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Luke Cope
 
creato il: 03/08/2007   messaggi totali: 81   commenti totali: 80
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12 novembre 517
Giovedì 28 Agosto 2008

La donna senza cuore

Ricordo tutto, Andrè. Ricordo le scale, la penombra, le storie che raccontavi per spaventarmi. Anche questa volta hai provato a farmi paura, per tenermi imprigionata nei tuoi sogni. Ma non sono più la bambina che portava le trecce e ti seguiva ovunque tu volessi, non condivido più i tuoi sogni: ancora non l'hai capito? Ho fatto le mie scelte, e tu le tue... quando sarai pronto ad accettarlo?
"Diventeremo grandi, importanti, al nostro nome si inchinerà tutta Laon..." ricordi? I sogni di gloria, le promesse all'ombra della nostra vecchia torre scalcinata, le mani intrecciate... "Navon... Navon..." Ricordi? O custodisci soltanto i ricordi funzionali al tuo nuovo gioco? Ricordi ancora qualcosa?

No, non è piccolo il prezzo da pagare per quella gloria che ci eravamo promessi. Nè è stato semplice superare la ripugnanza di condividere il talamo con il vecchio barone, come sposa di suo figlio ormai infermo. Ma all'iniziale disgusto si è sostituita una strana simpatia, un misto di compassione e tenerezza per il giovanile entusiasmo che un uomo, che fino a poco tempo fa mi incuteva tanto timore, ha adesso iniziato a infondere in ogni suo tentativo di ingravidarmi, per garantire così una discendenza alla sua stirpe sfortunata.
Ma no, non è proprio simpatia.. con te posso essere sincera. E' orgoglio. L'orgoglio di vedere il Barone che si inchina davanti a me, trepidante come un adolescente, imbarazzato, umiliato nel suo bisogno di me, pronto ad assecondare ogni mio desiderio.
Sono passate soltanto poche settimane, eppure sembra passato un secolo da quando mi sono presentata in udienza da lui con la mia offerta. Ostentavo sicurezza, ma dentro di me tremavo. E invece è andato tutto come volevo, e adesso non resta che aspettare che le visite notturne del mio Signore diano i loro frutti. Prego che avvenga il prima possibile.
Non è certamente il modo più ortodosso, nè il più piacevole o elegante di diventare Baronessa. Ma è la strada che il destino mi ha messo davanti, e sono felice di aver trovato il coraggio di percorrerla.

Quanto al mio ufficiale marito, il povero Rostand è in condizioni orrende. Immobilizzato quasi del tutto, stenta persino a parlare, e ogni volta che prova a farlo sbava in modo disgustoso. Si vede dai suoi occhi che è ancora lucido, e non condivide quello che ha faticosamente definito "sacrilegio". Tuttavia sa di non potersi opporre, e conduciamo vite separate. Le rare volte che incrocio il suo sguardo mi vengono i brividi.
L'unica persona divertente, con cui trascorro gran parte delle mie giornate, è la dama di compagnia della Baronessina.
Lady Emanuelle è stata diseredata ed è, a quanto si mormora, destinata a terminare i suoi giorni in un convento. La sua dama di compagnia è rimasta qui ed è adesso al mio servizio: si chiama Imielle, è una ragazza allegra e sa sempre tutto di tutti. Se non fosse per lei, le giornate durerebbero molto di più. Ti piacerebbe... o forse no, non più... non adesso che hai battuto così forte la testa. E forse non è stata nemmeno quella la botta più forte.

Sono "la donna senza cuore", così mi dicevi... ma come vedi non mi sono dimenticata di te. Appena ho saputo del tuo incidente sono corsa qui a Navon, per sincerarmi che tu non fossi in pericolo di vita. Non lo sei, vero?
La ragazza che ti assiste, Ludmilla, dice che puoi sentirmi. Che capisci quello che ti dico, che sei semplicemente addormentato un po' più profondamente del normale, ma che ti sveglierai presto. Mi chiedo come faccia a saperlo. Dice che riesci a sorridere, che sorridi sempre quando lei ti racconta del villaggio di Luceen, di come procedono bene i lavori. Perchè a me non sorridi, allora? Sul serio quelle catapecchie e quei villici sono più importanti di me?

Sai, ho parlato al Barone di Luceen, come ti avevo promesso. Appena ti rimetterai, sarai ricevuto a Laon e investito della signoria di quel villaggio, che non sarà più necessario tenere nascosto. Il tuo stupido sogno si avvera... grazie a me.
...
Ah, adesso... *adesso* sorridi...
...
Io butterei tutto giù. Darei fuoco a quelle quattro case, scaccerei quei villici come cani randagi... è così Andrè, e tanto più li maledico adesso che ti vedo così pallido in questo letto. Per colpa loro, di quel tetto, di quei travi, di quegli stupidi contadini che non potevano ripararselo da solo. E maledico il fatto che sei un imbecille, un bambino mai cresciuto, un entusiasta... Perchè non usi mai il cervello? Perchè non ti rendi mai conto quando è il caso di smetterla? Perchè?
Anche quando fai il sant'uomo sei e resti un egoista.

E se tu non ti svegliassi più? Quanto assurda sarebbe la mia solitudine?

... non.... non ...

Quello che sto facendo è anche per te, per noi, per la nostra famiglia. Non devi morire adesso, perchè se resisti un altro po' riuscirai a diventare Lord, anche se non te lo meriti. Andrè, perchè adesso mi sembra che non te ne importi niente?
Eppure la meravigliosa luce del potere ha sempre attratto anche te. L'ambizione che ci accumunava... l'orgoglio... dov'è finito il fratello che mi parlava dei nobili, delle guerre e dei tornei? Delle armature splendenti, degli stendardi al vento... dov'è andato quel fratello? Che fine ha fatto?

...

Dopo due giorni socchiudi finalmente gli occhi... con lentezza torni alla vita. Cerco il tuo sguardo.
Mi riconosci, è un barlume, ma non è me che cerchi, non è me che vuoi vicina in questo momento. Sento i tuoi occhi mi oltrepassano, non ti basto. Capisco.
Raggiungo la porta, chiamo Ludmilla, le dico "si è svegliato".
Non faccio in tempo a finire la frase che lei quasi mi spinge per entrare, esultante. Si china accanto al tuo letto, ti prende la mano. Tu ricambi la stretta.
E improvvisamente so tutto.
Non ha senso, non lei, non una persona così insignificante. Eppure è come se il futuro mi passasse davanti, come se tu mi dicessi mille cose, con quello sguardo che mi evita, che cerca gli occhi innocenti - e sciocchi, e infantili - di quella popolana.
E' ora che io vada.
Sei vivo, ti rimetterai. E la prossima volta che ci vedremo sarà a Laon, nel mio palazzo. Quando tu, chissà, forse già sposato a questa insignificante Ludmilla, chiederai udienza al padre del mio sposo, per ottenere il privilegio di essere Dominus di Luceen. Sarò io a permetterti di coronare il tuo stupido sogno. Io che già porterò in grembo il futuro barone di Laon.
Addio, fratello mio. Non abbiamo altro da dirci.

Carmen Navon - Immagine 3 (blog)
scritto da Lady Carmen Navon Beart , 23:56 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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