Elmer's pupil ha scritto:Non mi è chiaro se la condanna viene emessa dal tribunale dell'Inquisizione come sembra arguirsi dalla prima citazione (e come mi parrebbe più logico) o se essa viene comminata invece dall'autorità civile, come fa pensare il termine "giustizia civile".
Temo tu abbia chiesto una chiarificazione di meccaniche estremamente complesse: LONG AND BORING MESSAGGE INCOMING!
Purtroppo non credo sia sufficiente rinominare "giustizia civile" in "autorità civile" per risolvere il nostro problema: esistono infatti moltissimi ambiti in cui le due cose (giustizia della chiesa e giustizia civile, ovvero inquisizione e magistratura) sono di fatto chiamate a intervenire in modo complementare. Un caso su tutti, l'eretico che commette un omicidio: ègli può essere assolto dall'eresia e condannato per omicidio, o viceversa, o condannato per le due cose, o assolto da entrambe. Temo quindi che sia necessario approfondire notevolmente il discorso, il che comunque è un'ottima cosa.
Provo a lanciarmi in una proposta operativa per approfondire le dinamiche interne, spiegando come piacerebbe inquadrarla a me dal punto di vista tecnico/burocratico in linea con quanto letto negli ultimi giorni sul diritto medievale e sui rapporti tra i tre principali modelli di inquisizione storici (medievale, spagnola e santo uffizio, con particolare riguardo alla prima e alla terza). Ovviamente non è un cambiamento rispetto a quanto abbiamo scritto in questi giorni, ma anzi un approfondimento pienamente compatibile (e dico proprio al 100%) con quanto già prodotto: è solo un modo diverso per spiegare cosa accade "dietro le quinte":
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La prima cosa da fare è definire le due tipologie di crimine che si contendono la paternità dei crimini previsti dalla legge medievale (e dalle leggi di myst): riferendoci al nostro medioevo, le chiameremo REATI e PECCATI. Badate bene, si tratta una distinzione che di fatto
non esiste nell'ambientazione, poiché la legge del Granducato (cosi' come quella medievale) non fa distinzione tra le due cose, sono entrambe "crimini"; è una differenziazione concettuale che serve soprattutto a noi per comprendere e scorporare al meglio i due ambiti del tribunale civile e del tribunale dell'inquisizione, evitando scomodissimi conflitti di competenze altrimenti inevitabili visto che si contendono il potere giudiziario.
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Cosa si intende per REATO? furti, omicidi, etc., che vengono giudicati direttamente dall'autorità civile facendo ricorso alla guardia civica (quando la faccenda è ovvia) o chiamando magistrati/giudici itineranti (quando vi sono dubbi a procedere, sono coinvolte personalità di un certo prestigio, etc.).
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Cosa si intende per PECCATO? azioni contro la "morale" professata dalla chiesa della luce (che chiamiamo
atti contro la fede e la morale e
pratiche oscure); anche questi ultimi, se ovvi e conclamati, vengono di fatto giudicati dall'autorità civile: non serve l'inquisizione per stabilire che un mago o un satanista colto in flagrante debba subire una condanna per pratiche oscure, e anche se quest'ultima potrebbe senza dubbio fornire un punto di vista più preciso mi piace immaginare che nella maggior parte dei casi non venga chiamata per cose "tanto scontate". Similmente a quanto accade per i REATI con i magistrati, il tribunale dell'inquisizione dovrebbe essere chiamato anche e soprattutto nei casi in cui vi siano dubbi a procedere e/o siano coinvolte personalità di un certo prestigio, o in altri casi a scelta del Master/guardia civica/nobile di competenza/altre personalità autorizzate a richiedere il suo intervento (oltre ovviamente alle indagini nate per iniziativa del tribunale stesso).
In sintesi, se la faccenda è molto semplice (mago in locanda che impazza con le lame di luce, omicidio con testimoni oculari, resistenza all'arresto, etc.) la guardia civica procede quasi autonomamente, al massimo chiedendo l'aiuto di qualche sacerdote locale o di un giudice, figure perfettamente in grado di gestire il problema dato da un "mago o satanista conclamato": se la faccenda è complessa vengono chiamati i magistrati per giudicare i REATI e/o gli inquisitori per giudicare i PECCATI: va da sé che in molti casi verranno chiamati entrambi, il che ritengo estremamente giusto e irrinunciabile perché la nostra indubbia "passione" per l'Inquisizione non deve farci dimenticare che esiste una giustizia civile che non può essere scavalcata "in toto" solo perché il pluriomicida è ANCHE un mago/satanista/eretico. Anzi, sarà spesso proprio la giustizia civile a ricorrere all'inquisizione per stabilire l'entità esatta di un PECCATO o per svolgere indagini ad esso relative.
Alla fine di tale processo, tutti i crimini (che noi sappiamo essere la somma di REATI+PECCATI) saranno stati passati a giudizio, e l'imputato verrà condannato da uno, da entrambi o da nessuno dei due tribunali (civile e dell'inquisizione): l'esecuzione è in ogni caso demandata all'autorità civile. Ovviamente, in caso di condanna dell'inqusizione quest'ultima ha la facoltà di far entrare in gioco i suoi poteri speciali, prendendo di fatto la predominanza sull'autorità civile locale, prendendo in consegna l'imputato (con il suo codazzo di condanne) in un altro luogo e spostando di fatto l'amministrazione delle pene presso una diversa istanza di autorità civile. E' proprio per questo che la condanna dell'Inquisizione è di fatto assolutamente da evitare: poco importa se Lord Albert viene condannato per omicidio, poiché di fatto nessuno potrà estradarlo e resterà al sicuro nella Baronia di Anthien... Ma basterebbe una condanna da parte dell'Inquisizione per metterlo a rischio di estradizione, con tutti i crimini di cui è accusato! La cosa è perfettamente compatibile con la nostra campagna, dove le "porcherie" di Albert e dei suoi sgherri vengono di fatto condotte fin quasi allo scoperto visto che di fatto la giustizia civile è nelle sue mani, ma lo stesso non può dirsi delle sue pratiche oscure, mettendo alla luce le quali rischia grosso per via del possibile arrivo degli Inquisitori.
Continuo con la mia proposta, lasciando da parte i magistrati e il tribunale civile (che non ci interessano) e concentrandomi sul tribunale dell'Inquisizione:
Come detto sopra, in tutti i casi in cui l'autorità civile non riesca a stabilire l'entità esatta di un PECCATO è ragionevole supporre che si rivolga all'Inquisizione (o che proceda pensando "al peggio", applicando una sommaria pena capitale). Il tribunale dell'Inquisizione ha quindi il compito di evidenziare e indicare l'entità di tali peccati, di fatto quindi assumendo il potere giudiziario. Cosa succede a quel punto, in conseguenza dell'operato dell'inquisizione?
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L'imputato si pente: il PECCATO scompare o (nei casi più gravi) viene gestito dalla chiesa tramite la reclusione in monastero o simile: ovviamente, eventuali REATI vengono giudicati dalla giustizia civile che potrebbe invece prodursi in una condanna: l'eretico/satanista pluriomicida avrà salva l'anima ma verrà comunque condannato a morte dallo stato, mentre l'eretico/satanista "semplice" verrà messo in un convento o persino "assolto", non ricevendo condanne da alcuno dei due tribunali.
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L'imputato viene assolto: situazione molto simile alla precedente, con l'unica differenza che il PECCATO scompare in ogni caso (non c'è mai stato) e non c'è quindi ovviamente possibilità di reclusione in monastero o altra penitenza "spirituale".
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L'imputato non si pente, nega o finge un pentimento strumentale: Il tribunale dell'Inquisizione formula una condanna, direttamente eseguibile dall'autorità civile, ovviamente da aggiungersi ad eventuale altra condanna pronunciata dal tribunale civile: un eretico/satanista pluriomicida verrà dunque contannato per pluriomicidio E per pratiche oscure (e verrà messo a morte), mentre un satanista/eretico "semplice" verrà condannato per pratiche oscure (e verrà *comunque* messo a morte o in prigione, o esilio, a seconda della pena stabilita dal tribunale dell'Inquisizione, per mano dell'autorità civile).
Suggerisco questa impostazione perché distingue molto bene gli ambiti di competenza e risolve pressoché tutti i conflitti di potere possibili e immaginabili, fornendo un quadro d'intervento preciso a ciascun Master. Consente inoltre di masterizzare grandi collaborazioni (o grandi lamerate) tra magistrati/guardia civica e inquisitori, senza rendere i secondi troppo piu' fighi dei primi o viceversa pur dando sempre la possibilità al Master di far spiccare gli uni sugli altri in determinati casi (ad esempio magari a Laon non verrà convocato nessun magistrato, visto che i colpevoli dei REATI sono molto evidenti, lasciando tutto il "campo d'azione" all'inquisizione necessaria per stabilire l'entità e la responsabilità dei vari PECCATI).
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Che ve ne pare?
P.S.: Ci tengo a dire che non c'è nulla di "non medioevale", non c'è nulla di rinascimentale, non c'è nulla di moderno. Il "moderno" è dato dall'inquisitore sgravato, obiettivo, giustissimo e super-illuminato che giudica in modo "moderno" delitti e pene ascoltando tutti i testimoni, valutando tutte le prove e pronunciandosi secondo coscienza e col timore di Dio. Il "medievale" è dato dall'inquisitore arcigno e spietato che come vede un mago lo brucia in rogo di piazza fregandosene di prove, indizi, testimonianze e attenuanti raccolte o asservendole ai suoi scopi: tutte cose che la burocrazia sopra descritta consente al 100%, non parlando dettagliatamente di rapporti tra delitti e pene, equità del processo, diritti dell'imputato, presupposto d'innocenza e tutte le cose che *realmente* renderebbero la cosa moderna.
Se vogliamo fare l'ambientazione moderna riempiamola quindi dei primi, mentre se vogliamo fare l'ambientazione basso medievale riempiamola dei secondi (personalmente ho in mente di fare un onesto e bilanciato mix delle due cose): l'unica cosa che non possiamo proprio fare è presupporre l' "inquisitore buono e giusto" a cui sia consentito di bruciare impunemente maghi alla Guelfo e paladini "disubbidienti" alla Quart senza beccarsi un bel pò di PiGMEU e scaricando le sue colpe su una regolamentazione che avalli e santifichi tortura e morte al primo sospetto, perché questa cosa sarebbe possibile solo con una chiesa corrotta fino al midollo (e relativi PG di fatto costretti a sputare sulla croce).