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- Diana Evans, Paladina di Kayah -
 
La cerca di Bohemond
Bohemond D'Arlac
"Tu fai parte dei Primi, Bohemond, non dimenticarlo mai."
creato il: 24/01/2012   messaggi totali: 27   commenti totali: 25
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23 Agosto 516
Giovedì 10 Ottobre 2013

La Prima delle Estati

"Quando il primo uomo giunse nel mondo vi trovò una desolazione senza fine, sprofondata nella tenebra più fitta. La terra era sterile, stritolata dall'implacabile morsa del ghiaccio, e i miseri arbusti che spuntavano da quella coltre potevano dare ben poco frutto, e attorno ad essi si rintanavano bestie fameliche. Egli allora fuggì verso il mare, ma oltre la riva lo attendeva una gelida lastra, più nera della Notte del Fato, e sotto questa ristagnavano acque torbide, popolate di orrori senza nome. Sgomento, sollevò gli occhi al cielo come ad implorare una qualche misericordia, ma sopra di lui non vi era che un deserto di piombo, vasto e muto. Così come la terra infeconda e i suoi sterpi e le sue fiere, così come il mare infido e le legioni di mostri nei suoi abissi, così come il cielo maligno e il suo cupo silenzio, il primo uomo apparteneva al Signore della Vita e della Morte, Shub-Niggurath, e gli appartenne la sua discendenza, per innumerevoli generazioni."

Sono passati sei anni da quella mattina d'estate, eppure mi ricordo bene come la voce di Rostand, dapprima possente, si era fatta man mano più fioca, quasi che avesse timore a proseguire nel racconto delle sventurate origini dell'uomo. Sussurrò appena l'empio nome del Signore dei Corvi, e quando ebbe concluso sprofondò in un silenzio accigliato.

Ricordo che sbuffai, pensando all'infinità di sermoni sinistri e barbosi che mi ancora mi aspettavano al Sanatorio, e maledissi tra me e me Ser Dolor per avermi inflitto questo inutile ultimo supplizio. Mio padre se ne sarebbe fatto una ragione, i miei giorni alla Fortezza erano contati in ogni caso.

Poi il prete riprese a parlare, e questa volta con tanta veemenza da farmi sobbalzare.

"Infine giunse l'Alba, e in essa Pyros avvampò, ed Egli diede battaglia all'Oscuro, e lo scaraventò lontano, nelle più profonde viscere del mondo là dove tutto è freddo e morto. Per grazia Sua la terra divenne ferace e le bestie mansuete, i mari limpidi e pescosi. Il cielo sfolgorò della gloria del Signore del Fuoco, ed ovunque risuonò il canto degli uccelli. Tutto ora apparteneva all'unico vero Signore della Vita, e similmente gli appartenne l'uomo, che pure era nato nella Tenebra."

Solo questo mi disse, prima di congedarmi.

E' buffo ripensare alla Prima delle Estati in un momento come questo. Larissa sembra fissarmi, il volto pietrificato in una smorfia di terrore. Aveva questo sguardo il primo uomo, quando vide la nera voragine del cielo incombere su di sé?

Ripulisco il sangue dalla lama con un lembo della sua veste nera. "Come l'Oscuro, pur sepolto nel più remoto degli antri, continua a cospirare a danno di ogni vivente, così la malvagità dei primi uomini continua a covare silenziosa nel cuore di ciascuno di noi, come una brace mai del tutto spenta e che brama di divampare ancora. Non c'è speranza, nè misericordia, per chi ha scelto di lasciarsi consumare da quelle fiamme impure." Così mesi più tardi avrebbe risposto Rostand alle mie suppliche, rifiutando ancora ed ancora di soccorrere il mio compagno moribondo.
Non c'è speranza, nè misericordia. Provo a ripeterlo a me stesso, eppure non riesco a smettere di guardare quel corpo riverso. Cosa ti ha spinto a voltare le spalle alla tua gente, come è riuscita a sedurti la follia sanguinaria di questi...rifiuti?

Engelhaft avrebbe lottato per condurla ad un sincero pentimento. Avrebbe insistito, e predicato, e invitato alla preghiera, ed infine raccomandato la sua anima alla clemenza degli Dei. Io non le ho concesso neppure di farfugliare un "pietà di me". Si illude che ci sia rimasto ancora qualcosa da salvare in questa terra maledetta che rivomita i suoi morti affinché divorino i vivi. Con quale disperazione ripeteva le invocazioni al cimitero di Gshaid, e con che aria afflitta in ultimo ha desistito, rifiutandosi di accettare l'ineluttabilità di quella profanazione e arrivando quasi a dubitare del favore degli Dei!
Non capisce che gli Dei ci arridono, che Ilmatar ha guidato la freccia con cui Vodan ha abbattuto Pale Schatten, che Dytros ha sorretto il suo braccio ed il mio nel fare giustizia di Osten Vandervoort. Noi siamo i primi, e la nostra opera si deve compiere con l'acciaio, non con l'incenso. Altri verranno dopo di noi, a dispensare speranza e misericordia.

E allora perché non posso distorgliere lo sguardo dai resti straziati di Larissa? Perché sento la stessa pena di allora, e rivedo Roland Montaine sulla barella, pallido come uno spettro, e spero con tutto me stesso che il volto severo di Padre Rostand si sciolga alle mie implorazioni?
scritto da Bohemond D'Arlac , 00:26 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
2 Agosto 516
Giovedì 18 Aprile 2013

La piccola guerra

Si combatte una piccola guerra qui alle torri occidentali. Un pugno di soldati, di certo non scelti per la loro astuzia, si contrappone a bande di nordri più nutrite sì, ma ugualmente inconcludenti, che preferiscono scannarsi vicendevolmente piuttosto che dar loro battaglia. Immagino che siano gli ultimi sbandati di un'armata un tempo possente, infiacchiti dalla fame e impigriti dall'ozio, poiché finora non abbiamo avuto alcuna difficoltà a farne strage malgrado l'insipienza di chi ci comanda. Non c'è gran gloria nel spedire all'altro mondo questi disgraziati, che le han buscate persino dai villici di Trent...

Ho preso parte alla più assurda e peggio pianificata missione di salvataggio che probabilmente si è vista sul continente negli ultimi tre secoli. Fino a ieri non dovevamo assolutamente correre rischi inutili, visto che dopo il capolavoro della Torre Due restano una dozzina scarsa di soldati di Uryen, noi compresi, in questa landa... ma oggi no, oggi si va in cinque contro cinquanta, in pieno territorio nemico. Unico vantaggio un prigioniero da scambiare... se non fosse che ci siamo lasciati attirare in mezzo ai nordri, mettendoci bovinamente alla loro mercè e di fatto diventando noi gli ostaggi. Risultato? Successo pieno, oltre ogni più rosea aspettativa, complici un vecchio capo scorreria decisamente stanco di vivere ed il suo successore, rivelatosi di un'arrendevolezza sconcertante. Gunnvor il Servizievole... sospetto che si sarebbe fatto montare come una cagna, se Wotan glielo avesse chiesto. Meglio così, una giovane innocente potrà riabbracciare i suoi cari e di questo non posso che rendere grazie agli Dei.

Ma proprio non riesco a capirla, questa piccola guerra che nessuno pare di voler vincere davvero: non capisco i cacciatori di taglie dilettanti, le miniere disertate che faranno sì e no una cariolata di carbone a settimana, le torri mal presidiate che una manciata di nordri può espugnare senza perdite. Non capisco il Caporale Klaus, che considera i nordri alla stregua di animali ma al tempo stesso è incrollabilmente certo della loro ospitalità e ancor meno capisco i nordri stessi, che questa ospitalità ci accordano, e che ci restituiscono Altea ricoperta di gioielli e in groppa ad un bel cavallo.

Non capisco, ma in fondo non posso che adeguarmi.
scritto da Bohemond , 19:16 | permalink | markup wiki | commenti (0)