordo o no, se tieni più alla tua pelle che a quella di tuo fratello e a quella di Abel o di chiunque altro di noi. Se ci sarà una quarta volta spera che mi ammazzino, perchè se sopravvivo non rispondo di quello che farò".
Loic risponde: "Ehhh isterico! La prossima volta lascia fare a me e a mio fratello e vedi che muoiono tutti i bastardi, altro che Abelino. I campi di battaglia lasciali a chi sa combattere. Tu limitati ad aiutare con i fuochi e i ragni al sicuro, senza farti ammazzare. Se volevi fare l'eroe da grande, studiavi di meno e imparavi meglio a tirare di spada."
Julie emerge tremante dalle rocce dietro cui si era nascosta, ascolta le parole dure dei compagni, vede Abel a terra ferito e scoppia a piangere.
"Perdonatemi!" mormora tra le lacrime, "vi prego.... anche io non ho fatto nulla per aiutare, nulla.... nulla! Avevo troppa paura, non ce la facevo...."
Julie tira su col naso e si stropiccia gli occhi, affranta.
"Già prima, quando ho visto quel.... quel ragazzino morto.... faceva troppa paura questo posto, queste persone cattivissime... ma perchè esistono persone così crudeli? Oh, amici, perdonatemi! Ancora tremo..."
Guelfo, ancora scosso, abbozza un sorriso a Julie.
"Non ti preoccupare...ciascuno è chiamato a contribuire come può, e in questa circostanza non potevi davvero fare nulla se non restare al riparo."
Ad interrompere la discussione è Olan, che si guarda attorno nervosamente, ha le mani che gli tremano ed una brutta ferita al braccio sinistro, da cui perde parecchio sangue.
"Ragazzi... ce la fate a muovervi?" chiede, "Io non mi sento tranquillo, non vorrei che ne arrivassero degli altri... in fondo quello che è fuggito magari ha dei compagni, qui nelle vicinanze! Secondo me dobbiamo tagliare la corda, e subito!"

La fattoria di Longdrink

Così fanno, e più o meno riescono a trascinarsi verso sud, lungo il corso del torrente.
Verso mezzogiorno raggiungono una valle con al centro una fattoria malconcia, quasi ridotta ad un rudere.
"Sto posto sembra ridotto peggio di noi", commenta qualcuno.
Unico abitante della fattoria è un vecchio, che dopo un colpo di balestra di avvertimento si presenta come Dungar Longdrink.
E' un boscaiolo, ex soldato, a cui una banda di banditi devoti della Tenebra hanno sterminato la famiglia. E lui si è piazzato lì, da solo, con una sfilza di balestre artigianali (un po' imprecise ma funzionanti) in soffitta, con l'unica prospettiva e l'unico desiderio di spedire all'inferno più satanisti possibile, prima di tirare le cuoia.
Loic fa un po' lo spaccone con Longdrink, "mi chiamo Loic e parlo tanto perchè so' vivo. Quelli che combattono con me nun parlano più".
Il vecchio pero' non si lascia granchè impressionare, e piuttosto si preoccupa, insieme agli altri, di fortificare la fattoria in vista di un possibile attacco.
Buche per terra, tagliole, persino i campanellini di Julie utilizzati come sistema di allarme, la fattoria viene rinforzata il più possibile.
"Nun potete trasformare sta catapecchia in un castello, in un pomeriggio", commenta Loic, scettico.
Avanza la notte e Longdrink rende onore al suo nome, attaccandosi alla bottiglia.
E' il cuore della notte quando arrivano una trentina di persone incappucciate, con fiaccole, cantando litanie minacciose che inneggiano ad Azathot.
Abel, benchè devastato fisicamente, è tanto pieno di entusiasmo divino che si prepara a combattere, mentre Guelfo, stremato, allunga il braccio verso Longdrink: "dammene un sorso", gli chiede, che mori' sobrio mi farebbe rosicare".
Il gruppo è diviso in due: Longdrink, Abel, Guelfo e le ragazze stanno nella casupola, mentre Olan, Eric e Loic si trovano fuori, alla stalla.
I dardi di balestra di Longdrink fanno parecchi danni, ma al momento dello scontro corpo a corpo la situazione si fa subito amara. I cattivi, benchè non abili combattenti, hanno la forza del loro numero, mentre i nostri sono tutti già feriti e malridotti.
Alle capanne Loic viene ferito gravemente ad una gamba e cade, dopo aver fatto qualche morto, e Eric si trova circondato ad affrontare quello che sembra il capo del gruppetto, con Olan che lo copre con il suo arco, finchè non è costretto ad entrare in corpo a corpo pure lui.
Alla casa d'altro canto c'è Abel che combatte sulla soglia, ma quando si accorge che Longdrink e Guelfo vorrebbero aiutarlo, si rifiuta di infierire in più uomini contro un solo nemico, ed aspetta.
Finalmente un po' grazie all'ascia di Longdrink, e un po' all'uccisione da parte di Eric del capo dei satanisti, questi vengono rigettati.
Abel si rende conto che c'è un sacerdote nei paraggi, e che i satanisti invece di combattere si stanno ora radunando attorno a lui, per aiutarlo a trovare la fede di colpire coi suoi poteri divini.
Allora chiede l'aiuto di Guelfo e, ricoperto da una luce biancastra e lunare, avanza da solo con la spada in mano, in campo aperto, verso di loro.
Riconosce subito il giovane prete, che gli rivolge contro le mani a cono, inneggiando ad Azathot. Ma Abel non indietreggia e il suo coraggio intimidisce il sacerdote oscuro, che fallisce. Gli altri devoti arretrano mentre Abel affronta in combattimento il sacerdote e infine, al raddoppio con Longdrink subito soggiunto, lo sconfigge e uccide.
I restanti adoratori delle tenebre fuggono, lasciando molti caduti indietro.
Al termine dello scontro, malfermo sulle gambe, Longdrink si lascia cadere pesantemente al suolo e tira una boccata di liquore.
"io sono un uomo pacifico" dice con la voce impastata dalla sbronza, "non vi pensate che io sia un guerriero come voi. E anzi, pure voi", rivolgendosi ai ragazzi di Caen, "siete giovani, lasciate perdere le armi e trovatevi una brava ragazza... da sposare"
Sospira e tira un'altra sorsata. "Ho fatto il soldato da ragazzo, è vero, e quando si è giovani si ha la testa piena di parolone stupide come onore, guerra, coraggio... roba così. Ma state a sentire uno che ne ha vista passare di acqua sotto i ponti, statemi a sentire che sono vecchio. La felicità vera è quella della pace, della tranquillità, della famiglia"
La sua voce si incrina, e per nasconderlo beve ancora, a lungo. "Ho sposato Adeline quando mi sono congedato... e siamo venuti qui con suo padre anziano e i suoi fratelli. Abbiamo avuto molti figli. Pensavo che sarebbe stata una vita noiosa, così lontana da tutto, ma abbiamo vissuto anni molto belli. Poi sono arrivati LORO", e così dicendo, sputa a terra.
Dopo qualche momento di silenzio, riprende.
"Ne arriveranno altri, e mi troveranno qui da solo ad aspettarli"
A scontro finito, Eric corre a chiamare Desiree, affinchè si prenda cura di suo fratello Loic: è svenuto e perde molto sangue dalla gamba.
A conti fatti, oltre a un discreto numero di morti, ci sono alcuni feriti tra i satanisti. Abel, sia pure stremato dal combattimento e dalle ferite, dice che sarebbe meglio convertirli: sono poveracci, vecchi e incapaci, e hanno creduto per ignoranza alle parole del sacerdote delle tenebre.
Longdrink dice: "voi lasciateli qua, che li converto io". Dopodichè esce con la sua ascia, inseguito da Olan ed Eric che cercano di convincerlo a lasciarne almeno uno vivo per interrogarlo. Longdrink procede metodico ad ammazzare tutti i feriti.
Olan ed Eric ne prendono uno, che è troppo malconcio e muore subito prima di poter rispondere a domande. Ma poi Longdrink, a lavoro fatto, torna nella capanna con un tizio con il braccio rotto. Non se ne cava un granchè e subito dopo il breve interrogatorio anche lui viene ammazzato.
Il resto della giornata i ragazzi lo passano a leccarsi le ferite e cercare di recuperare le forze per ripartire quanto prima.

Fattoria di Longdrink, 29 agosto - 2 settembre 516

I ragazzi si riprendono per quanto possibile, aiutano il vecchio a fortificare la sua fattoria (trasformandola sempre più in un fortino).
Solo Loic sta ancora male, la gamba è andata in infezione e c'è il rischio di cancrena. Desiree decide di operare una cauterizzazione, e compie l'intervento dolorosissimo sull'amico. Loic, legato e ubriaco per l'occasione, perde i sensi.

Fattoria di Longdrink, 14 settembre 516

Dopo due settimane di riposo i nostri sono abbastanza in forze per ripartire. Si mettono in viaggio lungo il fiume, attraverso zone prevalentemente disabitate.

Il villaggio spettrale

Marca di Altair, lungo il fiume Noilu, 18 settembre 516

Alla confluenza del fiume con un altro torrente sorge un piccolo villaggio, apparentemente disabitato. Inquietati dalla stranezza del posto, i nostri preferiscono girare al largo.
Scendendo ancora per qualche centinaio di metri dal borgo, ci sono altre fattorie più isolate, e anch'esse appaiono deserte. Solo una, più distante, mostra segni di vita, ma temendo si tratti di banditi i ragazzi preferiscono proseguire ancora un po'.
Al calare della sera decidono di trovare riparo in una di queste fattorie, ma subito si accorgono che qualcosa non va: ci sono ancora animali morti nella stalla, e sembra che dentro si sia come congelata una vita "normale". Ci sono corpi morti (da alcuni mesi) nelle stanze da letto, gente di età varia, e nessuno mostra i segni di ferite particolari.
Sembrano tutti morti d'improvviso, eppure non ci sono segnali di malattie particolari, è abbastanza inquietante. Oltretutto, col calare dell'oscurità, inizia a udirsi di lontano il lamento del vento, che risuona ed è spettrale.
Loic non ha il coraggio di proseguire nell'esplorazione della fattoria ed esce da solo nella corte, mentre gli altri restano insieme all'interno, a cercare una spiegazione. Alla fine la spiegazione, per quanto fumosa, arriva dalle pagine di un diario: sono gli appunti di un possidente terriero che racconta di come uno strano vento ormai dai primi mesi della primavera aveva iniziato a funestare il riposo e i sogni della gente del posto. Alcuni sono morti nel sonno, altri se ne sono andati, stanchi delle continue ansie notturne. Poi hanno iniziato a morire gli animali, e alcuni servi pattugliavano le campagne di notte. Evidentemente sono morti nel sonno, di crepacuore per qualche incubo terribile.
Visto che il vento si sente avvicinarsi, i nostri decidono di non concedersi il riposo finchè non si saranno allontanati. Loic propone di andare via, verso sud, il più possibile, ma sia Olan che Abel sostengono sia più importante, moralmente, andare ad avvisare la gente nella fattoria abitata più indietro, per metterli in guardia dal pericolo.
Alla fine, nonostante le proteste di Loic, l'hanno vinta, e tutti avanzano lentamente nel vento verso la fattoria abitata.
Dentro c'è un gruppo di avventurieri, il cui capo si presenta come Bert, e ci sono anche due ragazze di cui una, la bella Elene, sa anche leggere e dà una scorsa al manuale trovato da Guelfo.
I tizi sono cordiali e un po' ironici, e non credono ai discorsi fantasiosi e spaventati dei ragazzi di Caen. Loic, per convincerli della gravità della minaccia costituita dai "fantasmi", si cala le brache per mostrare i segni delle ustioni sofferte nelle caverne sotto il castello di Toran. Ottiene solo l'effetto di suscitare maggiore ilarità in Bert e nei suoi amici.
Tanti saluti allora, e i nostri ripartono, stavolta verso sud.
E' l'alba quando finalmente il vento cala e i nostri possono fermarsi a dormire un po'. Al pomeriggio, quando ripartono, scorgono tracce fresche di cavallo sul sentiero, forse è Bert coi suoi amici (se sono sopravvissuti alla notte).

Donzac, 26 settembre 516

Viene finalmente raggiunto, dopo alcuni giorni di viaggio per una campagna disabitata, il villaggio di Donzac, sul grande fiume. Qui è Olan a vagare un po' per l'unica bettola del porticciolo fluviale, finchè non fa conoscenza con un certo Bessagon, il tramestone del posto.
Concordano un passaggio "discreto" lungo il fiume in una chiatta di sua proprietà, a caro prezzo, davanti ai biscottini della vecchia madre di Bessagon. La partenza è fissata per la tarda sera.
Abel, con il cavallo e il mulo, non essendo ricercato parte per Chalard per conto suo, dando appuntamento agli altri al Monastero dei Padri di Noyes. Tutti gli altri sono presentati a Tom, l'enorme barcarolo, e costretti a nascondersi nel doppio fondo della pancia della chiatta, in un locale angusto e umido e buio e soffocante. A stento reprimono la claustrofobia e il mal di stomaco. Il viaggio si presenta ben poco confortevole.

Il ritorno in barca

Fiume Dymiras, 27 settembre 516

Mentre la notte possono prendere un po' d'aria, i poveretti durante il giorno sono costretti a restare nascosti. Ad un certo punto dal ponte si sente un gran vociare, poi una voce femminile che si lamenta, ed ecco che, aperta la botola, una clandestina viene buttata nella stiva in mezzo ai viaggiatori nascosti.
E' grande la sorpresa di tutti nel riconoscere in lei Elene, la compagna di Bert della fattoria, incontrata qualche giorno prima.
La ragazza dice di essere stata rapita, di provenire da Annecy e di essere in fuga da Bert, il quale la considera la sua donna.
Alle battutine di Loic sul suo abito discinto risponde acidamente che è l'unico abito che abbia. Nello stesso tempo è preoccupata perchè teme che Bert la voglia seguire e riprendere.
A sera, quando finalmente tutti escono sul ponte, Elene fa un po' di moine a Guelfo, il quale promette che paghera' il passaggio sulla chiatta anche per lei. Ma poco dopo si scorge una sagoma in avvicinamento, da dietro: è un'altra barca, con tutte le luci spente.
Poco dopo vengono scagliate alcune frecce incendiarie: sono dei pirati fluviali!
Mentre Julie si nasconde tra le botti, ed Elene cerca un riparo vicino a lei, i ragazzi corrono di sotto a recuperare armi ed elmetti. Quando risalgono è già in corso l'arrembaggio.
Il primo ad affrontare i nemici è Eric, subito seguito da Olan e Guelfo, che escono dietro di lui. Loic resta indietro perchè perde un po' di tempo ad allacciarsi il corpetto di cuoio.
Alcuni dei pirati lanciano frecce incendiarie, che Desiree e un paio di rematori cercano di spegnere, e un altro rematore viene ferito. Altri sono saltati a bordo e combattono in corpo a corpo. Tra loro si individua Bert, che evidentemente è venuto a riprendersi la sua donna.
Lo scontro è duro, Eric viene circondato da più avversari e gravemente ferito, e anche Guelfo cade colpito. Loic infine esce dal boccaporto e ribalta l'esito della battaglia, ma ormai Bert ha raggiunto Elene e si è buttato insieme a lei nel fiume. Gli altri pirati si ritirano, lasciando tre morti indietro.
Lo scontro termina così, con un po' di amaro in bocca e due feriti nel gruppo.

Personaggi


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Creata il 06/08/2008 da Annika (2242 voci inserite). Ultima modifica il 06/08/2008.
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