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Voci di Tramontana
Le cronache degli eroi che salveranno il mondo
Heinrich Koch
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7 Aprile 517
Mercoledì 24 Giugno 2015

Da quale parte



Sembra passato un secolo, invece sono meno di due anni. Gli scontri ai piedi dell'altopiano del Tuono, il sangue dei miei fratelli e compagni d'arme versato su quelle pianure maledette, quasi a concimarle per i Kreepar e i Risvegliati che sarebbero venuti di lì a poco. Molte cose sono cambiate rispetto a quei giorni, altre restano fastidiosamente simili: la Brigata del Tramonto, con le loro spade bastarde schierate a difesa di Angvard; i cani di Ghaan, rintanati dietro le loro inespugnabili fortezze; e un pugno di stronzi cocciuti a cui tutto questo non sta bene, disposti a spaccarsi il culo per cercare di cambiare le cose. Gli stessi di allora. Noi.

Ascoltiamo le parole di Ram mentre ci riferisce gli ordini, ci sforziamo di non ridere assieme a lui al pensiero di quel figlio di puttana che dice di voler combattere la nostra guerra al nostro fianco. Persino il fuoco scoppietta divertito al suono di questa stronzata. Sarebbe più corretto dire che vuole provare a fotterci dalla nostra parte del letto dopo non esserci riuscito dalla sua. Acab vuole quel dannato altopiano, lo ha sempre voluto: lo chiese come ricompensa a Tyron Raleigh quando era in vita e lo pretende oggi dai suoi figli, dando la femmina in pasto ai suoi uomini e preparandosi a metterlo in culo di persona al maschio.

Acab, Signore di Angvard: roba da vomitare merda al solo pensiero. Ram dice che i ragazzini sono a posto, lontani mille leghe dall'orgoglio e dalle ambizioni del padre. Se lui è convinto, a me può bastare. Ma sulla Brigata siamo tutti d'accordo, non crederemo mai a una sola parola uscita dalla bocca di quei rinnegati: né ora, né mai.

Tre uomini alla volta.

Tanti ne riescono a passare da quella stramaledetta gola. Uno stretto passaggio circondato da montagne invalicabili, zeppe degli scheletri ghiacciati di chi ci ha provato. Una volta Ram ci spiegò come mai sull'altopiano del Tuono fa così freddo persino in estate: qualcosa che ha a che fare con la posizione di quelle montagne rispetto ai venti del Nord. Ogni giorno, durante la guerra, i cavalieri di Acab uscivano da quel pertugio riversandosi sulle Lande: ogni sera, prima del tramonto, correvano a rintanarsi al riparo di quella muraglia di roccia. Uno alla volta, stretti in una lunga fila, certi che gli archi e le balestre di Ghaan avrebbero fatto scempio di qualsiasi inseguitore.

Gretel.

Questo il nome con cui a Ghaan hanno avuto la fantasia di battezzare quel baluardo. A Treize non abbiamo mai avuto tempo per queste cose, quando il Barone chiese a Barun di dare un nome al nuovo sistema di torri il capitano non ebbe un istante di esitazione: torre uno, torre due, torre tre... Non scorderò mai la faccia di sir Mansell quando gli dissero che la sua Chela sarebbe diventata la Torre Otto.

A Ghaan ogni torre ha il nome di una donna. Un nome proprio, come quello che si dà a una persona. C'è chi dice che siano stati i nomi delle amanti del primo Signore di Ghaan, chi sostiene che fossero le mogli dei primi Landlord... magari sono vere entrambe le cose. Chi se ne frega, dico io: penseremo a scoprire il mistero quando saranno cadute tutte. Non che queste signore ci abbiano mai dato piena soddisfazione: ve ne sono alcune che, anche a guerra finita, hanno continuato a scrutarci dall'alto di quelle colline con lo sguardo sprezzante delle vergini inviolate. Gretel è una di queste, come testimoniano i tanti che sono caduti al cospetto di quella fica stretta e inaccessibile. A due anni di distanza quella stronza è ancora lì a sfidarci, offrendo rifugio ai nemici del Granduca e un morte atroce a chiunque provi a farla sua.

Non per molto. Se gli Dei saranno dalla nostra parte, la virtù di Gretel non sopravviverà per vedere la prossima luna.

Falò - Immagine

Dò un'occhiata a quello che resta del mio plotone. Siamo rimasti in cinque, da nove che eravamo: abbiamo perso più uomini di quelli che siamo riusciti a rimpiazzare. Pensavo che avremmo preso qualcuno dal dodici, ma Ram non sembra essere di questo avviso: è diventato un bel gruppo, il dodici, immagino che voglia tenerlo unito. Noi siamo più stronzi invece: specialmente con le nuove leve. Da quello che ho capito, quando il vento farà volare la merda il dodici non sarà al nostro fianco, le nostre chiappe saranno parate da un branco di soldati scelti provenienti da vari plotoni. Alcuni, come Brian, li conosco di faccia: altri li ho visti combattere alla Chela. Vasq mi ha detto che uno di loro, Bohemor, Beomond o quel che è, era con quelli che hanno rotto il culo a Oz Plank. Se è vero vuol dire che sa il fatto suo: Ozzie era un cavaliere della vecchia guardia, sapeva usare la spada. Vedremo chi e cosa troveremo a Gretel e che danni riusciremo a fare.

Avremo bisogno di molta fortuna, questo è certo. Il piano che Ram ci sta spiegando è uno dei peggiori che abbia mai sentito: le possibilità di farcela sono poche, quelle di tornare vivi ancora meno. Se qualcosa va storto, siamo morti. Se non troviamo quello che ci aspettiamo, siamo morti. Se troviamo una resistenza superiore a quella che pensiamo, siamo morti. Il che significa, ed è ciò che meno mi piace... che se ci hanno raccontato cazzate, siamo morti. Eppure il morale è alto: sarà che, dopo aver passato mesi a spaccare teste ai Risvegliati, l'idea di prendere a calci dei soldati non dispiace a nessuno di noi. Sempre che a Ghaan i morti non combattano a fianco dei vivi, come più di qualcuno afferma da queste parti. Ram dice che sono cazzate e che non dobbiamo pensarci: penso che abbia ragione, anche perché se fosse vero non avremmo speranze.

Ram conclude il suo discorso, chiedendoci se c'è qualcosa di poco chiaro. Ali e Dunc mi guardano, a quanto pare tocca a me fare la parte del cretino. Sospiro, poi apro bocca.

"Solo una cosa, Ram: se l'obiettivo è fotterci Gretel, che cazzo ci facciamo in riva al mare?"

Ram sorride.

"Non ti ho ancora detto da quale parte lo faremo" aggiunge poi, volgendo lo sguardo verso il mare.

Seguiamo con orrore la linea dei suoi occhi fino a scorgere un minuscolo, quasi impercettibile puntino luminoso in avvicinamento.

"Che io sia dannato", esclama Dunc: "non sarà mica..."

Ali scoppia a ridere, Vasq e Roy abbassano lo sguardo: i vigliacchi non hanno neppure il coraggio di guardarmi, lo sanno bene cosa ne penso di certe cose. Una sola ce ne è rimasta e tu guarda se, su cinquecento soldati, non deve toccare a me.

Lo sapevo che era un piano di merda.

La Disperata - Immagine
scritto da Garruk , 01:14 | permalink | markup wiki | commenti (1)