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Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 84   commenti totali: 91
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30 aprile 517
Martedì 16 Giugno 2015

L'amica degli animali



Qualche mese fa, quando un Gran Bovaro delle Lande mi è saltato alla gola e per poco non me l'ha squarciata, è stata un'esperienza orribile.
L'alito fetido dell'animale, i denti snudati, quegli occhi feroci... chi se li scorderà mai!

A dire il vero non sono esattamente un'amica degli animali.

Se c'è un solo piccione nel giro di qualche chilometro, si può star certi che sceglierà di venire a fare i suoi bisognini proprio sulla mia spalla. Faccio abbaiare i cani da un lato all'altro della strada e non c'è mai stata una gallinella del pollaio del Kharvenhoss che sia stata tanto gentile da lasciare a me la soddisfazione di trovare un suo ovetto.

Ma non è una cosa di famiglia, al contrario. Mia sorella, ad esempio, Marystelle, aveva una gattina di nome Cassandra. Dormivano insieme, passavano le ore a giocare e coccolarsi, erano inseparabili.
Io e Cassandra ci ignoravamo cordialmente, al massimo quando proprio si sentiva in buona, o si annoiava e non c'era in giro nessuno più interessante di me, veniva a strusciarsi intorno alle mie caviglie per giocare. Qualche volta le tiravo un gomitolo di lana, tanto per togliermela dai piedi.

A un certo punto Cassandra ebbe dei cuccioli: quattro o cinque, non mi ricordo bene. Uno di loro, più smilzetto e dall'aria spennacchiata, per qualche strana ragione mi era simpatico. Mi veniva di chiamarlo Bluto, e alla fine tutti hanno preso per buono quel mio nome e non glie ne hanno mai più dato uno migliore.

Cassandra era gelosissima dei suoi piccoli e, se a Marystelle concedeva il privilegio di accarezzarli, quando osavo avvicinarmi io soffiava e arrizzava il pelo, minacciosa.
Non è che in fondo mi interessasse così tanto toccare Bluto, a dire la verità, ma era talmente antipatico l'atteggiamento di Cassandra che ho finito per farne una questione di principio. Un bel giorno sono andata e l'ho preso in braccio, uno due tre via!

Il Gran Bovaro delle Lande era cattivo... ma anche Cassandra non scherzava. Mi è saltata in faccia con certi artigli da non credere, e in men che non si dica mi ha ridotta una maschera di sangue.
Ho iniziato a strillare, sono corsi tutti... e invece di prendere Cassandra a calci, come sarebbe stato giusto, hanno iniziato a sgridare me, che non dovevo disturbare i cuccioli, che se Cassandra mi aveva attaccato significa che aveva ragione a farlo... e così via.

Mi sono rintanata per i fatti miei a piangere e lavarmi le ferite, con gli sgraffi che bruciavano da morire, ma da allora tra me e Cassandra è stata guerra aperta. Io le facevo i dispetti quando Marystelle non vedeva, lei non mancava occasione per tendermi agguati e attaccarmi alle caviglie.

Ricordo ancora i suoi occhi cattivissimi che mi scrutavano dalla penombra, aspettando un buon momento per aggredirmi.

Vabè, poi Cassandra finalmente è invecchiata ed è diventata una gattaccia grassa e spelacchiata senza più la forza di colpire, mentre il povero Bluto non è mai arrivato a compiere un anno, malaticcio com'era. E la mia carriera di gattara si è conclusa così.

Pensavo, col Gran Bovaro, di avere stabilito il mio record personale di ostilità animale.

Pensavo.

Lo pensavo fino a quando un Kroc, ieri mattina, non ha pensato bene di saltarmi addosso per trasformarmi nel suo pranzo.
Per fortuna c'era il Sergente Rock lì accanto, che a costo di beccarsi un'azzannata pure lui è venuto in mio soccorso e ha impedito a quel mostro anfibio di mangiarmi.

Niente da fare, non andrò mai d'accordo con gli animali, e la mia collezione di cicatrici veramente brutte ha acquistato due nuovi morsi da paura. Enormi, poi, che le fauci dei Kroc sono qualcosa di impressionante!

Se quella bestiaccia di Cassandra avesse avuto una dentatura simile penso che di me sarebbe rimasto giusto qualche ossetto.

scritto da Kailah , 18:44 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
24 aprile 517
Domenica 7 Giugno 2015

Il punto di vista dell'avversario



Non riesco a dormire. La cosa difficile è trovare la posizione giusta: il braccio fa male, sento il cuore pulsare nella ferita, non riesco a stare nè su un fianco nè sull'altro.
Dev'essere molto tardi, è passato da poco il secondo turno di guardia: passi di soldati in armatura, bisbigliare sommesso. Tutto tranquillo. La notte profuma di primavera.

I miei compagni riposano, anche Engelhaft si è coricato dopo avermi controllata per l'ennesima volta e rassicurata del fatto che non ho febbre e la ferita sembra non dare segno di infezione.

Vodan è agitato, si rigira nel suo letto, digrigna i denti quasi come se ringhiasse, Colin borbotta frasi sconnesse nel sonno. Annie, che sta proprio qui accanto, non sono certa che stia dormendo, ho l'impressione che i suoi occhi siano aperti e che fissi immobile il soffitto. Degli altri sento il respiro profondo, quieto, che in questi mesi ho imparato a riconoscere.
Stamattina eravamo a Mavan, all'ombra del suo albero dai macabri frutti, e dopo una lunga giornata siamo arrivati a chiudere gli occhi a Mannorn, qui in mezzo al Cariceto.
Abbiamo scortato un convoglio di provviste e siamo stati attaccati, minacciati e sfidati, e infine lasciati andare con tutto il nostro carico.

A parte me nessuno si è fatto male, oggi.

Il comportamento dei Kraighar e dei loro uomini mi impone di interrogarmi sul punto di vista dei nostri avversari. Hanno scelto la sfida uno contro uno invece di uno scontro sanguinoso, rispettando poi i patti. Che i Kraighar seguano una loro etica guerresca e dell'onore militare non mi stupisce, per quel poco che ho imparato a conoscerli.
Mi ha stupita invece il fatto che abbiano espresso sdegno al ricordo del Kraighar Tarkun, il nostro avversario di qualche settimana fa. Lo hanno definito un vile, un uomo che ha smarrito la giusta via da percorrere.
Non hanno forse approvato la sua scelta di collaborare con la Vipera e di trasformarsi, grazie a lei, in una creatura capace di combattere in modo sovrannaturale?
I due Kraighar presenti oggi nel Cariceto, benchè guerrieri formidabili, non hanno dispensato trucchi strani, hanno combattuto normalmente. Erano circondati da persone, non da Risvegliati.
Peccato che Kurt non sia riuscito a far togliere l'armatura alla Kraighar donna, perchè sarebbe stato interessante vedere se avesse o meno stranezze sul corpo, tipo gli occhi mostruosi di Tarkun. Ma io credo di no, credo che sia lei che l'altro Kraighar che abbiamo visto oggi siano solo molto abili in combattimento, indossino corazze bizzarre, ma non abbiano niente di sovrannaturale.

Questo ci dice che l'alleanza tra Neshtar e Uthun non è così stretta come temevamo. Ci dice che i nostri avversari sono diversi tra loro e hanno importanti divergenze. E', insomma, una buona notizia.

Mettersi troppo a studiare il punto di vista dell'avversario è un'attività rischiosa, perchè si rischia di riconoscergli ragioni che potrebbero minare la nostra determinazione a combattere. Ma dopo tanto tempo ho riconosciuto una persona, dietro ad uno dei nostri nemici, e non un "mostro".
Parlo del balestriere che mi ha colpita.
Da quella distanza, con l'elmetto in testa, è ovvio che non sarei in grado nemmeno di riconoscerlo se lo incontrassi domattina al mercato (a parte che non ci sono mercati, qui). Eppure qualcosa di lui mi ha colpito l'immaginazione, oltre che il braccio. Forse il fatto che tra tanti miei compagni dall'aspetto minaccioso abbia scelto di scagliare il suo dardo proprio su di me, il modo con cui mi ha tenuta d'occhio durante i duelli, il gesto di saluto che ci siamo scambiati al momento in cui i suoi si sono ritirati e hanno ceduto il passo.

Chissà cosa pensano i Kraighar di Uthun dell'infezione di Risvegliati che affligge il Cariceto.
Mi sono sempre chiesta come fosse possibile che volessero trasformare la propria casa in un cimitero ambulante. Le spiegazioni che ho ricevuto, quando parlando con altri ho sollevato questo dubbio, erano sempre legate allo smodato odio che questi guerrieri di Uthun proverebbero nei confronti di noi "greyhavenesi". Un odio talmente smisurato da far loro preferire la devastazione del Cariceto ad una sconfitta.
Non mi ha mai convinta questa storia.

Però ecco. Chi è che vuole la contaminazione del Cariceto?
La Vipera dice che no, lei collabora solo per ragioni di opportunismo, per una serie di accordi, ma non è il suo primo obiettivo (che è piuttosto di trasformarsi in un mostro, de gustibus).
I Kraighar di Uthun pure prendono le distanze dal Kraighar Tarkun, l'unico che abbiamo visto andare in giro con lo sciame di Risvegliati dietro.
Ma che sia tutta un'idea di Tarkun mi sento di escluderlo, lui sembrava piuttosto seguire le indicazioni della Vipera. Dev'esserci qualcun altro, un'altra volontà, dietro a tutto questo.

La domanda da porsi è chi ci guadagna da questo focolaio di contagio nel Cariceto.
I suoi abitanti francamente ne dubito. Per quanto si mettano mascheroni con corna di cervo e adoperino armi pittoresche, non sono pazzi assetati di sangue. Anzi, se possono condurre un'attività di brigantaggio giocandosela sull'abilità e non sulla violenza, sono chiaramente più contenti.
Gli scienziati pazzi di Neshtar, forse. I capi della Vipera e tutta la combriccola di Morgoblath. Ha già più senso. Ma non penso che il culto delle arti oscure sia sufficiente a garantire tutta una serie di protezioni e agganci necessari per poter condurre attività di ricerca come vogliono loro.
La mia idea è che ci siano interessi politici di una certa rilevanza dietro a tutto questo, e che esista una fazione interessata a sostenere le attività di ricerca degli adepti di Morgoblath, assicurando loro campo libero purchè in cambio questi adoperino i frutti delle ricerche che conducono in loro sostegno.
Durante la Guerra delle Lande si è diffuso il morbo dei Risvegliati, e non è un caso certamente. Qui nel Cariceto il contagio arriva da Nord, dal Traunne. Da Nord devono anche arrivare gli interessi dietro a questa operazione.

La guerra è una brutta faccenda, per fare la cosa giusta è necessario a volte compiere delle ingiustizie.
Penso allo sguardo abbattuto di quel ragazzino che lavorava nella fattoria, marchiato in volto, denutrito, colpevole soltanto di essere figlio del Dominus sbagliato. Capisco le ragioni di una simile umiliazione, eppure mi dispiace.

Ci si trova da una parte o dall'altra spesso per caso, senza che ci sia un reale merito o un demerito. Recentemente il Sergente Rock mi ha posto il dilemma: con chi mi sarei schierata se fossi stata nell'esercito al momento della "decisione"?
E chi lo sa. Con lui, penso. Coi miei compagni. Senza tanti ragionamenti generali avrei scelto di restare al fianco delle persone a cui devo la vita e verso cui mi sento leale. Forse mi sarei trovata dalla parte giusta, forse dalla parte sbagliata.

E' facile distinguere il bene e il male quando da un lato ci sono persone e dall'altro mostri. Diventa più complicato quando entrambi gli schieramenti sono composti da gente che è convinta o spera di fare la cosa giusta.

Il primo scontro a cui ho partecipato è stato sotto la torre di Sir Madsen. Un avversario che, a un certo punto, è diventato alleato.
Per non parlare degli uomini di Acab, di Greg e degli altri, che erano nemici giurati dell'esercito di Uryen e adesso sono la speranza di Angvard.
Chi lo sa se un domani gli uomini di Uthun non diventeranno il baluardo contro il diffondersi del Morbo dei Risvegliati in queste terre: niente come un nemico tremendo e comune può far avvicinare dei nemici.

Sono riflessioni pericolose, me ne rendo conto, inappropriate. Tanto più che se ora sto sveglia, se non riesco ad addormentarmi e nemmeno a rigirarmi nel letto senza sentire dolore, è colpa proprio di uno degli uomini di Uthun. Dovrei mandargli accidenti, e non interrogarmi sulle sue ragioni.
Sarebbe stato meglio se, invece di tirarmi addosso, mi avesse sfidata a una bella gara di tiro al bersaglio, poco ma sicuro.

Ecco, ecco cosa posso immaginare, mentre prego che il sonno venga a portarmi via e ad avvicinare le luci dell'alba: una gara di tiro a segno, dove partecipano tutti. Come quella alla Torre Nove di mesi e mesi fa... stesse regole... chissà chi vincerebbe.

... già, chissà.
scritto da Kailah , 23:18 | permalink | markup wiki | commenti (4)
 
16 aprile 517
Martedì 5 Maggio 2015

Les!



Les!

Una scarica di energia percorre le mie braccia, fino alla punta delle dita, e minuscole luci si disegnano nell'aria, rischiarando la cucina ombrosa della casa di Franziska.

"Bravissima!" commenta lei, "al primo tentativo!"

Mi guardo intorno stupita. Allora è vero: le scintille fluttuanti ne sono la prova. Anni di stranezze, timori e inspiegabili fenomeni si risolvono in un istante, in una sillaba pronunciata ad alta voce.

Les!

Tre lettere apparentemente senza senso, semplicissime, dissolvono le mie incertezze: sono una maga. Ha ragione Franziska, ed ha ragione quella parte di me, più o meno sopita, che l'ha sempre saputo e me l'ha urlato in sogno innumerevoli volte. Sono una maga.

Guardo le scintille, mi concentro e provo a controllarle, a muoverle secondo la mia volontà. Non è semplice... ma riesco a farle vibrare, determino la forza del loro baluginio. Come un'invisibile appendice delle mie mani, come un soffio leggero sulla fiamma della candela.

Si dice che la prima volta sia la più memorabile, ma non sono sicura di ricordare la mia vera prima volta. Questo potere che sento fluire dentro di me c'è sempre stato, e di nascosto ha ricoperto di una patina di impercettibile incanto la realtà che mi circondava.
Questa però è la prima volta che lo faccio consapevolmente. Lo faccio sapendo quello che sto facendo. Più o meno.

"Come ti senti?" mi chiede Franziska quando tutto è svanito.

La guardo, esito, scuoto il capo. Non lo so come mi sento. Penso alla delusione se non fossi riuscita, e forse il mio sentimento prevalente è il sollievo. Poi c'è la curiosità, la voglia di sperimentare, di giocare con il mio incredibile giocattolo nuovo...

Ho tredici anni e sono una maga.

Baby Kailah - Immagine (Blog)

Ripenso a quel pomeriggio. I profumi della cucina, la penombra e la voce incoraggiante di Franziska sono custoditi perennemente nel mio cuore, insieme alle scintille del mio primo sortilegio.
Chissà se la Vipera ha potuto sbirciare anche tra i miei ricordi belli, o se la sua morbosa ricerca nella mia memoria si è concentrata soltanto sui dispiaceri.

Sono nata maga. Ho giocato col fuoco e con le luci, fatto scherzetti ai miei fratelli, mi sono divertita con la magia in modo spensierato e incosciente, nonostante Franziska mi mettesse in guardia dai pericoli insiti in un simile dono.
Con la magia ho scoperto di avere un legame profondo con il mio nonno, morto quando ero talmente piccola che neanche ricordo il suo volto. Sono io, tra i tanti nipoti, l'unica ad avere ereditato il suo segreto, insieme ad un libro incomprensibile dall'aria preziosa. La magia è il filo che mi lega alla generazione passata, una sorta di ineffabile lignaggio.

Ripenso a quel pomeriggio lontano, mentre pronuncio la vecchia e abituale runa davanti a Colin e al suo barattolo di schifezza nerastra.
Ho bisogno di ridere, di tirare un sospiro di sollievo, di fare uno scherzo innocente al mio amico studioso. Ma ecco che un lampo di buio, uno stralcio di orrida visione, torna a infastidirmi. Ecco le mani adunche della Vipera, i suoi artigli deformi, i suoi polsi segnati dalle cuciture.

Maledetta Vipera, senza neanche un briciolo di autoironia.

Non ho intenzione di farmi intimidire da lei e dai suoi giochetti mentali. Ho fretta di ignorarla, di dimenticarla, di tornare a vivere la magia nel modo giusto. Eppure la strega sembra avere intenzioni diverse, cerca di protrarre il suo dominio sui miei sogni, di spaventarmi con visioni orrende.

Quando le cose si fanno complicate bisogna sforzarsi di ragionare in modo semplice. Spogliare i pensieri di ogni colore, odore, suggestione. Chi siamo, cosa facciamo? E soprattutto... perchè lo facciamo.
Sembra impossibile. Era davvero impossibile fino a qualche giorno fa, mentre provavo a tentoni, con la mente annebbiata, di ritrovare un filo logico nei miei pensieri, un barlume di lucidità.

Ma oggi... oggi ci riesco.
Propongo a Colin un secondo esperimento, lontano dal barattolo di schifezza, per vedere se sia quella roba a causarmi le visioni oppure se non esista un collegamento.
Non è quella roba, a quanto pare, ma sono io. Me ne rendo conto con una lucidità di cui sentivo da tempo la mancanza.
La sensazione è spiacevole, ma avverto nel profondo del cuore un moto di orgoglio, di riscatto.
Brutta strega, quanto ti piacerebbe saperlo fare come lo faccio io, eh? E invece il prezioso Potere è sprecato nelle mani di una ignorantella come me, che non lo sa apprezzare, non lo sa dominare, e soprattutto non lo considera nemmeno poi così importante.

Ironia della sorte, eh...

Adesso bisognerà decidere cosa fare, se suicidarci nelle paludi della morte o, più ragionevolmente, raccogliere informazioni e pensarci bene prima di compiere mosse avventate. Confido nel buon senso dei nostri superiori: la strega ci conosce a perfezione, sa quello che possiamo fare, ed è riuscita ad avere ragione di noi in una situazione che sembrava pendere a nostro favore, impartendoci una sconfitta tremenda. Sarebbe da pazzi andarle a casa, ora come ora, anche ammettendo di riuscire a trovare dove si nasconde.

Magnus ci ha detto chiaramente che le abbiamo fatto un bel regalo, lui ed io, a permetterle di frugarci nella mente tutto questo tempo: spero che non andremo pure a fargliene qualche altro, di regalo.

Prudono anche a me tantissimo le mani, non è che voglia fargliela passare liscia. Ma proprio Magnus mi diede un suggerimento importante, che adesso credo di poter interpretare meglio di prima: "giudizio!", mi disse. Lì per lì lo trovai un po' irritante, ora mi sembra sacrosanto. E' il momento di essere giudiziosi, non c'è dubbio, e di non lasciarci guidare dai sentimenti, nè attirare dalle provocazioni di quella strega.
Lei non vede l'ora di sentirci bussare alla sua porta, colmi di doni. Ma è stata una cattiva bambina, non merita che gli spiriti del Giorno Senza Nome le nascondano sotto il cuscino dolci e biscotti. Merita che gli spettri di Ariman, o come diavolo si chiamano quei diavoli, le strappino il cuore, le cavino gli occhi e la diano in pasto ai cani. Ma poveri pure i cani.
scritto da Kailah , 23:00 | permalink | markup wiki | commenti (5)
 
3 aprile 517
Giovedì 9 Aprile 2015

Vento gelido



Percorro ancora le buie scale del Cairn.

Per ogni gradino che scendo, un briciolo della mia spavalderia si dissolve.
Il coraggio brilla alla luce del giorno, ma le fantasie e le provocazioni, la voglia di scherzare e di sdrammatizzare impallidiscono man mano che procediamo nel ventre marcio della collina. Si fanno rarefatti, distanti.
Qui sotto ci siamo soltanto noi, piccole, fragili creature viventi, schiacciate dal peso della terra. Percorriamo le vie dei morti, respiriamo i loro ultimi rantoli. Scendiamo nella tana di un orrore che faticosamente abbiamo sconfitto, e che ancora palpita di minacce insondabili.

Il vento fresco cede il passo alla stagnazione e al silenzio.
Qualcosa è accaduto qui sotto, mentre eravamo in superficie a leccarci le ferite e a inalare a pieni polmoni l'ossigeno del bosco. L'Interfector è scomparso, trascinato via da qualcosa, forse da quegli insetti.
Tutto tace, anche il secondo Interfector non è più dove l'avevamo lasciato.

Scrivere qualcosa di provocatorio, di offensivo sulle pareti, istigare la furia dell'entità malvagia che stiamo combattendo, adesso mi sembra un'idea davvero molto stupida. E' come di notte, quando l'angoscia assume una corposità diversa, ogni ansia si ingigantisce e schiaccia il petto. I pensieri lucidi e spavaldi del mattino sono soltanto un ricordo lontano.

Eppure adesso è mattino.
Da qualche parte, sopra di noi, è mattino.
Qui no, qui è sempre notte. La notte buia delle profondità di una tomba ansiosa di fagocitarci.

Arriviamo all'ultima rampa di scale. La luce della torcia illumina i gradini sporchi e una strana sostanza brunastra, traslucida, che chiude come una tenda la soglia della stanza a cui siamo diretti.

Baaz si fa avanti con la sua ascia ed impartisce qualche colpo per aprire un varco. Gli insetti brulicano, ma Mary e Kurt li spingono via con le loro grosse ramazze di rami di pino.
Vedendo i loro gesti sicuri e decisi sento tornare in me un po' di coraggio. Ciascuno di noi è qui per uno scopo, ciascuno ha un incarico. E' tutto deciso, strutturato, basta che facciamo il nostro dovere e andrà tutto bene.

La spaccatura è sufficiente per guardare all'interno la stanza, scorgere il cumulo spropositato di liquame nerastro, sovrastato dall'anfora rotta coi due occhi dipinti.

Engelhaft invita tutti a pregare, mentre si accinge ad entrare nella stanza per benedirla, per liberarla dagli influssi maligni. E accidenti, se prego: prego con tutto il cuore, con il fervore che solo una gran paura riesce a suscitare.
Prego Pyros, che ci conceda il suo fuoco purificatore, e prego Kayah, Dea della Magia, che guidi il nostro Potere, che lo alimenti e lo benedica.

Colin freme, alle mie spalle, è scontento perchè vorrebbe avere il tempo per studiare quel che c'è in questa stanza, mentre la decisione di Magnus e Baaz è di distruggere tutto il prima possibile. "Siamo venuti per distruggere, non per capire", dice Magnus con aria severa.

Engelhaft entra nella stanza, sfidando lo sguardo cieco della giara. Leva al cielo lontano un canto benedicente, quando improvisamente un sussurro sconosciuto si unisce alla sua preghiera, sinistro e gelido. Parole distorte corrompono il suo canto, come fu corrotta la Melodia della Creazione. La nota distorta dura pochi istanti, poi il Sacerdote ci dà il via libera. "Scatenate la furia di Pyros su questo abominio".

Mi concentro, sento Magnus accanto a me che inizia a pronunciare le Rune. Lo seguo immediatamente, evocando il Potere Igneo, con tutta la poca forza che mi rimane.

"Magnus... noooo...." Colin esclama alle nostre spalle. Ma è troppo tardi.

Troppo tardi.

Dalla stanza ci investe una violentissima folata di vento gelido... una forza vorace si aggrappa alle mie energie, alla mia mente e al mio corpo, e strappa, strappa via... fortissimo, ogni barlume di lucidità...

... freddo, non devo....

cadere....

le fiamme avvampano e si spengono, le ombre.... tutto intorno....

... danzano...

devo restare...

...

... luci...

da
.

Incubo ricorrente




scritto da Kailah , 13:17 | permalink | markup wiki | commenti (2)