Mia nube di tenebra! Abominevole nube, invadente, indicibile, indomabile nube, su me sospinta da un vento in tempesta! Amico diletto, tu sei il solo compagno che ancora mi resti, io so dove sei poiché anche nel buio che mi copre riconosco la tua voce. Un giorno il tuo Eos mi ha predetto mali grandi. Ma ricordo anche che parlava a me di una quiete, allora lontana. Ecco, forse è giunta. Oh, sì, è giunta: perché mi diceva che avrei trovato la quiete nell'ultima terra del mio triste cammino e là sarebbe finita anche la mia sventura, questa di vivere; e avrei anche portato vantaggio ai miei diletti, e rovina a quelli che mi hanno allontanata a bandita; e mi assicurava che sarebbero apparsi dei segni: un terremoto, un tuono, un chiarore divino per i cieli. Ora sono certa: da te mi è venuta l'ispirazione che ha guidato i miei passi alle ombre sacre. Questo non è più il mio corpo di un tempo: io sono un'ombra ormai, un'ombra di affanno che respira nell'oscurità. Infine appaga il mio desiderio. Ho appagato il tuo anch'io. Addio bel mare, meraviglie dell'onda, mille veli d'azzurro.