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La cerca di Bohemond
Bohemond D'Arlac
"Tu fai parte dei Primi, Bohemond, non dimenticarlo mai."
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28 Marzo 516
Sabato 23 Giugno 2012

Di ritorno da Cantor

Uryen, Rocca di Tramontana. Sono vivo per un soffio. La ferita nel petto sta iniziando solo ora a rimarginarsi, e ad ogni respiro brucia come piombo fuso. Ho fatto quel che potevo, e come me Padre Engelhaft, Kailah, Sven... agli Dei deve essere bastato, e stavolta ci hanno concesso di tornare a casa più o meno interi. Non ho intenzione di metterli alla prova una seconda volta.

Il Sergente Rock ha dovuto prendere atto dei magri risultati della nostra sfortunata spedizione, e posso comprendere la sua delusione. Non abbiamo fatto a tempo ad arrivare a Cantor che la situazione ci era già sfuggita di mano: la morte di Gideon, l'agguato di Jones ai nostri cavalli lasciati incustoditi... mi sono lasciato prendere dall'esasperazione, e invece di procedere con la cautela che si richiede a chi sta affrontando un nemico sfuggente e astuto, ho fatto in modo che finissimo come topi in trappola. E' buffo a dirsi, ma l'apparizione degli spiriti inquieti e imperscrutabili dell'antico cimitero ha finito per salvarci la pelle... e l'affondo di lancia di quel guerriero tornato dalla morte in ultimo è stato un prezzo assai basso da pagare. Chiudo gli occhi, esausto.

La Bestia dei Mirtilli, i morti che camminano, la creatura sacrilega che infesta le rovine di Cantor. Tra il sonno e la veglia i ricordi dei molti orrori di cui ho appreso da quando ho messo piede nel Corno del Tramonto si confondono in un'unica visione delirante. L'orrido talismano è ancora lì, appeso a ciò che resta del collo un tempo possente del suo conquistatore. La croce su cui marcisce la carcassa smagrita si leva tra centinaia di altre simili, e sotto di esse si affollano come scarafaggi i mendicanti del Campo di Sventura; resi folli dalla fame e dal freddo, si contendono coi corvi la carne putrida che cade dalle forche. Sangue nero e denso imbratta i loro volti, e cola lungo gli stracci fino al suolo, che se ne imbeve gorgogliando avidamente. Più in là, sulla costa, i soldati della guarnigione bisbocciano con il cibo destinato agli sfollati. Cantano e danzano assieme alle puttane, si prendono per mano in uno sguaiato girotondo attorno ad un mucchio di casse, alto come una torre, che a sua volta sembra ondeggiare al suono dei cimbali. Milo, il grembiule lercio come quello di un macellaio, è indaffarato ad ispezionare il bottino. Ad un tratto si china a raccogliere qualcosa, e poi la solleva in alto, affinchè tutti possano vedere. Sono le teste mozzate di Martin Ganner e Todd Yagon, tenute assieme da un groviglio di alghe. Se ne resta a rimilarle un momento, corrucciato, poi sorride ed a pieni polmoni annuncia: "Carname, ragazzi! E' CARNAME!". Ork e Hador gli fanno eco, in visibilio, e presto tutti iniziano a intonare l'oscena parola, ritmicamente, mentre le casse si gonfiano, e pulsano, e sembrano fatte di membra di uomini e bestie inchiodate le une alle altre. Lo stesso coro si diffonde nella selva di croci, ma la voce dei mendicanti, rauca e inumana, non si distingue dal gracchiare dei corvi. Il talismano comincia a dondolare pigramente, cullato dalla tetra cantilena. Un po' alla volta si sgancia dal laccio di cuoio, le elitre nere e lucide che si schiudono ronzando, mentre il barbaro inchiodato alla croce viene scosso da un tremito. Le orbite vuote mi fissano, la bocca senza più labbra si apre in un ghigno sdentato. "Stavolta è successo un casino, UN VERO CASINO, QUI NON NE USCIAMO, BOHEMOND!" mi urla in faccia facendo il verso al Caporale Jones. Poi dal terreno imbrattato si solleva una coltre di nebbia oscura e fetida che ci sommerge tutti, e sale, e sale, fino ad ingoiare il cielo.

Filtra un po' di luce dalle imposte semichiuse. Un'altra notte di incubi è finita... mormoro una preghiera di ringraziamento agli Dei, e sprofondo in un sonno placido, nero e denso come il mare.
scritto da Bohemond , 18:00 | permalink | markup wiki | commenti (0)