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La cerca di Bohemond
Bohemond D'Arlac
"Tu fai parte dei Primi, Bohemond, non dimenticarlo mai."
creato il: 24/01/2012   messaggi totali: 27   commenti totali: 25
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28 Marzo 516
Sabato 23 Giugno 2012

Di ritorno da Cantor

Uryen, Rocca di Tramontana. Sono vivo per un soffio. La ferita nel petto sta iniziando solo ora a rimarginarsi, e ad ogni respiro brucia come piombo fuso. Ho fatto quel che potevo, e come me Padre Engelhaft, Kailah, Sven... agli Dei deve essere bastato, e stavolta ci hanno concesso di tornare a casa più o meno interi. Non ho intenzione di metterli alla prova una seconda volta.

Il Sergente Rock ha dovuto prendere atto dei magri risultati della nostra sfortunata spedizione, e posso comprendere la sua delusione. Non abbiamo fatto a tempo ad arrivare a Cantor che la situazione ci era già sfuggita di mano: la morte di Gideon, l'agguato di Jones ai nostri cavalli lasciati incustoditi... mi sono lasciato prendere dall'esasperazione, e invece di procedere con la cautela che si richiede a chi sta affrontando un nemico sfuggente e astuto, ho fatto in modo che finissimo come topi in trappola. E' buffo a dirsi, ma l'apparizione degli spiriti inquieti e imperscrutabili dell'antico cimitero ha finito per salvarci la pelle... e l'affondo di lancia di quel guerriero tornato dalla morte in ultimo è stato un prezzo assai basso da pagare. Chiudo gli occhi, esausto.

La Bestia dei Mirtilli, i morti che camminano, la creatura sacrilega che infesta le rovine di Cantor. Tra il sonno e la veglia i ricordi dei molti orrori di cui ho appreso da quando ho messo piede nel Corno del Tramonto si confondono in un'unica visione delirante. L'orrido talismano è ancora lì, appeso a ciò che resta del collo un tempo possente del suo conquistatore. La croce su cui marcisce la carcassa smagrita si leva tra centinaia di altre simili, e sotto di esse si affollano come scarafaggi i mendicanti del Campo di Sventura; resi folli dalla fame e dal freddo, si contendono coi corvi la carne putrida che cade dalle forche. Sangue nero e denso imbratta i loro volti, e cola lungo gli stracci fino al suolo, che se ne imbeve gorgogliando avidamente. Più in là, sulla costa, i soldati della guarnigione bisbocciano con il cibo destinato agli sfollati. Cantano e danzano assieme alle puttane, si prendono per mano in uno sguaiato girotondo attorno ad un mucchio di casse, alto come una torre, che a sua volta sembra ondeggiare al suono dei cimbali. Milo, il grembiule lercio come quello di un macellaio, è indaffarato ad ispezionare il bottino. Ad un tratto si china a raccogliere qualcosa, e poi la solleva in alto, affinchè tutti possano vedere. Sono le teste mozzate di Martin Ganner e Todd Yagon, tenute assieme da un groviglio di alghe. Se ne resta a rimilarle un momento, corrucciato, poi sorride ed a pieni polmoni annuncia: "Carname, ragazzi! E' CARNAME!". Ork e Hador gli fanno eco, in visibilio, e presto tutti iniziano a intonare l'oscena parola, ritmicamente, mentre le casse si gonfiano, e pulsano, e sembrano fatte di membra di uomini e bestie inchiodate le une alle altre. Lo stesso coro si diffonde nella selva di croci, ma la voce dei mendicanti, rauca e inumana, non si distingue dal gracchiare dei corvi. Il talismano comincia a dondolare pigramente, cullato dalla tetra cantilena. Un po' alla volta si sgancia dal laccio di cuoio, le elitre nere e lucide che si schiudono ronzando, mentre il barbaro inchiodato alla croce viene scosso da un tremito. Le orbite vuote mi fissano, la bocca senza più labbra si apre in un ghigno sdentato. "Stavolta è successo un casino, UN VERO CASINO, QUI NON NE USCIAMO, BOHEMOND!" mi urla in faccia facendo il verso al Caporale Jones. Poi dal terreno imbrattato si solleva una coltre di nebbia oscura e fetida che ci sommerge tutti, e sale, e sale, fino ad ingoiare il cielo.

Filtra un po' di luce dalle imposte semichiuse. Un'altra notte di incubi è finita... mormoro una preghiera di ringraziamento agli Dei, e sprofondo in un sonno placido, nero e denso come il mare.
scritto da Bohemond , 18:00 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
Marzo 516
Lunedì 26 Marzo 2012

La Bestia dei Mirtilli

La chiamano Bestia dei Mirtilli, ma tanto il racconto di Cynthia, quanto la spaventosa ferita che le marchia la schiena, quanto le altre testimonianze raccolte da quando siamo giunti nell'Anterlig mi fanno pensare a qualcosa di assai più sinistro delle creature selvagge su cui Harkel e Ilmatar hanno potestà. La preoccupazione che scorgo sul viso severo di Padre Engelhaft non fa che alimentare i miei sospetti.

Ad Ammerung mi è stato insegnato che quasi tutti i mostri di cui sovente si favoleggia sono in realtà semplici spauracchi, minacce al tempo stesso terribili ed evanescenti che le madri evocano per costringere all'obbedienza i bambini capricciosi... chi vuole scovare la Tenebra farebbe bene a cercarla nel cuore degli uomini, piuttosto che sul grugno di chissà quale abominio di natura.

Certi mostri, però, esistono davvero. Le loro orrende sembianze, la loro forza sovrumana, il loro insaziabile appetito non sono che lo specchio del Male che li ha generati, ed in esso queste creature immonde trovano sostentamento. Costoro esistono per coltivare quel Male, e per diffonderlo, di modo che esso tutto inquini, tutto corrompa, tutto consumi. La prima storia che Cynthia ha raccontato, di come la Guerra delle Lande abbia provocato molti lutti agli abitanti originari del Bosco dei Mirtilli, e di come questi siano divenuti via via più ritrosi e ostili, mi è tornata in mente mentre ascoltavo la sua descrizione dell'orrore che l'ha aggredita. Mi domando quanta paura essi debbano aver provato, quanta rabbia. La storia ci tramanda i loro antenati come selvaggi che non hanno conosciuto la Vera Fede, che per orgoglio e ottusità preferirono le sciagure della guerra e di un lento declino, pur di non sottomettersi a Greyhaven ed agli Dei. C'è molto di vero in questo, ma è anche vero che persino queste genti conoscevano e onoravano Dytros, o per lo meno così mi è stato detto. Penso ad un popolo un tempo fiero che si riduce a vivere in grotte, al pari delle bestie, pur di sfuggire a secoli di guerra. Fino al giorno in cui, ormai decimato e prossimo a sparire, esso scopre che la guerra infuria ancora, e che la sua sete di sangue non si è mai placata.

C'è forse da stupirsi che da tanta paura, da tanta rabbia, da tanta sofferenza, sia ora nato un mostro? Certamente i guerrieri del Khanast non comprendevano la Luce se non in modo assai parziale e primitivo, e talvolta si abbandonavano alla venerazione del Male . Ma in che modo li abbiamo redenti? Con la superbia, l'ingiustizia e la violenza dei tanti Ohnelanders che per decenni si sono contesi questa terra disgraziata, facendo strage di chiunque si opponesse alle loro ambizioni? Con l'avidità dei tanti Brad che marciano sotto il vessillo di Uryen non per riportare legge ed ordine, ma piuttosto per appesantire la propria borsa? Di cosa sono specchio le fattezze ripugnanti della mostruosità che infesta il Bosco dei Mirtilli? Dei peccati di quella gente, o dei nostri?

Quali che siano le risposte, questo mostro va fermato. Il Male non si accontenta mai di restarsene acquattato in un anfratto, non è questo l'oscuro proposito per cui esso viene al mondo. Presto o tardi , come una ferita trascurata, suppurerà e si diffonderà, e troppi innocenti si troveranno a dover pagare il prezzo della nostra negligenza. Mi rendo conto di non poter insistere più di quanto abbia già fatto, e anzi temo che Padre Engelhaft si sia già insospettito sulla reale natura dei miei affari qui...ma se è vero che il mio compito è di tracciare un solco, mi chiedo come potrò mai riuscirci lasciando che la terra si guasti e imputridisca.
scritto da Bohemond D , 19:56 | permalink | markup wiki | commenti (0)